Fandom: Skyfall
Genere: romantico
Tipo: flash-fic
Parole: 376
Raccolta: Di missioni, tecnologia e quotidianità
Personaggi: Eve Moneypenny
Rating: PG, verde, K
Avvertimenti: movieverse
PoV: terza persona
Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Ian Fleming. I personaggi e gli eventi in questo racconto
sono utilizzati senza scopo di lucro.
Contest: Drabble
Weekend indetto dal gruppo
“We are out for prompt” su FaceBook dal 6 al 9 marzo 2015.
Prompt: Skyfall - Moneypenny - Ancora col fucile fumante in mano, i pensieri
di Eve appena dopo aver sparato a 007 ed averlo visto cadere dal ponte.
Gentilmente proposto da Koa
Fuoco amico
di
Bombay
“Agente
colpito” sussurrò a malapena fissando i binari ormai vuoti. Lo scrosciare
dell’acqua del fiume sottostante era l’unico rumore in quella valle.
Eve posò
il fucile a terra, si sfilò l’auricolare. Nella testa gli rimbombava ancora
l’ordine perentorio di M -Spari, maledizione!-
Lei
aveva sparato perché era un ordine, perché era l’unica occasione che aveva.
Per
quanto fosse brava, una delle migliori, non aveva la presunzione che sarebbe
riuscita a fare centro. Era difficile, si muovevano in continuazione, e double-oh-seven era sempre davanti
al bersaglio, il margine di errore era alto, troppo.
Il
suo buon senso le urlava di non eseguire l’ordine, invece aveva sparato,
colpito e ucciso Bond.
Fuoco
amico, lo chiamavano, che definizione stupida.
Si
sedette sull’erba, raccolse le ginocchia al petto fissando il punto in cui
l’agente era precipitato.
Nessuno
avrebbe potuto salvarsi da un salto del genere; lei era stata l’artefice di
quella caduta e di quella morte.
James
Bond era uno dei loro agenti migliori ed era morto sul campo per colpa sua.
Ecco
come si sentiva: in colpa. Sapeva che quella sensazione non l’avrebbe
abbandonata forse mai più.
Aveva
lottato giorno dopo giorno per arrivare a fino a dove
era ora. In un mondo di uomini e pregiudizi era arrivata a lavorare in prima
linea ad esse affiancata a quell’uomo che era
praticamente una leggenda vivente all’interno del dipartimento.
Lavorare
con lui era un onore, conquistarsi un po’ della sua fiducia era cosa rara. Lei
lo aveva tradito così, sparando con un tiro non pulito perché gli ordini di M
non si contestano, gli ordini di M si eseguono. Quella è una regola a cui tutti loro devono sottostare, che gli piacesse o meno.
Come
Bond che era stato costretto a lasciare Ronson a dissanguarsi, M aveva ordinato di proseguire e lui
aveva obbedito. Forse anche lui in quel momento aveva provato i suoi stessi sentimenti,
i suoi stessi dubbi.
Scosse
la testa con forza, tutti loro erano consapevoli dei rischi che quel mestiere
comportava e li avevano accettati, doveva accoglierne anche le conseguenze.
Si
alzò in piedi, raccolse il fucile; il vento le scompigliava i capelli ed asciugata la lacrima che era scesa sulla sua guancia
scura.
“Addio
James” lo salutò sperando che fosse diretto in un posto migliore.