La
strada
per la Contea
Arda
è molto
cambiata.
È cambiato
il modo di contare gli anni e quelle che un tempo erano
dette Ere
sono ora Millenni.
È da
poco iniziato il terzo da quando si è deciso di
ricominciare a contare da
zero. Nessuno tra la Gente Alta ricorda più in quale Era
avvenne il passaggio.
Le creature che un tempo
popolavano Arda l'hanno quasi tutti
abbandonata molte
centinaia di anni orsono e la Gente Alta del Terzo Millennio ritiene
che gli
elfi appartengano a mitologia e letteratura.
È chiamata
Terra, adesso, quella che un tempo era Arda.
E da qualche parte,
sulla Terra, ben nascosta agli occhi della Gente
Alta,
degli Uomini, vive ancora un'antica popolazione.
Gli Hobbit della Contea.
E per loro questa è la Settima Era.
2015 T.M.*
Febbraio.
«Devo iniziare a preoccuparmi?», chiese quando
capì di essere sulla strada che
portava nella casa di campagna dei defunti nonni di Leonardo. Per
tutti,
semplicemente, Leo.
Si conoscevano sostanzialmente da tutta la vita quei due.
«Ma quanto sei noiosa, Lis», rispose lui staccando
lo sguardo dalla strada per
sorriderle.
«Ok, ma tu guarda avanti».
«Sì, mammina», e intanto continuava a
guardare lei.
Leonardo e Annalisa si conoscevano già prima che gli ormoni
facessero di loro
due adolescenti molto inclini alle esperienze intime.
In quel particolare e delicato periodo avevano creduto di essere
innamorati
l'uno dell'altra, ma si erano presto resi conto che essere amici era
molto più
divertente e avevano così fatto un passo indietro. Ora, a
distanza di anni, ci
ridevano su con la spensieratezza dei bambini.
Lis alzò gli occhi al cielo e si mise a guardare i fiori che
popolavano
spontaneamente una terra ancora incontaminata. Era quasi certa di non
poter
fare a meno degli agi della città, ma le piaceva staccare la
spina almeno una
volta al mese.
Leo guidò fino alla vecchia abitazione in pietra. Era in
ottime condizioni
grazie alla manutenzione da parte sua e di suo fratello maggiore.
«È ora di svegliarsi, Alice», disse,
richiamando
l'attenzione di Annalisa.
Lei gli sorrise e scese dall'auto ormai ferma.
«Se io sono Alice, tu sei certamente il
Cappellaio», gli rispose.
«Se mi hai portata qui per mostrarmi la soffitta mi
toccherà deludere le tue
aspettative: è uguale a come la ricordavo»,
commentò Lis. Si era lasciata
trascinare lì senza sapere il perché
dell'entusiasmo di Leo che all'alba
l'aveva svegliata con una telefonata per ordinarle, non chiederle, di
preparare
qualcosa da mangiare dal momento che avrebbero trascorso il weekend in
campagna, da lui. Non aveva neanche fatto in tempo a ringraziarlo
sarcasticamente per averle domandato con gentilezza se avesse qualche
impegno.
«Che occhio!». L'ironia era palpabile.
«Sono stato qui mercoledì e ho trovato
una cosa», disse con un tono che ad Annalisa non piacque per
niente.
Sapeva bene che, quando Leonardo parlava in quel modo, l'unica cosa che
entrambi
ne avrebbero ricavato erano guai. Poteva riempirci un libro a
raccontarli
tutti.
«Oh oh», commentò.
Lui non le badò e andò invece a recuperare dei
volumi impolverati. Avevano
tutta l'aria di essere antichissimi.
Annalisa inarcò un sopracciglio e rivolse a Leonardo uno
sguardo di
disapprovazione.
«Troppo rischioso per le tue manine dare una spolverata,
vero?». Rise.
Non facevano altro che prendersi in giro.
Le fece una pernacchia.
Spolverarono insieme, con molta attenzione, i libri che Leonardo aveva
trovato.
«Questi sembrano essere più volumi di una stessa
storia», commentò Leonardo
indicando i quattro libri più imponenti.
In effetti recavano un numero sul dorso.
Annalisa invece non riusciva a staccare gli occhi dalla copertina in
pelle
rossa, ancora morbida al tatto. La sollevò per scoprirne
l'interno.
«"There and back again... A Hobbit's tale, by Bilbo
Baggins"»,
lesse ad alta voce. «"The Lord of the rings, by
Frodo Baggins"»,
proseguì.
Quando guardò Leonardo avevano entrambi due punti
interrogativi al posto degli
occhi.
Chi fossero Bilbo e Frodo Baggins, Annalisa e Leonardo non ne avevano
la più
pallida idea. Connettersi a internet per fare una ricerca non era
servito a
nulla, perciò chiunque fossero questi Baggins non erano
scrittori di fama
internazionale.
