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Autore: thembra    26/03/2015    1 recensioni
La piccola e fragile Hinata cresce e diventa un abile ninja, ma un imprevisto cambierà la sua situazione scaraventandola in un mondo di grida, giochi infantili e molti.....libri!!! ^()^ TH
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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C’era nell’aria tutto attorno a loro un tanfo così pesante umido e irrespirabile che i loro polmoni già provati dallo sforzo e dal poco ossigeno che avevano dovuto dividersi negli ultimi giorni sembravano lavorare a vuoto e più respiravano meno ossigeno immettevano nel loro corpo.
 
Per la prima volta Sakura si sentì come uno di quei pesci che durante l’addestramento con Tsunade s’era allenata a riportare alla vita; con le ginocchia e le braccia per metà affogate nella palude cercava di riprendere fiato mentre decine di gocce di sudore e scivolavano dalla fronte sugli occhi le guance e giù per il collo; faceva un caldo assurdo e nonostante avesse una sete boia era certa che se avesse bevuto quell’acqua la sua vita avrebbe avuto la durata del ciclo d’una farfalla, escherite-acoli dissenteria e salmonella erano solo alcuni delle centinaia di batteri che di certo si nascondevano nell’illusione di quella fresca liberazione.
 
Non appena formulò quel pensiero una borraccia le apparve dinnanzi agli occhi, alzando lo sguardo incrociò quello sghembo di Kiba.
Lo ringraziò con un cenno del capo e aprendo il barattolo ne bevve avidamente il contenuto, i suoi compagni ne avevano una per ciascuno quindi per fortuna non doveva dividerla con nessuno.
 
I primi sorsi sciacquarono via la polvere e il sapore malsano che aveva in bocca, girandosi sputò fuori quello schifo ingerendo solo i successivi.
Già stava meglio.
Si guardò intorno sconcertata. Erano esattamente nel medesimo punto dov’erano stati fatti prigionieri, che strano.
 
“Un jutsu di contenimento…”
“Nh?”
 
Kakashi era stato il primo a rimettersi in piedi e mentre con un panno bianco imbevuto d’acqua si rinfrescava testa collo e spalle provvedeva a dare una spiegazione generale dato che come Sakura anche gli altri erano piuttosto perplessi.
Naruto stentava a riprendere conoscenza.
 
“A quanto pare ci temevano troppo e anziché portarci al villaggio hanno evocato un qualche jutsu di contenimento in attesa che ci indebolissimo per poterci interrogare…non ne avevo mai visti e tanto meno provati di così efficaci e limitativi…se non foste arrivati voi ragazzi ce la saremmo veramente vista brutta…”
 
Annuì in direzione di Shino che stava infondendo attraverso i suoi insetti un poco del suo chackra al biondo.
 
“Sono sicuro che presto o tardi un modo di uscire lo avreste trovato.” Con la sua solita voce neutra l’Aburame rispose al sensei.
“Nah, fidati amico…ero così debole che non sarei riuscito nemmeno a…” Shikamaru scosse la testa al pensiero di tanta impotenza “…che seccatura!”
“Beh, non ha senso continuare a parlarci su ragazzi, l’importante è che siamo di nuovo tutti insieme!”
 
Kiba interruppe il discorso corrente, non serviva a niente preoccuparsi di ciò che non era stato, la cosa più importante adesso era rimettere in forma quello sgangherato gruppo.
Sasuke si era alzato in piedi ma dal modo in cui barcollava si capiva che era molto debole, Naruto incominciava adesso a muovere le dita e la testa, segno che stava per riprendersi mentre Sakura cercava di applicare alcune bende alla spalla lacerata di Shikamaru che per via del sudore e dell’umidità stentavano ad appiccicarsi.
Kakashi sembrava quello messo meglio di tutti, non se ne stupiva ma era curioso di sapere com’era possibile che si fosse già ripreso.
 
“ Abbiamo predisposto una base a pochi chilometri da qui, potrete curarvi e riposare, poi proseguiremo alla ricerca di quel dannato luogo dei patti…che ne dici Hinata?”
 
