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Autore: Calamitas    16/02/2015    9 recensioni
Charlotte non era il rubino. Le sue senzazioni, i momenti di vuoto, le nausee, erano senzazioni fantasma. Il vero corvo era sua cugina Gwendolyn. Come fosse potuto accadere non mi era molto chiaro, e uno sbaglio del genere mi mandò su tutte le furie.
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Salve a tutti sono Calamitas! Questa storia è una rivisitazione di Red dal punto di vista di Gideon. Spero davvero che vi piaccia, recensite! Un bacio, Calamitas
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gideon de Villiers, Gwendolyn Shepherd, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ultimo g Passammo a prendere Gwendolyn dopo scuola per trasmigrare. Saremmo andati insieme a trovare Lady Tilney, anche se lei non ne era ancora al corrente. Quando arrivammo a scuola, Gwenny non era ancora uscita; al suo posto però incontrai la dolce Charlotte. Era da molto che non la vedevo quindi scesi per salutarla. Lei fu molto felice di vedermi, e chiacchierammo in attesa di sua cugina.

<< Ah quella sciocca! Non sa che deve uscire subito da scuola, altrimenti devi aspettare troppo a lungo? >> disse lei compassionevole.
<< Già, ma tranquilla; non mi dispiace aspettarla, sopratutto in buona compagnia >> dissi io facendole una carezza. Mi dispiaceva ancora molto per ciò che aveva passato per colpa di sua cugina, ma non avevo trovato una ragione per preferirla come compagna di viaggi nel tempo. Se fossi rimasto con lei, durante l'imboscata, saremmo già morti. Non che lei sia meno forte, anzi, ma ha semplicemente una naturale incapacità nelle situazioni prolematiche e rischiose. Non sa improvvisare. Ovviamente non glielo dissi; avrebbe solo peggiorato la situazione.

Sentii dei borbottii provenire dalle scale e quando mi voltai vidi il mio rubino, circondato da ragazze adoranti che probabilmente stavano sparlando di noi. Chi era che non spettagolava di Lisa che si era comprata una maglietta da cinque sterline? Sciocca incoerente!

Questo pensiero mi strappò una piccola risata, e, giusto per dare un po' di scoop a quelle ragazzine, diedi un bacio a Charlotte sulla guancia. Lei mi guardò raggiante, e se ne andò baldanzosa. Tuttavia io stavo ancora pensando a Gwendolyn e, con un grande sorriso, la chiamai a me.
<< Gwendolyn, eccoti finalmente! >> le dissi divertito. Per quale motivo ero così felice di vederla? Avevo appena finito di parlare con una delle ragazze più ambite della scuola, ma io non avevo fatto altro che pensare alla cugina imbranata. Sono anche io un incoerente!
<< Ciao >> mi disse lei quando mi fu più vicina.
<< Ciao, sei cresciuta durante la notte? >> osservai io. La sua divisa scolastica, che prima la rendeva ancora più infantile, ora le stava meravigliosamente, rendendola ancora più bella di quanto già non fosse.
<< No, è l'uniforme dello scorso anno >> disse lei tirandosi la giacca sul petto. Ah ecco, finita la magia; ma restava comunque incantevole. Le sorrisi, poi guardai oltre le sue spalle.
<< Quelle sono le tue amiche? Credo che una stia per svenire. >> dissi io cercando di prenderla un pò in giro. Lei colse la mia ironia, e rispose in modo molto serio, senza nemmeno voltarsi.
<< E' Cynthia Dale, soffre di un eccesso di ormoni nel sangue. Se t'interessa te la presento. >> rispose lei. Bella mossa, rubino. Sei molto più sveglia di quanto pensassi.
Il mio sorriso si fece più intenso, << Magari in un altro momento. Ora andiamo! Abbiamo molto da fare oggi. >> risposi io cercando di non notare quanto fosse carina con quel sorriso sbruffone.

La condussi dentro la macchina, e salii davanti con Mr George.
Lui le raccontò ciò che avevo scoperto durante la notte e la prima cosa che lei mi domandò fu << E quando hai dormito, accidenti? >>. Era davvero questo quello che aveva notato? Si preoccupava perchè non avevo dormito? Ci sono cose più importanti del mio sonno. << Doveva essere una cosa veloce, infatti avevamo programmato solo un'ora di tempo >> le risposi incrociando le braccia al petto.  Mr George proseguì, e lei, questa volta, fu molto più attenta a ciò che diceva. <<... Per questo stamattina Gideon è tornato nel passato a trovare di nuovo Margret Tilney >> disse lui con uno sguardo molto preoccupato . << Giornata piena, eh? >>disse Gwendolyn sarcastica.
In quel preciso istante accadde qualcosa di incredibile. Vidi cambiare completamente il suo sguardo, che da gioioso e divertito  diventò molto preoccupato e in pensiero. << Come va il braccio? >> mi domandò. Era davvero così preoccupata per me da fregarsene del racconto e chiedermi come stavo?  Tremendamente irresponsabile e dolce da parte sua. Le sue parole mi fecero davvero piacere, e questo pensiero mi avrebbe fatto sorridere se non ci fosse stato Mr George nelle vicinanze.
<< Bene. Ascolta Mr George, è molto importante. >> le risposi.
 
