Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: Cloe87    01/03/2015    0 recensioni
“Dannazione, ma perché devo sempre essere presa di mira da quella peste di mia sorella!? Abbiamo altri due fratelli, cribbio! Non potrebbe rompere le balle anche a loro ogni tanto, eh? Così, solo per darmi un po’ di tregua” Mi ritrovai a pensare, mentre facevo la gincana tra i passanti, pregando la mia buona stella di non investire qualcuno, per poi rispondermi da sola: “Ah, già, dimenticavo che io sono la pecora nera della famiglia!”
In un mondo in cui rivalità e rancori sono all'ordine del giorno, seguire il proprio cuore non è cosa semplice. Soprattutto quando esso ti porta a rompere gli schemi del mondo in cui si vive.
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Coyote Starrk, Espada, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando tua sorella è una peste dai capelli rosa…

Non puoi far altro che correre!


 

«PISTA! FATE LARGO!!!»

Gridai a squarciagola mentre sfrecciavo, come se avessi il diavolo alle calcagna, sul marciapiede affollato.

“Dannazione, ma perché devo sempre essere presa di mira da quella peste di mia sorella!? Abbiamo altri due fratelli, cribbio! Non potrebbe rompere le balle anche a loro ogni tanto, eh? Così, tanto per darmi un po’ di tregua” Mi ritrovai a pensare, mentre facevo la gincana tra i passanti, pregando la mia buona stella di non investire qualcuno, per poi rispondermi da sola: “Ah, già, dimenticavo che io sono la pecora nera della famiglia!”  finendo così per attraversare senza alcun criterio la strada, dove per poco non venni stirata da uno in moto, ma fortunatamente ( e con un’agilità ed una mossa degna di una contorsionista), riuscii per puro culo ad evitare di finire al pronto soccorso (o peggio):

«Scusi, ha ragione, colpa mia!» urlai quindi io, in risposta agli insulti che il tizio giustamente mi stava tirando dietro, mentre correvo giù dalla discesa che portava ai cancelli della scuola, che raggiunsi una decina di minuti prima del suono della campanella.

Distrutta mi appoggiai al muro dell’ingresso per riprendere fiato, quando sentii una mano fredda afferrarmi la spalla. Mi girai quindi di scatto e per poco non ci lasciai le penne per lo spavento.

«Ulquiorra! Quante volte ti devo dire di non arrivare alle spalle della gente così all’improvviso! Mi hai fatto prendere un colpo!»

Due inespressivi occhi smeraldo mi stavano infatti osservando senza dare alcun segno di vita (sì, a volte mi chiedo se in realtà non sia già morto e non se ne sia accorto….), mentre la mano che ancora mi artigliava la spalla decise di mollare la presa, per essere nuovamente riposta nella tasca dei pantaloni.

«Tutto bene, donna?» fu la sua domanda.

«Diciamo che se il “buongiorno” si vede dal mattino, ho un’alta probabilità di non arrivare a fine giornata!»

Ulquiorra mi guardò perplesso senza capire e io non potei far altro che portare gli occhi al cielo (ok che appartiene alla razza Arrancar, ma diamine, ormai è da un bel po’ che grazie all’editto del Re Spirito, viviamo tutti assieme pacificamente a Karakura. Quindi dovrebbe aver afferrato i modi di dire e di fare di umani e Shinigami!!!).

«Ma mi hai vista o no?» gli dissi quindi io, indicando la mia chioma anarchica sparata in tutte le direzioni, tipo Goku in versione Super Saiyan di quarto livello (ma perché ho dovuto ereditare i capelli da mio padre?! PERCHÉ?!).

L’Arrancar mi scrutò quindi da cima a fondo:

«Dato il tuo palese stato di affanno si può dedurre che tu abbia corso»

“ Ma dai?” mi venne quindi spontaneo pensare, per poi limitarmi ad annuire con il capo: «Casa mia, scuola, shunpo. Cinque minuti» sintetizzai, mentre cercavo di rinchiudere i miei capelli in una treccia.

«Notevole. Hai ripreso ad allenarti?» mi domandò quindi Ulquiorra.

«No. Mia sorella Yachiru ha pensato bene di usare la mia sveglia come bersaglio per esercitarsi con il Kido. Quindi mi sono svegliata in megaritardo.» gli spiegai, mentre varcavamo il cancello dell’Istituto Superiore di Karakura Town.

«Non pensavo che si potesse usare lo shunpo per queste cose» fu quindi la considerazione dell’Arrancar, mentre io gli facevo cenno di abbassare la voce.

«Infatti non si dovrebbe… Quindi ti pregherei di non dirlo troppo in giro, intesi?»

