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Autore: Lady Diamond    15/03/2015    2 recensioni
E se i nostri personaggi preferiti fossero dei semplici(o quasi normali) liceali dell'esclusivo Beyblade high school in California? All'interno di questa scuola vi è una lotta fra i ragazzi,campioni di pallacanestro a livello nazionale,e le ragazze,campionesse nazionali di cheearliding.
Il motivo di questa faida? semplice rivalità, ma non solo scolastica,perchè... . Fra amori,litigi,impegni extrascolastici e scuola riusciranno i nostri eroi a sapellire l'asse di guerra? o arriveranno all'esame di stato a pezzi? Cosa succederà se i protagonisti saranno messi davanti al loro passato e alle loro reali emozioni? E cosa succederà quando Queen distruggerà ogni singolo rapporto umano solo per il desiderio di vendetta?
Estratto dal primo capitolo:
La storia di quei nomi era nata durante il terzo anno,quando le ragazze divennero cheerleader. Per questo motivo molti ragazzi cercavano di avvicinarsi al gruppo,ma venivano continuamente snobbati, così , i neo campioni nazionali,a causa dei continui rifiuti delle ragazze,affibbiarono quel nome al gruppo femminile,che per ripicca denominarono quella squadra Scimmie,paragonando il loro livello intellettivo pari a quello dell’animale in considerazione"
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Mariam, Mister X, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Silent Tears '
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Era un caldo mercoledì sera d'inizio giugno, e le ragazze erano riunite nella stanza di Hilary mentre cercavano di definire i dettagli per il ballo studentesco, l'ultimo a cui avrebbero partecipato.
Erano cambiate molte cose durante quell'anno e tutte ebbero l'impressione di vivere un déjà vu, anche perchè tutto stava per finire esattamente com'era iniziato, ma con alcune differenze.
Eveline sospirò, conscia del fatto che dopo quell'estate si sarebbe dovuta separare dalle sue amiche e che ben presto avrebbe cambiato vita.
"Vi ricordate cosa dicemmo nove mesi fa?" iniziò a dire la bionda americana con un tono ilare ricordando la notte che precedeva l'inizio dell'ultimo anno.
"Preparavamo piani di vendetta contro le scimmie, e intanto pensavamo alla festa d'inizio anno di Mariam. Poi entrò Jessie con un'espressione trionfante dicendo che quell'anno sarebbero stati invitate anche le Scimmie" aggiunse la cantante nipponica sorridendo a quei ricordi.
"Eppure sono cambiate tante cose, e quei ragazzi sono diventati nostri … amici" rispose Julia con un tono dubbioso, ma comunque sereno.
Immediatamente i suoi pensieri furono rivolti verso Yuri, il rosso russo che le aveva rubato il cuore, ma che diverse volte le aveva reso la vita impossibile.
Ancora non riusciva a credere che lui le avesse chiesto di andare con lui in Russia, ma ovviamente non sarebbero stati soli.
Difatti, con loro sarebbero partiti anche Sonja e Boris, che erano stati inviati nella fredda Russia per lavoro, e la giovane spagnola non aveva esitato a dire sì al suo fidanzato.
Ma  nonostante avesse programmato la sua vita, aveva paura di lasciare suo fratello con Queen - di cui ancora dubitava- e di perdere le sue amiche, in particolare il trio musicale.
Le Blue Roses avevano cercato di organizzare il loro lavoro nel miglior modo possibile, dividendosi i brani da comporre e stabilendo di vedersi per una settimana almeno una volta al mese.
Tutto sembrava essere perfetto,  ma Julia non era totalmente soddisfatta di quella scelta musicale.
Voleva vedere le sue amiche, e contemporaneamente stare con il suo ragazzo, ma non poteva avere tutto, purtroppo.
"Io ancora non capisco come abbiamo fatto a diventare amici con quei tipi mezzi matti e mezzi scemi" disse Mariam accennando un sorriso divertito.
"Ma tutto questo sta per finire" sibilò Hilary con un tono sommesso.
Una forte sensazione di malinconia pervase negli animi delle studentesse, che iniziarono a fissarsi con un'espressione desolata.
I loro pigiama party, le feste, le missioni presto sarebbero stati solo dolci ricordi di quegli anni, ma nonostante questo erano consapevoli che la loro amicizia sarebbe durata.
"Facciamo una promessa" disse improvvisamente Sonja alzandosi e scrutando tutte le sue amiche.
"Fra un anno preciso mi sposo, ma un mese prima del matrimonio voglio vedervi tutte qui. Verrò qui in California e andremo via una settimana viaggiando. Ci state?".
Tutto il gruppo si rianimò dopo quelle parole, ed insieme si abbracciarono.
"E poi fra un mese di parte per Mykonos e Santorini in quella splendida villetta tutta per noi" aggiunse Mariam ridacchiando.
"Ora inizia la festa" esclamò Eveline accendendo la radio.
La bionda prese una spazzola e salendo su una sedia iniziò ad intonare la canzone.
 
Your're sexy sexy
I got things I want to do to you
Make me make me
Make my tongue just go do-do-do
Flex it, flex it
Flex your muscles, and through the roof
Arrest it rest it
'Cause you're a criminal

 
"Cos'è questo mortorio? Il divertimento è per tutte" disse l'americana ridendo.
Desiderava che le sue amiche cantassero con lei,  così prese un'altra spazzola e la lanciò alla sua migliore amica, che subito si unì lei.
 
I been laying in this bed all night long
Don't you think it's time to get it on
But we gotta get it right, we can't get it wrong
Don't you want to feel this fire before it's gone
yeah yeah

 
Le due iniziarono a cantare, ed il resto del gruppo si unì alle due.
Iniziarono a muoversi per la stanza con movenze sensuali, scambiandosi sguardi divertiti.
Non avevano voglia di rovinarsi quei momenti per la fine di un percorso.
Loro ci sarebbero sempre state, in fondo sarebbero state le Barbie del loro liceo, ma soprattutto amiche.
 