Una volta arrivati a destinazione ci cambiammo, per l'autenticità, e io mi ritrovai a indossare un orribile cappello a cilindro. Gwendolyn entrò nella stanza del cronografo e appena posò gli occhi su di me scoppiò in una sonora risata. Certo, molto divertente. Dopo poco mio zio si unì a lei dicendo << Anch'io lo trovo comico, sembra il direttore di un circo >>. Una famiglia di simpaticoni! Se io ero il direttore, loro erano sicuramente i pagliacci.
 << Sono contento che vi divertiate alle mie spalle >> disse seccato.
Ripensai al nostro ultimo viaggio nel tempo e cercai di guardare nella scollatura di Gwendolyn, se per caso avesse nascosto il suo telefonino o chissà quale arma diabolica. Notai una piccola sporgenza e cercai di capire se fosse un cellulare, quando sentii sibilare << Ehi, mi stai forse guardando le tette? >>. Ah già. Le sorrisi, cercando di non apparire troppo divertito da suo sguardo. << Non direttamente >> bisbigliai. Dopo essere stata ripresa da Mr George, e dopo averla scrutata ancora una volta le domandai
<< Pronta Gwendolyn? >>
<< Quando vuoi >> rispose sorridente.

Stavamo parlando di uomini neri e maghi, nel tragitto per andare a casa di Lady Tilney, quando Gwen mi domandò: << Tu hai fratelli o sorelle? >>.
<< Un fratello più piccolo. Oddio, così piccolo poi non è, ha diciassette anni. >>
<< E tu? >> mi chiese.
<< Diciannove, quasi >> risposi.
<< Se non vai più a scuola, che cosa fai? >>
<< Ufficialmemte sono iscritto alla University of London, ma credo che salterò questo semestre >>. Risposi alla sua ennesima domanda.
<< Che facoltà? >> chiese nuovamente.
<< Ma sei proprio curiosa, lo sai? >> domandai divertito.
<< Conduco solo una conversazione, allora che cosa studi? >> replicò lei.
<< Medicina >> risposi impacciato.
Notai il suo sguardo sorpreso che si andò poi a posare sul finestrino.

Dopo alcuni minuti di silenzio le chiesi quello che mi stavo chiedendo da quando l'avevo vista a scuola.
<< Quello insieme a te oggi a scuola è il tuo ragazzo? >>
<< Chi? Cosa? >> mi guardò interdetta.
<< Quel tizio dietro di te, che ti teneva la mano sulla spalla >> le dissi cercando di apparire disinteressato.
<< Ti riferisci a Gordon Gelderman? Dio ce ne scampi! >> disse lei alzando gli occhi al cielo. Quindi non era il suo ragazzo, e potevo smettere di preoccuparmi. Non che mi fossi vermante preoccupato, semplicemente non mi sembrava alla sua altezza.

Arrivammo in poco tempo su Eaton Place, ed il maggiordomo, dopo un po' di insicurezza, ci fece entrare nella dimora. Fummo invitati a bere una tazza di tè,e ne approfittai per fare in modo che Gwendolyn le chiedesse come facesse a sapere i suo nome e chi era stato a raccontarle di lei.
<< Ho ricevuto altre visite dal futuro, mi capita spesso >> disse Lady Tilney sorridendo.
<< Lady, ho già cercato una volta di spiegarle che il suo visitatore le ha dato informazioni errate. Commettete un grande errore a fidarvi degli altri. >> risposi io un po' agitato.
<< E' quello che dico sempre anche io, Margret, te lo dico sempre che sbagli a fidarti delle persone sbagliate. Oh, ma che delizia. E' per noi? >> disse una voce maschile. Sulla soglia era comparso un giovanotto che entrò con passo disinvolto.
Paul de Villiers.
Trattenni bruscamente il fiato, e presi Gwendolyn per il polso. E quando Paul tentò di prendere la mano di Gwen, la mia rabbia fu immediata. La tirai a me, e urlai << Non provate a toccarla! >>. Non so se parlai perchè ero preoccupato che le rubassero il sangue o anche solo per il fatto che volesse toccare il mio rubino. L'unica compagna che mi fosse rimasta, di cui potevo fidarmi.
<< Di cosa hai paura, piccolo? >> mi domandò sarcastico.
<< So benissimo cosa vuoi da lei! >> dissi furioso.
L'uomo si presentò a Gwen e i due scambiarono diverse parole, intanto pensai a un modo per uscire. Entrambe le porte erano sorvegliate da due immensi maggiordomi, uno dei quali aveva una pistola.
Questo mi mandò in confusione. Come avevamo fatto a farci imbrogliare così? E perchè Gwendolyn continuava a parlare con Paul come se niente fosse?

