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Autore: heliodor    29/03/2015    2 recensioni
Nel palazzo di Minosse si nasconde il mostruoso Minotauro, metà uomo e metà toro. Da quando la creatura ha preso possesso della reggia, una maledizione è calata sull’isola. Solo il sacrificio di un innocente potrà spezzarla. Teseo, l’eroe venuto dal mare, affronterà il mostro con l’aiuto di Arianna e Icaro.
Ma non tutto è come sembra.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Teseo trae un profondo respiro. Nella mano destra stringe la lancia appoggiata sulla spalla, mentre con la sinistra brandisce lo scudo. Sulla superficie lucida del metallo si vede ancora l'ammaccatura.
La folla si accalca ai lati del viale. Gli sguardi sono divisi tra quelli per il guerriero che si prepara al combattimento e la creatura incatenata che attende al centro della spianata.
Soldati armati di lancia e scudo osservano attoniti la scena.
Piritoo e gli altri guerrieri si godono lo spettacolo da una terrazza del palazzo.
― Popolo di Creta ― grida il guerriero con voce sguaiata. ― Guarda il mostro che per anni ti ha terrorizzato. Oggi il prode Teseo, figlio di Egeo re di Atene, libererà la vostra isola da questa maledizione.
Asterione agita le catene che gli immobilizzano le braccia. Un'altra catena è legata attorno ai fianchi. Solo le gambe tozze sono libere di muoversi.
Dalla folla si leva qualche grido e un applauso, ma i più osservano in silenzio, lo sguardo atterrito.
Piritoo solleva il braccio destro. ― Quando vuoi tu, Teseo.
Le fiamme che svettano sul palazzo del labirinto si mescolano ai raggi del sole che spuntano da dietro l'edificio.
Teseo marcia verso Asterione, che si volta e si agita alla vista del fuoco che si alza dalla sua prigione.
― Sembra che Grodyon stia organizzando una sua festa privata ― sussurra Piritoo agli altri guerrieri. ― Questo sarà un giorno memorabile.
***
Icaro atterra sulla terrazza, scivola, inciampa e rotola su se stesso fino quasi al bordo, dove si aggrappa a una pietra. Facendo leva su di una gamba si solleva e scivola sul cornicione, dove resta a pancia all'aria per qualche secondo.
Quando si rialza, le fiamme hanno quasi raggiunto la terrazza di pietra che sporge verso l'esterno del palazzo. Il fuoco si muove come un liquido sulla roccia, insinuandosi nelle fessure tra una pietra e l'altra.
― Fuoco greco ― sussurra affannato mentre si sfila l'imbracatura delle ali.
Le fiamme scorrono sul pavimento di roccia allargandosi come una macchia d'acqua.
Icaro si guarda attorno. ― Dunque, erano sei passi in avanti e tre a destra, o tre a sinistra e sei in avanti?
Passeggia sulla terrazza contando i passi. Si ferma e si accovaccia. Le dita premono sulle pietre, ma queste non si muovono.
Si rialza e corre al punto di partenza.
Le fiamme continuano ad avanzare. Metà terrazza è invasa dalle fiamme.
Icaro conta di nuovo i passi mentre esegue una specie di danza sulle pietre. Si accuccia e spinge un masso, senza riuscire a smuoverlo. ― Sbagliato di nuovo. Oh, dèi. Ma come faceva a...
Sbuffando e ansimando torna al punto di partenza, conta i passi per la terza volta e si ferma al centro della terrazza. Le fiamme lo hanno circondato, formando un muro compatto che si stringe attorno a lui.
Icaro si china e passa le dita tra le fessure che dividono le pietre. Spinge e tira senza che niente accada.
Le fiamme gli lambiscono i piedi e le gambe.
Icaro sferra un pugno violento a una pietra. La roccia oscilla, si piega verso l'interno e si solleva abbastanza da infilarci sotto le dita e sollevarla.
Icaro si infila nell'apertura e rimette a posto la pietra un attimo prima che le fiamme si chiudano su di lui. Percorre il corridoio in leggera discesa tenendo le ali sotto il braccio. Alla base dello scivolo individua la corda nel buio. ― Brava Arianna. Ora vedremo se il tuo sistema è davvero il migliore.
***
Teseo avanza verso il centro della spianata, la lancia pronta a colpire. Il pubblico ha preso a incitarlo.
― Colpiscilo.
― A morte.
Asterione, disperato, tende allo spasimo i muscoli delle braccia per liberarsi. Le catene tintinnano, ma il metallo resiste alla terribile sollecitazione.
Teseo copre metà della distanza che lo separa dalla creatura e si ferma.
Asterione si volta verso il palazzo del labirinto e lancia un profondo ululato all'indirizzo delle fiamme che si levano sempre più alte.
Gli spettatori si voltano nella stessa direzione e guardano sgomenti lo spettacolo.
― Non è possibile.
― Il palazzo sta bruciando.
― È un segno degli dèi.
― Guardami ― grida Teseo. ― Guardami, mostro ― aggiunge quando Asterione si volta verso di lui.
La creatura lancia un ululato triste e si piega in avanti, come in preghiera. Guarda prima Teseo e poi il palazzo del labirinto.
― Vuoi tornare nella tua prigione? Anche ora che sta bruciando? ― domanda Teseo.
Asterione lancia un altro ululato e si inchina davanti a Teseo.
Il guerriero avanza di un altri due passi, la lancia pronta a colpire. ― Forse non sei davvero cattivo come dicono ― dice distogliendo lo sguardo. ― Ma questa è la mia occasione per diventare un eroe, capisci? Forse non ne avrò un'altra.
