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Autore: TheBigWingsOfFantasy    23/02/2015    1 recensioni
Cosa succederebbe se, senza apparente motivo, Mika diventasse il protagonista di The Hunger Games?
Una storia scritta con lo scopo di far divertire voi e me, che mentre la scrivevo stavo morendo dalle risate. Spero vi piaccia e buona lettura.
Genere: Comico, Parodia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sono sveglio ormai da un quarto d’ora e non posso fare a meno di ricordare gli avvenimenti che si sono susseguiti dal mattino precedente, come una reazione a catena.
Ripenso alla mia famiglia, alla mietitura, il cibo, Katniss e la brusca sorpresa di ieri notte.
Perchè, con tutti i letti di questo stupido treno, dovevano farlo proprio su quel dannatissimo divano? Sotto gli occhi di tutti!? Va bene che i senza voce sono in grado di mantenere un segreto, però...
Sento qualcuno bussare alla porta, forse se sto fermo e non faccio alcun rumore...
- Mikaaaaaaa! Muoviti ragazzino. Ti stiamo aspettando tutti –
Rispondo con la vitalità di un bradipo morto, scivolo dal letto, mi cambio e arranco verso la porta zombie-style.
Saluto Haymitch e c’incamminiamo verso il vagone ristorante – Allora, Katniss? –
- Katniss? Bhe ieri mi ha dichiarato il suo amore e mi ha fatto sentire una merda. Haymitch, seriamente, è l’unica possibilità che ho per sopravvivere? Se, che ne so, mi allenassi, oppure se tu corrompessi gli strateghi...- Cerco qualcosa nella tasca dei jeans – Ho delle caramelle –
- Mika, gli strateghi sono persone incorruttibili e fedeli alla propria nazione. Inoltre hanno tutti il diabete. Ad ogni modo si, potresti allenarti e diventare un vero uomo, come me, ma io preferisco avere sempre un piano B, sai, per essere sicuri.
- Allora mi allenerò, E’ SARO’ VELOCE COM’E’ VELOCE IL VENTO, POTENTE COME UN VULCANO ATTIVO, QUEL UOMO SARO’ CHE ADESSO NON...-
Haymitch solleva un sopracciglio e mi guarda con aria perplessa, per poi duettare con me le ultime strofe.
Ci stiamo accordando sulla prossima canzone, quando l’ avvicinarsi della sala da pranzo ci impone di ritornare persone serie e mature.
Ad un lato del tavolo di mogano ci sono Effie e Katniss, mi siedo davanti a lei per cercare di capire a cosa stia pensando. Il suo volto sembra più sereno rispetto al giorno precedente, sicuramente le occhiaie intorno agli occhi sono date dal fatto che abbia dormito poco. Forse pensava al suo distretto, a quanto sia tutto cambiato in poco tempo e cosa dovremmo affrontare nell’ Arena.
Effie prende la parola – Tra un paio d’ore saremo a Capitol City e questa sera incontrerete i vostri stilisti personali, vi prepareranno per la Parata e ...-.
- Parata! Oddio no, ti prego Effie, no, tutto ma non la Parata! – sbotta Katniss
- Oh invece sì - Effie l’ afferra per un orecchio, assumendo l’espressione più ferocie ch’io abbia mai visto, i canini brillano minacciosi all’ interno della sua bocca, dalle narici espira aria come un toro inferocito e giurerei di aver scorto una scintilla omicida nei suoi occhi. Non sarebbe fin troppo strano se ora prendesse un coltello e minacciasse la mia compagna, o se si trasformasse in un lupo mannaro e l’ azzannasse alla gola – Ti vestirai bene. Sarai stupenda. Salirai su quel maledettissimo carro e mostrerai a tutta Panem quanto sei carina. OKAY? OKAY. –
- Effie, Effie, non vorrai forse ridurla ad un Van Gogh così prematuramente? Katniss si vergogna, e allora? Ci penserà Portia a farla sentire a suo agio. –
- Qualcuno ha delle carte? – domando mentre intingo una brioches nel latte.
Passiamo le ore che ci separano all’ arrivo a giocare a poker, facendo passare il tempo.
Pranziamo velocemente e poi scendiamo.
Ed è una sensazione assurda: davanti alla porta da cui scendiamo hanno posto delle transenne, per evitare che la folla ci assalga ( o che noi scappiamo, dipende dai punti di vista).
La folla è della più varia per generi e colori, a partire dai capelli.
Sono vaporosi e dalle mille diverse tonalità, parrucche di tutte le forme e dimensioni, alcune dotate anche d’accessori, come girandole o casette per uccelli, una addirittura spara fuochi d’ artificio.
Seconda cosa le scarpe, esageratamente alte. Sono alto quasi 1.90 e mi sento basso.