<< Smettila di parlare con lui, cerca solo di trattenerci in attesa di rinforzi >> dissi a Gwendolyn per farle capire la gravità della situazione.
Gli occhi gialli di Paul lampeggiarono furiosi << Pensi ancora che voglia il vostro sangue? >> domandò
<< Infatti >>
<< E credi che Millhouse, Frank e io e la pistola non basteremmo per sbarazzarci di te? >> replicò sarcastico.
<< Infatti >> risposi cercando di pensare a un piano.
<< Oh, sono sicuro che il mio caro fratello e gli altri guardiani abbiamo fatto di te un'autentica macchina da guerra. Del resto tocca a te rimediare al pasticcio. Agli altri invece è stato insegnato un po' di scherma e di violino, giusto per tradizione. Scommetto però che tu conosci anche il tae-kwon-do e tutta quella roba lì. Dopotutto è necessario saperlo se si deve viaggiare nel passato e ottenere il sangue dalle persone >> disse Paul arrabbiato.

Seguirono alcuni minuti di discussione, quando entrò in sala colei che probabilmente era Lucy Montrose.
<< Non posso crederci >> disse guardando Gwen.
<< Credici pure, principessa >> disse Paul con voce intenerita e preoccupata allo stesso tempo. Era evidente che lui la amasse, e forse avrei potuto sfruttare questa sua debolezza a mio vantaggio. Quando Lucy ci fu abbastanza vicina e puntai la mia pistola alla sua tempia Paul sussurrò: << Sei un vero... stronzo. Principessa... >>.
<< E' tutto a posto Paul >> sorrise lei. Non era un sorriso sincero, ma riuscì a tranquillizzare almeno un pò il mio antenato, che rimaneva comunque sull'attenti.
<< Forse vogliono davvero solo parlare >> disse Gwendolyn.
Come poteva pensare una cosa del genere, era ovvio che volessero il nostro sangue.
 
<< E' tutto inutile, gli hanno fatto il lavaggio del cervello >> disse Paul.
<< Colpa del conte >> aggiunse Lucy. << Come ben sai può essere molto persuasivo. >>
Nessuno mi aveva fatto il lavaggio del cervello, avevo solo imparato che il conte, avendo calcolato tutto, aveva sempre ragione. Era forse sbagliato? Impossibile, lo credevo da anni ed ero più che certo.

Dopo una serie di scontri sulla soglia di casa ed alcuni discorsi che Gwendolyn fece con me e con Lucy riuscimmo a fuggire. Non prestai molta attenzione a questa cose perchè ero troppo occupato a salvarci. Una frase mi restò molto impressa e mi fece pensare. "Come fai a essere tanto sicuro che non stia dicendo la verità, Gideon".
In realtà non lo ero. Non avevo sicurezze o, se in passato ne avessi avute, ora le avevo perse tutte. Per colpa di quella stupida, ma intelligentissima, ragazza che non faceva altro che farmi venire dubbi. Perchè con lei tutto doveva essere così complicato? Si divertiva a darmi fastidio? Cosa aveva visto in Lucy che io non avevo visto, che la portava a fidarsi di lei?

Dopo alcuni minuti di corsa ci ritrovammo davanti alla chiesa SANTA TRINITA', e decisi di entrare. La condussi al confessionale e lei mi guardò seria.
<< Non dirai sul serio? >> sussurrò.
<< Invece sì, io mi siedo dall'altro lato e aspettiamo di tornare indietro >> risposi sorridendole.
Gwendolyn continuava a tempestarmi di domande e io cominciavo a perdere le mie sicurezze, e tutto ciò in cui credevo si trasformò in una grande bugia.
<< Adesso non ti fidi più troppo del conte? >> chiese lei.
<< So solo che prima della tua comparsa avevo la situazione sotto controllo! >> risposi seccato.
<< Mi ritieni forse responsabile del fatto che per la prima volta in vita tua tutto non va come avevi deciso tu? >> disse lei alzando le sopracciglia.
<< No! Gwendolyn! Si può sapere perchè con te tutto è così complicato che con Charlotte? >> sbuffai. Insomma lei era molto più coinvolgente di Charlotte, ma cavolo se complicava le cose! Non potevi avere certezze, con una come lei al tuo fianco! Mi dava così fastidio, e la trovavo così meravigliosa allo stesso tempo! Come era possibile una cosa del genere?

