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Autore: Zury Watson    15/03/2015    7 recensioni
Mycroft Holmes, si reca al 221B di Baker Street per incontrare Sherlock e il buon dottore con l'intenzione di rivelare qualcosa che potrebbe sconvolgere suo fratello. Ritenendo che sia arrivato il momento per lui di conoscere la verità e sapendo che non sarà semplice spiegare, decide di portare con sé questo qualcosa.
«You know what happened to the other one» - Mycroft Holmes (3x03 - His Last Vow).
Aggiornamenti sospesi fino a terminata revisione dei capitoli online
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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The Other One


Riflesso

Mycroft Holmes non amava trascorrere del tempo con la gente. E nemmeno tra la gente, in effetti. Per sua sorella, però, aveva deciso di fare un'eccezione perché sì, i sentimenti sono una condanna e ti rendono vulnerabile, corruttibile. Soprattutto corruttibile. Bastava una parola detta nel modo giusto e al momento giusto per cambiare le sorti di una giornata, di una conversazione, di una situazione scomoda. Mycroft lo sapeva bene. Del resto faceva lui stesso leva sui punti deboli delle persone per risultare convincente. Ma non poteva dire no a lei. Sua sorella sembrava avere una dote naturale non solo nel portare alla luce eventuali episodi su cui far leva, ma anche nel convincerlo a fare cose che normalmente e da solo non avrebbe mai fatto.
Passeggiare nel pieno centro di Londra, ad esempio. Passeggiare. Non muoversi in un'auto che nemmeno guidi, soltanto per spostarti da un luogo chiuso ad un altro.
La giovane donna al suo fianco si muoveva con sicurezza in mezzo alla distrazione delle persone, passando attraverso la loro fretta di arrivare, di tornare, di non essere scoperte, di nascondersi, di sparire, di sottrarsi a qualcosa o di gettarvisi dentro a capofitto. Lei, perfettamente padrona dei propri muscoli, fluiva passo dopo passo nel cuore della capitale britannica trascinando con sé suo fratello più grande perché non aveva voglia di stare sola anche se non aveva nemmeno voglia di parlare.
In fin dei conti volevano la stessa cosa lei e Mycroft: silenzio. 
Poco importava se attorno c'era il caos. Ciò che la gente avrebbe visto, guardandoli, era una coppia di figure lente, mute e affascinanti nei loro abiti raffinati e nel portamento elegante. Avrebbero detto di loro, i passanti, che senza alcun dubbio lei era la giovane e in cerca di soldi amante di un facoltoso e meno giovane uomo d'affari. Avrebbero pensato che certamente, se avessero spulciato una di quelle stupide riviste di gossip, avrebbero trovato una foto di quell'uomo potendo così soddisfare il misero desiderio di intrufolarsi nell'altrui vita tirando ognuno le proprie conclusioni. Che queste fossero completamente errate era un'altra storia. La giovane Holmes non amava indossare abiti troppo appariscenti o troppo scomodi. Aveva voluto sempre trovarsi pronta nell'eventualità in cui fosse stato necessario scappare via di corsa e dissolversi per le vie della città, qualunque essa fosse. Per suo fratello, però, aveva deciso di fare un'eccezione perché sì, un abito corto e aderente è una condanna e ti rende vulnerabile, visibile. Soprattutto visibile. Bastava un movimento del bacino troppo audace in presenza di una persona troppo stupida per cambiare le sorti di una serata, di una conversazione, di una situazione già di per sé scomoda. Lei lo sapeva bene. Del resto si era vista costretta lei stessa a mettersi in situazioni simili per ottenere qualcosa. Ma non poteva dire no a lui. Suo fratello sembrava avere una dote naturale non solo nella scelta di abiti quasi indecenti in termini di scollature, ma anche nel convincerla a fare cose che normalmente non avrebbe mai fatto.
Indossare quel micro vestito rosso vivo che a stento le copriva il fondoschiena e che si apriva prepotentemente sulla schiena, come una ferita al contrario, ad esempio. Non il solito paio di stivali con un piccolo e comodo tacco, giusto per produrre rumore ad ogni passo. Non i comodi e freschi pantaloni di cotone e niente t-shirt.
L'uomo che le camminava di fianco sfruttava un grande ombrello per sentirsi meno esposto in mezzo alla distrazione delle persone, a quella fretta che nel suo andare, venire e temere rischiava di travolgerlo. Lui, un po' incerto fuori dal proprio ambiente naturale, evitava ad ogni passo ogni possibile contatto con le persone che scorrevano veloci nel cuore della capitale britannica, accompagnando sua sorella più piccola perché non aveva voglia di lasciarla sola anche se non aveva nemmeno voglia di parlare.
In fin dei conti volevano la stessa cosa lui e sua sorella: silenzio.
Certo il fatto che attorno a loro dovesse esserci tutto quel chiasso quando avrebbero potuto starsene in silenzio comodamente seduti sul divano, a casa o al Diogenes Club, era un dettaglio che lo infastidiva non poco. Ciò che la gente avrebbe visto, guardandoli, era una coppia di entità non propriamente identificabili come persone, ma l'ottusità degli osservatori non avrebbe permesso loro di comprendere la complessità degli Holmes, perciò avrebbero inventato pessimi racconti elucubrando su cose che neanche immaginavano potessero esistere. Se per pura casualità fosse passato di lì qualcuno capace di vedere davvero la gente, qualcuno come Sherlock Holmes, ad esempio, ecco se qualcuno come quel consulente investigativo che era loro fratello fosse passato di lì per caso e si fosse fermato a guardarli, ciò che avrebbe visto davvero lo avrebbe mandato dritto al manicomio.
Per quanto impossibile potesse essere, ciò che Sherlock avrebbe visto se avesse incontrato la sua gemella e Mycroft quel giorno sarebbe stata un'inusuale immagine speculare.
Non era Mycroft il gemello della ragazza e infatti non si poteva di certo dire che i due si somigliassero fisicamente. Ma se solo qualcuno fosse riuscito a vederli davvero, quei due, quel giorno... Avrebbe visto che erano l'uno il riflesso dell'altra.
I tacchi vertiginosi della ragazza annullavano la differenza di altezza che ci sarebbe naturalmente stata tra i due. La falcata era in una perfetta non voluta sincronia. Lo sguardo sfuggente ma molto attento, quell'espressione che non si riusciva a capire se fossero arrabbiati, concentrati o semplicemente intenti a sfidare il mondo intero per verificare che non esisteva persona capace di scalfire la superficie della loro essenza. La delicatezza nelle movenze. Quell'aria sofisticata, raffinata ed elegante.
Se per uno strano scherzo del destino Sherlock Holmes fosse passato di lì e avesse visto il preciso istante in cui sua sorella ruppe l'armonia per attorcigliare un braccio attorno a quello di Mycroft senza proferir parola, se per lo stesso strano scherzo del destino Sherlock Holmes fosse stato lì quando Mycroft anziché ritrarsi al contatto la lasciò fare, non si sarebbe lasciato ingannare e avrebbe visto, per quanto impossibile e assurdo, sua sorella fondersi a Mycroft e poi separarsene e ancora fondersi a lui, come due persone che si specchiassero nell'acqua del mare in un riflesso rotto di continuo dal lento andare e venire delle onde.
Come due fratelli uniti da un legame di sangue rotto e poi ricomposto dall'imprevedibile andare e venire degli eventi.




N.d.A.
Ringrazio in anticipo tutti i lettori e chiunque deciderà di lasciare una recensione.

   
 
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