Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
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Autore: Ciulla    26/03/2015    4 recensioni
Idea ispirata a diversi miei pomeriggi divertenti e imbarazzanti al tempo stesso.
I pinguini e alcuni dei loro amici dello zoo giocano ad obbligo o verità. Verrà rivelato qualcosa di scottante? Chi si troverà in imbarazzo? Chi dovrà rivelare i suoi più grandi segreti? Chi dovrà rispondere alle domande più strane?
Cosa a dir poco demenziale.
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DELL'AUTRICE
Ricordo che il capitolo precedente si è chiuso con Soldato che deve rivelare il suo più grande segreto


Tutti aspettavano la risposta di Soldato, che però tardava ad arrivare. “Insomma!” Sbottò ad un certo punto Skipper. “È arrivata una domanda interessante e tu non dici niente? Non ti preoccupare, puoi rivelarlo il tuo più grande segreto! Insomma, cosa vuoi che sia... Lo sappiamo tutti che di notte sogni di cavalcare in sella ai tuoi adorati Lunacorni!”
Soldato scosse la testa. “No, non è quell... Ma aspetta, voi come lo sapete?”
“Parli nel sonno” commentò Kowalski.
“Gnah” approvò Rico.
“Oh... Comunque non è quello” il pinguino prese un respiro profondo. “Io... Il mio più grande segreto è che... Sono innamorato di Skipper!”
Qualche istante di silenzio e poi tutti scoppiarono a ridere. “Ci stavo quasi per credere” balbettava Maurice tra i singhiozzi. “Fortuna che non c’è Marlene, o ti avrebbe fatto a fette!” disse re Julien.
Skipper guardò il pinguino più piccolo con condiscendenza. “E va bene, Soldato” commentò. “Se proprio non vuoi rispondere, prenderò io questa penitenza al posto tuo. Del resto... Credo sia giunta l’ora di farvi sapere cosa sia successo davvero in Danimarca”. A quest’affermazione tutti trattennero il fiato e lo fissarono, allibiti e ansiosi  di carpire quel grande mistero al loro amico pennuto. “Ah! Ci avete creduto eh? No, il mio più grande segreto è un altro!” Affermò con evidente delusione di tutti. “Ecco la mia più grande vergogna... Il vero motivo per cui me ne sono andato dall’Antartide con Rico e Kowalski.” Lo scienziato lo bloccò. “NO! Skipper, non puoi dirglielo! Doveva essere il nostro segreto!” Rico grugnì terrorizzato, in approvazione alle parole dell’amico. Ma il loro capo scosse la testa. “Sono stufo di vivere nel segreto, ‘Walski. È giusto che loro sappiano.” Sospirò profondamente e affermò: “Non siamo qui perché abbiamo voluto recuperare l’uovo di Soldato - anche se quella parte è vera, lo abbiamo salvato dalle foche Leopardo - ma perché... Ecco... Volevamo fuggire dall’eccessivo entusiasmo dei nostri fans.” Il suo volto era rosso e imbarazzato mentre mormorava con profonda vergogna: “Noi... Abbiamo vinto per tre anni di fila il premio ‘Miglior ballerini di Antartide.’ Ballavamo di tutto, ma specialmente hip hop e country. Occasionalmente anche disco music e... Oh, vi prego, non fatemi ricordare di quella volta in cui abbiamo dovuto ballare il tango a coppie! Vestirmi da donna è stata la cosa più imbarazzante che mi sia mai capitata in tutta la vita!” Urlò alzandosi e gesticolando con fare teatrale. Rico, forse per vendicarsi malignamente della rivelazione del loro comune segreto, rigurgitò una fotografia del suo capo avvolto in un morbido abito rosso, tra le braccia di Kowalski, che aveva una rosa nel becco e un’espressione da Latin Lover sul volto piumato. Tra le risate generali, Skipper sospirò e passò il turno.



