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Autore: ninety nine    25/03/2015    5 recensioni
[Post Mockingjay, Pre epilogo]
Ranuncolo e Katniss. Sappiamo tutti fin troppo bene che il loro rapporto si è sempre limitato a ''interiora e niente soffi'', ma dopo la morte di Prim qualcosa sarà cambiato? Io credo di sì.
Dopotutto, Ranuncolo era l'unico che teneva a Prim quanto ci teneva la sorella...
DAL TESTO:
Oh, Prim. Non avrei mai potuto annegare Ranuncolo. C'è solo lui ormai a ricordarmi di te.
Lui e un mazzo di primule appassite per il freddo dell'inverno, come sei appassita tu, troppo giovane, troppo dolce per morire in quel modo.
Avevi tanti sogni Prim, tante speranze. Volevi diventare un medico, volevi far del bene. Volevi farti una famiglia e crescere insieme a me, a mamma, al tuo amato micio.
Mi manchi, sorellina.
Perchè te ne sei andata?
Il dolore minaccia di soffocarmi ancora una volta e inizio ad annegare nei ricordi e nel rancore, almeno finché non sento un debole miagolio.
La mia bocca si contrae in qualcosa che è una via di mezzo tra una smorfia e un sorriso, anche se ho gli occhi ancora pieni di lacrime.
E' arrivato il mio salvatore. Il mio stupido gatto salvatore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Primrose Everdeen, Ranuncolo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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She is death, you, stupid cat.


Spalanco gli occhi di colpo e mi ritrovo a fissare il soffitto per l'ennesima volta in questa nottata. Ho un bisogno disperato di dormire, sento le palpebre pesanti e le occhiaie che iniziano a formarsi sotto ai miei occhi, ma non appena li chiudo un immagine si forma vivida nella mia mente. Troppo vivida.

Vedo mia sorella, i suoi occhi azzurri, le sue trecce bionde. La vedo portare a casa quello stupido gatto dal pelo color vomito che sarebbe divenuto Ranuncolo e poi, come in un flash, tutti i momenti che abbiamo passato insieme, io, lei e il gatto. Fino al momento che ha cambiato la mia vita e anche la sua, quello che mi ha fatto capire che certe condizioni sono irreversibili.

Fino al momento che vorrei dimenticare con tutta la mia anima.

Un esplosione, un lampo di fuoco, la camicetta che le esce dalla gonna.

Un urlo e lei non c'è più: ha lasciato la mia vita per sempre.

Mi ha lasciata sola e incapace di districare le trame del destino tanto bene come faceva lei.

Sono passati sei anni da quel maledetto giorno in cui la mia paperella se n'è andata per sempre, abbandonandomi con un gatto distrutto quasi quanto me, un migliore amico che ormai non sentivo più mio e un quasi fidanzato per cui i miei sentimenti non erano ancora del tutto chiari.

Oggi, quest'ultimo mi ha fatto la sua proposta di matrimonio e io ho accettato. Domani il mio assenso diventerà ufficiale e io dovrei essere felice come non mai, ma un incubo ha deciso di farmi visita, concludendosi sempre con la stessa immagine: io che urlo ad un gatto dal pelo color ranuncolo e questo che mi guarda come se capisse veramente quello che dico.

Quello che provo.

Quello che mi fa male.


E' morta, stupido gatto. Non c'è più. Ci siamo solo io e te, ora.


Il ricordo di quel momento è ancora lì, nel mio cuore.

Quelle parole mi hanno legata al gatto, che prima avevo sempre odiato, o per lo meno ignorato, insieme alla consapevolezza che io e lui eravamo gli unici che potessimo capirci a vicenda, gli unici irrimediabilmente distrutti dalla morte di Prim.

Da quel giorno ho imparato pian piano ad apprezzare Ranuncolo, riflettendomi in molti dei suoi comportamenti. Probabilmente è stato solo grazie a lui se non ho mollato. Se ora posso finalmente dire a Peeta che lo voglio al mio fianco per tutta la vita.

Eppure, tutte le volte che ripenso, volente o nolente, a quei momenti, un dolore mi prende le viscere e non se ne va.

Lo sento anche ora forte, pressante, che mi stringe il cuore al ricordo della ragazzina che mi aveva tanto aiutato a mettere ordine nei miei sentimenti e che non potrà vedere il risultato.

Mi metto a sedere sul letto e strizzo gli occhi, fissando la pallida luce della luna che filtra dalle tende della finestra. Mi sembra quasi di vederla, lì, circondata dalla luce lattiginosa e bella come un angelo, che mi guarda con quei suoi due occhioni chiari. Che mi guarda e sembra ringraziarmi perché ho accettato la proposta del ragazzo con i suoi stessi occhi, perché ho guardato al futuro, perché mi sono presa cura del suo gatto e non l'ho annegato come tante volte avrei voluto fare.