On and on, and make it last forever
What you want all day
Just as long as it's you and I together
Babe don't make me wait yeah
Don't make me wait yeah
Don't make me wait
No

 
Si strinsero in una semicupola, ed insieme, seguendo il ritmo di quella canzone, iniziarono ad intonare l'ultima strofa, ignare di essere state fotografate.
Quando ebbero finito tutte scoppiarono in una fragorosa risata, finché qualcuno- o meglio diversi ragazzi- non attirò la loro attenzione.
Scese un silenzio imbarazzato fra le ragazze per lo spettacolino che avevano dato, che Ozuma si apprestò a spezzare.
"E così è questo che fate quando non siete con noi?" domandò il ragazzo con un tono ilare e mostrando la foto sul cellulare.
Le cheerleader guardarono i rispettivi fidanzati con uno sguardo interrogativo, e anche un po' arrabbiato
, finché Mariam si avvicinò al suo fidanzato.
Con uno scatto fulmineo si appropriò del cellulare del moro.
Guardò la fotografia per alcuni istanti sorridendo, ed ignorando le proteste inviò la fotografia alle sue amiche.
"Quel cellulare sarebbe mio" protestò il cinese con un tono leggermente preoccupato.
"Sta zitto" disse la corvina con un tono angelico e sorridendo amabilmente.
"Non lo sai che non si fanno foto senza permesso? L'ho semplicemente inviata alle legittime proprietarie" rispose la cantante facendo una linguaccia al ragazzo e rendendogli il cellulare.
Non riusciva a credere che il prossimo anno lo avrebbe passato con lui, e come da una semplice amicizia fosse nata quella relazione.
Durante quell'anno erano stati amici, poi una mezza coppia, in seguito avevano avuto una storia, poi erano diventati una coppia e poco tempo dopo erano diventati estranei.
Per caso si erano ritrovati e da molti mesi, nonostante tutto, vivevano una storia seria e stupenda.
Non sapeva cosa sarebbe successo all'università, e ciò la spaventava davvero, anche perchè il percorso scelto le avrebbe permesso di scegliere la sua vita e aveva paura del futuro.
L'unica cosa certa era il suo Ozuma, lei lo considerava di sua priorità, e proprio quel ragazzo l'aveva fatta innamorare per la prima volta.
Era semplicemente felice di stare con lui, e gli stessi pensieri erano condivisi da lui.
"Qualcosa non va?" chiese Ozuma notando lo sguardo assorto della sua fidanzata.
"No. Piuttosto, che ci fate qua?" asserì la mora con un tono curioso.
"A questo posso rispondere io! Siamo venuti a prendervi per uscire" disse Takao con un tono euforico.
Il giovane aveva passato una giornata stressante al lavoro e non voleva passare la serata senza aver visto la sua ragazza.
Sapeva di dover cogliere tutte le occasioni per stare con Hilary, anche perchè lo studio li stava tenendo lontani e ciò non gli stava bene, anche se comprendeva la sua fidanzata.
La Brown, Hilary, vincere il campionato … la sua vita quell'anno gli era sembrata perfetta , quasi come quella di un telefilm.
Era cambiato, maturato e cresciuto e lo aveva capito da poco, e quella sua metamorfosi la doveva proprio alla sua ragazza.
In quell'ultimo anno aveva imparato davvero tanto, aveva abbattuto i pregiudizi sulle cheerleader, considerandole come amiche da cui gli dispiaceva separarsi.
"Dovreste uscire dalla MIA stanza" asserì Hilary con una voce che non ammetteva repliche spalancando la porta della sua stanza.
 
La serata in pizzeria stava trascorrendo tranquillamente, e la piccola sala dov'erano erano stati fatti accomodare era animata dal karaoke, che divertiva tutto il gruppo.
Mao era accanto a Rei, e lo fissava con un espressione vacua.
Era preoccupata per la sua relazione, anche perchè non sapeva dove avrebbe studiato il suo ragazzo e non aveva neanche il coraggioso di porgli quella delicata domanda.
L'idea di una relazione a distanza la preoccupava molto. Lei avrebbe frequentato la Columbia, ma lui?.
Poco alla volta le varie coppie si buttarono nella mischia per ballare, e i due rimasero soli.
Di solito i due parlavano spesso, ma in quel momento nessuno era in grado di biascicare parola.
Anche Rei aveva paura per il futuro e per la sua relazione, ma era consapevole che la vita da liceale stava per finire, e quindi doveva iniziare a pensare cosa volesse fare della sua vita, ma non aveva nessuna idea.
Era un ragazzo fortunato, e questo lo sapeva bene, anche perchè la sua famiglia lo avrebbe supportato sempre.
Fissò gli occhi ambrati della sua ragazza perdendosi, e dolcemente le prese una mano.
La cinesina arrossì vistosamente, anche perchè non riusciva a credere di essere fidanzata con il ragazzo dei suoi sogni.
Era strano essere la ragazza di Rei Kon, ma le piaceva stare con lui, soprattutto perchè la faceva sentire come una principessa.
La cheerleader alzò lo sguardo, e mise un'altra mano su quella del ragazzo.
Quello era il momento perfetto, e così, con una voce tremante disse:
"Io ho paura di quello che sarà di noi, in fondo non so neanche che università frequenterai. Ho paura della distanza e non ho intenzione di essere solo la fidanzatina del liceo. Quello che provo per te è qualcosa di magico, qualcosa che non ho mai provato per nessuno. Semplicemente, ti amo".
Rei rimase imbambolato, non era sicuro di aver sentito quello che aveva sentito.
Non riusciva a credere che la sua dolce Mao condividesse quei pensieri.
Velocemente scostò la sedia, per poi prendere posto accanto alla sua fidanzata, che poco dopo strinse a sè.
Le posò un bacio sulla fronte, e fissandola negli occhi dolcemente disse:
" È strano pensare che tutto questo sta per finire, ma con te non ho intenzione di arrendermi. Ti amo anche io, ma non so cosa succederà alla New York University, ma ti prometto che ci sarò sempre per te".
Un piccolo luccichio illuminava gli occhi di Mao, e prontamente si spinse verso Rei.
Con le labbra leggermente scostate da quelle del cinese, mugugnò:
"Columbia" .
"Stessa città" rispose il ragazzo dall'aspetto felino sorridendo allegramente.
Era davvero un ragazzo fortunata, ne era sicuro.
"Devo fare una cosa" disse improvvisamente lui alzandosi dalla sedia, per poi avvicinarsi al dj.
Mao osservava la scena da lontano cercando di capire cosa stesse succedendo senza successo.
Ad un tratto sentì la voce di Rei in lontananza, le sembrava di vivere in un sogno.
Il cinesino rivolse uno sguardo dolce alla sua amata, e cercando d'intonare un brano iniziò a cantare.
 
