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Autore: sothisisthefangirl_    21/03/2015    0 recensioni
Ambientata nella 10x05, dove Dean è leggermente sconvolto dalla piega improvvisa che sembra aver preso la sua vita e non riesce a smettere di pensare ai Tulpa e i sottotesti, Sammy si diletta a recuperare fanfiction andate perse e due fangirl metteranno ancora più in crisi i nostri eroi.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Dean si allentò nervosamente il colletto della camicia, gettando uno sguardo tutto intorno a sé. Già odiava le scuole, e quella per di più era un collegio femminile. Femminile per Dio, ci sarebbe dovuta essere almeno qualche sventola, invece sembrava di essere in una brutta versione completamente femminile di Glee, senza quei bei sederini e le cheerleader. E la cosa peggiore? Il saggio di fine anno sarebbe stato su loro due. Che razza di mondo malato poteva essere, se un branco di adolescenti in preda agli ormoni metteva in scena un musical sulla loro vita, con tanto di alieni e sottotesti a sfondo omosessuale. Dean rabbrividì, e improvvisamente alle sue orecchie giunse il fischiettio di Sammy. Il fratello procedeva lungo i corridoi con uno strano sorriso sul volto, quasi come se fosse stato onorato di essere impersonato da una ragazzina con una pessima parrucca. Il biondo aggrottò le sopracciglia, perché quella melodia gli sembrava familiare? Realizzò così di colpo che gli ci volle qualche istante per riprendersi, mentre parole che aveva cercato di dimenticare gli invadevano la mente.

John and Mary, husband and wife, bringing  home a brand new life”

Ma che cazzo? Stava fischiettando quell’orribile canzone? Come poteva fargli una cosa del genere? Ci era mancato poco che Dean gli tirasse un pugno la mattina prima, quando dopo aver assistito a quella.. orribile, orribile cosa, il fratello di fronte al suo disgusto aveva osato dire che quello.. spettacolo, Dean rabbrividiva al solo chiamarlo in quel modo, era affascinante. Cose da non credere. Iniziavano seriamente a mancargli i bei vecchi tempi, quando non facevano altro che cacciare mostri e salvare persone per poi sparire nel nulla, senza che ogni dannato vampiro, licantropo, demone o chissà cos’altro non li riconoscessero ancora prima che entrassero in scena e soprattutto quando le loro vite non erano di pubblico dominio, col rischio che qualche pazza creasse una mostruosità del genere. Essere una star del paranormale iniziava ad irritarlo,  se non fosse stato così attaccato alla sua bella faccia (avanti, ma avevate visto che labbra? Erano l’ottava meraviglia del Mondo) si sarebbe fatto una bella plastica facciale. E a quel punto quei figli di puttana avrebbero potuto cercare Dean Winchester fino agli abissi della Terra, ma non l’avrebbero trovato. Solo nel momento in cui fossero stati più vulnerabili e meno attenti allora sarebbe sbucato fuori dalle tenebre, brandendo un coltello, anzi no.. brandendo la Lama. Quella bellissima, perfetta arma, che sembrava la prolungazione del suo braccio, la continuazione della sua anima. Avrebbe attaccato con la sua piccola e ogni sorta di mostro e abominio sarebbe caduto sotto la sua lama, si sarebbe fatto il bagno nel suo sangue..

Premette una mano sul braccio, per fermare quel continuo pulsare e bruciare. Il Marchio si faceva sentire, aveva sete di sangue. Ma Dean era ben deciso a farlo morire disidratato, quel bastardo maledetto. Non era tornato umano in un mare di dolore e sangue per poi ricascarci come un pollo alla prima occasione, quindi era meglio focalizzare la sua mente su qualcosa di più piacevole di una carneficina, come l’intera collezione di Casa erotica  che si sarebbe guardato quella notte, solo per poter superare tutto quel trauma e, come una piccola vocina nella sua mente estremamente virile continuava a suggerirgli, confermare la sua completa eterosessualità. Tutta quella faccenda della Deanstiel, Dastiel o come diavolo si chiamava lo aveva decisamente annichilito, e la cosa peggiore era che ciò che preoccupava maggiormente il fratello era la pronuncia. Quelle pazze fissate avevano creato un’immaginaria coppia formata da lui e Castiel e Sammy era preoccupato che si dovesse articolare Distiel invece di Destiel. Questo sollevava una grande e terribile domanda nella coscienza di Dean: era forse possibile che Sam pensasse che tra lui e Castiel.. ci fosse veramente qualcosa..? Si accorse di aver iniziato a sudare freddo e si disse di darsi una calmata, Sammy non avrebbe mai pensato una cosa del genere, insomma, le preferenze sessuali di Dean erano state abbastanza chiare fin da quando aveva avuto sette anni e a scuola giocava a sollevare le gonnelline alle sue compagne. Ah, le mutandine di Kelly erano sempre bianche, così pure, proprio come la camicia di Castiel..