Oh, Prim. Non avrei mai potuto annegare Ranuncolo. C'è solo lui ormai a ricordarmi di te.

Lui e un mazzo di primule appassite per il freddo dell'inverno, come sei appassita tu, troppo giovane, troppo dolce per morire in quel modo.

Avevi tanti sogni Prim, tante speranze. Volevi diventare un medico, volevi far del bene. Volevi farti una famiglia e crescere insieme a me, a mamma, al tuo amato micio.

Mi manchi, sorellina.

Perchè te ne sei andata?

Il dolore minaccia di soffocarmi ancora una volta e inizio ad annegare nei ricordi e nel rancore, almeno finché non sento un debole miagolio.

La mia bocca si contrae in qualcosa che è una via di mezzo tra una smorfia e un sorriso, anche se ho gli occhi ancora pieni di lacrime.

E' arrivato il mio salvatore. Il mio stupido gatto salvatore.

-Meaow- miagola Ranuncolo.

Lo fisso negli occhi, quegli occhi così gialli, così diversi da quelli azzurri della sua padroncina.

Sì, perché per quanto io possa averla sostituita in qualche modo, la sua unica padrona rimarrà sempre Prim.

L'ennesima fitta di dolore al suo ricordo mi punge il cuore.

Improvvisamente, penso a ciò che mi aveva detto lo strizzacervelli di Joahnna, una delle poche volte che l'ho ascoltato senza cacciarlo via: per esternare il dolore, bisogna parlare con qualcuno.

Dal momento in cui la bomba è esplosa, l'unica persona con cui mi sentissi veramente libera di parlare senza peli sulla lingua se n'è andata da me e io non ho mai trovato nessuno con cui sostituire gli occhi grigi del cacciatore.

Eppure qualcuno c'era. Qualcuno di incredibilmente vicino a me. Qualcuno che so che mi capirà.

-L'ho sognata, sai, gatto? Ho rivisto la sua morte tutta la notte. Fa male, Ranuncolo.

Fa ancora male, nonostante siano passati anni. E' come se mille spilli mi trapassassero il cuore, divertendosi a torturarlo. Tu mi capisci, non è vero, maledetto gattaccio? Tu sai cosa provo, magari lo senti anche tu dentro a quel corpo da animale, eppure non parli. Perché non puoi rispondermi, perché?-

Mi prendo la testa tra le mani, sentendola che scoppia.

Aveva ragione Joahnna.

Il suo strizzacervelli raccontava solo idiozie.

Il dolore si è solo amplificato.

All'ennesimo debole miagolio del gatto, sollevo la testa e lo fisso negli occhi, incrociando le mie pupille grigie e umide di lacrime con le sue, velate da una patina opaca. Devo ricordare a me stessa che odio piangere, anche se da quando la guerra è finita le lacrime tornano a farmi visita fin troppo spesso.

Quando sostenere il gioco di sguardi diventa impossibile, riappoggio la testa sul cuscino.

Grandioso, ora riesco a farmi battere anche da un gatto. Dov'è andata a finire la me combattiva che voleva a tutti i costi sopravvivere?

Mi volto e affondo il viso tra le piume del cuscino.

Piume di oca. Di papera. Paperella. Prim.

Mi prendo la testa tra le mani e mi metto a sedere, ficcandomi le unghie nel cuoio capelluto fino a che non sento una scossa di dolore che mi attraversa la testa.

La me combattiva è morta insieme a mia sorella e ora l'ombra di ciò che ero continua a rivivere qul momento. Faccio scorrere lo sguardo nella stanza e vedo cose che prima mi erano del tutto indifferenti che mi riportano a lei.

Il cuscino.

Il cerotto che ho sulla mano poiché mi sono tagliata con un coltello da cucina.

La camicetta bianca che avevo preparato da indossare oggi.

Il nastro azzurro che è appoggiato sul tavolo.

Il suo gatto.

Mi alzo di scatto facendo ondeggiare il letto e mi aspetto che Ranuncolo si alzi spaventato, ma l'animale non reagisce. Gli lancio un occhiata e lo vedo immobile, con gli occhi mezzi chiusi. Penso che stia dormendo e mi avvicino a lui, pronta a soffiargli contro, cosa che ha sempre odiato. Lo trovava il suo modo di imporsi, non il mio. A volte è riuscito anche a strapparmi un sorriso, quando tentava di soffiare più forte di me e ora ho davvero bisogno di un piccolo sorriso che mi increspi le labbra e mi faccia dimenticare mia sorella per qualche istante.

-Ffffff- soffio, avvicinando il mio naso distorto in una smorfia a quello secco dell'animale, ma senza ottenere risposta.

Un pensiero mi attraversa la mente inaspettato come un lampo nel cielo di agosto.