«Cosa diavolo è un Hobbit?», chiese Leo.
«Che vuoi che ne sappia io? Sono nella tua soffitta questi
libri, mica nella
mia».
«Che ci facciamo?».
Di nuovo quel tono nella voce di lui.
«Li leggiamo!», rispose lei, ormai rassegnata
all'idea che avrebbe vissuto
l'ennesima catastrofica avventura insieme al suo migliore amico.
Decisero di iniziare dai grossi volumi numerati.
«"Nel principio Eru, l'Uno, che nella lingua elfica
è detto Ilúvatar,
creò gli Ainur dalla propria mente; e gli Ainur intonarono
una Grande Musica al
suo cospetto. In tale Musica, il mondo ebbe inizio, poiché
Ilúvatar rese
visibile il canto degli Ainur, e costoro lo videro quale una luce
nell'oscurità. E molti di loro si innamorarono della sua
bellezza e della sua
vicenda che videro cominciare e svolgersi come in una visione*"»,
lesse
Leonardo a voce alta.
Ben presto scoprirono che il libro raccontava come Arda fosse nata e la
storia
che caratterizzò la Prima Era di questo fantastico mondo.
Ciò che con disarmante chiarezza si poteva leggere negli
occhi dei due, era
meravigliata sorpresa.
Non avevano mai sentito parlare di Arda, ma sentivano che quella storia
aveva
qualcosa di tremendamente familiare.
Dimenticarono di pranzare e quando tornarono con la mente al Terzo
Millennio
erano arrivati a metà con i racconti della Prima Era e il
pomeriggio lasciava
il posto alla sera.
Mentre Annalisa preparava dei panini aggiungendo la verdura che aveva
cucinato
quel mattino, Leonardo continuava a leggere a voce alta il volume.
Erano completamente immersi in quella storia sconosciuta; completamente
assorbiti da quei volumi che nessuno dei due sapeva come fossero
arrivati nella
soffitta dei nonni di Leonardo. E si addormentarono a tarda notte, con
il libro
in grembo ancora aperto.
L'indomani mattina Annalisa ricambiò il favore e
svegliò Leonardo così presto
che se non avessero avuto quelle storie da leggere, lui l'avrebbe
rincorsa per
tutta la campagna con l'intento di prenderla a calci nel sedere.
Prepararono il
caffé e si dedicarono di nuovo alla lettura: volevano
conoscere ogni cosa di
Arda e delle sue mitologiche creature. Stregoni, elfi e
chissà cos'altro li
attendeva in quel favoloso viaggio.
Terminare i racconti della Prima Era fu quasi un gioco da ragazzi per i
due
giovani che ormai si erano appassionati al punto da discuterne perfino
durante
le pause che si prendevano.
«Chiunque abbia avuto l'idea di portare qui questi libri
è senza dubbio un
genio», disse Annalisa stiracchiandosi. Le bruciavano gli
occhi per il troppo
tempo passato a leggere, ma proprio non riusciva a pentirsi di aver
seguito
Leonardo quel sabato mattina. Sembrava essere passata
un'eternità e invece era
stato solo il giorno prima.
«Non trovi strano che né i miei nonni
né i miei genitori me ne abbiano mai
parlato?», rifletté Leonardo.
Lei fece spallucce. «Magari non eri attento quando
l'hanno fatto».
«Mi chiedo da sempre come fai ad essere così
simpatica».
«Dote naturale», concluse facendogli l'occhiolino.
Rientrare in città prima di sera era una
necessità che non si poteva ignorare.
Il lavoro, gli impegni.
Ma la loro mente era già proiettata al weekend successivo.
Avevano deciso di non portarsi dietro i libri che avevano trovato.
Temevano di
poterli rovinare nel trasporto.
Perciò, di comune accordo, sarebbero tornati nella casa in
campagna sabato e
domenica per continuare l'avventura che avevano messo in pausa.
Due mesi dopo quel sabato mattina, Annalisa e Leonardo terminarono la
terza
parte di "The Lord of the rings" e si sentirono
vuoti come se
avessero appena perso tutto ciò a cui tenevano: casa,
famiglia, amici.
«Non può finire così!»,
esclamò Lis alzandosi in piedi e cominciando a
camminare per tutta la stanza. «Non puoi permettere che
finisca così!»,
aggiunse rivolgendosi a Leo.
«Io? Ok, ti ho coinvolta io, ma cosa ti aspetti ora? Che
trovi la strada per la
Contea?», rispose lui addentando un toast.
Fu come un'illuminazione. Annalisa si alzò e
recuperò le molteplici mappe
contenute nel libro rosso.
«E perché no? Tira fuori il tablet e cerca cartine
aggiornate e dettagliate:
per una volta può esserci davvero utile quel
coso», disse Annalisa con
rinnovato entusiasmo.
«Cosa stiamo cercando esattamente?»,
domandò Leonardo, confuso.