Il sudore si moltiplicò sulla schiena di Dean, che sbottonò di poco la camicia, tentando di trovare un po’ di sollievo. Lui comunque non aveva dubbi sulla sua sponda, si disse con convinzione, ma quella sera, per sicurezza, avrebbe tenuto il volume un po’ più alto (e per volume intendeva tutti i tipi di volume), giusto per mettere le cose in chiaro. Ora che aveva messo a punto il suo piano i corridoi smisero di sembrare un labirinto senza fine e il cacciatore si permise di sospirare sollevato, poteva abbandonare anche quel pensiero. Un mugugnare provenne dalla sua destra, Sam stava canticchiando quella maledetta canzone. In nome di tutto ciò che era santo su quella terra (Chevy Impala, birre, porno e musica rock), come avevano anche solo potuto pensare che lui, lui!, avrebbe potuto cantare  quella stramba versione di Jesus Christ Superstar, con tanto di ridicoli fantasmi e alieni. Lui ascoltava solo musica rock, classic rock per Dio, e ne andava fiero, e se Sam non l’avesse finita in quello stesso istante con quella stupida canzone Dean gli avrebbe fatto vedere quanto era fiero a suon di pugni in faccia. Il biondo si bloccò nel bel mezzo del corridoio e si schiarì la voce lanciando un’occhiataccia al fratello, che una volta colto il problema smise immediatamente con quell’odioso motivo e gli lanciò un’occhiata colpevole, che si trasformò subito in sospetto quando vide la mano di Dean ancora stretta intorno al braccio, e fu il turno di quest’ultimo di assumere un atteggiamento colpevole.

-Allora.- disse Dean, giusto per sviare il discorso, perché vedeva già il fratellino pronto ad entrare modalità infermierina, con tanto di termometro e borsa dell’acqua calda, e immaginare Sam in camice bianco con tanto di scollatura sul petto glabro e muscoloso non era qualcosa che avrebbe voluto vedere, mai. Vero? Vero?! Tutti i sottotesti di quella ragazzina (come diavolo aveva detto di chiamarsi? Marie?) gli avevano decisamente incasinato il cervello e ci mise un po’ a capire che aveva aperto bocca e ora il fratello si aspettava che continuasse il discorso.
-Penso proprio che questa volta potrebbe trattarsi di un Tulpa, tu cosa ne pensi?- gli disse infine, sfregandosi le mani convinzione e anche un pizzico di soddisfazione personale. La sera precedente avevano ipotizzato che avrebbe potuto trattarsi di quel mostro e in quel preciso momento stavano andando alla biblioteca per incontrare Marie e la sua assistente e fare qualche ricerca. Questa volta ne era proprio certo, sarebbe stato un Tulpa, doveva essere un Tulpa. Non si rese neanche conto di averlo detto ad alta voce, finché non incrociò lo sguardo costernato del fratello.

-Dean quale diavolo è il tuo problema?- gli disse il moro, gesticolando e aggrottando le sopracciglia. –Non puoi sempre pensare che sia un Tulpa! Voglio dire, okay potrebbe essere un Tulpa, ma perché ne sei così ossessionato?

-Mi  piacciono i Tulpa.- mormorò Dean, mettendo una sorta di broncio. Perché Sammy doveva sempre rovinare le sue intuizioni, con il suo modo da fare da nerd e la bravura con la tecnologia e i libri e le ricerche. Castiel gli avrebbe dato ragione, pensò in uno slancio di non sapeva quale sentimento, ma che lo fece rabbrividire. Quella sera avrebbe guardato l’intera collezione di Casa erotica due volte. O anche tre, o almeno finché il volto della biondona mozzafiato non avrebbe smesso di sovrapporsi con quello dell’angelo dai capelli scuri. Sam sbuffò e stava per aprire bocca e dire qualcosa, probabilmente richiamando il fratello perché sembrava di nuovo tra le nuvole, e se Dean era sovrappensiero poteva dire solo due cose in quel periodo: pensava al Marchio ed altre cose dolorose oppure era nel suo personale posto felice,  e Sam preferiva non pensare a cosa dovesse implicare, ma un urlò agonizzante li interruppe, facendoli sobbalzare. A quell’ora nella scuola erano presenti soltanto le ragazze del teatro e qualche eventuale ritardataria.