Terza cosa, i colori. Noi veniamo da un Distretto povero, gli unici colori che siamo abituati a vedere sono le tonalità dei grigi e dei marroni principalmente, qui invece i colori sono dappertutto, caldi, allegri, vivaci, danno quasi al mal di testa tanto sono forti.
La folla è in delirio, ci adorano, eppure non spendono un soldo per finanziare le nostre infrastrutture.
Ci scortano verso l’ hotel dove alloggeremo fino all’ inizio dei Giochi, una costruzione a dir poco monumentale con minimo una ventina di piani.
 Non capisco il perchè di tanto lavoro, voglio dire, noi non possiamo lasciare i Distretti e non penso che i Capitolini siano tanto sciocchi da prendersi una camera d’ albergo quando possono facilmente comprarsi una casa.
Tutto ciò mi fa pensare che questa è effettivamente la PRIMA volta che vedo un hotel e che sono fuori dal mio luogo d’ origine. Probabilmente anche l’ ultima.
Viene ad accoglierci un ragazzo con i capelli dritti in testa ed il corpo pieno di disegni colorati, evidentemente quaggiù va di modo vestirsi con strane opere tribali.
Ci sorride e noto i canini da squalo, probabilmente quaggiù anche modificare il proprio corpo geneticamente è normale.
Dice di chiamarsi Fedez e deve avere circa la mia età, realizzo rammaricato. Se fossi nato in una famiglia benestante capitolina forse ora sarei io il tatuato receptionist e lui il denutrito tributo.
 Sto divagando, Fedez ci porta alle nostre camere, dodicesimo piano.
La vista non è delle migliori, da qui vediamo solo palazzi enormi all’ orizzonte, ma l’ appartamento sembra confortevole.
- Ragazzi – Effie catalizza la nostra attenzione con la sua voce trillante – cercate di riposarvi, vi sveglierò fra tre ore per prepararvi alla parata, perciò andate a nanna –
- In camere separate preferibilmente – dice Haymitch già seduto al piano bar.
Abbastanza seccati, io e Katniss andiamo verso le rispettive camere da letto, nella quale entro velocemente per evitare domande sui miei sentimenti verso di lei.
 Mi sento il sangue gelare nelle vene.
C’è un cadavere sul mio letto.
Un ragazzo biondo e abbastanza muscoloso giace inerme sulle lenzuola che si alzano e si abbassan...
Mi do’ dello stupido per aver pensato una simile idiozia, ma ancora non capisco cosa ci faccia qui.
Decido di svegliarlo e quindi mi avvicino cautamente sulle punte dei piedi, per evitare di spaventarlo. Gli scuoto piano il braccio – Hey, hey amico, svegliati... – farfuglia qualcosa in una qualche strana lingua, per poi mettersi a sedere – E tu chi sei ? – mi chiede stiracchiandosi.
- Ehm, bhe io sono Michael, un tributo del Distretto 12, ma se preferisci puoi chiamarmi Mika. Tu invece chi sei? Cosa ci fai in camera mia? –
- Dormivo –
- Ho notato, ma perchè qui? –
- Mi nascondevo dal mio mentore e da quella schizzata della mia accompagnatrice, puoi chiamarmi Peeta, vengo dal Distretto 11 – dice porgendomi la mano che stringo. Mi piacciono le persone che si presentano con una stretta di mano, sanno trasmetterti sicurezza e simpatia immediatamente.
- Piacere di conoscerti, puoi restare qui quanto vuoi, tanto non ho nulla di meglio da fare – dico mentre mi sdraio sul letto accanto a lui.
Peeta inizia a parlarmi della sua vita, di come si sia offerto volontario anche lui nel suo distretto, con lo scopo di aiutare la sua famiglia che con il lavoro di contadini guadagnava pochissimo, ha viaggiato fino a qui con una ragazzina di nome Rue, di appena 12 anni, una volta arrivato in camera decise che non ne poteva più dei continui piagnistei della bambina rivolti al ragazzino col quale si era messa due giorni prima, rinfacciando a Peeta che se non avesse voluto fare l’ eroe allora lo sfortunato fidanzato si sarebbe unito a lei nei giochi.
- Come se avesse mai avuto possibilità...-
Peeta era stronzo, mi piaceva sempre di più.
Chiacchieriamo del più e del meno, finché non sento arrivare Effie per avvisarci che dovevamo incontrare gli stilisti – Sarà meglio che ti nasconda, prima che ti veda – gli dissi – non so quanto possa andargli a genio la tua presenza, ci vediamo più tardi –
Peeta si nasconde sotto al letto appena prima che Effie entri a chiamarmi.
Ci congiungiamo con Haymitch e Katniss, prendiamo un ascensore e poi ci separiamo nuovamente, diretti al centro di bellezza.
Mi lavano, mi mettono maschere puzzolenti, mi puliscono e tagliano le unghie, poi faccio la conoscenza con soggetti che definire eccentrici è un eufemismo, a partire dai nomi.
Flavius, Octavia e Venia.