Days like these lead to
Nights like this lead to
Love like ours
You light the spark in my bonfire heart
People like us, we don't need that much
Just someone that starts,
Starts the spark in our bonfire hearts


"Ecco come mi sento" sussurrò il giovane appena ebbe finito di cantare, Mao corse velocemente verso di lui, mentre il loro bacio veniva applaudito dagli amici.
Il mattino seguente la biblioteca sembrava essere più popolata del solito, anche perchè i professori avevano consigliato ai loro studenti di fare ricerche.
Kei e Mathilda stavano cercando di studiare filosofia, e la giovane tedesca aveva una strana espressione dipinta sul viso.
"Non ci capisco nulla" sbottò la rosina, continuando a fissare le pagine esasperata.
Il moscovita fissò la sua ragazza con uno sguardo divertito, e con un tono freddo disse:
"Schopenhauer è davvero semplice, non capisco cosa non ti è chiaro".
"Praticamente non riesco a capire come la vita possa sembrare solo un illusione, per me non ha senso. E poi non mi piace come definisce l'amore" rispose la cheerleader con un sussurro.
Quella materia l'aveva sempre affascinata, ma a causa dello stress non riusciva a concludere nulla.
"È un discorso piuttosto semplice, Mathilda" rispose il russo dai capelli argentati con un tono di sfida, soprattutto perchè amava mettere in difficoltà le persone a cui voleva bene.
"Un corno è semplice! Cioè come può il sesso, ad esempio, essere un piacere effimero. Per quanto mi riguarda è  qualcosa di più" lo rimbeccò lei sostenendo lo sguardo del fidanzato.
"È un piacere passeggero, fittizio direi, anche perchè è solo un piacere fisico che non ti cambia la vita e una volta soddisfatto quel desiderio non ti resta più nulla. Carpe diem, Mathy" concluse il giovane riprendendo a leggere il suo libro.
La tedesca continuava a fissare il moscovita con uno sguardo interdetto, anche perchè non riusciva a capire dove voleva arrivare il suo ragazzo con quel discorso.
"Quindi, tu cosa ne pensi di Schopenhauer?" domandò la cheerleader con un tono appena percettibile.
"Concordo con lui" rispose Kei con una voce fredda.
Tutte quelle cose smielate non gli interessavano e non gli sarebbero mai interessate, ma quel discorso lo stava divertendo molto.
La tedesca iniziò a scrutare il suo ragazzo con un'espressione delusa, e tristemente disse:
"Quindi tu non pensi che fra noi ci sia qualcosa di serio".
Kei alzò un sopracciglio, e con un tono beffardo disse:
"Non essere sciocca Mathilda"
I due si fissarono per diversi secondi, e fra i due sembrava essere sceso un silenzio carico di significato.
Mathilda si sentiva una perfetta illusa, in fondo cosa poteva avere una ragazza come lei?.
Non si sentiva all'altezza del giovane moscovita, ma nel suo cuore provava sentimenti forti e puri che erano stati feriti da quella discussione.
Kei, invece, sapeva di provare affetto per la cheerleader ma non aveva intenzione di rivelarle cosa provava, o almeno non lo avrebbe fatto finché non ne fosse stato totalmente sicuro.
Aveva una figlia, e sapeva perfettamente che nella vita della bambina non dovevano entrare troppe donne, e con la consapevolezza di quel pensiero decise di cambiare argomento.
"Vieni al ballo con me" asserì la giovane spia con un tono che non ammetteva repliche.
La ragazza fissò il fidanzato con uno sguardo iroso, e con una voce arrabbiata disse:
"Hiwatari, non è questo il modo".
Desiderava andare al ballo con lui, ma si era sentita offesa da quel comando poiché le era sembrato di essere paragonata ad un oggetto.
Kei guardò la tedesca con un sorriso - che assomigliava più ad un ghigno- ed essendo soddisfatto da quella risposta, ammorbidendo il tono disse:
"Vieni al ballo con me?".
La giovane sorrise dolcemente e abbracciando il fidanzato disse di sì.
 
