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Autore: PaleMagnolia    11/12/2008    24 recensioni
Avete presente la femme fatale degli anni Cinquanta - Marilyn, l'elegantissima Grace Kelly, Veronica Lake? Con biondi capelli sempre in ordine, classe e fascino da vendere, labbra color del corallo, e bellissimi abiti da sera?
Ecco, Evelyn Cleve non ci assomiglia neanche un po'. Ma non perché non ci provi, sia chiaro: anzi, le piacerebbe tanto, ma tanto tanto tanto, essere una di loro... Ma, ehi!, voi avete mai provato a essere impeccabili, quando un gatto vi osserva (appollaiato in cima al mobiletto del bagno come un piccolo avvoltoio peloso) mentre vi infilate le calze, la vostra migliore amica è in pieno delirio amoroso, vi sospira nelle orecchie tutto il giorno e mangia solo mele, e la vostra vecchia zia vi rimpinza di focaccine sciroppose?!
Io non so, ma Evelyn assicura che non è facile... No, non è facile neanche un po'! Seguite Eve Cleve attraverso (letteralmente) sandwiches con il tonno (e la maionese, e le cipolline), gatti mangia-calze, pasticcio di rognone e amiche logorroiche: ne vedrete delle belle, e soprattutto assaggerete un po' di tutto.
Genere: Commedia, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Millenovecentocinquantatré' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Hmmm

Hmmm. Fichi secchi, pensò Evelyn. Si chiese distrattamente se sul buffet ci fossero dei pasticcini di fichi e amaretti. Le piacevano un sacco.

Damian le fece eseguire un ocho, poi un cambio di posto. Evelyn si ritrovò dunque ad avere una prospettiva completamente diversa della pista da ballo. Poteva vedere, finalmente, Merry... Che ballava un lento, avviticchiata al professore. Totalmente dimentichi del tempo musicale e degli altri ballerini, i due fluttuavano per la sala, lasciandosi dietro una scia di sedie rovesciate, tavolini traballanti, e vecchie signore indignate.

Evelyn sorrise e continuò a ballare con Damian, rasserenata. Appena la musica terminò, si scusò con Damian e si diresse a passo svelto verso il tavolo dei dolci. Ora che si era tolta il peso Merry-amico Fritz dallo stomaco, quello poteva essere riempito di biscotti alla cannella.

Era quasi arrivata all’altezza degli scones al burro, quando la bizzarra coppia di ragionieri di prima le si parò davanti.

Riga-di-Legno le sorrise a trentadue denti. “Mia cara”, disse. “Io e Francis, qui, dobbiamo ringraziare te per la nostra felicità. Vero, tesoro*?” Rivolse uno sguardo tenero al compagno, che lo ricambiò in modo ancor più languido.

Miele, pensò Evelyn. Aveva davvero voglia di dolci. Sorrise loro e cercò di sottrarsi alle loro attenzioni, ma Filo-a-Piombo la invitò a ballare. “Per favore, concedimi un ballo. Ti devo tanto”, e rivolse un altro sguardo zuccheroso al suo cavaliere. “E poi, non ti immagini che furore fa il nostro spettacolino di lotta col filo a piombo, al gay bar giù ai Docks. Dovresti vedere che folla di ragionieri frustrati c’è tutte le sere a fare il tifo per noi!”

Spettacolino di lotta? Evelyn rabbrividì appena. Non voleva saperlo.

“Beh, la ringrazio tanto, davvero, ma...” Evelyn occhieggiò il tavolo dei dessert, pericolosamente vicino, e si spostò impercettibilmente verso di esso.

“Oh, ti prego, ci divertiremo...”

“Mi piacerebbe, davvero, ma sono proprio stanca, e...” Evelyn sentì che qualcuno cambiava il disco nel juke-box. Le parve di riconoscere quel ritmo...

Un boogie-woogie.

Evelyn gettò un ultimo sguardo malinconico al buffet, poi si voltò verso l’uomo. “... Beh, in fondo non sono poi così stanca”, disse in fretta.

Trascinò sulla pista Filo-a-piombo e insieme ballarono Tonky-Honk Train e Swanee River Boogie. Poi, Evelyn sentì che un gruppetto di persone reclamava a gran voce Elvis, e decise che gli scones potevano aspettare ancora un po’. Mentre si dimenava a più non posso, sudando copiosamente e divertendosi come una pazza, vide Cathy e Damian che saltellavano, allegrissimi, a poca distanza da loro. La salutarono con la mano, prima di eseguire un salto acrobatico che mandò Cathy dall’altro lato della pista. Le altre coppie si scostavano per lasciare loro spazio, ammirate.

Sulle note di Rock Around the Clock, Evelyn diede fondo alle sue energie, mentre il suo accompagnatore, esausto, sgattaiolava a sedere accanto al suo compagno, che gli fece vento sul viso con un ventaglio improvvisato, ricavato da un tovagliolo.