-Mostrooooooo!- si sentì risuonare da un’aula non molto lontana.

-Oh, adesso si che ragioniamo.- esultò Dean sfoderando la pistola e, seguito da un preoccupato Sam, si precipitò verso la fonte di quel suono angoscioso. Così i due cacciatori entrarono nell’aula di informatica puntando le loro pistole e le loro migliori facce cazzute contro due ragazzine, che dall’urlarsi infuriate una contro l’altra passarono a strilletti terrorizzati.

- Dov’è il mostro?- intimò Sam, la pistola ben stretta in mano. La ragazza più bassa, provvista di un corto caschetto biondo, puntò un dito accusatorio contro l’altra, che vedendosi messa
sotto tiro da due pistole, arrossì violentemente e iniziò a sudare freddo.

-E’ lei il mostro!

-Ti ho detto che non l’ho fatta apposta!- I due si guardarono confusi, ma una volta percorso febbrilmente con lo sguardo l’intera stanza e resosi conto che non sembrava esserci pericolo Sam si affrettò a ringuainare la sua pistola, intimando con un gesto al fratello di fare lo stesso. Dean tossicchiò e tirò fuori il suo distintivo dell’FBI.

-Qual è il problema, ragazze?- chiese, tentando di riappropriarsi di un atteggiamento professionale e distaccato. La seconda ragazza, quella riccia e rossa, si asciugò qualche lacrimuccia e piantò lo sguardo a terra, mentre l’altra spiegava a due storditi Dean e Sam quale fosse il problema.

-Questa brutta..- la biondina sembrò non riuscire a trovare un epiteto abbastanza esaustivo per descrivere la sua compagnia, e Dean stava proprio per aprire bocca e venirle incontro quando il fratello, compreso il suo proposito, gli piantò una mano sulla spalla e gli fece un sorrisetto tirato che sembrava proprio voler dire “non ci provare nemmeno”. Le spalle del biondo si afflosciarono, mentre la ragazza, che sembrava essere tornata un pochino in sé, continuava.- Ha staccato la spina del computer! Stavo per pubblicare il capitolo finale e ora lei ha rovinato tutto il mio lavoro!

-Ti ho detto che non l’ho fatto a posta, sono solo inciampata!- si intromise l’altra, e i due fratelli dovettero dividerle, prima che se le dessero di santa ragione. Dopo che le ebbero fatte sedere e appurato che si fossero date finalmente una calmata, Sam intervenne, con molta più gentilezza di quella che Dean sentiva di avere in quel momento.

-Non c’è problema, posso aiutarti io a recuperare i dati. Avevi salvato il file?.- la biondina scosse i capelli e lo guardò con aria professionale.

-Certo che si agente, era una long-fic, voglio dire nessuno riuscirebbe a scrivere una one-shot da sessanta pagine, è da pazzi. Ovviamente avevo salvato il capitolo, ma avevo fatto un sacco di modifiche all’ultimo momento che ora si saranno perse e avevo inserito quella bellissima frase molto canon su quanto Dean amasse Castiel e..- Sam, inizialmente confuso da tutti quei termini tecnici che neanche lui, con tutta la sua lunga esperienza in linguaggio giovanile aveva compreso, strabuzzò gli occhi e si alzò di scatto, per non rischiare di riderle in faccia e sembrare scortese e con le lacrime agli occhi si voltò per non perdere l’espressione comparsa sul viso del fratello: incredulità, disperazione, e anche.. imbarazzo? Il viso del cacciatore biondo era diventato tutto rosso. L’amica roteò gli occhi e incrociò le braccia, appoggiandosi ad un tavolo, poi si voltò con fare complice verso Dean, che ancora non era riuscito ad aprire bocca.