Intanto, nel bagno del liceo quattro ragazze stavano discutendo riguardo un test di gravidanza.
Sonja era piuttosto nervosa, anche perchè la precedente esperienza l'aveva segnata profondamente.
Aveva paura di essere abbandonata, nonostante il suo ragazzo le avesse chiaramente detto di voler trascorrere la sua vita con lei.
Hilary stringeva convulsamente quel bastoncino, mentre Mariam e Julia erano appoggiate al muro con un'espressione assorta.
La corvina ricordava perfettamente cosa aveva provato quando aveva fatto il test, ed era certa che se avesse dovuto ripetere quell'esperienza in quel momento ne sarebbe stata felice, nonostante desiderasse vivere appieno la sua vita.
"Positivo" sussultò improvvisamente Hilary con una voce rotta dall'emozione e correndo ad abbracciare l'amica.
La russa non riusciva a trattenere le lacrime per la felicità e non vedeva l'ora di annunciare il suo stato al fidanzato.
Il suo volto poco dopo cambiò espressione, e restando attaccata alle sue amiche disse:
" E se mi lascia anche lui?" .
Le Blue Roses si fissarono per un istante, e la spagnola decise di prendere parola.
"Cognatina, se Boris ti lascia io e Yuri lo faremo fuori procurandogli una morte lenta e dolorosa".
La ragazza scoppiò in una fragorosa risata, riuscendo ad allontanare quei fastidiosi pensiero.
Si strinse fra le braccia della fidanzata del fratello e le rivolse un sorriso grato.
"Se mio fratello ti lascia è un coglione" asserì la giovane moscovita con un'espressione seria.
Secondo la rossa, Julia era l'unica ragazza che potesse star bene con suo fratello, anche perchè praticamente l'adorava, e sapere che sarebbero state insieme in Russia la rendeva estremamente felice.
Non sarebbe stata sola quella volta, ne era certa.
Improvvisamente qualcuno entrò nel bagno, rivelando la presenza di Queen.
La spagnola ancora non credeva al cambiamento della ragazza, ma sapeva che doveva ringraziarla per il salvataggio, iniziò a squadrare la corvina, e pochi istanti dopo le si parò davanti, e incrociando le braccia davanti al petto disse:
"Sinceramente, non mi fido di te, ma vorrei sapere com'è nata questa storia dello spionaggio".
Queen fece saettare su Mariam, l'unica persona che era a conoscenza di tutta la verità.
- Dovresti raccontare tu la verità- le aveva detto la sua amica con un tono serio mentre era con lei in ospedale.
Era stato strano avere intorno la sua ex nemica, ma le era anche piaciuto e durante il periodo di degenza avevano parlato davvero tanto.
La cantante aveva ascoltato tutta la storia senza giudicarla, le aveva raccontato cosa aveva passato passato con le sue amiche, ma soprattutto si erano nuovamente confrontate, e per Queen erano stati importanti quei dialoghi.
Ovviamente provava ancora invidia, ma l'affetto che le aveva dimostrato Mariam riusciva a domare quel fastidioso sentimento.
"Dovresti parlare" sibilò la capo cheerleader accennando un sorriso d'incoraggiamento.
Sapeva che le sue amiche dovevano conoscere la verità, ma non aveva intenzione di assolvere un compito che non le toccava.
Queen rispose al sorriso, e dopo un attimo di esitazione prese parola.
"Che io sia stata cattiva, malefica e subdola è chiaro, ma le cose sono cambiate a San Valentino grazie a Raul".
"Non so quanto tu ci tenga a mio fratello, ma se tu gli spezzi il cuore, io ti spezzo le gambe. Chiaro? È una persona meravigliosa e merita il meglio… ma con te sembra felice, e se lui sta bene anche io sto bene" l'interruppe Julia con una voce incerta.
Voleva davvero bene a suo fratello, e spesso aveva paura delle scelte che faceva il suo gemello. E se in un primo momento non aveva creduto in quella stramba relazione, lentamente stava iniziando a cambiare idea.
Gli occhi di Queen, infatti, sembravano essere animati da dolci emozioni e sembravano anche sinceri.
"Lo so che tuo fratello è una persona speciale, ed è proprio grazie a lui se ho iniziato il lavoro di spia, ma avevo bisogno di una compagna che per fortuna è arrivata: Crystal.
Se volete sapere la verità io conoscevo già quella ragazza, ma solo dopo un incidente avvenuto nella sua scuola è riuscita a raggiungermi.
Il caso su cui stavate lavorando in Messico era sotto controllo da mesi, e per puro caso è toccato a voi e quei tipi avevano intenzione di colpire la sera della sfilata.
Io e Cry dovevamo proteggervi, ecco perchè ho fatto quello che ho fatto".
Julia ed Hilary si guardarono con uno sguardo vacuo, e nessuna delle due osava spezzare il silenzio che si era creato.
"Quindi ci stavi solo proteggendo" esclamò la giapponese continuando a fissare il vuoto.
Non riusciva a credere a quelle parole, nonostante gli avvenimenti iniziassero a combaciare alla perfezione.
" Ma ciò non giustifica il male che hai fatto in passato" disse Julia indurendo il timbro delle sue parole.
Ed era proprio per quel motivo che non riusciva a crederle.
La corvina accennò un sorriso, e con calma riprese a parlare.
Si era pentita di quello che aveva fatto, ma la vita più semplice che stava conducendo le piaceva, soprattutto perchè non si sentiva più sola.
"In passato ho agito male, e per quanto possa sembrare strano … mi dispiace".
"Stop!" esclamò Mariam mettendosi al centro del gruppo e guardando tutte le sue amiche.
Julia stava per dire qualcosa, ma la capo cheerleader la interruppe nuovamente.
Prese posto accanto a Queen, e iniziò a parlare.
"Non credete che proprio perchè ci ha salvate dovremmo crederle? E poi se avesse finto, che motivo avrebbe avuto di farlo? Saremmo state fuori gioco, e invece si è impegnata nelle ricerche.
Se avresse voluto distruggerci poteva rovinare il nostro torneo, e invece di farlo è stata al suo posto. Ha aiutato le sue nemiche mettendo da parte l'orgoglio, ed è per questo che le ho dato una possibilità".
Le due cantanti sembravano scosse dalle parole della loro amica, ma non potevano far altro che concordare, anche perchè aveva ragione. Hilary scambiò uno sguardo complice con Julia, e poco dopo tese una mano verso Queen, che la fissava allibita.
Le sembrava di vivere un sogno, un meraviglioso incanto dove lei veniva perdonata anche dalle altre.
"Se le cose stanno così … benvenuta fra noi" disse la Tachibana in un sussurro.
"Si, benvenuta" biascicò Julia con una nota d'incertezza nella voce.
Riteneva quella situazione assurda, ma aveva compreso diverse cose, nonostante altre le erano poco chiare.
Ben presto giunse la sera del ballo di fine anno, e le ragazze sembravano essere in preda ad una forte frenesia.
Avevano lavorato per giorni sul tema di quell'evento che desideravano fosse perfetto, e collaborando con i ragazzi erano sicure di aver fatto un buon lavoro.
Ma quando varcarono l'ingresso della grande sala dovettero ricredersi, era tutto perfetto, forse anche per il tema scelto: Ballando fra i ghiacci.
I colori scelti, il bianco e l'azzurro, sembravano illuminare tutto l'ambiente conferendogli una bellezza etera, in fondo alla sala era stato posto un piccolo palco dove si stava esibendo una band, mentre cristalli di ghiaccio sembravano brillare quando venivano colpiti dalle luci.
Tutto era perfetto, e il gruppo osservava il loro lavoro con un'espressione stupefatta e meravigliata, ma felici di partecipare a quel ballo che li avrebbe visti protagonisti, e poco dopo raggiunsero i tavoli riservati.
"È tutto perfetto" disse Eveline allegramente stringendo una mano di Max mentre si stava rivolgendo alla sua amica d'infanzia.
"E questo è solo l'inizio" sussurrò Mariam facendo un occhiolino all'amica.
"Questa canzone è stupenda, vieni a ballare con me" esclamò la bionda trascinando la corvina al centro della pista, mentre Ozuma e Max ridevano per l'espressione di Mariam mentre veniva trascinata.
"Sono bellissime" asserì Max guardando le due cheerleader avvolte nei loro vestiti di raso, diversi solo nel colore, con un tono emozionato.
Ozuma alzò un sopracciglio con un'espressione interdetta, anche perchè non capiva cosa volesse dire il suo amico.
Per un po' lo aveva odiato, ma nonostante le cose si fossero risolte non aveva ancora chiarito quella vecchia discussione avvenuta prima di Natale, e non aveva intenzione di lasciare il liceo senza aver risolto quella fastidiosa questione.
Diverse volte aveva pensato di parlare con il biondo, ma a causa dell'orgoglio non aveva mai provato a parlargli o chiedere cosa pensasse, ma ormai la fine di tutto, e così, cercando di restare calmo prese parola.
"Io e te non abbiamo mai risolto, ma prima di lasciare questa scuola voglio chiederti scusa per quel pugno".
L'americano guardò il compagno con incertezza, ma poco dopo si dipinse sul suo viso un sorriso sincero.
Effettivamente non ci aveva più pensato alla loro discussione, e candidamente disse ciò che pensava.
"Credo che debba essere io a scusarmi, ho sbagliato io. Ma in ogni cosa è acqua passata, ed ora andiamo dalle nostre dame".
"Amici?" aggiunse Ozuma allegramente.
"Ovviamente" rispose il biondo alzandosi dal tavolo, e indicando all'amico di seguirlo.
Era trascorsa un'ora dall'inizio della festa, e presto giunse il momento dell'elezione del re e della regina del ballo.
Le cheerleader non si sentivano per niente entusiasmate per quell'avvenimento, ma comunque avevano deciso di dividersi i voti.
Uno dei professori prese la busta con il verdetto, e cercando di attirare l'attenzione degli studenti fece stridere il microfono, disturbando i partecipanti.
L'uomo lesse velocemente i nomi sulla busta, e poco dopo annunciò i nomi di Mariam e Ozuma, che dovevano dare inizio ad un lento.
I due si fissarono con un'espressione imbarazzata, soprattutto perchè non amavano essere al centro dell'attenzione.
Una dolce melodia iniziò ad echeggiare ed il ragazzo cinse i fianchi della sua fidanzata, che gli sorrideva con dolcezza.
 
