Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Demetria_    25/02/2015    1 recensioni
-George non avrebbe voluto fare niente di speciale, in quel giorno, preferiva di gran lunga andare a dare un’occhiata al suo vecchio negozio di scherzi, giù a Diagon Alley.-
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il primo d’aprile del 2058, in casa Weasley regnava un’assoluta pace. La giovane Roxanne avrebbe dovuto presentarsi non prima delle ore 12, mentre il fratello Fred Jr., non sarebbe arrivato prima delle 15.
Il vecchio George, arrivato proprio in quel giorno alla veneranda età di ottant’anni, stava riponendo alcune lettere di anni prima nei cassetti della sua vecchia scrivania. Sua moglie, Angelina, era uscita per comprare le ultime cose prima del grande pranzo di compleanno. George non avrebbe voluto fare niente di speciale, in quel giorno, preferiva di gran lunga andare a dare un’occhiata al suo vecchio negozio di scherzi, giù a Diagon Alley, ma sua moglie o come preferiva chiamarla lui “la vecchia bisbetica”, si era opposta con tutte le sue forze. E George, da bravo marito quale era, aveva preferito accontentare la sua compagna.
Ad un certo punto, si ritrovò tra le mani un vecchio cimelio, forse risalente agli anni in cui andava ancora a scuola; sulla busta vi era scritto:
“A George Weasley, con affetto, Ronald” al vecchio uomo comparve subito un grosso sorriso, probabilmente suo fratello era al cimitero vicino ad Hogwarts, in quel momento, per ricordare l’altro loro fratello, il grande Fred.
Quella stessa mattina si era svegliato con il pensiero di dover andare con Ron, ma poi, si era categoricamente rifiutato e aveva dato buca al resto della famiglia. Dopotutto, quando poteva, era sempre da suo fratello. Ripose anche quella lettera nel cassetto e poi osservò con attenzione il vecchio orologio della famiglia Weasley appeso alla parete sopra il letto, decise che un po’ di riposo non avrebbe che aiutato il suo corpo, così si stese e chiuse gli occhi. Nell’esatto momento in cui le sue palpebre si toccarono, dal fondo della stanza partì un leggero battito di mani, accompagnato dallo scricchiolio inequivocabile della seconda asse del pavimento davanti alla porta.
George non riusciva a credere ai suoi poveri occhi consumati, il suo udito non era più stato lo stesso dopo la sua prima vera missione con l’Ordine, ma era certo fino ad allora che la sua vista non potesse essere tanto peggiorata. L’applauso terminò e con esso la figura che torreggiava dall’armadio spuntò proprio al lato del letto di George, quest’ultimo provò uno stupore infinito, non appena ne riconobbe le sembianze.
-Dimmi che sto sognando- l’uomo non riusciva a credere a ciò che vedeva, non riteneva che potesse essere possibile.
-Non dirmi che ti sei spaventato, George, perché in tal caso dovrei esserlo io. Sai che sei invecchiato, fratello?- era come tornare giovani e guardarsi allo specchio -Sembri un po’ la vecchia prozia, santa donna.-
-Fred- pronunciò finalmente il suo nome, non capacitandosi ancora di quel volto.
-Pensavi davvero di scamparla anche stavolta, fratello? Miseriaccia, quasi ringrazio il cielo di essermi fermato prima di dover arrivare alle tue condizioni.- il rosso si avvicinò al viso di George, scrutandolo in ogni particolare, osservandone ogni ruga; così fece anche l’altro. Non era più come prima, quando i due da ragazzi potevano specchiarsi l’uno nell’altro; il tempo era trascorso e aveva lasciato i suoi segni solo per uno, lasciando intatto il viso di Fred. -Comunque, tanti auguri vecchiaccio!- il giovano balzò improvvisamente all’indietro, facendo sussultare il più anziano, poi lo ritrovò nuovamente accanto a sé, seduto.
-Fred- ripeté ancora -che ci fai qui?- deglutì e si tirò un po’ più in su, appoggiandosi contro lo schienale del letto matrimoniale. Il gemello non sembrava appoggiato veramente al materasso, ma allo stesso tempo, non poteva non essere reale.
