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Autore: Ali_Nott    18/03/2015    2 recensioni
Dal primo capitolo:
"Un rumore secco e sonoro mi provocò quasi un infarto. Saltai indietro mentre avevo messo una mano sul petto, andando perfino a sbattere contro una ragazza che stava passando di lì. Posai gli occhi sulla mano appoggiata sul mio armadietto ormai chiuso, risalendo con lo sguardo fino ad incrociare due occhi chiari che, ormai, conoscevo fin troppo bene.
«Ehi, Moran, ben tornata a scuola» E il solito strafottente ghigno fece capolinea sul suo volto."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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 Capitolo XX


La vita da fidanzata con Adrian era completamente diversa da quella che fino a poco più di un mese prima vivevo.
Sotto alcuni aspetti eravamo ancora i soliti due ragazzi che provavano uno strano piacere nel punzecchiarsi e mettersi a litigare soprattutto per le cose più banali, altri invece ci erano completamente nuovi ed inimmaginabili. Di questi ultimi, specialmente, avevo avuto modo di conoscerne parecchi in un lasso di tempo relativamente breve.
Ad esempio… chi mai avrebbe detto che Adrian fosse un romantico? Io, sicuramente, no di certo.


Quando quella domenica mattina aprii la porta, il mio primo istinto fu quello di richiuderla immediatamente per due semplicissimi motivi: per prima cosa il presentarsi davanti a qualcuno con ancora addosso il pigiama alle undici di mattina inoltrate non è una delle cose più piacevoli del mondo. In secondo luogo la situazione diventa ancor più imbarazzante se, la suddetta persona che ti ritrovi davanti, è Adrian Carter… con una rosa rossa in mano.
E lo feci.
Non gli diedi nemmeno il tempo di dire “ciao” e chiusi con un colpo secco la porta d’ingresso, le guance arrossate per l’imbarazzo mentre mi ritrovai con la schiena poggiata contro la superficie dura, cercando di capire se stessi ancora dormendo o se, effettivamente, non mi fossi immaginata nulla e tutto ciò fosse reale.
Un leggero sospiro fuoriuscì e iniziai a far passare le dita tra i capelli a mo di pettine, lisciandomi poi la maglia e il pantalone del pigiama con il palmo della mano con l’obiettivo di apparire più… presentabile.
Un secondo sospiro e aprii nuovamente la porta, assumendo un’espressione quanto più naturale possibile – anche se andava ignorato il colorito eccessivamente arrossato – e mi schiarii la voce, senza però accennare a dir nulla, troppo in imbarazzo.
Adrian, dal canto suo, non sembrava intenzionato a rendermi la situazione più leggera.
Restava immobile sull’ingresso, la rosa ancora in una mano e un’espressione che poteva essere descritta come l’unione di ilarità, sorpresa e divertimento.
Fece vagare lo sguardo lungo tutto il mio corpo – o forse sarebbe meglio dire sul pigiama blu con su disegnati dei delfini in tutù – e le mie guance divennero se possibile ancor più rosse per l’esame cui ero sottoposta.
Lui se ne accorse e il suo sorriso divertito si aprì maggiormente… il bastardo!
Proprio quando stavo per prendere in considerazione l’idea di sbattergli nuovamente la porta in faccia, Adrian ruppe il silenzio. «Buongiorno Alinuccia. Ti ho portato una cosa.» Mosse poco la mano in cui teneva la rosa, quasi temesse che non l’avessi notata.
«Io… mhn… non ho mai ricevuto una rosa da qualcuno.»
Al sorriso di Adrian si aggiunse qualcos’altro al divertimento. Tenerezza, forse, non saprei dirlo con sicurezza. Fece un passo nella mia direzione e alzò la rosa, facendo sì che i petali sfiorassero delicatamente il mio petto. Dal canto mio, alzai entrambe le mani sul suo volto e lo obbligai ad abbassarsi quanto bastava perché la mia bocca riuscisse ad arrivare indisturbata alla sua, in un bacio delicato. «Ti ringrazio.»
Adrian allora mi abbracciò, tenendomi stretta a sé mentre io con una mano mantenevo il gambo del fiore e con l’altro braccio gli circondavo la schiena.
Non so dire esattamente per quanti minuti, o secondi, restammo stretti uno all’altra, ma poi Adrian mi diede il solito bacio tra i capelli e dopo avermi rivolto un ultimo sorriso andò via.