C’era anche Hinata?
 
Kakashi la cercò immediatamente trovandola accanto a Shino intenta a tamponare con una stoffa bagnata il viso di Naruto mentre con decisione annuiva al suo compagni di squadra.
Rimase a guardarla per interminabili secondi cercando di capire.
Com’era possibile che il suo infallibile sesto senso avesse fatto cilecca? Percepiva benissimo ognuno dei presenti tranne Hinata e non c’era pericolo che ella fosse un clone o un’illusione, era quella vera non c’erano dubbi quindi, o per la prima volta aveva fallito, cosa che si rifiutava di credere, o, e questo ragazzi miei aveva dell’incredibile, la ragazzina in questione era riuscita a sviluppare una tattica per evadere dalla percezione altrui.
 
Si mise a sedere quando sulla spalla la mano di Sakura lo invitò a farlo, la sua allieva voleva sincerarsi delle sue condizioni prima di mettersi in cammino.
La lasciò fare continuando a seguire ogni movimento della Hyuuga sorridendo come faceva lei ora che Naruto finalmente riapriva gli occhi.
 
Ripartirono non appena il biondo fu in grado di rimanere in piedi, appoggiato alle spalle di Shino e Kiba faceva del suo meglio per non gravare troppo sui due nuovi arrivati.
Procedevano a ritmo abbastanza spedito per paura che l’esplosione ed equivalente distruzione del jutsu di sconfinamento avessero innescato un qualche allarme segreto, il team di salvataggio dopo averle cercate col byakugan della Hyuuga e gli insetti di Shino era riuscito ad incantare a pennello quelle dannate salamandre assicurandosi di non lasciarne esente nemmeno una, ma non si poteva mai sapere….
 
Raggiunsero la base in pochi minuti rimanendo piacevolmente sorpresi di trovarla rifornita d’acqua cibo e una marea di frutta fresca, subito dopo essere stati salvati per via della fretta avevano ingerito un paio di pillole rigeneranti ciascuno e il loro sapore amaro fino all’assurdo ancora permaneva sul retro della lingua, quei buoni frutti ne avrebbero sicuramente cancellato l’effetto. .
Kiba dopo aver mollato a Shino il peso morto Naruto corse a prendere degli zaini impilati sotto a dei mucchi di rami lasciandoli a terra a casaccio, ne tenne solo uno che aprì, srotolò e rese un confortabile giaciglio per Naruto.
Sasuke notò che ce n’era uno per ciascuno e imitando Sakura e Shikamaru srotolò il suo.
Il team di Kiba Shino e Hinata, doveva proprio ammetterlo, era davvero preparato per missioni di ricerca e salvataggio, gli scomparti impermeabili delle falde dello zaino erano strapieni di barrette energetiche, razioni e ramen? Guardò d’istinto Hinata, da quello che sapeva lui, il ramen non era nella lista degli alimenti di prima utilità nelle missioni a lungo termine, doveva avercelo messo lei apposta per quel dobe, scosse la testa sbottando un sorriso mentale senza però fare a meno di pensare che fosse un pensiero davvero carino. Per il bene della Hyuuga sperò che almeno l’idiota avrebbe inteso e apprezzato il gesto.
Tornando al suo solito umore strappò coi denti la linguetta di una barretta sgranocchiandone la crosta alle noci e il buon ripieno di fagioli fermentati. Doveva ricordarsi di chiedere loro dove diavolo si rifornissero di tutte quelle bontà, all’emporio dei ninja si trovavano solo cibi neutri per lo più disidratati o di scarsa qualità.
 
Mentre accendeva un piccolo fuoco al centro del cerchio che avevano formato Kiba fece il punto della situazione.
 