Ci mancava solo che finissi nei casini per aver utilizzato in modo improprio una tecnica consentita solo più all’interno dei tornei annuali! Ma fortunatamente sapevo anche che generalmente Ulquiorra era una di quelle persone che preferiva farsi i fatti suoi.

«La campanella sta per suonare, donna. Quindi consiglierei di entrare» mi fece notare l’Arrancar, mentre si avviava verso l’interno ed io mi affrettai per stargli al passo.

«Ulquiorra, posso farti una domanda?»

«Dimmi»

«Possibile che nonostante siamo compagni di classe dalle medie, non hai ancora imparato che mi chiamo Hikaru?»

«E quindi?»

 «…» fu la mia risposta, per poi lasciarmi sfuggire un sospiro rassegnato, mentre lo seguivo per i corridoi della scuola, che si stavano riempiendo di studenti.

Fu così che, voltando un angolo, per poco non venni centrata in pieno da Orihime Inoue (ok, bisognava dire che non era proprio giornata!), che puntualmente non stava guardando dove andava, persa in chissà quale fantasticheria:

«Oh, scusami Hikaru-san, non l’ho fatto apposta» si scusò quindi prontamente la ragazza, esibendosi in mille inchini.

«Tranquilla Orihime, non mi sono fatta nulla!» la tranquillizzai io.

«Ehm, stavo cercando Tatsuky, per caso l’hai vista?»

«Giù alle macchinette del caffè» la voce profonda di Ulquiorra irruppe nella conversazione, ricordandoci la sua presenza. Lo sguardo di Orihime passò quindi da me a lui e non potei non notare un cambiamento d’espressione nella ragazza: da allegro e spensierato ad intimorito (Ebbene, vi ricordate quando ho menzionato il fatto che vivevamo “tutti insieme pacificamente”… beh diciamo che…  sì insomma… si vive tutti insieme pacificamente, più o meno! Purtroppo le guerre che hanno scosso il nostro mondo non sono infatti state dimenticate e quindi nonostante il nostro sovrano cerchi di fare il possibile per incentivare l’integrazione; rancori, diffidenza e paura sono comunque rimaste nell’aria).

«G… grazie. Ehm… io allora vado! Hikaru-san… Ul…Ulquiorra-san… buona giornata» e con un paio di frettolosi inchini Inuoe si congedò, ma non prima di aver lanciato un’occhiata preoccupata all’Arrancar.

«Buona giornata anche a te Orihime» rispose quindi Ulquiorra, ma ormai di Inoue si vedeva solo più la schiena, che stava già sparendo giù dalle scale.

«Però il suo nome te lo ricordi, eh Ulquiorra?» fu il mio commento acido, cosa alla quale il mio compagno di classe rispose con un’alzata di spalle:

«E allora?»

Emisi un lungo sospiro esasperato per poi accingermi con poca grazia a spingerlo verso la nostra aula:

«Lascia perdere, che è meglio!»

«Sinceramente donna, non capisco dove stia il tuo problema»

«Taci!» sibilai a quel punto io, mentre la risata di Cirucci arrivava alle nostre orecchie:

«Ulquiorra, sei proprio senza speranza! Ancora a sbavare dietro ad Orihime, nonostante tutti sappiano che quella ha occhi solo per Ichigo. Fossi in te mi dimenticherei di lei, ed imparerei il nome di Hikaru, dato che ci tiene tanto…»

 «Cirucci, io credo che tu abbia frainteso! Il problema del nome è infatti una questione di principio e soprattutto di rispetto!» puntualizzai quindi io.

«Già, dimenticavo che a te piacciono solo le ananas tatuate!» fu il conseguente commento bastardo di Cirucci, al quale replicai con un sibilato:

«Renji non sembra un ananas!»

«Tu dici? Secondo me invece dovrebbe stare attento a non finire in una macedonia!»

L’intervento di Sazayel Aporro Granz mi fece assottigliare gli occhi a mo’ di serpente assonagli:

«Ti sta sulle balle solo perché te le ha suonate all’ultimo torneo! E poi con i capelli rosa che ti ritrovi dovresti stare zitto!» replicai infatti io, ma Aporro non si scompose, anzi, si passò civettuolo una mano tra i capelli:

«Il rosa è fashion, il rosso è da tamarri sfigati! E poi fidati che quest’anno al tuo bello gli farò sentire la sua stessa Zanpakuto in posti che nemmeno immagina…»

«Ma non era il trattamento che volevi già riservare al Quincy?» domandò Cirucci.

«No. Con Ishida sono io che vorrei sentirlo in posti che nemmeno immagini…» fu la risposta di Aporro, mentre si passava sensuale la lingua sulle labbra.