 
I'll be your love
I'll never make you feel, feel alone
If yesterday blindfolds your eyes
I'll bring you tomorrow

 
Non riuscivano a credere di essere finalmente giunti alla fine di quel percorso, insieme soprattutto.
"Sei bellissima" sussurrò Ozuma con dolcezza e scostando una ciocca di capelli dal viso della sua amata.
Lei gli sorrise, e ridacchiando disse:
"Anche tu non sei male".
Quelle semplici parole lo riportarono alla prima festa dell'anno e durante quell'occasione lei gli aveva rivolto le stesse parole, e ciò lo divertiva molto.
La sua ragazza non sarebbe mai cambiata, e gli andava bene lo stesso, soprattutto perchè l'amava per quella che era.
La strinse ancora di più a sé, e desiderava che tutte quelle emozioni non finissero mai, e sapere che sarebbero stati insieme anche all'Università gli riempiva il cuore.
 
There's a time, you feel like you're lost
Feel the night will never end
Through the daybreak
It's hard to hold on
But there is tomorrow
Brings you to your senses
As the sun make it's way
You'll make it there
To the place where reality and dreams,
And love will be together
I'll keep the light from fading
If the clouds blind your way
And the wind sways your faith

 
Intanto, Julia prese per mano Yuri, e prestando poca attenzione alle proteste del russo lo trascinò al centro della pista.
"Sicuro che mi vuoi con te in Russia?" chiese la spagnola intrecciando le braccia
dietro il collo del fidanzato.
"Fernandez … sei mia" sibilò il moscovita con freddezza.
La spagnola incontrò lo sguardo di Yuri, e alzandosi sulle punte gli posò un dolce bacio.
Istintivamente disse ciò che provava da molto tempo.
"Ti amo, Yuri".
Il rosso accennò un lieve sorriso, e si appropriò nuovamente delle labbra della sua ragazza.
Tutto gli sembrava perfetto, nonostante avesse un po' paura del futuro, ma in quel momento non gli importava.
 
Don't you cry
Over the past
Some days might be gray
And dreary
Not easy to leave
To leave it behind
'Til the rain stops in silence
I'll be there to hold your heart
I'll be with you
'Til you find the reason for love
We take it for granted
We'll keep the time from fading
'Cuz the world is here to stay
Your hope is deeper than pain

 
Anche Eveline e Max avevano raggiunto la pista.
Non parlavano, ma i loro sguardi sembravano essere incatenati dalla magia dell'amore.
Avevano paura che la distanza potesse separarli, ma nessuno dei due aveva intenzione di perdere l'amore trovato, e continuando a ciondolare congiunsero le loro labbra in un dolce bacio.
 