“Ci riorganizzeremo qui, è un punto cieco e non ci troveranno mai abbiamo tutto il tempo che vogliamo in attesa che vi rimettiate completamente, nel frattempo Shino che ha piazzato degli insetti spia ci terrà informati su qualsiasi loro azione, possiamo stare certi che non li noteranno sono sconosciuti alle salamandre e perfettamente mimetizzati, se qualcuno poi andrà sul luogo alcuni di loro gli si poseranno addosso così potremmo capire dove si nasconde il villaggio e quindi agire…se siamo fortunati penseranno ad una vostra ritirata e nonostante un po’ di massima allerta nei prossimi tre o quattro giorni poi la situazione tornerà alla normalità e potremo ritentare …”
 
La voce di Shikamaru tagliò corto l’Inuzuka.
 
“Infiltrarsi fra di loro è impossibile, da quel poco che sono riuscito a capire i ninja che vivono al villaggio sono veramente pochi quindi è da dedurre che si conoscano perfettamente fra di loro, non sappiamo come vestono i civili e sarebbe da pazzi cercare di scoprirlo perciò è da scartare anche l’opzione di mescolarci fra i paesani, l’unica tattica è quella dell’attacco a sorpresa, quando Naruto sarà in forma lui e il maestro Kakashi potranno ricorrere alla tecnica della moltiplicazione e poi abbiamo la tecnica del fioco di Sasuke…”
“Li faremo cagare sotto…” Sasuke si permise di commentare l’idea del Nara, gli bruciava proprio essersi fatto catturare.
“E nessuna idea di come sia fatto il loro villaggio…”
 
Le parole di Hinata tuttavia freddarono il nascente entusiasmo.
 
“Dovremmo attaccare fra non meno di cinque giorni, per arrivare fin qui da Konoha ci vuole una settimana a pieno ritmo non cadranno mai nella trappola dell’arrivo dei rinforzi, se sono stati in grado di nascondere così bene loro villaggio per anni saranno sicuramente più furbi di quel che speriamo, dovremmo pensare a qualcos’altro…lei che suggerisce Kakashi sensei?”
 
Chiudendo la bocca che aveva aperto pochi attimi prima per pronunciare le medesime parole che Hinata lo aveva battuto sul tempo a dire Kakashi si prese alcuni istanti per rendersi conto che quella ragazzina lo stava davvero rendendo fiero.
Non era più l’insicura pecora nera della famiglia sempre spaventata davanti alle sfide, ora guardava negli occhi una persona adulta e ben caratterizzata che sapeva finalmente che direzione far prendere alla propria vita, non era più devastata dalle conseguenze della missione fallita anni prima che l’aveva costretta a dire addio al servizio attivo era una continua sorpresa, una meraviglia e aveva negli occhi una luce che bruciava di un fuoco bianchissimo, uno sguardo che non era più bello o particolare perché dotato del raro tratto del byakugan, ma affascinante e mistico per via di ciò che ora riusciva ad esprimere ovvero sicurezza, maturità, esperienza e saggezza.
 
Poteva dire con certezza che fra tutti i membri della sua generazione Hinata era la più vicina alla perfezione personale e ciò non significava che fosse migliore degli altri ma solo che era più vicina al completamento del suo percorso professionale, Sasuke per esempio doveva imparare ancora l’umiltà e capire che al mondo non tutto era solo bianco o nero, che erano le mille sfumature della vita di ogni giorno i mille significati di una frase e le mille interpretazioni che la gente poteva dare ad esse a rendere magica e stimolante la vita, che dietro ad un gesto c’era riflessione, c’era rinuncia e al tempo stesso guadagno e solo quando avrebbe incominciato a vedere il mondo ogni giorno con occhi diversi sarebbe riuscito a raggiungere e forse superare addirittura colui che nonostante tutto era ancora il suo mito e la sua dannazione.
Dopotutto Itachi non era stato che un uomo, come lo erano la metà degli esseri umani viventi; un uomo con tanta passione e voglia di pace, un uomo incompreso ai mille ma che per uno solo aveva sacrificato nome e futuro.
 
“Ho qualcosa in faccia?”
 