«A volte mi dai proprio il voltastomaco, Grantz»  commentò quindi Ulquiorra, mentre entrava in classe con noi, al suono della campanella, che mai fu così propizia. Infatti quando Sazayel iniziava a parlare di Uryu, sapeva essere veramente pesante… ed essendo un tipo dalla mente piuttosto fantasiosa e contorta (alla scienziato pazzo, per intenderci), vi lascio immaginare…

In classe come al solito c’era il caos: Loly stava facendo la bulletta con un nostro povero compagno di classe, insieme alla sua amichetta del cuore Menoly. Ggio Vega si stava invece facendo allegramente gli affari suoi al cellulare, mentre Riruka si pavoneggiava con il suono nuovo cappellino di Hello Kitty. Lisa invece stava spacciando dei manga di dubbio gusto a dei nostri compagni, ai quali si aggiunse Aporro (che sentimmo esclamare con disappunto un “Ma sono tutte donne!”; cosa a cui Lisa rispose con un “beh che ti aspettavi? Che fossero uomini?”. E pensare che sua sorella Nanao  è così bacchettona…).

Infine Hinamori era come la solito impegnata a consolare Izuru, che non aveva studiato per cazzeggiare con Hisagi, che aveva un anno in più di noi.

Il cicaleccio venne però bruscamente interrotto dall’ingresso del professore Tsukishima che, con il suo immancabile libro in mano, si andò a sedere per dare il via ad una noiosissima lezione di storia, della quale ben presto non importò più nulla a nessuno, dato che c’era chi disegnava annoiato sul banco (Loly e Menoly per esempio), chi messaggiava (Ggio), chi sfogliava manga (ovviamente Lisa) e chi cercava di non addormentarsi (tipo me e Cirucci). Gli unici attenti erano Aporro (da bravo secchione) e Hinamori, mentre Ulquiorra beh… non si capiva se stava seguendo o se era finito definitivamente in coma.

Mi ritrovai così a pensare ad Orihime e alla sua reazione, e non potei evitare di chiedermi come si sentisse Schiffer ogni qualvolta incrociasse lo sguardo intimorito di Orihime. Perché, per quanto si dicesse tra gli Shinigami e gli umani, anche gli Arrancar avevano un cuore (nonostante non amassero molto farlo vedere). Ulquiorra incluso. E di certo sapere che la ragazza, per la quale aveva una cotta dalle elementari, non gli si avvicinava perché intimorita, non doveva essere piacevole nemmeno per lui… anche se bisognava pure dire che Ulquoirra non faceva poi molto per cambiare la situazione!

Conclusa la lezione di storia, ci toccò quella di filosofia tenuta da Shunsui Kyōraku e non chiedetemi come passammo da Schopenhauer a parlare di locali notturni, perché grazie al cielo mi ero persa il passaggio; ma d’altronde con il prof. Kyōraku non c’era da stupirsi: in un modo o nell’altro si finiva sempre per parlare di cazzate. Non che la cosa ci dispiacesse; peccato solo che poi piovessero i quattro durate le interrogazioni.

Il sono della campanella che decretava l’intervallo ci salvò dai racconti di Kyōraku sulle sue sbronze e io fui felice di poter lasciare l’aula per sgranchirmi le gambe, seguita a ruota da Cirucci, che cercava di farsi prestare gli appunti da Sazayel. Sforzi vani. Piuttosto che prestare i suoi preziosissimi quaderni, Grantz si sarebbe fatto asportare un rene.

Decisi quindi di lasciare i due Arrancar litigare in santa pace, per andare in cerca della mia migliore amica, che mi piombò letteralmente addosso alle macchinette del caffè, mentre ero intenta a reperire la mia dose di caffeina di metà mattinata.

 «Ciao Hikaru! Oggi ti va di venire con me, Apache, Mila Rose e Sun-Sun al centro commerciale?»

«Mi spiace Nel, ma oggi ho promesso a quella testa vuota di Grimmjow che avrei assistito al suo allenamento e poi sai che io e le tue compagne di classe non andiamo esattamente d’accordo in fatto di moda» le risposi.

«E allora? Grimmjow finisce di allenarsi alle cinque, quindi puoi benissimo raggiungerci, e poi mica ti devi vestire come loro!»

«Peccato che loro non siano della stessa opinione, dato che l’ultima volta hanno cercato d’infilarmi a forza un succinto miniabito in pelle nera» le feci notare quindi io.

«È solo il loro modo di aiutarti ad essere più femminile» cercò di convincermi Neliel, ma con scarso risultato.

«Nel, sono sexy come un comodino. Fatevene una ragione»

L’unica volta che ho provato delle scarpe con il tacco sembravo una papera ubriaca.

