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Autore: Zury Watson    22/03/2015    2 recensioni
"Il mio nome è Cioccadoro e questa è la breve storia della più bella avventura che io abbia mai vissuto.
Probabilmente bisognerà che io chiarisca il concetto di avventura e lo farò nella maniera più sintetica che conosco. Vi dirò quindi che sono un'Hobbit della Contea."
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Merry, Pipino, Sam
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cioccadoro
Cioccadoro della Contea

Il mio nome è Cioccadoro e questa è la breve storia della più bella avventura che io abbia mai vissuto.
Probabilmente bisognerà che io chiarisca il concetto di avventura e lo farò nella maniera più sintetica che conosco. Vi dirò quindi che sono un'Hobbit della Contea.
La Contea è un posto bellissimo. L'aria è pulita, piena di intensi profumi, e i prati e le colline sempre si cullano nella dorata luce del Sole. Trascorrere gran parte del tempo all'aperto è per questo ciò che ogni Hobbit desidera poter fare. Fiori e arbusti crescono spontanei e rigogliosi anche laddove le mani esperte degli Hobbit giardinieri non intervengono. Tranquillità e quiete regnano sovrane in ogni angolo e non è raro davvero vedere giovani Hobbit seduti all'ombra di altissimi alberi in compagnia di un Hobbit più anziano che racconta loro le storie della Contea.
Sebbene questo sia un luogo abitato da gente che ama la vita semplice, sarebbe un grave errore pensare che la nostra storia sia priva di belle avventure e di eroi.
Tant'è che io ho avuto la fortuna di conoscerne più d'uno.
Il mio nome è Cioccadoro e sono la figlia di Rosie Cotton e Samvise Gamgee.

È l'anno 1460 della Quarta Era di Arda secondo il Calendario della Contea, ho ventinove anni e la mia famiglia si compone di ben tredici tra fratelli e sorelle, me compresa.
Vivo ad Hobbiville da quando sono nata e mi piace veder crescere i fiori del nostro giardino. Mio padre, del resto, è un giardiniere prima di essere sindaco della Contea. È stato rieletto cinque anni fa per la quinta volta di fila e gode della stima di tutti.
Molte volte ha raccontato a me e ai miei fratelli la sua incredibile avventura in compagnia di tre amici Hobbit, uno Stregone, un Ramingo del Nord, un Elfo, un Nano ed un Uomo. Ed è lui il primo eroe che ho incontrato nel corso della mia vita.
Nella nostra accogliente casa dalla caratteristica porta circolare non sono mai mancati allegria, cibo e graditissimi ospiti.
Succede, infatti, che di tanto in tanto due amici di vecchia data piombino energicamente nella nostra casa, cerchino mio padre, si accomodino e inizino a raccontare un mucchio di strane storie affascinando tutti. Si chiamano Meriadoc Brandibuck, detto "il Magnifico", e Peregrino Tuc, soprannominato "il Conte" ed arrivano sempre in coppia.
È il 1460 quando Meriadoc e Peregrino vengono a trovarci insieme ad un terzo Hobbit che non ricordo di aver mai visto prima, ma che non ho più dimenticato da quel momento in poi.
È mio fratello Frodo ad aprire la porta ai tre ospiti e ad accoglierli nel migliore dei modi.
Le voci allegre di Merry e Pipino, è così che chiama sempre nostro padre tanto i suoi amici quanto i suoi due figli che portano lo stesso nome, sono inconfondibili. Entrambi hanno una predilezione particolare nei confronti di Frodo perché questo è il nome del quarto Hobbit che insieme a loro e a mio padre è protagonista della più celebre storia di tutta la Contea. Nessuno di noi figli di Samvise ha avuto l'onore di conoscerlo perché egli è salpato lo stesso anno in cui Elanor la Bella, primogenita dei Gamgee, è nata. Due anni dopo è arrivato mio fratello Frodo.
Mi è impossibile non lasciarmi contagiare dall'entusiasmo che quei due si portano dietro.
L'aver appena sfornato una torta è il pretesto perfetto per raggiungerli e salutarli affettuosamente.
È esattamente adesso che la mia avventura ha inizio.
Peregrino ha già iniziato a raccontare di come lui e i suoi sono riusciti a salvare la Contea, i miei fratelli più piccoli lo hanno letteralmente circondato e, come al solito, pendono dalle sue labbra. Il mio ingresso nella stanza non riesce a distrarli, ma il profumo invitante della torta attira l'attenzione di Meriadoc e di un terzo, bellissimo, Hobbit del quale non conosco il nome.
Mezz'ora più tardi del loro arrivo, mio padre torna a casa e i tre si concedono una lunga e intensa chiacchierata in privato. Così Faramir, questo il nome del giovane, resta nella sala grande insieme a chi di noi non ha impegni e inizia ad intrattenerci con una serie di divertenti aneddoti sugli Ent. Ha un modo di raccontare coinvolgente e si rivela ben presto un ragazzo educato, molto simpatico e appassionato. Alla fine dell'ennesima storiella esprime il desiderio di una passeggiata all'aria aperta.
Noi Hobbit, come vi dicevo, non abbiamo una gran predisposizione per le avventure e difficilmente in noi si manifesta uno spirito intraprendente.
Se dovessi parlarvi della mia vita fino a questo incontro, non potrei far altro che ripetere in serie vocaboli quali serenità, tranquillità, calma, pace, giardino, fiori, natura, cibi e bevande di ogni sorta, famiglia. Una tipica vita Hobbit. Il giorno in cui Faramir, però, ha detto di voler passeggiare e nel dirlo mi ha guardata non ho esitato un secondo.
Credo che, in fondo, anche la famiglia Gamgee possieda una traccia di quel raro gene dell'avventura così esplicito nei Tuc.
A proposito, Faramir è il figlio di Peregrino "il Conte" Tuc.
Il tramonto sta colorando ogni cosa con tutte le sfumature possibili tra l'arancio, il rosso e il rosa intenso, quando io e Faramir Tuc oltrepassiamo la tonda porta di casa. È la prima volta che mi intrattengo con un giovane come lui. Parla moltissimo senza mai annoiarmi e quando mi dice che ho i ricci più belli che lui abbia mai visto sono già innamorata di lui. È la prima volta che mi innamoro di qualcuno e tutto ciò che posso dirvi è che è una cosa bellissima innamorarsi.