«A breve sarà il compleanno di Peter, dovremmo organizzare qualcosa.»
Quel giorno il nostro gruppo era molto più ambio di quanto non fosse solitamente. C’eravamo praticamente tutti: io, Melanie, Adrian, Matt, Kaila, Alexander,  Lucas – che a quanto pare aveva superato la rottura con Melanie e i due non si portavano più nessun rancore – e strano ma vero, mio fratello James.
«Io sono negata per le feste, mi spiace!» Alzai entrambe le mani, prima di sporgermi verso il mio frullato e prenderne un altro sorso.
«Perché, c’è qualcosa in cui tu sia portata?»
A quelle parole diedi un pizzicotto sul fianco di Adrian, che si piegò di lato per sfuggire alla mia presa.
«Io potrei provare a dare una mano.» Kaila, che se ne stava seduta tra Matt e James, inclinò leggermente la testa di lato, come se si sentisse in imbarazzo e alzò distrattamente le spalle.
«Brava Koala! Prendi esempio Alinuccia e renditi utile anche tu!» L’ormai conosciuto senso di gelosia iniziò lentamente a riaffiorare dentro di me, svegliandosi dal pisolino a cui per troppo tempo si era lasciato andare. Sbuffai, cercando di non mettermi a fare il broncio e trattenendomi a stento dal non mollare un secondo pizzicotto ad Adrian, stavolta molto più forte del precedente.
Melanie, che invece si trovava perfettamente a suo agio per questo genere di cose, prese al volo l’occasione per mettersi a capo dell’organizzazione della festa, sapendo perfettamente che tutti glielo avremmo lasciato fare per due semplici motivi: primo, nessuno avrebbe poi voluto ritrovarsi ad ascoltare le sue lagne; secondo, organizzare feste le piaceva e riusciva a tirar su sempre qualcosa di carino. «Perfetto! Allora… ci serve una casa! O comunque un posto in cui poter mettere su la cosa. Possiamo anche organizzare qualcosa direttamente a casa sua, ma ci servirà qualcuno che lo terrà impegnato tutto il giorno.»
All’uniscono, sette teste si voltarono a guardare Adrian, che inclinò verso l’alto gli angoli della bocca in un mezzo sorriso. «Pensavo di aiutarvi in un altro modo ma okay… terrò Peter impegnato.»
«Devi per forza farlo tu. Quando entrerà è ovvio che accanto dovrà ritrovarsi il suo migliore amico.»
Melanie, Melanie, Melanie… l’unica del gruppo a sapere sempre qual è la cosa giusta da dire in ogni singola situazione.
«Dovremmo fare un bel video! Cioè, ognuno di noi dovrà fare un video in cui gli farà gli auguri e non so, dirà qualcosa di stupido, o di serio… come preferite! Alla fine lo monteremo e verrà su una cosa bellissima che proietteremo quando Peter e Adrian entreranno.»
«Ma ci avevi già pensato a tutto questo?» James, per la prima volta, si intromise nella conversazione e Melanie quasi sbiancò, forse non aspettandosi che mio fratello le avrebbe rivolto la parola… perché questa reazione così eccessiva, poi, a me non è dato saperlo.
«No… no, certo che no. In realtà sto inventando al momento.»
James annuì con un unico movimento della testa e da quel momento in poi non interruppe più Melanie.
«Mh… okay… comunque, io non canto. Quindi dopo il video facciamo partire la canzone “tanti auguri a te” e chi vuole cantare canta. Ci serviranno tanti palloncini, sia gonfiati ad elio che a… fiato. Ovviamente quest’ultimi verranno gonfiati da voi maschi.»
«Perché noi maschi? Abbiamo Alinee che in quanto fiato ci batte tutti, riesce a prendere più aria lei di tutti noi messi insieme, può farlo-»
«Sì sì sì! Okay, lo faccio io! Nessun problema per me!» Interruppi Alexander un attimo prima che potesse completare la frase e mi lasciai cadere con la schiena contro lo schienale freddo della sedia in acciaio, ignorando le risatine provenienti da alcuni dei ragazzi, Carter compreso.
«Allora vorrà dire che voi maschi penserete ad altro, come ad esempio… la spesa! Qualcosa dovremmo pur mangiare.»
«Ma la spesa è cosa da donne.»
«Oh, ma non ti sta bene nulla! Farai la spesa, punto! E ti porterai dietro Matt e… James. Ci serviranno parecchie cose… dovremmo mettere un tot di soldi a testa per riuscire a prendere tutto.»
«Non facciamo una cosa troppo grande. Poche persone, a Peter non piacciono le cose troppo sfarzose.»
Melanie annuì all’affermazione di Adrian che tra tutti era sicuramente quello che meglio conosceva Peter e ciò che gli piacesse, quindi si fidò subito di quanto le disse senza contestare.
«Bene, ora che abbiamo deciso, possiamo anche andarcene da qui.» Affermò James alzandosi per primo dalla sedia allungando le braccia verso l’alto.
«E dove vogliamo andare?» Chiese Kaila.
James alzò le spalle, gesto che indicava che per lui un posto valeva l’altro.
«Beh, io penso andrò a comprare i famosi palloncini, così sicuramente non me ne dimenticherò.» Dissi io a quel punto alzandomi a mia volta dalla sedia, insieme a Kaila, Adrian e Melanie, poi aggiunsi. «Prima però vado a pagare il frullato, torno subito.»
«Ti accompagno! Devo pagare anch’io…» Quella voce non era di Melanie, né tanto meno di Adrian. E quando vidi Kaila rivolgermi un sorriso, quasi mi sentii in colpa per essermi maledetta per non aver finto non di non aver sentito quelle parole.


