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Autore: gateship    22/02/2015    1 recensioni
Chiuse il libretto e se lo rigirò tra le mano. Perché era così importante? Perché non riusciva a ricordarsi niente? Chi era? Da dove veniva? Nella sua mente c'era soltanto una cosa, soltanto una persona: un uomo, con un mento sproporzionato, una pettinatura da ragazzino e un cravattino rosso.
What if per il 5x13, The Big Bang... cosa sarebbe successo se a far ritornare il Dottore fosse stata non Amy, ma River?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, River Song
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sfogliò le pagine freneticamente, in cerca di una scritta, un segno, qualsiasi cosa. Erano vuote. Tutte. Chiuse il libretto e se lo rigirò tra le mano. Perché era così importante? Perché non riusciva a ricordarsi niente? Chi era? Da dove veniva? Nella sua mente c'era soltanto una cosa, soltanto una persona: un uomo, con un mento sproporzionato, una pettinatura da ragazzino e un cravattino rosso. Sempre e solo lui. Si passò una mano tra i riccioli spettinati, frustrata. Non aveva un nome. No, perso. Perso nelle pieghe del tempo. E lei lo conosceva. Gli altri... gli altri lo chiamavano come una persona buona, che aiutava le persone, ma allo stesso tempo un guerriero...

“Do...” si stoppò. Non riusciva. Non sapeva il nome dell'uomo che la tormentava.

Continuò a camminare per il viale, incurante degli sguardi curiosi che le rivolgevano le altre persone. Si guardò attorno, cercando di ricordare, di ritrovare qualcosa di familiare. Poi lo vide. Rosso. In bella mostra in una vetrina. Uno stupido, stupidissimo cappello rosso. Improvvisamente si mise a ridere. Lui amava i fez. Li amava! Quell'uomo pazzo, con un cravattino e un mento enorme, quell'uomo gentile e dolce... e unico. L'ultimo della specie più potente dell'universo. Dottore.

Così lo chiamavano. Dottore. Suo marito.

Riaprì il libro blu furiosamente, cominciando a scrivere quello che ricordava. Il Dottore, e lei era... River Song, Melody Pond, il suo assassino. Il Dottore era colui che... No. No, non lo aveva ucciso. Melody Pond, nata per uccidere il Dottore. No, non lo aveva fatto. Kovarian. Demons Run, Benjamin, Silenzio, manette, TARDIS, Luna, Berlino, Amy, Amy e Rory Pond, il dipinto di Van Gogh, Cleopatra, la Pandorica, i roma... la Pandorica. Il Dottore e la Pandorica. Lui aveva... oh, quel folle, folle uomo. Non avrebbe mai imparato, ricordava che... Ricordare.

Il Dottore doveva essere ricordato. Sfogliò di nuovo il diario, le scritte non erano ritornate. Lei... lei non poteva. Non riusciva a farlo tornare. Lo ricordava eppure non riusciva a farlo tornare. Non era abbastanza. Una vita di ricordi. Una vita passata con lui a ritroso nel tempo e non era abbastanza. Il diario era vuoto. Bianco, senza una parola, un'avventura, una cena passata con lui o una notte insieme. Dottore. Il Dottore e River Song. Il Signore, la Signora del Tempo e la cabina blu. Tutto andato. Niente sul diario. Assolutamente niente.

“Oh, Dottore, dovevi proprio farlo, vero?” sussurrò accarezzando la copertina rovinata.

“Mi hai chiamato?” Lei sobbalzò, girandosi di scatto. “Ciao tesoro, sono a casa.”

“Dottore...” gli si avvicinò tremando, gli occhi lucidi.

“Ciao River.” lei gli sfiorò una guancia, mentre una sola singola lacrima le scendeva dal viso.

“Come puoi essere qui?” chiese con voce flebile, appena udibile.

“A volte... a volte bisogna semplicemente ricordare.” disse con un sorriso.

“Il diario è vuoto, è tutto... non c'è niente, come?” lui le prese delicatamente l'oggetto dalle mani e lo aprì, inchiostro nero come pece ricopriva intere pagine.

“Le scritte sono tornate. River, mi conosci davvero così bene?” chiese dopo un attimo. Lei abbassò lo sguardo, mascherando il dolore. Il suo Dottore avrebbe capito, non si sarebbe lasciato ingannare. Lui l'avrebbe abbracciata, confortata, con piccoli cerchi sulla schiena e un sorriso triste. Ma lui non era il suo Dottore, non ancora. Il tempo stava finendo.

Ironico. Aveva paura che lui non sarebbe più esistito, ora era lei che diventava sempre più invisibile ai suoi occhi.

“Sì.” disse facendo cadere il braccio ancora alzato, che ancora gli accarezzava il viso.

“Mi dispiace, forse non avrei dovuto.”

“No, no. Hai ragione. Ancora non mi conosci.”

“Ma ti conoscerò.” replicò.

“Presto Dottore, molto presto.” rispose con un sorriso.

Nascondere il danno. Fino alla fine.

  
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