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Autore: Lady Diamond    23/02/2015    2 recensioni
Piccola long fiction ambientata cinque anni dopo la terza seri.
Celeste Riffler è cresciuta ed è una studentessa che vive a Milano con le sue amiche e Lucifero è un calciatore.
Il caso forse li aiuterà a rivedersi, ma cosa succederà?. Tutto inizia quando un nuovo personaggio incontra uno dei protagonisti della squadra dei celestini e da quel momento i pezzi dei puzzle si incastreranno di nuovo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Celeste, Lucifero, Memorino, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati alcuni anni da quando Celeste e Lucifero erano diventati una vera coppia, ma in quella fresca giornata di marzo c’era qualcosa che rendeva l’atmosfera diversa, tanto carica di allegria quanto di agitazione per la giovane Riffler, che stava girovagando nell’appartamento del suo ragazzo come una trottola, nonostante si sentisse felice di concludere quel percorso.
Stava per laurearsi, e com’era stato stabilito dai suoi genitori anni prima avrebbe preso possesso dell’azienda di famiglia a New York, o Torino.
Diverse volte aveva cercato di chiarire con i suoi genitori dove avrebbe voluto adempiere i suoi doveri di presidentessa, ma loro erano stati rigidi, tant’è che quella discussione avvenuta pochi giorni prima le tormentava ancora la mente.
“Saprai tutto appena avrai preso la laurea” aveva detto suo padre.
Scosse la testa e tornò a fissare la sua immagine allo specchio.
Le piaceva quella versione femminile e professionale, si sentiva bella, nonostante avesse paura per l’esito dell’ultimo esame di quel percorso.
Quante cose erano cambiate in quegli anni, e quanti bei ricordi costudiva nel suo cuore, soprattutto uno: quando Lucifero le aveva chiesto di andare a convivere, e stranamente i suoi genitori avevano accettato la notizia con entusiasmo.
Era passato circa un anno da quando si erano ritrovati per caso, e quella sera il suo ragazzo le era sembrato strano, quasi agitato.
L’aveva invitata a cena, cosa che solevano fare ogni venerdì, eppure c’era qualcosa di diverso, forse anche per la scelta del locale: quello dov’era ricominciato tutto.
“Dovrei parlarti” aveva detto il giovane diventando paonazzo, il che era strano per lui.
“Dimmi” rispose Celeste sorridendo, nonostante dentro di sé avesse paura che lui volesse lasciarla.
Lucifero prese un respiro, e puntando i suoi occhi smeraldini in quelli ambrati di lei disse:
“Vorrei che tu venissi a vivere con me”.
Aveva detto tutto così velocemente tanto che Celeste ci aveva messo qualche minuto per capire cosa le avesse, ma quando ebbe capito si sentì invasa da una nuova energia, ed euforicamente disse semplicemente:
“Si!”.
Intanto Lucifero, che era in camera da letto, era immerso nei suoi pensieri mentre fra le mani stava stringendo una piccola scatolina: era il suo regalo.
Era felice per la sua ragazza ed in quegli anni aveva imparato a conoscerla meglio ed il suo amore era aumentato sempre di più, nonostante fra loro i litigi non mancassero, ma sapeva che la giovane contessina amava solo lui, ed era proprio con lei che voleva trascorrere la sua vita, e sta volta non avrebbe permesso di far vincere la distanza.
“Sei pronta?” urlò il giovane rivolgendosi alla sua ragazza.
“Certo” rispose lei uscendo dal bagno e mostrando il migliore dei suoi sorrisi.
“Sei…bellissima” sussurrò lui con un tono mellifluo avvicinandosi alla contessa che gli schioccò un dolce bacio sulle labbra.
“Anche tu non sei male” disse lei con un tono scherzoso facendolo ridere.
 