Io e Kaila ce ne stavamo in fila dietro ad altre due persone, in attesa di arrivare alla cassa e pagare. Tenevo le braccia incrociate al petto e i soldi ben stretti in una mano, standomene imbambolata a fissare la testa del bambino che mi stava davanti, finché non fui distratta dal suono di voce della mia ex compagna di banco.
«Allora… come va con Adrian?»
La conversazione iniziava proprio male. Non avevo intenzione di parlare con lei dei fatti miei, specialmente se questi riguardavano anche Carter… non dopo che mi aveva “usata” per avvicinarsi a lui, almeno. «Bene.»
Restammo ancora in silenzio, ma poi riprese nuovamente a parlare. «Ti guarda sempre, anche adesso.»
Immediatamente mi voltai e vidi Adrian fuori dal locale insieme a James e Matt, gli unici a non essere ancora andati via, intento ad osservarmi… o forse sarebbe meglio dire osservarci: eravamo troppo lontani e non riuscivo a capire se stesse effettivamente guardando me o entrambe… o lei. Sicuramente non avrei espresso i miei dubbi ad alta voce e, dopo un ultimo sguardo, gli diedi nuovamente le spalle, sbirciando Kaila con la coda dell’occhio prima di fare qualche passo in avanti, sempre più vicina alla cassa.
«So che pensi io abbia sfruttato la tua amicizia per avvicinarmi ad Adrian.»
A quelle parole la mia bocca si schiuse leggermente in un gesto automatico e tutta la mia attenzione era concentrata completamente su di lei.
«Ed in parte è così…»
Beh, il primo passo è ammetterlo!
«Non immaginavo che ti interessasse. Quando mi sono resa conto che la cosa era reciproca era troppo tardi… vedevo come ti guardava, sorrideva parlando di te e io ero così-- gelosa.»
Immagino che Kaila si aspettasse di ricevere una risposta da parte mia, ma il mio cervello non riusciva ad elaborare nessun pensiero logico, come fosse addormentato.
Vedendomi ammutolita, Kaila continuò e, se possibile, ciò che disse mi sorprese ancor di più. «Tranquilla, non mi metterò più in mezzo tra voi due, mi è passata.»
Ma il sorriso triste che sfociò sul suo viso raccontava una storia ben diversa: qualunque cosa provasse nei confronti di Adrian, sicuramente non era passata.
In quel momento, per quanto mi sforzassi, non riuscivo ad essere dispiaciuta per lei, non dopo essermi sentita dire di essere stata usata per interessi personali. Eravamo amiche da tre anni, valeva davvero la pena mettere in discussione il nostro rapporto solo per avvicinarsi ad un ragazzo? Evidentemente, per lei, sì.
Un attimo dopo arrivò il mio turno e, rapidamente, lasciai andare i soldi contati sul palmo della mano della cassiera e, prima di prendere lo scontrino, mi voltai un’ultima volta verso Kaila e le rivolsi un sorriso. Non di quelli che aveva già visto in passato, bensì un sorriso di cortesia, di quelli che dicono “ehi, non preoccuparti, è acqua passata”.
Acqua passata, certo, come lo era anche la nostra amicizia.
Un attimo dopo il mio sguardo era nuovamente indirizzato verso i tre ragazzi all’esterno del locale, ma tra essi uno era quello che davvero stavo guardando.
Non mi importava cosa Kaila avesse intenzione di fare, che volesse farsi da parte o meno, stavolta sarebbe stato diverso.
Non le avrei più permesso di avvicinarsi tanto ad Adrian, né di prendersi alcuna libertà con lui.
Non le avrei permesso di allontanarci.
Non stavolta.
Il sorriso che avevo adesso mentre guadavo Adrian era completamente diverso da quello che pochi attimi prima avevo rivolto a Kaila e si ampliò maggiormente quando lui mi sorrise a sua volta, domandandomi silenziosamente a cosa dovesse questo “trattamento”.
Io non dissi nulla nemmeno quando lo raggiunsi, limitandomi a prendergli la mano e tenerla stretta tra le dita, sicura di non voler lasciar andare via Carter.
Il mio Carter.

