 
I'll be your love, I'll be your light
I'll never make you feel, feel alone
If yesterday blindfolds your eyes
I'll bring you tomorrow.

 
Takao stava stringendo a sé Hilary, che sembrava immersa nei suoi pensieri.
Era felice di avere un fidanzato come Takao, ma aveva paura per il suo futuro.
Non sapeva cosa fare nella sua vita, e l'unica certezza era solo il suo ragazzo.
"Andrà tutto bene" mugugnò il moro con dolcezza, ma pestando erroneamente un piede della sua ragazza, che gli rivolse uno sguardo omicida.
"Sei sempre il solito" esclamò la ragazza con un tono falsamente arrabbiato.
"Scusa" ballettò il moro dispiaciuto, mentre sul volto della ragazza si disegnava un sorriso beffardo.
"Ma quanto sei scemo" aggiunse la castana ridacchiando e facendogli capire che stava scherzando.
"Sei una pazza" disse lui ridacchiando, per poi baciare la sua ragazza per impedirle di rispondere.
Era tutto perfetto, e non voleva rovinare quel momento dove esistevano solo loro.
 
 
If you would believe
Believe in the world
A vision of love
And the strength inside your heart
You'll find a way

 
"Dobbiamo parlare" disse Sonja con dolcezza.
Desiderava confessare il suo segreto al suo ragazzo, e quella musica così dolce sembrava rendere il momento perfetto.
"Ti ascolto" rispose Boris con un tono calmo, nonostante avesse paura che la sua rossa volesse lasciarlo, ma la reazione della giovane sembrò tranquillizzarlo.
Difatti, la piccola Ivanova aveva intuito i pensieri del suo fidanzato e per calmarlo aveva deciso di stringersi maggiormente a lui.
"Sono incinta" mormorò la cheerleader con una voce rotta dall'emozione.
"Cosa?!?" esclamò il platinato con una voce stridula.
Non riusciva a credere a quelle parole, mentre la giovane lo fissava con uno sguardo triste e preoccupato.
Aveva paura che lui l'abbandonasse, ma prima che una lacrima solitaria potesse scendere dai suoi occhi lui la sollevò in braccio, incurante degli altri ragazzi.
"Sei la persona migliore che io conosca".
"Anche tu, Boris".
 
 
I'll be your love, I'll be your light
I'll never make you feel, feel alone
If yesterday blindfolds your eyes
I'll bring you tomorrow
I'll be your love, I'll be your light
I'll never make you feel, feel alone


Improvvisamente si udì un boato, mentre diverse schegge di vetro delle finestre, ormai distrutte cozzavano sul pavimento.
I ragazzi afferrarono le rispettive fidanzate, mentre il resto degli studenti cercavano di scappare disperati, mentre le tre cantanti iniziarono ad avvertire nuovamente la paura.
Non poteva succedere nuovamente.
"Non ti succederà nulla sta volta, lo giuro" sibilò Ozuma correndo a perdifiato e tenendo la mano di Mariam che annuì.
"Non ho alcuna intenzione di rivivere l'incubo, ma dobbiamo trovare Hilary e Julia" rispose la ragazza cercando di non non inciampare nel vestito.
 
"Che diamine sta succedendo?" sbottò Julia cercando riparo dietro un muro.
Aveva paura che potesse essere nuovamente rapita per qualche losco motivo, e sapere di essere disarmati non aiutava a tranquillizzarla.
"Qualunque cosa sia, sappi che non è nulla di buono e questa volta il soggetto potrebbe essere un'altra persona" rispose il moscovita dai capelli fulvi con un tono freddo e distaccato, nonostante avesse paura.
Aveva capito cosa stava per succedere, e doveva trovare assolutamente Boris.
"Chi?" chiese la spagnola con una voce strozzata.
"Sonja. Ma non è il momento di parlare".
 
Intanto, proprio la piccola Ivanova era rimasta sola e sapeva bene cosa stava per succedere.
Da diversi anni aveva provato a scappare da quella vita fatta di bugie e tradimenti, ma a quanto sembrava il suo ritorno in Russia stava per essere anticipato.
Era con le spalle al muro, ma era decisa a non arrendersi e a lottare per la sua libertà.
"Che cosa vuoi?" disse la giovane guardando con freddezza l'uomo che le stava davanti, che le sorrise con cattiveria.
"Ivanova, Ivanova, Ivanova …" iniziò a dire lui con una voce glaciale mentre ripeteva quel cognome come una cantilena.
La ragazza iniziò a sentire il sangue ghiacciarsi nella sue vene, ma non aveva alcuna intenzione di farsi sopraffare dalla paura nonostante la pericolosa vicinanza del suo aguzzino.
"Dovresti venire con me, lo sai anche tu" continuò l'uomo dal forte accento russo.
"Mai! Qui non ho ancora finito, e lo sai" rispose la russa con astio.
"Questo lo so, ma abbiamo bisogno di te Sonja" rispose lui afferrando la giovane con forza, che immediatamente si mise una mano sul ventre ancora piatto.
Fu una questione di un secondo, che furono seguiti da attimo di silenzio mentre la russa si sentì trascinare da una presenza familiare, ma la ragazza si rifiutava di guardare.
"Lei resta con me" era stato Boris a parlare, cercando di proteggere la sua fidanzata.
L'uomo sorrise, e con fare teatrale disse:
"Ci rivedremo ragazza mia".
Per poi sparire nel nulla.
Il palatinato si voltò verso la madre del suo futuro bambino, e con un tono imperativo disse:
"Adesso mi racconti cos'è successo".
Aveva paura per la sua fidanzata e per la creatura che lei portava in grembo, e giurò sulla sua vita che avrebbe protetto la sua futura famiglia.
"Non è il momento questo Boris, ma appena saremo diplomati dobbiamo andarcene. Promettilo" disse la moscovita con un tono supplicante, mentre il russo le cingeva dolcemente i fianchi.
"Tutto per te" rispose lui con dolcezza, ed insieme uscirono da quel luogo semi distrutto.
I giorni erano passati troppo velocemente, e presto era giunta la notte prima degli esami ed Hilary era in preda ad un pianto isterico.
Ogni volta che qualche suo amico le rivolgeva domande sull'esame lei scoppiava e ciò la faceva sentire in colpa, soprattutto perchè sapeva che quell'atteggiamento era sbagliato, soprattutto perchè sapeva di essere pronta.
"Sta calma, tu sei intelligentissima e supererai l'esame alla grande" scrisse Takao, magari non l'avesse fatto.
Infatti quella frase sembrava aver urtato ancora i nervi della giapponese, che iniziò ad inveire contro il suo ragazzo con espressioni colorite, dimenticandosi di essere in una chat di gruppo.
"Ma la volete finire?" scrisse Mariam mentre cercava di dormire, anche perchè alle tre di notte quella maledetta chat sembrava essere più animata del solito, ed il continuo vibrare del cellulare non le faceva chiudere occhio, ma principalmente la sua insonnia era causata dall'ansia.
"Il mio cellulare sembra un vibratore" aggiunse Julia, inserendo diverse faccine arrabbiate.
"Voi non potere capire! Domani sarà una catastrofe, non usciremo vivi da quel liceo" scrisse Hilary con un'espressione melodrammatica dipinta sul viso, per poi riprendere nuovamente a piangere.
"Ricoverati, Tachibana" scrisse Kei, alquanto infastidito dai suoni della chat.
Effettivamente non gli importava dell'esame, semplicemente gli bastava ricevere quel pezzo di carta per poi andare via da quella città.
"Fallo tu Hiwatari" rispose Hilary arrabbiata, per poi rimuovere l'amico dal gruppo, il quale osservò il cellulare interdetto per poi abbandonarlo sul comodino.
"Hilly, qualunque cosa accada cercheremo di aiutarci" aggiunse Ozuma con calma, e immediatamente anche Takao riprese a scrivere, nonostante fosse arrabbiato con la sua fidanzata.
"Amore, vedrai che ce la faremo insieme, ma ora va a dormire".
La ragazza rispose con un sorriso, e sentendosi leggermente più rilassata lentamente raggiunse le braccia di Morfeo.
 