«Questo perché non ti valorizzi abbastanza e preferisci un paio di jeans ed una maglia sformata invece che una gonna e un top attillato!» mi rimproverò l’Arrancar puntandomi il dito contro con fare ammonitore, cosa che mi fece capire che stava per partire un cazziatone con i fiocchi (ma è colpa mia se mi piace stare comoda?), ma fortunatamente una risata sguainata, accompagnata da un “Quest’anno al torneo sarò io a spaccarti il culo, Kurosaki”, bloccò la sfuriata di Neliel sul nascere, mentre la mia amica assumeva uno sguardo da pesce lesso.

Mi ritrovai così ad osservare la chioma arancione di Ichigo fare la sua comparsa nell’androne, insieme a quella azzurra di Grimmjow, che stava cercando di provocare Kurosaki, ma senza successo, dato che il pel di carota continuava imperterrito a bere il suo succo, senza filarlo di striscio.

In compenso la mia migliore amica si era incantata di botto.

«Ehi, Nel ci sei ancora?» le domandai quindi io, sventolandole una mano davanti al naso.

Nessuna risposta, se non uno sguardo languido puntato dritto sul povero Ichigo che, intuendo il pericolo, cercò di defilarsi in bagno, ma senza successo. Neliel infatti gli era già saltata addosso urlando «Itzigo non scappare!»

“Perfetto, l’abbiamo persa” mi ritrovai quindi a pensare, per poi chiedermi se era il caso d’intervenire prima che Neliel riuscisse a stritolare l’oggetto del suo desiderio con il suo abbraccio, ma mi risposi che sarebbe stato troppo faticoso. Senza contare che conoscevo diversi ragazzi che avrebbero fatto carte false pur di ritrovarsi nella stessa situazione di Ichigo: ovvero con la faccia immersa tra i meloni della mia amica. Eppure sembrava che il rosso non gradisse… uhmmm che fosse veramente gay come si diceva in giro? Beh, dato che nonostante gli andassero palesemente dietro sia Nel che Orihime, e che lui fosse ancora single, una tale domanda sorgeva spontanea!

«Ehi, nana, ma che le piglia alla capra ogni volta che vede Kurosaki?» fu invece l’arguta domanda che l’azzurro rivolse alla sottoscritta.

«Vuoi il disegno o ci arrivi da solo?».

«Bah, i gusti di voi femmine non li capirò mai!» commentò l’azzurro.

«Parla per Nel e Orihime» fu la mia risposta, per poi aggiungere piccata: «E poi smettila di chiamarmi nana!»

«Sei più bassa di me, quindi sei nana» sentenziò però l’Arrancar.

«Di soli cinque centimetri» precisai io, e lui fece spallucce, infilandosi le mani in tasca.

«Sempre più bassa di me rimani. Piuttosto, sei pronta ad assistere al re in azione? Oggi voglio farti vedere in anteprima come sono migliorato e ti posso garantire che quest’anno sarò io il vincitore di Bleach!» mi disse Grimmjow sfoderandomi il suo sorriso felino ed il suo sguardo fremente all’idea del torneo alle porte.

«Me lo auguro, quindi metticela tutta!» gli risposi tirandogli un buffetto d’incoraggiamento sulla spalla, che l’Arrancar ricambiò spettinando ancora di più la mia già scompigliata chioma corvina:

«Puoi giuraci nana!»

«Stolti! Fossi in voi non mi farei illusioni! Quest’anno sarà nii-sama a vincere!»

“Ecco, si parla di nane, è spunta Rukia Kuchiki” fu il mio pensiero alla vista della persona che più detestavo in tutta la scuola. Sarà che il suo rapporto un po’ troppo confidenziale con Renji mi rendeva parecchio indisposta nei suoi confronti, ma restava comunque il fatto che il suo modo di fare autoritario non mi piaceva per nulla. Ma chi si credeva di essere? Se non fosse stata la sorella di quello snob di Byakuya, sarebbe stata una perfetta nessuno, dato che non brillava esattamente per bellezza e abilità nell’uso della spada, cosa di cui invece il fratello poteva tranquillamente vantarsi. Quindi avesse avuto almeno l’accortezza di fare meno la spocchiosa!

«Fossi in te, invece di blaterare ringrazierei che non è consentito uccidere i propri avversari al torneo, o l’anno scorso ti avrei già sventrato» fu infatti il commento di Grimmjow, la cui espressione faceva capire che non stava scherzando.

«Sono spiacente per te, ma per quanto tu possa dar fiato alla bocca, non sarai mai in grado di competere con i capitani del Gotei 13» fu la risposta di Rukia, per nulla intimorita dallo sguardo minaccioso dell’Arrancar, per poi recarsi verso la sua aula insieme ad Ichigo (che nel frattempo era riuscito a scrollarsi di dosso Neliel), al suono della campanella.

«Task, questo lo vedremo» fu il commento tra i denti di Grimmjow, mentre con le mani in tasca e l’espressione truce, spariva dietro uno dei corridoi.  

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Cloe87