Sasuke si sfregò la guancia col palmo della mano controllando cosa ci fosse sul suo viso di così interessante da far andare in catalessi Kakashi.
Non vedeva niente, mah…
 
“Uh…no…stavo pensando che Hinata ha ragione e che sarebbe meglio pensare a qualcosa che loro non si aspettano…”
“Per esempio?”
“Per esempio abbiamo un sacco di tempo e le scorte di cibo non ci mancano…non faremo altro che rimanere qui, ben nascosti, in attesa che i nemici abbassino l’allerta… nel frattempo scoveremo i loro punti critici di controllo, sono sicuri che per quanto in gamba possano essere non potranno nulla contro il byakugan di Hinata, sfrutteremo questo nostro vantaggio per neutralizzare i loro e fra pochi giorni, quando tutti saremo lucidi e calmi…”
 
Lanciò un’occhiata a Naruto, Sasuke e poi  lentamente a tutti gli altri guadagnandosi alcuni sbotti e un paio di innocenti scrollate di spalle
 
“…sapremmo esattamente chi cosa e soprattutto dove attaccare… ”
“…”
“…Tutti d’accordo?”
 
I presenti annuirono all’unanimità seguendo poi l’esempio del loro leader che tutto tranquillo si trovò un posto libero e dopo aver srotolato il suo zaino e mangiato un paio di barrette cadde in un sonno profondo.
Kiba tossì una mezza risata, per quanto portentoso e formidabile anche il mitico ninja della copia aveva i suoi limiti, aveva resistito fino a quando aveva avuto la certezza assoluta che fossero tutti al sicuro prima di soccombere con immensa e ben celata dignità alla stanchezza più assoluta.
Si sentì onorato del privilegio che gli dei gli avevano concesso nel farlo venire al mondo al Villaggio della Foglia dove vivevano persone che erano state leggende o ne erano di viventi, l’Hatake era una di quelle, un misto di indifferenza e fuoco allo stato puro legato alla devozione più totale verso un Paese pieno di persone oneste e meravigliose dalle personalità più disparate ma unite da un unico fuoco che bruciava incessantemente nel cuore e nell’anima di ognuno di loro.
Sospirando si sdraiò incrociando le mani sotto alla testa, lo sguardo inquadrava il soffitto cavernoso ma i pensieri erano rivolti alla sua ragione di vita.
Konoha, i suoi abitanti, i suoi amici…Hinata.
Si girò a guardarla sorridendo nel vederla chinata ancora accanto a Naruto, vicino a dove stavano un piccolo fuoco da campo elettrico scaldava dell’acqua che sicuramente serviva per il ramen liofilizzato, bene, il biondino si stava riprendendo alla grande allora; si concentrò sui movimenti della sua ex compagna di squadra e come sempre succedeva in passato si lasciò affascinare dalla dolcezza con cui muoveva le mani e l’armonia che i suoi lunghi capelli creavano cadendole in avanti tutte le volte che si sporgeva, e l’espressione che aveva in viso, tipica delle donne soddisfatte della propria esistenza era rara da vedere sul viso di una ragazza, strana da vedere su quello di lei.
In quel momento, forse sentendosi osservata, anche lei lo guardò sorridendo in risposta all’occhiolino che le aveva fatto lui, allargando leggermente quei suoi bellissimi diafani occhi mentre nervosa si mordicchiava il labbro inferiore dopo averci passato sopra la lingua come faceva sempre quand’era un po’ imbarazzata.
Decise di darle pace tornando a concentrarsi sulla porosa superficie del loro riparo.
Gli altri si erano pian piano tutti addormentati e il leggerissimo ronzio degli insetti di Shino che il suo finissimo udito captava era un piacevole disturbo.
In quel misero bivacco nella terra degli acquitrini, a giorni e giorni di marcia da Konoha lontano dalla sua casa e dalle sue sicurezze ma circondato dai compagni di mille avventure riusciva benissimo a sentirsi a casa.
Se non era fortuna questa…
 
 
 
….
 