Mentre si agitava sulla pista, e svariati giovanotti, ammirati dalla sua resistenza, le facevano eseguire spettacolari volteggi e balzi da manuale, Evelyn intravide di nuovo Merry e il professore. Incuranti del rock and roll, ballavano il loro lento come se niente fosse, la testolina scura di Merry poggiata sulla camicia inamidata del professore. Quando finivano troppo vicini agli scatenati ballerini di rock, e rischiavano di finire travolti, qualche anima pia li sospingeva di nuovo verso il bordo-pista, senza che loro se ne accorgessero minimamente.

Quando finalmente ci fu una pausa nella musica, Evelyn si rifugiò al tavolo del punch, e si scolò sei bicchieri di orzata e due di succo di mela. Ristorata, si voltò a guardare la pista da ballo. Il professore si era chinato a raccogliere qualcosa di luccicante da terra. Evelyn aguzzò gli occhi.

Una fede? Si chiese. Cosa diavolo ci fa una...

L’amico Fritz, perplesso, la mostrò a Merry,e aprì la bocca per chiederle come mai una fede nuziale fosse proprio al centro di una pista da ballo. Ma lei equivocò. Con un acuto che scosse il Municipio fino alle fondamenta, e fece tremare pericolosamente i lampadari di cristallo, gli gettò le braccia al collo e lo baciò ripetutamente. Evelyn allungò una mano a reggere la caraffa di orzata, perchè non cadesse al grido dell’amica. Staccandosi dall’amato, Merry s’infilò l’anello al dito e lo rimirò, estasiata. Non parve fare particolare caso al fatto che l’incisione interna portasse scritto “Annie e Robert, 1948”. Evelyn incontrò lo sguardo del professore, che allargò le braccia in segno di resa, e sorrise, felice.

Evelyn sorrise di rimando. Intravide Cathy e Damian che ridevano e bevevano sidro. Mentre mangiava una fetta di pudding, Damian imboccava Cathy coi canditi che toglieva dalla pasta.

“Ehi, Damian”, gridò Merry, sventolando la mano con l’anello. “Mi farai da testimone, vero?”

Evelyn rimase perplessa. Si voltò verso di lui.

Testimone?

Cathy lanciò un grido altissimo, e prese a saltellare su e giù, battendo le mani. Corse ad abbracciare Merry.

“E tu, naturalmente, mi farai da damigella... Cognatina!”

Eh?

“Ehi, Evelyn”, disse poi, voltandosi verso di lei. “Me ne serviranno due, di damigelle. Vuoi fare tu la seconda?”

“Uh, ah... Certo, ma certo!”

“E poi, se vorrai, potrai fare da testimone a mio fratello e a Cathy!”

Fratello?

Oh, no. No. Che figura.

Che bruttissima, bruttissima, bruttissima figura!

Evelyn diventò ancor più rossa. Ma nessuno parve farci particolarmente caso. Damian, probabilmente, sarebbe rimasto convinto per tutta la vita che, con lei, non si doveva parlare di canditi. Ma tant'è.

Merry stava punzecchiando il fratello.

“Allora, quand’è che le chiederai di sposarti, eh?”, disse, allungandogli uno scappellotto fraterno.

Damian la guardò, fintamente offeso. “Avevo intenzione di farlo stasera, ma tu mi hai rovinato la sorpresa.”

“A-ha. E dov’è l’anello?”

“L’ho, er... Dimenticato a casa.”

Tutti risero.

“Ehi, Damian, sta’ attento che, se non ti sbrighi, me la sposo io!”, scherzò uno dei ragazzi che avevano fatto ballare Evelyn.

 

Evelyn, divertita, si volse finalmente al tavolo dei dolci. C’erano ancora varie fette di torta, ma i pasticcini di noci erano quasi finiti, e anche le mele caramellate. Spilluzzicò un cubetto di gelatina e una fetta di torta al rabarbaro, poi adocchiò un ultimo, solitario scone burroso. A bocca piena, Evelyn allungò una mano... e quella si scontrò con un’altra mano, protesa a prendere lo stesso biscotto.

Evelyn deglutì il boccone di torta.“Oh”, disse, ridacchiando. “Mi scusi”

Alzò lo sguardo.

“Oh, no no, mi scusi lei”, disse in fretta il proprietario della mano, diventando rosso per l’imbarazzo. I due si fissarono. Il giovanotto aveva una tonda faccia affabile, guance rosee e braccia da lavoratore. Il completo elegante tirava un po’ sotto le spalle e sulla pancia, ma nel complesso aveva un’aria linda e simpatica.

Lei gli sorrise

Lui le sorrise.

“Facciamo così.” Disse Evelyn. Prese il biscotto e lo ruppe a metà. Ne porse una al giovanotto.

Evelyn guardò il mezzo biscotto. “Ho fatto due parti uguali?”, chiese, temendo di avergliene dato un pezzo troppo piccolo.

“Credo di sì” Il ragazzo alzò la sua metà, Evelyn la propria, e le misero una accanto all’altra per vedere se fossero eque. Coincidevano perfettamente.

Evelyn guardò il biscotto ritornato intero, e arrossì violentemente.