<< Boh. e' di questo che avete parlato oggi nel cortile della scuola? >> domandò offesa. Scacco matto, rubino.
<< Gelosa? >> sorrisi.
<< Nemmeno per sogno! >> ribattè.
<< Charlotte faceva sempre quello che le dicevo. Tu invece no. E questo è molto scoccante. Però anche divertente. E dolce. >> Tutte le mie certezza vacillavano, da quando lei era entrata nella mia vita, e in quel momento mi accorsi che anche la mia bocca stava tremando. Non sapevo che dire, ero spiazzato.
Dopo alcuni minuti di silenzio Gwendolyn mi chiese: << Sai, avevi ragione con l'idea della trappola. Ma come facevano Lucy e Paul a sapere che saremmo arrivati proprio oggi? >>. Già, non lo sapevo. Nemmeno un po'.

<< Non ne ho la più pallida idea. Forse però tu lo sai. >> Mi sporsi dalla sua parte, arrivando a un soffio da lei. Il mio cuore batteva all'impazzata, e lei mi guardò molto irritata.
<< Chi, io? >> disse stizzita.
<< Potresti essere stata tu a rivelare a Lucy e Paul il luogo e l'ora del nostro appuntamento. >> Non mi spostai nemmeno di un millimetro. Volevo vedere la sua reazione.
<< Che cosa? Che scemenze! Quando lo avrei fatto? Non so nemmeno dove è custodito il cronografo. E non permetterei mai che... >> Si interruppe. Cosa avrebbe voluto dire?
<< Gwendolyn tu non hai la minima idea di ciò che farai in futuro. >> risposi.
<< Avresti potuto farlo anche tu >> ribattè.
Giusto rubino, complimenti. Sorrisi, tornando dalla mia parte del confessionale.
 << E' vero, credo che in futuro le cose tra di noi diventeranno molto eccitanti. >>
Per un po' restammo in silenzio. Pensai a quello che le avevo detto in carrozza. Era davvero una stupida bambina pettegola? Era davvero così inutile, come le facevo credere? La risposta era no, in nessun modo.
 
<< Ricordi l'altra volta, in carrozza, quando abbiamo parlato della magia del corvo? >> le dissi con voce roca.
<< Hai detto che io non potevo possedere questa magia perchè ero una ragazza qualunque. Una ragazza come tante, di quelle che vanno al gabinetto in gruppo e spettegolano di Lisa che... >> Non la lasciai finire, e mi sporsi dalla sua parte nuovamente. Le posai una mano sulle labbra.
<< Ricordo quello che ho detto, e mi dispiace >> le sussurai.
 Non resistevo più, quel minimo contatto tra la mia mano e le sue labbra mi faceva impazzire. Cominciai a farle delle carezze, e ritornai a sfiorarle la bocca con in pollice. Stavo impazzendo, dovevo dirle ciò che provavo per lei. Non che sapessi esattamente di cosa si trattasse, ma dovevo dirglielo comunque.
 
<< Non sei una ragazza qualunque Gwendolyn, sei straordinaria. Non hai bisogno della magia del corvo per essere speciale per me. >> Lo dissi tutto d'un fiato, come se dovessi liberarmi di un peso.
A quel punto, persi il controllo di me stesso.
Mi avvicinai ancora di più e la baciai.
Ora ero davvero felice.
 
 


SIGNORE E SIGNORI.
L'attesissimo finale di Red, e di conseguenza di Diamante, è avvenuto! Ebbene sì, ecco cosa pensava il nostro uomo durante questa giornata con quella molestante ragazza <3 Fatemi sapere in un commento se volete che continui con Blue, e se devo continuare sempre qui, o cominciando come una nuova storia. Io sono più propensa a continuare questa, così c'è un filo che lega le due storie e volendo potete rivedervi cose in Diamante per capire il seguito. Quindi, fatemi sapere se vi è piaciuto, se devo continuarla e dove devo continuarla con un commento o un messaggio e al prossimo eventuale capitolo, un bacione Calamitas <3 :*
  
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