 
Non si sentiva molto bene.
Vedeva tutto sbiadito e gli occhi dei suoi amici erano disuguali, Sakura stranamente aveva la fronte normale mentre quella di Sasuke saliva e saliva come un cilindro rosa e tondo sulla cui cima spuntava una zazzera starnazzante.
Cercò di schiudere gli occhi e ciò che vide lo sconvolse…sull’altissima testa di Sasuke c’era il nero posteriore di un’anatra….ma che diavolo…?
Si girò verso Sakura cercando risposte e gli occhi gli uscirono dalle orbite nel constatare che quella che un minuto prima era la sua compagna di team ora era un fenicottero tutto rosa shocking…
Cercò di calmare il cuore che gli impazziva nel petto, chiamò Shikamaru e Kakashi e di nuovo quell’abominio di Sasuke e persino Sakura che però volò via e d’improvviso quel torbido paesaggio lacustre divenne scuro e melmoso così come il suo corpo che perse di consistenza e non sentiva più e lo squittio di decine di ratti copriva il suono della sua voce e una sensazione di svuotamento lo avvolgeva mentre contemporaneamente centinaia di fiaccole rosse si accendevano nella notte e quel fischiare si accentuava e lui stringeva i denti perché quel rumore era fastidiosissimo e si sentiva sempre più male ora che capiva che quelle luci erano in realtà gli occhi dei ratti che gli stavano succhiando il chackra e che in realtà era tutto un incubo dato dalla sua debolezza, che sarebbe bastato un disperdi per svegliarsi da quell’allucinazione auto provocata ma essendo a secco di chackra non ci sarebbe mai riuscito da solo e quindi era condannato a vivere in quell’incubo assurdo finchè qualcuno dei suoi amici non si sarebbe liberato, ma se erano messi nella sua stessa situazione ce ne sarebbe voluto di tempo e quindi erano tutti fottu-
 
Poi un tocco freschissimo diede di nuovo contorno al suo corpo.
 
Riconobbe il punto sfiorato come la sua guancia e avvertì nuovamente le spalle, il collo che un poco gli doleva, il contatto della schiena contro il suolo e il bacino, persino le gambe e i piedi…sentiva tutto, braccia, mani luci e rumori.
Si rese conto d’aver aperto gli occhi solo quando un movimento davanti ad essi cambiò la massa di una sagoma nella fioca controluce di un fuocherello.
C’era silenzio ma udiva l’eco di calmi respiri e il fresco sospiro della notte gli carezzava il viso.
Chiuse gli occhi e li riaprì ma quello che gli mostravano non poteva essere reale.
Hinata non poteva trovarsi lì di fronte a lui, non aveva motivo per sorridergli in quella dolcissima maniera visto che si erano fatti catturare come novellini durante la missione che avrebbe significato la sua salvezza come ninja, non poteva essere così felice di vederlo, non avevano motivo quei suoi bellissimi occhi di riempirsi delle mille sfumature dell’argento visto il loro tragico e irreparabile fallimento.
Era morto.
Non c’erano dubbi.
Morto come un coglione senza poter fare nulla per salvare i suoi compagni di missione né lei.
Cercò di mettersi a sedere e  subito la mano di lei gli andò dietro alla nuca dandogli fresca spinta.
Non appena si trovò seduto riuscì solo a fare due cose.
Guardarsi intorno e calmarsi nel vedere attorno al fuoco le sagome raggomitolate dei suoi compagni e ruttare.
Ruttò, e sorrise al gusto di ramen che gli permeava sul palato sentendosi subito meglio, probabilmente aveva mangiato troppo in fretta quel suo delizioso piatto che gli era rimasto sullo stomaco provocandogli incubi da indigestione; contento si rimise a dormire.
Un’ultima carezza e l’augurio di un buon riposo sussurrato con dolcezza infinita fu tutto ciò che ricordò prima di riaddormentarsi.
Non vide quindi l’enorme sollievo sul viso di Hinata né poté specchiarsi nei suoi lucidi occhi chiari e non gli arrivò nemmeno alle orecchie la sarcastica voce di Sasuke che sbottando una risata gli dava del coglione.
 
Ma andava bene così.
Erano tutti salvi, erano tutti insieme.
Erano pronti al secondo round.
 
 
TH
 
 
Non odiatemiiiiiiiiiiii!!!! xD
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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