Il cellulare di Mariam iniziò a vibrare, e la ragazza leggendo il nome sullo schermo.
"Hey" sussurrò la corvina con una voce impastata dal sonno ma comunque serena.
"Ciao, non riesco a dormire" disse Eveline con un tono carico di emozioni.
La bionda avvertiva un forte senso di ansia per quell'esame e aveva bisogno di parlare con la sua migliore amica.
"Se ti fai le flebo di caffè mi sembra ovvio" scherzò la cantante facendo ridere l'amica.
"Ma sta zitta, sono le tre e sei ancora sveglia, quindi …".
"Quindi dovrò ucciderti! Stavo proprio per addormentarmi" asserì Mariam sorridendo, e poco dopo aggiunse: " Sei a casa?" .
"No, sono sotto la tua finestra, ho pensato di passare questa notte con te".
Mariam abbandonò il cellulare sul letto e corse ad aprire la finestra, dove veramente c'era Eveline che le regalò un dolce sorriso.
"Mi fai entrare o vuoi la tua amica sulla coscienza?" urlò la bionda facendo una smorfia.
Mariam chiuse la finestra, e scese velocemente le scale per poi aprire la porta, ritrovandosi poco dopo le braccia della sua migliore amica al collo.
"Avevo bisogno di te" sussurrò Eveline scoccando un bacio sulla guancia della ragazza che considerava come una sorella.
Stava davvero bene con Mariam, e quando era con lei sapeva che tutto sarebbe andato bene, e lo stesso era per la cantante, e così insieme si recarono nella camera della corvina, dove poco dopo presero sonno.
Tutto stava finendo esattamente com'era iniziato tre anni prima, quando il loro prezioso gruppo era composto solo da quella coppia.
 
Tutto il gruppo era riunito fuori della scuola, in attesa della campana che avrebbe dato inizio all'inferno, ma nessuno osava biascicare parola.
Ben presto quell'orribile suono rimbombò nelle orecchie degli studenti, che stancamente raggiunsero l'aula del test, che dopo diverse formalità ebbe inizio.
Alcuni studenti si lanciavano sguardi interdetti, altri erano concentrati sulle domande, altri ancora cercavano di copiare, mentre la paura lentamente si affievoliva nei loro animi, dando spazio alla concertazione.
I fogli bianchi, pieni di domande assurde lentamente venivano macchiati dall'inchiostro nero, e ogni volta che qualche studente consegnava il compito lanciava uno sguardo assorto ai propri compagni di classe.
Diverse ore più tardi i diplomandi erano in attesa dei risultati, iniziando a far riemergere un forte senso d'insicurezza.
"Ce l'abbiamo fatta?" domandò Takao con un'espressione speranzosa.
Era davvero preoccupato per l'esito dell'esame per cui aveva studiato, e sapere che dopo aver preso il diploma sarebbe partito con Hilary lo rendeva davvero felice.
"Dovremmo attendere i risultati ed iniziare ad indossare le toghe" rispose Mathilda con una voce assorta.
Improvvisamente videro un docente emergere dell'aula che aveva fra le mani un cartellone su cui probabilmente erano scritti i risultati.
Il gruppo corse velocemente verso il professore, e prima che potesse formarsi un ammasso di studenti lessero velocemente i risultati.
Ce l'avevano fatta tutti e nonostante i professori li avessero terrorizzati per un anno intero - forse solo per il piacere sadico di farlo- avevano finalmente superato il primo passo importante della loro vita.
 