La seconda cosa che li rende eccentrici è sicuramente il gusto alquanto dubbio nel vestire e acconciarsi i capelli, il che mi terrorizza.
Ma il momento in cui mi si gela veramente il sangue nelle vene è quando Venia cerca di mettermi l’ eyelainer, dicendo che “ è all’ ultimo grido”.
- Certo, il mio. –
Mi fanno poi conoscere Cinna, che fino ad ora ho sempre creduto essere una donna, il mio stilista.
- Hey, qualcuno con più mascara di me! – dice porgendomi una mano – I truccatori tendono sempre ad esagerare, fortuna che ci sono io coi miei abiti sobri – .
Prende un completo appeso alla parete protetto da un rivestimento in stoffa che leva ad una velocità inversamente proporzionale alla mia curiosità e alla mia apprensione per il modo in cui mi presenterò alla Nazione.
Quell’ abito era si sobrio, semplicemente nero, completamente nero come il carbone, che casualmente è la materia prima del mio Distretto, ma Cinna mi rivela un particolare che non fa altro che crescere la mia preoccupazione – Quando chiameranno il vostro carro schiaccia questo bottone – mi informa indicandomi un punto poco al di sopra del mio polso destro – il risultato sarà qualcosa di epico – Mi fa un occhiolino che probabilmente dovrebbe essere rassicurante ma fallisce miseramente.
Perchè tutti si divertono a fare pronostici su cose in cui sono direttamente coinvolto?
Il materiale è probabilmente una qualche sorta di plastica molto aderente, spero che Katniss non muoia prima di entrare nell’Arena. Sinceramente mi fa un culo più bello del solito, non so se reggerà cotanta bellezza.
 Una volta pronto Cinna mi accompagna verso gli altri carri. Ora, il mio carro è l’ ultimo in fondo alla sala, che è gremita di tributi, preparatori e mentori, e diciamo che la tuta che indosso produce uno strano rumore abbastanza distinguibile e fraintendibile ogni volta che faccio due passi e camminare velocemente produce solo l’ effetto di farsi notare di più.
Così mentre vado ad una velocità moderata verso il mio team ricevo parecchie occhiate e qualche apprezzamento fin troppo esplicito.
- Penso che la mia circolazione sanguinea sia seriamente compromessa – informo i presenti parecchio interessati –  Mika! – girandomi noto che Peeta sta arrivando... ed è vestito da spiga di grano gigante – Almeno non sono l’ unico con un abito imbarazzante – mi dice – Hai ragione –
Sento un gridolino dietro di me e successivamente Effie corre a sorreggere una Katniss provata dalle mie forme messe in evidenza da questo abito malefico – Mika... sei bellissimo –
- Anche tu lo sei – indossa anche lei il vestito nero, solo che il suo ha una graziosa gonna a palloncino ed un accessorio coordinato nei capelli dalla forma di fiocco.
Peeta si schiarisce la voce e si presenta a Katniss, che è ancora molto provata.
I saluti non durano a lungo e Peeta viene cacciato da Effie, che vuole che montiamo immediatamente sul carro.
- Ragazzi ricordatevi, per rendere il tutto ancora più epico premete i pulsanti e fate un bel sorriso convincente – ci rammenta Cinna.
Sentiamo uno squillo di trombe ed i tamburi rullare, segno che la parata sta iniziando.
I primi carri vengono guidati al portale d’ accesso che si apre rivelando una folla di colori e suoni.
Il nostro è l’ ultimo carro a partire e non appena superiamo l’ uscita guardo Katniss, segnale che è ora di azionare il meccanismo epico di Cinna.
Non sentirei nessuna differenza, se non fosse per l’ esclamazione sorpresa e spaventata della folla che irrompe nello stadio.
Guardo Katniss in cerca di risposte e – PORCO CINNA, VAI A FUOCO! -.
Il panico mi invade, come se fossi compresso nell’ acqua fino al collo e sfiorassi il soffitto con la punta dei capelli ( Strano paragone direi).
Terrorizzato cerco di guardarmi la schiena ma mi sbilancio e rischierei di cadere a terra, se Katniss non mi prendesse per mano – Stai tranquillo, non è reale! – mi informa.
Devo ammettere che ha effettivamente ragione ( che figata, Cinna è un genio assoluto ).
Dopo che l’ acqua metaforica è tornata ad un livello sicuro e compatibile con la vita, sento le endorfine del mio corpo iniziare ad entrare in circolo, letteralmente dentro ad ogni vena, così istintivamente sollevo la mia mano che è ancora nella mano di Katniss, facendo esplodere nuovamente le ovaie al pubblico.
Katniss mi guarda perplessa, ma le sorrido cercando di rassicurarla – Tranquilla – “Non è reale.”
Continuiamo a girare, finchè non arriviamo alla postazione sottostante a quella di Snow.
I dodici Distretti sotto una Capitol City.
 
  
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