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Autore: _Lyss_    26/03/2015    23 recensioni
Immaginate Ariel, Aladdin, Peter Pan, Mulan e tutti gli altri. Fatto? Bene! Adesso rinchiudeteli tutti in un liceo e fateli diventare adolescenti qualsiasi, credete che questa volta riusciranno a vivere una vita "normale"? Certo non ci saranno i cattivi, ma a complicare le cose ci penseranno i primi amori, le crisi adolescenziali e, perchè no, anche i brufoli! Salvare il mondo, in confronto, sarà stato una passeggiata e chissà se riusciranno tutti ad avere il loro lieto fine anche nel mondo reale. Beh... non vi resta che scoprirlo!
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. C’era una volta … il primo giorno di scuola. (pt. 1)
 
Tutto nella stanza era immobile, silenzioso.
La luce filtrava lieve attraverso le grandi tende bianche, un paio di ciabatte erano abbandonate accanto al letto, la sveglia era accuratamente sommersa da un jeans e anche il pesciolino nella boccia dormiva.
Un mattino perfetto che cullava la ragazza attorcigliata nel lenzuolo e ancora immersa nei sogni. Sarebbe servito un sole ben più alto per risvegliarla … o uno zio bacchettone.
Difatti la porta si spalancò inondando la camera di luce violenta e un ometto dai capelli rossi fece il suo ingresso a passo di marcia.
“ARIEL! Stai ancora dormendo? Oh signore! Signorinella alzati! Non ti permetterò di arrivare tardi il primo giorno di scuola!”
Nonostante il tono perentorio e lo sguardo infuocato, Sebastian ricevette come risposta solo un mugolio attutito dal cuscino ricoperto di capelli rossi.
“A-R-I-E-L! ALZATI ADESSO!”
Questa volta non si udì nemmeno un suono.
Sbuffò sonoramente rimpiangendo i giorni da scapolo nel suo vecchio monolocale … ah la famiglia! Era troppo vecchio per queste cose.
Riprese fiato per ricominciare a sbraitare, ma, d’improvviso, fu travolto da una furia corvina che mezza svestita si scagliò contro l’armadio. Ci mancava solo lei!
“Sorellaaa! Posso prendere la tua camicetta? Dove diavolo l’hai ficcata?”
E così dicendo, Melody, iniziò una vera caccia al tesoro tra i vestiti della sorella, senza crearsi eccessivi problemi nell’assumere le funzioni di una bomba atomica lanciando in aria tutto quello che le capitava in mano. Di norma Ariel l’avrebbe sbattuta fuori a calci, ma, ancora troppo assonnata, si limitò a sollevare una palpebra giusto per capire l’entità dei danni. Sebastian colse quel minimo movimento e tornò alla carica.
“Dai! Ti sei svegliata! Su, muoviti! Non mi far diventar cattivo!”
“Zio da quando sei capace di diventar cattivo?”
Si intromise Melody guadagnandosi un’occhiataccia.
“Invece di ironizzare potresti aiutarmi, no?”
Suggerì l’uomo e, senza aggiungere altro, la ragazzina afferrò il cellulare della sorella e si avvicinò alla boccia del pesce.
“Ariel … Flunder sta per avere compagnia”
Il tono era talmente serio che mise in allarme la maggiore, ben consapevole che Melody non si sarebbe fatta problemi a lasciar cadere il telefono.
“Tre …”
“Non oseresti.”
Tentò.
“Due …”
“Melody!”
Urlò.
“Uno …”
“Va bene! Va bene!  Lascialo”
Si alzò.
La piccola peste si scambiò uno sguardo soddisfatto con lo zio.
“Quando vuoi, zio, sono a tua disposizione”
Ariel li guardò furente e li fece uscire con un’esclamazione non proprio femminile.
Lanciò uno sguardo rassegnato allo specchio e, con il faccino più triste e scazzato del mondo, si chiuse in bagno al ritmo dei Metallica.
 
