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Autore: Sesshoumaru86    17/12/2008    3 recensioni
Questa è la prima fanfiction che posto su EFP. E' un po' difficile da riassumere perchè la sto scrivendo e più di dettarmi una trama mi lascio trasportare dalla scrittura e ancora non ho un'idea ben precisa di cosa ne uscirà fuori. Vorrei che fosse una storia Horror, con uno dei personaggi di Inuyasha quello che mi piace di più, Sesshoumaru.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naraku, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Oltre 1° Capitolo

Oltre...

Seduto su uno scoglio, un faraglione lontano dalla riva, osservava l’orizzonte, una linea che per l’umidità e la nebbia del giorno appariva ai suoi occhi incerta sembrava fossero cielo e mare un’unica cosa.

Pensava, pensava a come era diverso dagli altri, a ciò che era, cosa ancora doveva diventare e a come le persone che appartenevano alla sua stessa specie erano lontani dal suo essere.

Lui si sentiva come quel faraglione, imponente, fiero e forte, che domava quel mare in burrasca.

C’era arrivato a nuoto lì domando quelle potenti onde che volevano sbatterlo sulla parete frastagliata di quella gigante presenza, e scalando quelle imponenti rocce.

 

Era febbraio, l’aria era umida e fredda e lui si era tuffato con tutti i vestiti in acqua, poteva prendersi un malanno come tutti gli uomini ma sentiva che poteva in quell’istante superare la qualsiasi cosa.

Lui si chiama Aaron, “alta montagna”, è un ragazzo alto come il significato del suo nome, biondo con gli occhi color dell’oro, il suo volto esprime sempre fierezza e una leggera malinconia, ma quel giorno i suoi occhi erano tristi ed arrabbiati.

 

Guardava davanti a se lasciandosi alle spalle un luogo che non era il suo, non sentiva che questo era il suo posto, la sua vita non apparteneva a questo mondo pensava.

“Lui non doveva nascere!” pensava.

Non era adeguato, si sentiva superiore e sbagliato, forse per la triste verità che solo all’età di 15 anni era andato a sbattere contro.

Mai aveva pensato a quel suo problema come adesso.

 

Voleva crescere spezzando i tempi, si sentiva un uomo, voleva portare via la sua donna da un mondo che le faceva del male e renderglielo migliore, ma non ha potuto, non poteva farlo.

Così sbatteva contro la sua natura umana e ancora più fragile, il suo futuro era appeso a un filo di cristallo.

Rabbia, disprezzo e indignazione, gli bruciavano dentro riscaldandogli le pupille facendole muovere velocemente tutte e due coordinate senza una meta.

.

Aaron mette i piedi sulla roccia e si fa forza in uno scatto alzandosi su i suoi piedi, sotto di lui l’acqua marina sbatteva impetuosa.

 

Guarda giù, con convinzione decide di saltare giù e farla finita, non ha un futuro, non ha un avvenire si sente un pesce fuori dall’acqua ed è in acqua che deve tornare.

 

Mi toglierò la vita, quanto vale vivere in un mondo che non ti merita?

 

Così saltò giù, abbandonandosi tra il soffio gelido e veloce del vento che si spezzava per la caduta del suo corpo.

 

***

 

Tra le nuvole come un soffio di vento le divideva in un rapido istante, un’entità fluttuava tra le nuvole, luccicante e veloce.

Lui guardava fisso davanti a se cercava la sua preda da uccidere per sfamare la sua voglia di vittoria.

 

Un colpo solo di artigli e un essere scuro senza ormai una forma definita si divise in tante parti e colorò di rosso le nuvole illuminate da una luce verdastra.

 

Quella preda neppure ebbe il tempo di sapere cosa fosse sfuggire alla morte, fu presa in pieno e abbattuta.

Il suo assassino era soddisfatto, si guardò le mani in volo, leccò l’artiglio del suo dito pollice e sorrise malignamente.

 

***

 

Dall’asciutto al bagnato, oltrepassando il confine tra acqua e aria con un tanfo un corpo entra in acqua, in un mare irrequieto e potente.

Nella sua mente osservava una scena che sapeva di Giappone antico, un ragazzo della sua stessa età di cui non vede bene i tratti, sta aspettando ritto su se stesso sulla sua perfetta postura, il padre.

Suo padre lo ha tradito, doveva assistere al suo successo invece non era presente.

Il padre di Aaron era morto pochi mesi fa, ma aveva tradito da tempo la sua fiducia e il suo rispetto. Il ragazzo della sua mente invece provava verso il padre un forte senso di ammirazione e lo attendeva, ma sapeva che lui non sarebbe venuto.

Ma lo attendeva sotto la neve, candida, un fiocco cade sulle sue mani lui lo prende e lo guarda, questo non si scioglie ma resta intatto.

Com’è gelido il tocco della morte, com’è strano il corpo di ogni essere si tende sempre a voler sopravvivere anche quando si decide di farla finita.

Aaron riemerge, viene trasportato dalle onde verso riva.

"La vita è una sfida, che va vinta."

 

Questa frase come un soffio inaspettato su una lunga candela, fa spegnere il fuoco del desiderio della morte e una nuova fiamma in Aaron si riaccende.

 

Le forze della natura, vanno sfidate e domate, io non abbandonerò la mia vita lotterò fino alla fine.

 

"Io vivrò a scapito di chi non mi vuole in questa vita."

 

Aaron nuota, si girà sull’acqua e si guarda dietro, vede una stella, una luce fissa che l’osserva dal cielo che con un bagliore veloce scompare cadendo.

 

Ha messo i piedi a terra sta camminando e uscendo dalla forza del mare ma improvvisamente un’onda enorme lo travolge.

  
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