Soldato, avendo saltato il proprio, dovette pescare una seconda volta. Imbarazzatissimo, lesse la domanda che lui stesso aveva scritto nella speranza di poter ottenere finalmente una risposta che, evidentemente, doveva tardare ancora. “Come nascono i piccoli pinguini?”
“Erm...” Mormorò ingenuo. “Io ho sempre pensato che li portasse un Lunacorno gigante e pieno d’amore per tutte le creature viventi...” Skipper scosse la testa con fare condiscendente. “Gigante e pieno d’amore? No, Soldato, ti stai confondendo con Babbo Natale. Grazie per la tua sbagliatissima quanto divertente risposta, comunque. Sotto a chi tocca!”
Dopo qualche inutile rivelazione sulle banane e sulla dieta, fu il turno di re Julien. Pur avendo proposto lui il gioco, era la prima volta che il lemure vi partecipava, ed era piuttosto agitato. Se avesse pescato una delle domande che lui stesso aveva scritto, inoltre, si sarebbe trovato in grave difficoltà - insomma, baciare la sua stessa mano o giurarsi eterna fedeltà sarebbe stato inutile e controproducente. Quello che lui voleva era la fedeltà dei pinguini per poterli obbligare a soddisfare tutti i suoi desideri! Agitato, pescò un foglietto e lesse: “Componi un sonetto petrarchista e recitalo a tutti.” Vagamente sollevato, il sovrano guardò male Mason e Phil, poi, dopo essersi fatto spiegare da Kowalski che un sonetto petrarchista era un componimento poetico tipicamente italiano caratterizzato da due quartine e due terzine in rima (e dopo essersi fatto spiegare il significato di componimento, caratterizzato, quartine e terzine) cominciò a declamare con tono ispirato.

Un tempo non molto lontano,
nel regno del Madagascar,
viveva un potente sovrano,
un simbolo di nobiltà:


negli occhi profonda saggezza,
avvolto da amore e rispetto,
fornito d’estrema bellezza
nel sodo e regale culetto.


Scuotendolo con eleganza,
assai lo acclamavano. Vedi?
Ammira la nobile danza!


E tutti i futuri suoi eredi
avranno, in sua ricordanza,
il ritmo nel cuore e nei...

 
“Piediiiiiiiiiiiiiiii!!!” Lo interruppe Mortino abbracciandogli le zampe e ricevendo un calcio in risposta.
Il pubblico, stupito per la brillante performance, batté le mani; tutti tranne Skipper, che era a dir poco orripilato, e Soldato, che era stranamente triste.
Dopo la straordinaria esibizione del lemure, fu il turno di Kowalski. Il suo obbligo consisteva nello stare seduto sulle gambe della persona alla sua destra fino alla fine del turno. Imbarazzatissimo, Kowalski si alzò, accovacciandosi poi sulle ginocchia di Rico, che lo fissò con espressione divertita e... Beh, psicopatica.
Rico pescò un foglietto, che lesse ad alta voce tra grugniti e mugolii. Era una classica richiesta da obbligo e verità, che in quel momento giungeva assai sgradita: “Bacia qualcuno tra i presenti.”
Il povero pinguino si trovò in profonda difficoltà. Si sarebbe voluto alzare per baciare la sua adorata bambola bionda, ma questo non era possibile, perché alzandosi avrebbe interrotto la punizione di Kowalski. Di conseguenza, l’unica soluzione possibile era quella di baciare il pinguino che aveva più vicino, e che avendolo già anticipato nel ragionamento, lo fissava con aria spaventata.
Improvvisamente tutto quello che circondava I due sparì. Rico riusciva vedere solo Kowalski e il suo volto sempre più vicino. Gli venne in mente che avrebbe potuto farsi portare la bambola da qualcuno, ma ormai non aveva più importanza: era vittima di uno strano incantesimo che, partito dagli occhi di Kowalski, lo teneva inchiodato e gli impediva il più piccolo movimento che esulasse dall’avvicinarsi a lui e baciarlo.
Il contatto durò poco, ma per Rico furono istanti semplicemente magici.


NOTA DELL'AUTRICE
Ho pubblicato presto questo capitolo un po' più lungo del precedente per farmi perdonare la cortezza, i prossimi saranno un po' più rari :D Spero vi piaccia!!
Scusate la bruttezza dell'immagine ma per problemi tecnici ho dovuto farla con paint D:
 
   
 
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