In questi giorni Ranuncolo avrebbe dovuto compiere undici anni. Undici anni per un gatto sono più o meno l'età media, almeno così aveva sempre sostenuto mia sorella, da piccola, con la sua vocetta infantile e colma di sogni per il futuro.

''Quando te ne andrai io avrò più o meno vent'anni e tu, micio, dovrai avermi fatto almeno qualche cucciolo, non è vero? Così piangerò per te, visto che tu sei stato il mio primo gattino, però almeno avrò un altro Ranuncolino che mi farà compagnia e in cui potrò sempre rivederti!''

Quanto sbagliavi i tuoi calcoli, Prim.

Ranuncolo se n'è andato in un giorno d'inverno, sdraiato sul letto di casa mia, che l'ho sempre odiato, solo e senza micini. Senza di te, che invece lo amavi, ma che te ne sei andata prima di lui.

Una lacrima mi solca ancora la guancia, ma non so dire se sto piangendo per il gatto, per mia sorella, per il passato o per il mio futuro.

Accarezzo distrattamente un orecchio dell'animale, che sta iniziando a raffreddarsi lentamente. Immagino qualcuno che mi osserva da fuori: una donna che ha passato i vent'anni seduta su un letto, accanto a un gatto morto.

Potrei sembrare strana, ma attualmente è l'ultima cosa che mi interessa. Mi sento vuota, come se le mie emozioni non volessero farsi sentire.

All'improvviso il peso di ciò che è accaduto mi grava sul cuore, colpendomi come se avessi ricevuto una pugnalata.


Ora sei morto anche tu, stupido gatto. Sono rimasta sola. Mi hai abbandonata.


L'ultima cosa che mi legava al ricordo di mia sorella senza farmi annegare in esso se n'è andata. E' morta, esattamente come lei.

Io contavo su di te, Ranuncolo. Sembra incredibile a dirsi ma io contavo su di te, sul fatto che tu mi capivi, sui tuoi occhi color vomito che mi seguivano dovunque andassi.

Quando sentivo su di me il tuo sguardo da gatto altezzoso era come sentire lo sguardo dolce e innocente di Prim. Quello sguardo che non cambierà mai, perché gli occhi di una ragazzina morta non cambiano. Non cambiano nemmeno quelli di un gatto morto. E i miei di occhi, quando potranno non cambiare? Quando potrò chiuderli e non riaprirli più, dimenticando gli Hunger Games e la guerra, le morti che ho provocato, le mie mani da assassina, gli occhi grigi del mio ormai ex migliore amico e quelli azzurri del ragazzo del pane, azzurri come i suoi.

Quando potrò finalmente tornare a cacciare insieme a papà, a fare collane di corda con Prim, a fischiare con Rue? Quando?

Il dolore e la confusione si impossessano di me, lasciandomi a vagare in un vortice di emozioni negative che mi lasciano più sconvolta che mai.

Provo una profonda voglia di sdraiarmi accanto al corpo del gatto, di chiudere gli occhi e di lasciarmi morire, ma non lo farò.

Sono sopravvissuta agli Hunger Games, due volte, e a una rivoluzione. E' vero, non sono più quella ragazza. I fantasmi vengono a trovarmi dal passato e mi distruggono. Io sono spezzata, irrimediabilmente spezzata. Ma un giovane mi vuole al suo fianco, nonostante io credo di stare impazzendo lentamente. Nonostante veda Prim in ogni oggetto. Nonostante abbia appena pianto un animale che ho odiato per diciassette anni. Nonostante ora come ora voglia soltanto morire.


Ma devo farmi forza e andare avanti e sai perché, stupido gatto? Perché ora tu sei lì con lei e un giorno ci sarò anche io.




Buongiorno (sera)!

L'idea di scrivere qualcosina su Katniss e Ranuncolo mi vagava in testa da tempo, poi un concorso mi ha dato la spinta per iniziare, ma la storia si è distaccata troppo dai suoi standard e ho deciso di pubblicarla per conto suo :)

Le parti in grassetto mi sono servite per dividere la storia in sequenze e mi piaceva tenerle, dato che è proprio da queste frasi che si è sviluppato il tutto!

La storia è ambientata sei anni dopo l'ultimo capitolo di MJ, ma prima dell'epilogo...era il tempo che mi sembrava più plausibili per la morte di Ranuncolo. Ecco. Ranuncolo. Io odio quel gatto e credo di avere i miei buoni motivi, ma credo anche che Katniss abbia avuto modo di legare con lui dopo la morte di Prim, ed è proprio di questo legame che ho voluto parlare...spero che la storia vi piaccia, come al solito una recensione mi farebbe tanto piacere!

A presto k_J


PS: Il titolo della storia riprende una frase che ho inserito ''Il mio stupido gatto salvatore''. Mi sembrava giusto appuntarlo, e dire anche che non mi convince PER NULLA!

  
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