Il cortile della scuola si stava pian piano popolando e, nonostante tutti avrebbero preferito essere ancora a letto, un allegro chiacchiericcio riscaldava l’ambiente dato che alla fine i ragazzi erano contenti di rincontrarsi dopo mesi di lontananza.
“Siamo di nuovo qui. Wow. Sai? Non so se sopravvivrò quest’anno …”
Sospirò una ragazza dai lunghi capelli ramati.
"Oh non essere così drammatica Meg, infondo é l'ultimo anno, sarà divertente"
La rincuorò l’amica.
“Divertente un corno!”
Sbottò brusca. Infondo Megara non era certo famosa per il suo carattere dolce e amorevole.
“Però pensa … solo duecento fottutissimi giorni e poi volerò a Parigi per l’Accademia di danza e teatro! Non possiamo non sopravvivere!”
Lo sguardo smeraldino di Esmeralda s’illuminò, mentre lei si perdeva nelle sue fantasie.
“Guarda che così non mi aiuti”
Borbottò l’altra che, grazie ad una spiccata tendenza per il melodramma, si stava deprimendo sempre più.
“Mi mancheraiiiii”
Piagnucolò teatralmente.
"Fidati mi odierai per la quantità industriale di selfie che ti manderò"
Le strizzò l’occhio, prima di scoppiare a ridere insieme all’amica.
"Ciao ragazze"
Jane Porter si unì a loro con un sorriso smagliante, come sempre in perfetto ordine nel suo completo in stile college, solo qualche ciocca capricciosa sfuggiva dal morbido chignon.
"Vedi? Lei è contenta di essere tornata, prendi esempio Meg"
"Lei è una secchiona, é ovvio che sia contenta"
"Ehi! Non sono una secchiona!"
Si difese Jane piccata, ma ben conscia che le due stessero scherzando... più o meno.
“Si che lo sei!”
La prese in giro Esmeralda.
"Mi domando perché insista nel frequentarvi"
Sospirò Jane alzando gli occhi al cielo.
"Perché ci adori"
Rispose Meg sbattendo le ciglia con aria innocente.
Contemporaneamente il telefono di Jane squillò pretendendo attenzioni.
"Pronto? Oh... Si, arrivo subito"
"Uuuuh! Chi è che vuole tanta rapidità piccola Jane? D’estate hai trovato un bel maschione?”
Chiese Esmeralda che era sempre curiosa come una scimmia e che da anni sperava che Jane trovasse l’anima gemella. Se continuava a stare sola in mezzo ai libri e agli animale sarebbe di certo impazzita!
"No, scema, è Pocahontas. È nel parcheggio, vado a recuperarla. Ci vediamo dopo, fate le brave!"
Così si congedò per andare dalla migliore amica, ma le parole di Ez riecheggiarono nel cortile fin troppo forti e, purtroppo, non faticò a sentirle.
"Tanto prima o poi ci sorprenderai mettendoti con un tipo super sexy, lo sappiamo!"
Jane arrossì fino alle orecchie, ma continuò per la sua strada limitandosi a borbottare qualche insulto con il sorriso sulle labbra. 
 
Approfittando degli ultimi minuti di sacrosantissima libertà, un gruppo di ragazzetti oziava sulle scale, fregandosene altamente di ingombrare il passaggio.
Le ragazze erano tutte prese da un’eccitantissima discussione su un nuovo colore di smalto che, a detta loro, si abbinava perfettamente alle Superga in saldo al centro commerciale. I ragazzi invece facevano del loro meglio per ignorarle, dato che ascoltare le loro discussioni “avrebbe di certo distrutto il loro testosterone e gli avrebbe fatto crescere le tette” (cit. Artù). Hiro progettava sul suo quaderno qualche nuova diavoleria tecnologica, Mowgli e Artù si scambiavano strategie per superare i livelli impossibili di chissà quale gioco e Peter, neanche fosse stato un gatto, aveva abbandonato la testa in grembo a Trilly e si godeva le carezze che l’amica gli riservava distrattamente.
Quando una voce trillante distolse tutti dagli impegni.
“Salve ragazzi … Peter”
Una sorridente Wendy Darling si era avvicinata al gruppetto con al fianco Alice Liddell, una biondina perennemente distratta. Al sentire il saluto, Peter balzò in piedi, mentre gli altri guardavano la scena tra lo stupore e la curiosità.
“Ciao Wendy”
Salutò sorridendo e si godette lo spettacolo quando la ragazza si allontanò sculettando magistralmente, ben conscia di essere osservata.
“Asciugati la bava … maniaco!”
Lo rimproverò Lilo, Trilly invece sembrava aver perso la capacità di parlare e guardava l’amico con occhi sgranati. In realtà c’era poco da sorprendersi, lei e la Darling si erano giurate odio eterno ai tempi dell’asilo e a distanza di dodici anni mantenevano ancora la promessa, curandosi di lanciarsi di tanto in tanto sguardi taglienti e di fare commenti poco carini ad alta voce.
“Che c’è?”
“Hai … salutato … Wendy?”
Di parola in parola la voce di Trilly era diventata più acuta e sembrava stesse rischiando seriamente il collasso.
“Si, siamo amici, più o meno, è simpatica e … beh si, è strafiga”
Ora era collassata davvero.
“Amico sei nella merda”
Commentò Mowgli, mentre Trilly diventava paonazza.
“Peter James Matthew Pan! Dimmi che non frequenti quella stronza perbenista o giuro che ti tiro il collo!”
“Oooh piantala, non essere esagerata e comunque non sono affari tuoi”
Sbottò il ragazzo con noncuranza.
“Se prima eri nella merda, adesso dovrò cercare un vestito per il tuo funerale”
Commentò di nuovo Mowgli.
“NON SONO AFFERI MIEI?”
“No”
Tutti rimasero basiti da tanta secchezza, Trilly compresa che a quel punto girò i tacchi e salutò l’amico con un sonoro “Vaffanculo Pan” .
“Non sei stato carino, Peter”
“Diciamo che sei stato un idiota”
Sottolinearono Melody e Lilo prima d’inseguire l’amica, il rosso allora cercò sostegno dagli altri ragazzi, ma tutti lo guardavano come se avesse appena investito volontariamente un cucciolo di panda. Quindi era lui il cattivo? Solo perché aveva salutato una gnocca? Trilly invece poteva sclerare tranquillamente e avere l’appoggio di tutto il gruppo? Questo era ingiusto.
Con questi pensieri mandò al diavolo tutti e andò a comprarsi un caffè.
 