È il 1463 della Quarta Era di Arda secondo il Calendario della Contea e a Hobbiville sono tutti in festa. Me compresa.
I preparativi sono iniziati più di un mese fa e ogni singolo Hobbit ha gentilmente offerto il proprio aiuto al fine di rendere l'evento indimenticabile.
Sono davanti allo specchio in compagnia di mia madre che con infinita pazienza incastra ad arte piccolissimi fiori tra i miei ricci dorati. Indosso l'abito più bello che abbia mai visto e non vedo l'ora di uscire da questa stanza per congiungermi con l'altra metà di me.
Mia madre dice che sono l'Hobbit più impaziente che conosce e non fa altro che raccomandarmi di stare tranquilla perché ormai il più è fatto. Effettivamente ogni cosa sembra essere al posto giusto in questo giorno e sento che nulla può andare storto oggi.
Forse siete rimasti un po' delusi dal mio racconto. La mia non è una di quelle avventure che contemplano grandi pericoli e grandi nemici da sconfiggere. Non è una di quelle avventure, la mia, che alla fine fanno di te un eroe. Eppure ogni volta che le sue dita hanno sfiorato le mie da tre anni a questa parte mi sono sentita la bella e intraprendente protagonista di una di quelle storie che tante volte ho ascoltato. Ogni volta che i suoi occhi mi hanno guardata e le sue labbra mi hanno sorriso, ho sentito di essere parte integrante della più grande, meravigliosa ed emozionante avventura che sia mai stata narrata. Mi sono sentita protagonista indiscussa della mia esistenza.
Presumo sia così che ci si sente quando si ama qualcuno che vive di piccole follie, follie Hobbit c'è da dirlo, e che amandoti a sua volta non fa altro che coinvolgerti in ognuna di esse con un irresistibile entusiasmo.
È il 1463 ed è per me quello che tutti chiamano "il gran giorno".
Mio padre, Samvise Gamgee, è ancora sindaco della Contea ed è per questo che sono tutti felici per questo matrimonio.
È aggrappata al suo braccio che esco di casa per raggiungere il posto che abbiamo scelto per la cerimonia. È un luogo magico, il posto che ha fatto da sfondo alle più belle feste di compleanno di tutta la Contea.
Ogni passo che muovo è un passo in più verso infinite potenziali avventure che potrò vivere insieme alla persona che amo e che amerò per il resto dei miei giorni. Non credo di essermi mai sentita così felice. Neanche quando il primo fiore che ho piantato quando ero una bambina è infine sbocciato emozionandomi per la sua bellezza.
Faramir è lì, più meraviglioso che mai, e accoglie il mio arrivo con il migliore dei suoi sorrisi e con la muta promessa di un amore eterno negli accesi occhi chiari.

Il mio nome è Cioccadoro e il sentimento che mi lega a Faramir, mio marito, è la più bella avventura che io abbia mai vissuto.



N.d.A.
Tutte le informazioni sui personaggi e le date che ho utilizzato sono contenute nell'Appendice B della mia edizione de Il Signore degli Anelli.
Ringrazio chi si è fermato a leggere e chi deciderà di lasciare una recensione, positiva o negativa che sia.
   
 
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