Ce l’aveva fatta, si era laureata con il massimo dei voti e questo la rendeva estremamente felice, nonostante dentro sé avesse paura di ritornare a New York.
“Sei pronta cara?” domandò la signora Riffler entrando nella stanza d’albergo di sua figlia.
“Certo mamma” rispose lei sorridendo.
La donna osservò sua figlia con un’espressione dolce che non aveva mai mostrato alla giovane Riffler, e ciò le provocò una piccola stretta al cuore,e lentamente si accomodò su una poltrona continuando ad osservare  la ragazza.
“Che hai?” domandò la contessina.
“Nulla, è solo che… sei diventata così grande e forte, ed ora eccoci qua a festeggiarti” rispose lei sorridendo teneramente.
“Oh, mamma” sussurrò la castana con un tono rotto, e velocemente corse verso la donna.
Era la prima volta che sua madre si mostava così premurosa e dolce nei suoi confronti.
In quei brevi attimi le era sembrato che il rapporto buoio con i suoi genitori si fosse dissolto nel nulla, come una leggera bolla di sapone. Immediatamente abbracciò la sua genitrice, quasi come se quel contatto potesse colmare quel vuoto che fosse sparito.
“Siamo orgogliosi di te, piccola. E comunque: Torino” mugugnò la bionda, mentre una piccola lacrima solcava i suoi lineamenti aristocratici, e dolcemente si sorrisero, e restando l’una accanto all’altra scesero verso il salone affittato per il ricevimento.
 
La sala era grande ed era arredata con un’eleganza sopraffina, quasi come se tutto lo sfarzo presente in quel luogo volesse rappresentare tutto il lusso ed il potere dei Riffler.
Lucifero, nonostante si fosse abituato a quei ricevimenti, in quel momento si sentiva come un pesce fuori dall’acqua, e poi la vide, mentre un sorriso si dipinse sulle sue labbra.
Era bellissima la sua Celeste avvolta in un lungo vestito azzurro che le conferiva un aspetto angelico, mentre i capelli erano stati raccolti in un semplice chignon.
Nervosamente infilò le mani nelle tasche dei pantaloni dove ritrovò una piccola scatolina quadrata che immediatamente strinse fra le dita, e sperava ardentemente.
“Hey Lu!” esclamò Memorino avvicinandosi al suo migliore amico e stringendo la mano di Veronica.
“Ciao ragazzi” rispose il calciatore ricambiando il sorriso.
“Allora, allora, allora” trillò Veronica chiaramente emozionata “Glie l’hai già dato?” continuò la mora sorridendo.
“Dato cosa?” domandò Memorino spostando lo sguardo sui suoi amici e accigliandosi.
La mora guardò il suo ragazzo con un’espressione quasi omicida, possibile che non l’ascoltasse?.
“L’anello!” rispose lei recuperando l’autocontrollo.
Lucifero scosse il capo sconsolato, non aveva nessuna idea su come donare quell’oggetto che custodiva gelosamente da qualche mese e che diverse volte aveva provato a dare alla sua fidanzata.
“Di cosa state parlando?” domandò Celeste apparendo dietro le spalle dei suoi amici.
“Oh, nulla di che. Stavamo semplicemente ricordando a qualcuno che deve fare qualcosa” rispose la corvina scoccando uno sguardo a Lufero.
La contessina non capiva a cosa alludesse l’amica, e così decise di allontanarsi dal gruppo, nonostante volesse restare ancora li.
Ma prima che potesse dileguarsi Lucifero prese parola, e cercando di mantenere la calma le chiese se potevano passare qualche minuto insieme.
Il giovane condusse la contessina nei pressi della piscina dell’albergo che era illuminata da diverse candele, conferendo all’ambiente un aspetto romantico, lentamente prese una mano della ragazza, mentre sentiva il suo cuore esplodere nel petto.
Incrociò il suo sguardo con Celeste e con una mano tremante estrasse la scatolina.
“Mi vuoi sposare?” domandò dolcemente.
Celeste guardò il bellissimo oggetto, e con un tono commosso disse semplicemente “Si”.

 
FINE.
 
Ok, fra dolori che non passano, febbre, mal di gola e denti sono riuscita a scrivere il capitolo e devo dire che mi è piaciuto scrivere questa storia.
Come ho sempre detto amo Lucifero e Celeste e ringrazio tutti quelli che ci sono stati fin ora, soprattutto il mio ragazzo (death_writer) ed il dio dei fluff per esserci sempre stati, ma anche tutti i lettori silenziosi.
Alla prossima.
   
 
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