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Autore: LittleDreamer86    14/03/2015    0 recensioni
Cosa succederà dopo Last Christmas? Il Dottore e Clara si sono ravvicinati e partono per nuove avventure. Il sentire tra i due si è più approfondito, e sono cadute alcune barriere che avevano creato tra loro per paura di ferirsi l'un l'altro. Adesso sono pronti a viaggiare di nuovo assieme, diversi, più uniti di prima.
[ Colore della storia varierà man mano che la scrivo.]
Genere: Fluff, Introspettivo, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clara Oswin Oswald, Doctor - 12, Missy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note: Sarà una lunga storia, che scriverò da qui a quando ricomincerà la serie nuova. Per mio diletto, per risolvere i vuoti lasciati dall'ottava stagione e riempirli con l'immaginazione dei perchè e percome. Parleremo di Clara, il Dottore, Missy...e si aggiungeranno nel tempo molti retroscena importanti. Premetto che il colore della storia potrà cambiare nel tempo. Ci saranno viaggi, avventure, misteri, mostri, passione soprattutto e tanto claraxtwelve ed forse altro.
Se c’è qualche errore di battitura vi prego di segnalarmelo, oltre a frasi poco scorrevoli e cose strane. E’ la prima volta che scrivo una fanfic, siate clementi e soprattutto, scrivete ciò che pensate perché mi farebbe molto piacere leggere i vostri pareri e consigli. Chissà cosa ne verrà fuori. Per ora ho scritto tre capitoli. Di cui uno molto più avanti nella storia. Vedremo…magari potrei chiedere la partecipazione di qualcuno alla stesura di qualche capitolo. Nella mia testa ci sono troppe idee..aiutoooo!!!! Un abbraccio affettuoso a chi leggerà. Buona lettura!
Dreamer :x

1. Last Christmas

Granchietto, granchietto
cosa ci fai sopra il letto?
Qualcuno ti doveva pur regalar,
per far la bella Clara e il Dottore, sognar.
Aggiunger altri umani al sognare,
è la cosa più semplice da fare,
come regali di Natale, tanti altri granchietti
basta lasciare.
Quattro comparse, e due protagonisti sulla scena.
Ci siam divertiti,
mio Dottore,
mio amico viaggiatore.

Missy
 
Ecco. Finalmente il freddo alle tempie era scomparso. Adesso si poteva dire realmente sveglio.
E lì davanti a lui, c’era la sua Clara che si guardava agitata allo specchio che gli aveva appena porto. Ai suoi occhi mai sarebbe cambiata. Sarebbe stata sempre la sua ragazza impossibile, solo sua, esclusivamente sua. Qualunque aspetto avesse, qualunque età avesse.
Tuttavia il Tempo scorre, e la vecchiaia sopraggiunge e aspira via dalle persone, dal popolo umano, la loro vitalità, la loro energia, esperienza dopo esperienza. Quando l’aveva vista anziana, uno dei due cuori aveva perso un battito, rimasto troppo indietro, aggrappato all’immagine di lei di un tempo, del tempo in cui avevano viaggiato insieme.
Aveva tenuto la mano premuta sulla sua, proprio come aveva fatto lei su Trenzalore, ma quel Christmas Cracker, una volta tirato, gli era rimasto solo tra le sue mani. Lei gli aveva donato tutta se stessa, tante vite, tanti echi del suo passato e nel suo futuro. Mentre lui invece cosa aveva fatto?
Le aveva preso tutto, e l’aveva lasciata sola, privandola dei viaggi che avevano fatto assieme.
Aveva sperato che con Danny sarebbe stata più felice che con lui, un vecchio scontroso e complicato.
Ma Danny era morto davvero, e non era tornato indietro. Se lo avesse saputo mai e poi mai l’avrebbe lasciata sola…
Adesso, questa seconda occasione. Come lasciarsela sfuggire?
Doveva dirlo, doveva chiederglielo esplicitamente, senza che la sua voce tremasse, con decisione, senza far trasparire la paura di perderla, senza far trasparire ciò che teneva nascosto nel più oscuro recesso dei suoi due cuori di vecchio Signore del Tempo. Come poteva d’altra parte digli anche quello, dopo che l’aveva abbandonata a se stessa? Come poteva parlarle di ciò che provava per lei? No, mai l’avrebbe fatto. E questo era per il suo bene, solo per il suo bene. Oh egoista Dottore, anche per il tuo, probabilmente. Perché hai sempre temuto un rifiuto, anche se hai sempre evitato di pensarci.