 
Il parco del liceo era stato agghindato con i colori della scuola, mentre uno striscione faceva da padrone, dove c'era scritto "Congratulazione classe del 2011-2012"
Il gruppo più popolare e popoloso della scuola aveva occupato la prima fila, che veniva chiusa dai familiari degli studenti, che osservavano i loro figli commossi.
"Ce l'abbiamo fatta" trillo Julia allegramente.
Si sentiva libera e non riusciva ancora e credere di essere in quel posto.
"Esattamente! E poi si parte" rispose Mao allegramente, nonostante non si sentisse ancora pronta per il futuro.
Un forte squillo di tromba diede inizio alle cerimonia, riuscendo ad attirare l'attenzione  dei liceali.
Lentamente tutti salirono sul palco, e dopo aver ricevuto il diploma e stretto la mano al preside, tutti condividevano le  stesse emozioni confuse fra tristezza e felicità. Erano liberi da quel liceo, liberi di iniziare a scegliere da adulti, mentre il pensare al futuro li preoccupava.
Ognuno avrebbe preso una strada diversa, e tutti speravano di non perdere quelle meravigliose amicizie.
Finalmente giunse il momento dell'ultimo discorso: quello di Mariam.
La ragazza guardò uno ad uno i suoi compagni di corso, ed in quel momento decise d'ignorare quello che aveva preparato, prese un lungo respiro e sistemando meglio il microfono iniziò a pensare ciò che voleva dire, e decise scegliere il suo cuore.
"Compagni, amici, siamo finalmente giunti al diploma e chissà dove ci porterà il destino.
In questi anni sono cambiate tante cose, io stessa mi sento diversa e questo lo devo alle mie amiche.
Ecco, è proprio a loro a cui voglio rivolgere il mio primo pensiero.
Le mie amiche mi hanno accompagnata in questo percorso dal secondo al quinto anno, e con loro ho fatto le migliori esperienze della mia vita, e auguro loro di avere successo nella vita, proprio questa vita che ci spaventa tanto.
In questo liceo abbiamo passato una buona parte della nostra vita fra studio, gite e anche musica, ma soprattutto è stato un porto sicuro e i nostri docenti ci hanno fornito un'ottima preparazione, e per questo li ringrazio a nome di tutte le classi del liceo.
Ma proprio oggi stiamo per abbandonare questo posto, a volte davvero odiato, e dobbiamo iniziare a crescere… imparare a vivere.
Grazie a tutti".
Lo sguardo della corvina finì sulla sua famiglia che le stava sorridendo da lontano.
Per anni aveva pensato che suo padre non ci sarebbe stato per quell'evento, e invece si era sbagliata.
Era semplicemente felice di averli tutti lì, per lei, pronti a sostenerla in quel giorno importante.
Quel discorso era arrivato nei cuori degli studenti come una doccia fresca, ma contemporaneamente aveva scaldato i loro animi.
Tutti afferrarono i priori copricapi, e com'era da traduzione essi furono lanciati in aria danzando nel cielo.
"È davvero finita" mormorò Raul stringendo le mani di Julia e Queen con dolcezza.
"Già" mugugnò la gemella flebilmente e con uno sguardo velato dalla tristezza.
Per tanto tempo aveva desiderato finire quel percorso di studi, ma in quel momento desiderava che fosse durato ancora un po'.
"Non è finita" intervenne Hilary ammiccando all'amica e facendo cenno al gruppo di seguirla.
Poco dopo gli atleti e le cheerleader raggiunsero l'ingresso dell'edificio, e istintivamente si presero tutti per mano.
"Insieme, no?" sussurrò la giapponese con una voce rotta dall'emozione.
"Al mio tre varcheremo questo cancello".
Si scambiarono tutti uno sguardo complice, e rivolgendo un sorriso al liceo, insieme attraversarono l'uscita,  consci del fatto che la loro avventura era appena iniziata.
Alcuni si sarebbero persi, altri avrebbero avuto fortuna, mentre alcune amicizie sarebbero cambiate, ma attraversando quel portone nulla era stato più importante di quel magnifico, unico, emozionante ed irripetibile anno di liceo.
 
Erano stati nemici per molto tempo, e solo dopo molto tempo avevano stabilito un legame, ma comunque sarebbero andate le loro vite le Barbie e le Scimmie avevano firmato un capitolo importante del Beyblade High School: il loro.
 

 
 
 
FINE.

 
 
 
Spazio autrice:
Ed eccomi qua, a postare l'ultimo capitolo di questa fanfiction che spesso mi ha vista sclerare, ma anche emozionare.
Da dove iniziare? Dai credits.
Le canzoni in questo capitolo sono "
Get it right - Miley Cirus", "Bonfire hart - James Blunt" "I'll be youre love - Nichole Scherinzger".
 

Confesso, non riuscivo a scrivere questo capitolo, forse perchè era l'ultimo, forse perchè non volevo lasciare questa storia iniziata quattro anni fa, e per l'aiuto e le motivazioni ringrazio Henya per il supporto, ed il mio ragazzo per tutti i consigli e per aver ascoltato tutti i miei dubbi e ovviamente per le recensioni.
 
Come avete potuto leggere in questo capitolo Sonja ha avuto un bel ruolo, e tenetelo a mente, perchè è proprio da li che partirà il continuo ( Silent Tears per la cronaca).
Già, questa storia vedrà un seguito, non può finire così xD.
Ci sarà tanto altro da raccontare …
Che dire, spero di non essere stata troppo smielata e di aver dato un giusto finale a questa mia storia, iniziata per gioco tempo fa.
 
Ammetto che scrivere questo capitolo mi ha riportata indietro nel tempo… avete letto il dialogo fra Mathilda e Kei? È un dialogo che davvero c'è stato, con la differenza che ho zittito il prof che rompeva sul mio percorso (razionalità ed irrazionalità dell'amore) ed il pianto di Hilary? Beh, la sera prima dell'esame io ero in quello stato... Mi sentivo pronta, ma non facevo altro che piangere, per poi ritrovarmi alle 3 di notte sul balcone a mangiare un gelato con il mio migliore amico.
Diciamo che è stato divertente xD
 
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la mia storia fra le seguite/preferite/ricordate, chi mi ha seguita e appoggiata in questi anni, chi ha letto e basta … comunque sia, spero di non aver deluso nessuno.
Un grazie di cuore,
Vostra Carmen.
 

 
 
 
   
 
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