Come promesso, ecco il nuovo capitolo! 
Sono ufficialmente perdonata, vero? 
Comunque, praticamente quasi tutti mi avete chiesto di James e Melanie... ripeto in generale qui ciò che ho già detto ad alcune di voi: per quanto riguarda loro due, almeno per adesso non ho intenzione di inserire POV che riguardino loro due, per due motivi: 
- Questa è la storia di Alinee e Adrian.
- Secondo motivo, il più importante, non mi piace dover aggiungere cose di Mel e James a pezzettivi, quindi preferisco evitare.
Poi, una volta finita "You and Me? Never" (spero il più tardi possibile perché al momento proprio non sono pronta a chiudere la loro storia)... chissà, potrei iniziare a concentrarmi su Melanie e James e pubblicare anche la loro storia.
Mentre per Alinee e Adrian ho in mente DUE finali - uno quello ufficiale, che verrà inserito nella storia come epilogo e l'altro che pubblicherò come one-shot subito dopo - per Melanie e James il finale c'è e non ne prevedo di altri. 
Ora... sinceramente, vorrei davvero sapere cosa ne pensate di questo capitolo. Dopo due giorni aver pubblicato il diciannovesimo ho iniziato a pensare a questo e giuro che sono entrata nel pallone. Una settimana dopo mi sono messa al pc e mi è uscito tutto di getto, senza stare troppo a pensarci. Essendo una cosa scritta d'istinto non so quanto possa piacere. A rileggerlo ora mi sento un pochino soddisfatta ma non si può mai sapere, potrebbe anche essere qualcosa di senza senso per altri. 
Non ho fatto mistero del fatto che Alinee e Adrian avranno altri problemi e quando ciò avverrà significherà che il famoso epilogo sarà ormai alle porte, e solo a dirlo mi piange il cuore. 
Una cosa certa è che non lascerò mai andare definitivamente questi due. Storia completa o meno continuerò comunque a scrivere su di loro e pubblicare, fossero anche solo One-shot che nessuno cagherà. 
Ultima cosa: vi ringrazio per non aver abbandonato la storia anche a distanza di un anno. Non mi aspettavo di arrivare a sei recensioni dopo tutto questo tempo e spero continueranno ad aumentare, quindi grazie!
E nulla, ho scritto uno spazio autrice moooolto più lungo del solito!

 
   
 
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