«La Contea! Hai letto, no? Gli elfi sono ormai salpati dai
Porti Grigi, perciò
è inutile cercare loro. Gli Hobbit, invece... Chi ci dice
che non siano ancora
qui, da qualche parte?».
«Gli Hobbit... Non puoi fare sul serio»,
mormorò Leo, incredulo.
Lei lo squadrò da capo a piedi per una manciata di secondi.
«Se non vuoi
aiutarmi, mi arrangerò comunque, ma ricorda che questi libri
hanno a che fare
con te più che con me».
Leonardo sospirò e diede il via alla ricerca che lo tenne
impegnato per circa
un anno.
2016 T.M.
Aprile.
Non passava weekend senza che Annalisa e Leonardo sovrapponessero dati
storici,
cartine e mappe. Non passava weekend senza che i due giovani cercassero
con
fatica e determinazione informazioni utili alla missione cui avevano
deciso di
dedicarsi.
Nella famosa soffitta della casa di pietra avevano poi trovato altri
documenti
di non semplice interpretazione. Sembravano filastrocche o indovinelli
impossibili da risolvere con le sole informazioni ricavate dai volumi
ritrovati, perciò avevano capito che altri documenti
dovevano essere sparsi in
giro per il mondo. Si erano messi in contatto con i curatori dei musei,
con
degli archeologi, con alcuni storici e con moltissime persone
interessate alla
Storia e alla Mitologia.
Ad un anno di distanza da quando avevano iniziato a cercare, erano
riusciti ad
unire tutte le tessere del puzzle ed erano partiti.
Il viaggio non era stato privo di complicazioni, specialmente quando
avevano
abbandonato l'ultima regione abitata per addentrarsi nell'ignoto
più assoluto.
Per quanto si fossero documentati su quella regione del pianeta
inspiegabilmente inabitata, non erano riusciti ad evitare del tutto le
naturali
insidie: avevano bucato tre volte, restando con cinque ruote di scorta;
avevano
consumato due taniche di carburante restando con altre tre; avevano
dosato
acqua e viveri; si erano arrangiati con i cambi d'abito.
Ma alla fine c'erano riusciti.
Avevano trovato la Contea.
2016 T.M.
Ottobre.
«Sono ore che camminiamo, Leo. Sei sicuro che sia la
direzione giusta?»,
domandò Annalisa fermandosi un istante per guardarsi attorno.
Entrambi avevano ritenuto opportuno lasciare il loro veicolo e
procedere a
piedi per evitare di spaventare inutilmente le piccole creature che
speravano
di incontrare.
«Sicuro. Ciò che mi preoccupa è il
rumore del nostro vagare. Sai come sono gli
Hobbit...», rispose lui.
Avevano trascorso più di un anno a studiare quella
popolazione di cui nessuno
sapeva niente. Ne avevano mantenuto segreta l'esistenza durante le loro
ricerche e si erano messi in viaggio per incontrarli. Il libro rosso
teneva
loro compagnia e dava loro speranza: mostrare ai piccoli Hobbit quelle
storie
forse li avrebbe convinti a parlare con loro. Ma prima occorreva
convincerli a
non nascondersi.
«Non possiamo rinunciare adesso», chiarì
Annalisa.
«Non ne ho la minima intenzione infatti, Lis»,
rispose lui tendendole la mano e
sorridendole apertamente. «Guarda», aggiunse
indicando un punto oltre gli alberi
che li circondavano.
Annalisa si lasciò trascinare e aguzzò la vista.
Dinanzi a lei un gruppo di case dalla struttura e dal colore
inconfondibili,
ognuna con la sua tonda porta chiusa su uno spazio verde.
Annalisa e Leonardo erano appena arrivati in un villaggio Hobbit.
*Con
T.M. si intende Terzo Millennio
*Da
"Il Silmarillion", di J.R.R. Tolkien
N.d.A.
Ho riportato l'incipit de "Il Silmarillion" per farmi capire meglio
nella narrazione, ma i quattro volumi che i miei protagonisti stanno
leggendo
vogliono raccogliere in realtà tutti gli scritti
appartenenti a Tolkien e
riguardanti la storia della Terra di Mezzo. Tra la Terza e la Quarta
Era sono
collocati i fatti de Lo Hobbit e Il Signore Degli Anelli, che
dovrebbero quindi
appartenere al terzo e quarto volume dei miei protagonisti. Avendo
però loro
per le mani sia Lo Hobbit che Il Signore Degli Anelli scritti da Bilbo
e Frodo
Baggins, i dettagli di queste due avventure non compaiono nei quattro
volumi
che raccontano la storia di Arda e le vicende vengono narrate a grandi
linee.
È indubbiamente una bella sfida mettere mano alle
storie raccontate da
uno dei
miei autori preferiti e per questo spero di non aver combinato alcun
danno.
Ringrazio chi ha scelto di leggere ed eventualmente recensire.