-Devo ammettere che è veramente scritta bene, anche se Sam e Gabriele restano la mia coppia preferita.- il sorriso morì sulle labbra di Sam, e la sua carnagione si fece ancora più pallida mentre Dean, totalmente privo del tatto che possedeva il fratello, scoppiava in una fragorosa risata, battendosi una mano sulla coscia. Non c’era niente di meglio per toglierti dall’imbarazzo che prendere in giro un’altra persona imbarazzata, questo era il retaggio che Dean aveva ricevuto dalle superiori, e non faceva sconti neanche per suo fratello, che nel giro di qualche secondo da pallido era diventato paonazzo e tentava di balbettare qualcosa.

-Ci sar … voglio dire, si saranno incontrati solo tre volte!- disse Sam sconvolto, tirandosi indietro i capelli con una mossa che faceva solo quando era davvero, davvero preoccupato.

-Quattro. E ovviamente il loro è stato un amore immediato, ma lei non può capire agente. Le fantastiche AU che si trovano in giro su loro due … - Un nuovo eccesso di ilarità rischiò di prendere Dean, nonostante non capisse bene cosa AU significasse (ma di certo era qualcosa di divertente), che riuscì a trattenersi per miracolo.  Una volta riuscito a riprendere fiato, evitò totalmente le occhiate furibonde che Sammy gli lanciava e si rivolse alla riccia, che aveva assunto un’espressione ferita.

–Oh si, scommetto che la loro sia una relazione veramente dolce.- la ragazza non sembrò cogliere il suo sarcasmo, ma nella sua ingenuità pensò di aver trovato un altro fan come lei e trascinò il povero cacciatore in una discussione su tutti i sottotesti presenti nei libri. Aveva una memoria tremenda, quando si trattava di ricordare le esatte parole che si erano scambiati Dean e Castiel o i due fratelli, neanche il biondo avrebbe potuto ricordare tutti quei dettagli e collegarli tra di loro in modo così fanatico e morboso. Così un ancora scioccato Sam si mise al lavoro per recuperare i dati di quell’obbrobrio che la biondina aveva definito long-cosa, sotto le direttive e le continue critiche di quest’ultima verso il personaggio di Sam, che a sua detta non aveva abbastanza muscoli e somigliava in modo inquietante ad un’ Alce, almeno per quello che lei poteva dedurre dalle descrizioni. La riccia tutto pepe invece, dimentica del dramma personale tra lei e la sua amica, stava per affrontare per la quinta volta consecutiva con  Dean la spinosa faccenda delle “vere intenzioni”, ossia come quando ogni volta che il cacciatore aveva detto a Castiel quando avesse bisogno di lui, avesse usato la parola”amico” solo per celare le sue vere intenzioni amorose nei confronti dell’angelo. Annuendo stordito, tutto ciò a cui  Dean riuscì a pensare era che forse avrebbe dovuto dare ragione a Sam riguardo a quel caso e continuare a dedicarsi alla sua Piccola senza impuntarsi troppo, perché a quel punto sarebbe ancora stato felice e ignaro di tutto l’orrore che circondava la sua vita.

-E poi dai! Lo ha portato a fare sesso?- Dean Winchester sperò  veramente che si trattasse di un Tulpa, perché non avrebbe sopportato quella tortura un solo “sottotesto immensamente gay e dolce” di più, neanche fosse servito a togliere il maledetto Marchio del maledetto Caino dal suo dannatissimo braccio.

Antro dell'Autrice
Devo essere veramente malata, ma stavo riguardando "Fan Fiction" e mi è saltata in mente questa "mostruosità", come la definirebbe Dean. xD Penso che la febbre abbia contribuito di molto.Anyway, niente, mi sono veramente divertita a scrivere questa storiella, adoro trattare situazioni del genere. Per le "vere intenzioni" mi sono ispirata ad un posto che ho trovato una volta su tumblr, dove dicevano appunto che ogni volta che Dean usa la parola "amico" mentre dice a Castiel che ha bisogno di lui è perché in qualche modo cerca di demarcare il fatto che lo dica "in amicizia" (se come no :3).
Non ho messo slash perché non mi sembrava necessario, voglio dire ci sono moooolti sottotesti nella storia però sono presi in modo comico quindi non mi sembrava il caso.
Adesso vado a sotterrarmi sotto le coperte per evitare pomodori.
See you in hell. ;)
 
  
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