*driiin*
Scampanellò la campanella dopo tanto silenzio.
*driiiiiin*
Suonò per dare il via ufficialmente al nuovo anno scolo artico.
*DRIIIIIIIN!*
Insistette per costringere i ragazzi a darsi una mossa.
 
Dopo un momento di confusione, dove tutti si erano ammassati nel centro informazioni per ritirare gli orari, ora i ragazzi si dirigevano mestamente nelle diverse aule.
“Ehi! Vai anche tu a storia?”
Flynn annuì senza modificare il suo passo da condannato a morte. L’anno iniziava proprio bene, storia... odiava quella materia, lo annoiava terribilmente e aveva il vago sospetto di stare poco simpatico al prof.
“Non posso farcela. Sono già stanco … senza contare che Cuordileone inizierà a sbranarmi vivo da … adesso. Mi odia”
Si lamentò mogio.
"Certo che ti odia... Si ricorda ancora quando per il progetto sull'antico Egitto sei arrivato in classe avvolto nella carta igienica"
Chiarì Aladdin che, al contrario, aprrezzava quella materia e aveva salvato il culo a Flynn diverse volte. Seguivano il corso insieme fin dal primo anno ed era proprio dopo il progetto sull'antico Egitto che erano diventati amici, dato che Al era stato l'unico ad aiutare il compagno a liberarsi dalle bende improvvisate.
"Volevo dimostrare la mia creatività"
Rispose, tra l’offeso e il divertito, Flynn.
"Sei senza speranza"
Ridacchiò il più basso, ma l’amico non ci badò più di tanto, era improvvisamente preso da faccende più impellenti.
“Wow … che … ragazza!”
Esclamò estasiato quando una bella ragazza mora, dai tratti orientali, passò loro accanto lasciando dietro di se una scia di profumo al gelsomino.
"Non ti sembra un po' presto per iniziare a rimorchiare? Non sono nemmeno le nove"
Obbiettò Aladdin che mal tollerava certi comportamenti dell’amico.
“Si, ma l’hai vista quella? Da viverci per sempre felici e contenti. Inoltre Naveen mi sta alle costole”
Chiarì con il tono di uno che sta spiegando una cosa ovvia, mentre si girava ancora in dietro alla ricerca della nuova preda.
“Ancora con quella stupida scommessa?”
“Ehi! E’ una cosa seria! Devo mantenere il mio titolo di Sommo DonGiovanni”
Affermò con tono solenne.
Ancora più senza speranza, Al, entrò in classe puntando immediatamente all’ultima fila, Flynn lo seguì a ruota salutando distrattamente gli alti compagni. Tutti chiacchieravano allegramente fino all’arrivo del prof.
“Ragazzi miei, si ricomincia”
 