Fuori dalla finestra, candidi fiocchi di neve scendevano incessanti senza far rumore. La camera da letto di Clara rimaneva silenziosa ma piena di elettricità, la tensione della ragazza, attesa di qualcosa che stava per accadere, le aspettative del Dottore. La paura per la risposta che lei avrebbe dato. I desideri e i sogni di lei, quelli che aveva nascosto sotto la sua facciata di compagna di viaggio. Di essere sicura, decisa, bugiarda di poterlo controllare. Di essere un po com’era il Dottore con lei. Distaccato. Quegli stessi pensieri e sentimenti che si era lasciata sfuggire nello stato onirico, quando aveva parlato dell’altro uomo oltre a Danny. Quello impossibile.
< Il Tardis è la fuori…> le prime parole che gli soggiunsero alle labbra. Teneva le mani strette l’una nell’altra, sudate, davanti alla giacca nera. Per farsi coraggio, per evitare che tremassero per l’agitazione.
Lei, ancora seduta tra le coperte, reggeva lo specchio con la sinistra, osservandosi. Il suo sguardo si allargò e, voltandosi, sembrò scrutarlo fino nel profondo, facendolo vacillare nel proseguire in quelle parole.
< E…quindi…> Clara, stranamente, senza parole.
 Come poteva pretendere che lei volesse ancora seguirlo, si disse. Prese coraggio, e muovendo qualche passo verso di lei.
< Tutto il tempo e lo spazio sono là fuori. Una grossa cabina blu. Ti prego…>
Mentre si piegava sulle ginocchia e poggiava le mani sulle coperte a poca distanza da lei, si sporse oltre il bordo del letto. Lui la guardò con i suoi occhi freddi come il ghiaccio, ma così profondi, così vivi e misteriosi.
<...non provare a rifiutarti. > Mi renderesti molto, molto infelice. Ma non riuscì a dirlo. Riuscì solo a sollevare la sinistra e a porgergliela con uno sguardo che la incalzava, come faceva sempre, come aveva sempre fatto. Guardò il palmo della propria mano e poi lei.
Ed un sorriso, un ampio sorriso solo per lui vide nascere in quel visetto. La sua ragazza impossibile.
Gli occhi bruni le si illuminarono. La sua Clara. Mise la mano sopra la sua e lui gliela strinse appena, quasi timoroso che lei potesse cambiare idea.
< Buon Natale, Dottore…> Fu un battito di ciglia, quel bacio che lei gli diede sulla guancia. Un colpo più forte di uno dei cuori, che non era riuscito a trattenere. La guardò fortemente negli occhi e lei nei suoi.
< Buon Natale, Clara Oswald…>
Bastò uno sguardo del Dottore alla porta della camera e lei capì, come si fossero scambiati telepaticamente il messaggio. Si levarono insieme dal letto, e lei lo anticipò correndo fuori dalla stanza, seguita da lui. Scesero le scale rapidamente, ridendo come dei ragazzini.
Di nuovo insieme. Altri viaggi. Senza pensare al futuro, a conseguenze. Solo attimi di presente. Solo Clara. Solo il Dottore. Insieme. Sempre. Questo pensavano, mentre uscivano dalla casa di Clara e raggiungevano il Tardis parcheggiato nel giardino.
< Oh, ma sentilo, è tutto contento! >
< Seconde possibilità. Non ho mai avuto una seconda possibilità e questa volta non so davvero chi ringraziare…>
Si sistemò la giacca nera, guardando lontano con lo sguardo pieno di gioia e nuova determinazione, ed entrò nel Tardis dopo Clara. Un nuovo viaggio, una nuova avventura lì attendeva entrambi.
 

Portò la mela rossa alle labbra, e le diede un morso. Assaporò con gusto quella polpa succosa, quasi fosse quel momento, quasi fosse tante altre cose, forse un pezzo di tempo passato, forse un pezzo di tempo futuro. In alto, sul tetto scoperto della casa di Clara Oswin Oswald, mentre la neve scendeva copiosa sopra Londra, Missy se ne stava a mangiare tranquillamente la sua mela, osservando il Tardis scomparire col suo tipico rumore incalzante, dolce musica per le sue orecchie. Un sacco di tela grezza ai suoi piedi.
< Oh sciocchino di un Dottore. Dovresti solo ringraziare la tua fidanzata, la tua Clara…per questo.>
Diede un ulteriore morso alla mela, senza nascondere la propria soddisfazione.
< Mica male la sottoscritta come Father…> Portò il dorso della destra al fianco, appoggiando quello della sinistra, reggendo ancora la mela, poco al sotto del labbro inferiore. < Mother Christmas… > Si corresse.
Un sorriso ancor più compiaciuto le piegò di lato le labbra, mentre ruotando le iridi al cielo lanciò ciò che restava della mela dietro di sé.
< Missy, you’re faboulous…>
Si pulì con ambe le mani la gonna viola dai fiocchi di neve, aggiustandone le pieghe, e con la stessa teatralità ed eleganza si lisciò le spalline della sua giacca, prima da un lato e poi dall’altro. Si sentiva meravigliosa ed in forma, in quest’ultima rigenerazione.
< basta coi regali, adesso! E' quasi giunto il tempo…>
Battè le mani due volte, alla propria sinistra, schioccando la lingua sotto al palato.
< Boys, prendete il sacco, coi mandarini, dolciumi e granchietti sotto vuoto. Togliamo le tende! > Ordinò, indicando i suoi piedi con un gesto veramente posato ed raffinato della mano sinistra.
Al suo comando, dietro le sue spalle divennero visibili due uomini in giacca e cravatta, rigorosamente neri. Indossavano anche un paio d’occhiali, anch’essi dalla montatura nera e lenti oscurate. Uno di loro, afferrò il sacco, mettendoselo su una spalla.
< Si, signora...>
Missy, si voltò e andò a posizionarsi tra i due uomini. Azionò il manipolatore di Vortice al suo polso sinistro.
< A presto, Dottore… >
Un alone azzurro gli avvolse tutti e tre mentre si smaterializzarono. La neve continuò a cadere come nulla fosse accaduto quella notte. Londra 25 Dicembre 2014. Mezz’ora passata la mezzanotte.
 
 
 
  
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