Anche il ragazzo guardò il biscotto e arrossì. Ridacchiarono, e mangiarono ognuno la propria parte.

“Mi... Mi piacciono gli scones”, disse Evelyn, per fare conversazione.

“Oh. Anche a me. Sa, io faccio l’apprendista fornaio.”

Fornaio?!

Ecco perchè aveva braccia così muscolose. Evelyn si perse in un sogno in cui dormiva appoggiata a cumuli di croissant, protetta da steccati di trecce di pane, con una meringa gigantesca a farle da cuscino.

E un ragazzo simpatico dalle braccia robuste che le portava il caffelatte la mattina.

Sempre rosso come un peperone, il giovanotto la guardò.

“Mi... Uh, mi piace il suo vestito”, disse, impacciato, guardandole la scollatura. “Intendo, uh, come le sta, cioè, ah, addosso. Er...” Si grattò un orecchio. Diventò, se possibile, ancor più rosso.

“Grazie, ehm. Anche lei è molto...” Muscoloso, pensò. Aitante. “... Molto elegante.” Concluse. “ È proprio un bel...” Paio di spalle, disse una vocina nella sua testa. “... Completo.”

“Oh. Grazie. Le, uhm... Le andrebbe, non so... Le andrebbe di, uh, ballare?”

Evelyn sorrise.

“Ma certamente!”

~FIN~

 

 

 

 *Tesoro, che in inglese si dice honey ( = miele), fa ovviamente venire in mente a Evelyn i bignè. Evelyn è un tipo romantico... ma non quando ha fame.

 

 

Ecco che è finita.
Alcuni di voi avevano probabilmente capito da un pezzo come sarebbero andate le cose fra Mary Rose McIntire, suo fratello Damian, Catherine "Chatty Cathy" e Friederich "Amico Fritz" Schrodinger.
La fede trovata a terra è, ovviamente, quella lanciata dalla moglie inviperita del caposettore. E così, le due storie si intrecciano: sono certa che a Merry, futura signora Schrodinger, porterà fortuna comunque.
Cathy, probabilmente, a lungo andare riuscirà a far cambiare idea a Damian sul pudding coi canditi; o, per lo meno, a farglielo assaggiare quelle volte in cui lo farà per sè e per i loro sei bambini.

Qualcuno mi ha fatto notare che, per essere una storia che parla di gatti, il nome Schrodinger non potrebbe essere più appropriato. O meno appropriato, a seconda dei punti di vista (vedere "Il gatto di Schrodinger"). Però, giuro, che quando l'ho scelto non ci ho pensato affatto. Vedete? Sono geniale anche quando non penso affatto. Anzi. *Soprattutto* quando non penso affatto.
Zia Libby continuerà a ospitare Evelyn e a ingrassare i suoi numerosi gatti. Non capirà mai per quale motivo due rocchetti di filo esauriti mancassero dalla sua scatola da lavoro.
Fred Astaire morirà di vecchiaia, ad un'età corrispondente a circa centovent'anni felini, in modo pacifico, mentre sogna un arrosto di vitello in crosta. Zia Libby lo seppellirà con un trancio di salmone affumicato a fianco, e tutti i 2 di novembre andrà a posare una ciotola di panna sulla sua tomba. Sono sicura che Fred, ovunque lui sia, riposi in pace. E mangi un sacco.
Gli altri gatti, invece, vivranno altrettanto a lungo, mangeranno molto e saranno sempre più pigri e soddisfatti.
Lo spettacolo di Riga-di-Legno e Filo-a-Piombo diventerà un'attrazione locale particolarmente famosa. I due faranno una tournèe nei maggiori teatri europei, riscuotendo grandi successi.
Per ragioni ignote, gli annali dell'epoca non riportano però tali avvenimenti.

E per quanto riguarda Evelyn, beh: il fornaio la terrà parecchio occupata, e così zia Libby, ma non tanto da distoglierla dal suo progetto di... Ma questa, gente, è un'altra storia!
D'altronde, questa fanfiction riporta solo gli avvenimenti del millenovecentocinquantatrè, e il Ballo di Natale è quasi alla fine dell'anno. No?
Chissà, se Evelyn ne combinerà delle belle anche nel 1954.

Grazie a tutti per il sostegno fornito, le recensioni esilaranti, i consigli assolutamente geniali. Ringrazio quindi
la new entry Haru28,
Aicha,
kiara_chan,
Lallix,
cassiana,
suni,
_VioletDAY,
Viviane Danglars,
Flaufly,
Sophonisba,
Lady of Lorien,
crici82,
Sk8erWithLove,
Arcadia_Lovegood,

e, last but not least, vale_03.

Grazie infinite anche a chi recensirà in futuro, a chi l'ha inserita nei preferiti, e a chi in generale l'ha seguita per tutto questo tempo.
In più, naturalmente, grazie a tutti quelli che l'hanno letta e trovata carina, senza sentire il bisogno di lasciare una recensione. Grazie a tutti!

L'ho già detto "grazie"?
  
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