-Ti ricordi quando prendemmo parte alla nostra prima vera missione nell’Ordine? Quella per salvare Harry- George annuì e notò che una leggera malinconia si era impossessata del giovane uomo accanto -quando ti si staccò l’orecchio, pensavo davvero di dover vivere per sempre senza di te. Ho provato un dolore lancinante quando ti ho visto steso sul divano di nostra madre-
-E poi, sei morto tu.- ammise, sprezzante, George. Ogni tanto si ritrovava a pensare a quella notte, durante la battaglia di Hogwarts, ma non era mai riuscito ad ammettere a se stesso che, comunque fosse andata, non avrebbe potuto fare più di quello che aveva fatto per suo fratello. Una notte, tra gli agonizzanti pianti di sua madre nella cucina della tana, aveva tentato di staccarsi anche l’altro orecchio, ma gli fu impedito da Ron. -Oh, il vecchio Ron- pensò ad alta voce.
-Se non fosse stato per quella palla rossa non avremmo passato tutto questo- disse l’altro, grattandosi per un attimo il mento, come se avesse ancora qualche bisogno fisico; poi aggiunse -e forse, tu non avresti avuto tutto quello che ti meriti, fratello.- George sapeva che se non avesse mai conosciuto così a fondo Harry Potter, probabilmente lui e il suo gemello sarebbero ancora a Diagon Alley, dentro al vecchio negozio di scherzi; ma era grato allo stesso Harry Potter per tutto quello che aveva ricevuto, nonostante la perdita di Fred.
Entrambi fissavano il soffitto sopra le loro teste, come in attesa di qualcosa, o nella speranza di qualcosa.
-Mi dispiace Fred- una lacrima solcò il rugoso e stanco viso del vecchio, ma prima che potesse infrangersi contro il maglione, fu portata via da un soffio leggero.
-Andrà tutto bene, ti fidi di me, no?- George annuì, continuando a guardare per aria, sapeva che sua moglie sarebbe tornata molto presto e una parte di sé sperava che nel momento in cui avrebbe varcato la soglia della loro camera, non fosse stata sola e che, magari, fosse stata un poco arrabbiata con il marito, che si era puntualmente dimenticato la tisana per la gola.
-Sai, io ti invidio. Angelina Johnson, per diamine!- Fred era lì per un motivo e anche se non lo aveva ancora reso evidente, cercando di dissimulare, George aveva capito che quello sarebbe stato il suo ultimo compleanno.
-Sono certo che se tu non fossi morto prima del tempo, adesso sarebbe tua moglie e non mia.- rise amaro l’anziano, colpendo il proprio ego, per l’ammissione di una piccola verità che si portava dentro da tempo. Poi Fred si alzò, apparendo in un secondo accanto al fratello steso e gli prese una mano tra le sue inconsistenti.
-Io ti aspetto qui- disse, sorridendo a George. Quest’ultimo schiuse la bocca per parlare, ma non ne sentì l’urgenza: non aveva più niente da dire, sapeva che le cose, in casa Weasley, sarebbero andate alla grande, anche se non subito e che aveva fatto ciò che aveva ritenuto più giusto. Perciò, strinse le dita del fratello e si lasciò andare, sospirando e chiudendo gli occhi, fissando nella sua mente l’immagine dell’ultima foto di famiglia, fatta proprio davanti alle piramidi in Egitto, come quella che fecero da giovani, con mamma e papà e i galeoni vinti.
Così, piano piano e silenziosamente, George si addormentò sorridendo, mentre Fred lo aspettava proprio lì accanto, consapevole dei milioni di scherzi che avrebbero potuto fare una volta di nuovo insieme, dopo tutti quegli anni.





Spazio Autrice..
Mmh.. che dire, mi dispiace per i "feels" generali, ma non potevo non cimentarmi in uno scritto targato Fred e George Weasley!
E' venuta fuori lentamente e dolorosamente, perciò accetto qualsiasi tipo di critica generale (specialmente se c'è qualcosa di incongruente) e spero di non aver commesso troppi errori... comunque sia, grazie a te che sei passato e se ti va lascia un minuscolo commento(?)
A presto, Demetria
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Demetria_