Ore dopo, una campanella decisamente più apprezzata sentenziò  l’inizio della pausa pranzo ed era quasi possibile sentire un unico grande sospiro di sollievo generale.
La mensa rimase per lo più vuota, la giornata era bella e quasi tutti, infatti, preferirono accamparsi sui prati curati o sulle panchine sotto gli alberi. Chi avrebbe mai rinunciato agli ultimi raggi di sole?
“Datemi qualcosa da mangiare o svengo”
Disse Anna mentre si sedeva sull’erba fresca.
"Ma se hai fatto colazione con un intero pacco di biscotti"
Ribatté Merida sedendosi accanto all’amica e uscendo un'appetitosa mela rossa dalla borsa.
"Non era proprio intero... Ed è stato sta mattina"
Puntualizzò la prima senza vergogna.
"Come fa una persona così piccola a contenere tanto cibo?"
Chiese sinceramente curioso Kristoff già pronto ad addentare un enorme panino salmone e carote (mistero come riuscisse ad ingurgitare con gusto quell'accoppiata)
"Manfi praficamenfe quanfo.. *cof cof* me"
Sputacchiò insieme a qualche briciola unta.
Anna lo ignorò mentre prendeva dalla borsa una sostanziosa vaschetta di insalata di pollo.
Quei tre erano amici da secoli e fondamentalmente era stato Kristoff a fondare il gruppo. Anna era la sua vicina di casa, mentre Merida frequentava con lui gli scout. Le due rosse erano sempre state le sue migliori amiche e avevano avuto modo di conoscersi al settimo compleanno del ragazzo, dopo gelosie iniziali, erano a loro volta diventate grandi amiche e spesso facevano fronte comune per mettere in imbarazzo l’unico uomo della situazione.
 "Cuginetta!"
Una voce alle spalle fece sobbalzare i tre.
"Robin!"
Esclamò Merida alzandosi e lanciandosi addosso al nuovo arrivato con un solo movimento. Il ragazzo le scompigliò affettuosamente i già terribilmente disordinati riccioli del suo stesso colore.
"Pensavo fossi ancora in Inghilterra"
"Um... No, sono dovuto rincasare per varie questioni …”
Rispose il cugino con aria vaga, era risaputo che Robin fosse un combina guai, anche se sempre con le migliori intenzioni.
“Ma tu piuttosto come va a casa?"
"Bene, i gemelli crescono e papà si arrabbierà molto quando saprà che sei tornato senza salutarlo"
"Nah. Sono il suo amato nipotino, temo più tua madre... Credo sia ancora incazzata per l'arco che ti ho regalato"
Rida ridacchiò dovendo ammettere che era vero. Ellinor aveva strillato per giorni ripetendo che le armi non si addicevano alle signorine.
"Però sai, sono migliorata tantissimo, sono più brava di te adesso"
Esclamò entusiasta la ragazza.
"È una sfida?"
"Forse"
Accennò con finta noncuranza.
"Bene, non vedo l’ora di massacrarti"
"Illuditi!"
Affermò ricambiando l'occhiata divertita del cugino dal viso volpino.
"Robin! Porca la miseria, muovi il culo?"
Un ragazzo in nero poco distante richiamò il rosso.
"La pazienza è la virtù dei forti, Uncino, non lo sapevi?"
Rispose sarcastico Robin, che salutò Merida e raggiunse il compagno che fumava impaziente.
 
 
 
 
A.A. 
Salve a tutti :) Intanto grazie di essere arrivati fin quaggiù senza esservi addormentati sulla tastiera, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e sarei davvero tanto tanto contenta se mi lasciaste anche un recensione (vanno bene anche insulti e ortaggi marci virtuali! Certo ... magari con una motivazione) Comunque, wow, sono davvero emozionata. Lavoro su questo progetto da un pò, ovviamente non è un'idea originale e so benissimo che ne esistono innumerevoli versioni in tutto il mondo, infatti il lampo di genio mi venne proprio leggendo la ff di "MagikaMemy" propro qua su efp, ma è un contesto così generale che ogni storia è una cosa a se e quindi spero possiate apprezzare la mia versione :)
Cosa dire sul testo ... come vedete ho modificato/creato qualche legame familiare per arricchire la storia e giustificare determinate relazioni, inoltre abbasserò il più possibile il tasso di orfanità dei personaggi perchè ... beh ... sennò sarebbe una tragedia! Questo primo capitolo è una presentazione generale, così come sarà il secondo che sarà sempre ambientato durante il primo giorno e che arriverà la prossima settimana! Spero di riuscire a mantenere infatti una cadenza settimanale, anche se non con un giorno fisso.
Che aggiungere? Direi niente o vi addormentate davvero! 
Quindi... un bacione, a presto :) Lyss
Ps: piccola curiosità, il secono e il terzo nome che ho attribuito a Peter non sono altro che i veri nomi dello scrittore che che inventò il suo personaggio James Matthew Barrie   
 
 
  
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