Asterione si solleva su gambe malferme e allarga le braccia.
Teseo scuote la testa. ― Mi offri il tuo petto? Senza nemmeno combattere? Così non c'è alcun onore per me ― grida furioso. ― Combatti. So che ne sei capace.
Asterione scuote il capo deforme e chiude gli occhi.
Teseo avanza di scatto e solleva la lancia.
***
Il fumo invade il corridoio. Icaro tossisce e si china in avanti, la corda stretta tra le mani. Le pareti di roccia sembrano sparire nella densa foschia e nel buio. Solo il chiarore dell'incendio getta una luce nell'oscurità.
Icaro avanza seguendo la corda tesa al centro del passaggio, gli occhi socchiuse e una mano sulla bocca per proteggersi dal fumo.
Arrivato a un incrocio la corda termina in un nodo legato a un chiodo si ferro infisso nel muro. Icaro scioglie il nodo e arrotola la corda. ― E ora dove vado?
L'eco di passi che si avvicinano lo fanno trasalire.
― Arianna? ― grida rivolto all'oscurità.
I passi accelerano, si fanno pesanti, quindi si fermano. Una sagoma appare nel fumo, avanza verso di lui barcollando.
Icaro socchiude le palpebre.
Dal fumo emerge una figura maschile. Il viso stravolto, le mani che a tentoni cercano il muro. Minosse scivola, si rialza. Infine si lascia cadere sul pavimento.
Icaro si avvicina. ― Maestà?
Minosse lo fissa con sguardo assente. ― Chi sei? Ti conosco?
― Mi chiamo Icaro.
― Sei il figlio di Dedalo. ― Sul volto appare un pallido sorriso. ― Da quanto tempo non... ― Le parole gli si spengono in gola.
― Cosa ci siete venuto a fare qui?
― È il mio palazzo questo. ― Minosse agita una mano nell'aria. ― Mi sono perso ― dice con un filo di voce. ― Ho vagato per ore in cerca di una via d'uscita. ― Nasconde il viso con le mani. ― Come ho potuto fare questo a mio figlio? Non c'è prigione peggiore di questa. Al buio, da solo. Un bambino. ― Singhiozza.
Icaro lo afferra per il braccio e lo costringe ad alzarsi. ― In piedi. Si sta riempiendo di fumo.
Minosse lo allontana con uno strattone. ― Lasciami qui, ragazzo. Io non merito di vivere.
Icaro lo scuote con forza. ― Forse tu no, ma Arianna sì.
― Arianna?
― È qui da qualche parte, persa nel labirinto. E si sta riempiendo di fumo.
― Arianna ― piagnucola Minosse. ― Lei no. Ti prego, non lei. Non riuscirei a sopportarlo.
― La troveremo. ― Icaro lo prende per mano. Dietro di loro il fumo continua ad aumentare.
***
Grodyon discende la scala un gradino per volta. Giunto sul pianerottolo, si abbassa per guardare Arianna, legata mani e piedi e distesa sul pavimento.
La ragazza volta la testa verso di lui e gli rivolge un'occhiata ostile.
Grodyon sorride. ― È stata una buona idea mettere da parte un po' di quel fuoco greco. Nelle giuste proporzioni è in grado di consumare anche la pietra.
Solleva la ragazza senza sforzo e le slega le caviglie. Con una mano le artiglia la spalla e la spinge lungo il corridoio.
― Mi fai male ― si lamenta Arianna.
― Il dolore è solo un mezzo per raggiungere l'illuminazione.
Grodyon la guida verso una statua che torreggia nell'ampia sala. L'Alto Sacerdote la indica col braccio teso. ― Ammira la pura follia visionaria di tuo padre.
Nel chiarore delle torce, il muso grottesco della statua risulta ancor più mostruoso. Grandi corna appuntite spuntano da una testa che ricorda quella di un toro. Il corpo invece è quello di un uomo. Le braccia muscolose si protendono verso il vuoto, dove le mani si congiungono. In mezzo ai palmi uniti brilla la fiamma di un braciere. La statua si innalza quasi fino al soffitto, raggiungendo l'altezza di trenta o quaranta uomini adulti.
Grodyon sospira. ― Non sai quante volte l'ho esortato a non offendere gli dèi, ma lui niente. Ha proseguito con la sua follia fino a ordinare la costruzione di questa mostruosità, alla quale ha dedicato un immenso palazzo.
Una scala scavata nella pietra si innalza alle spalle della statua avvolgendosi attorno a una colonna di roccia che la sostiene.
― È buffo che tutto debba finire proprio qui, dove è iniziato. ― Grodyon spinge Arianna lungo i gradini.
La ragazza incespica, cade. L'Alto Sacerdote la solleva e la costringe a fare un altro passo, un altro gradino.
― Solo ora ho compreso il messaggio che gli dèi mi hanno inviato. La nascita del tuo gemello deforme non era un invito al suo solo sacrificio. Gli dèi volevano due vittime. Una mostruosa, per rimuovere la maledizione che ci avevano lanciato contro. ― Stringe i polsi di Arianna. ― E una vittima pura e innocente per propiziare la nostra rinascita. A pensarci bene, saresti dovuta morire quel giorno al palazzo. ― Ride. ― Tutto sarebbe stato più semplice.
Arianna cerca di divincolarsi ma lui la spinge lungo i gradini. ― Ma ora rimetteremo le cose a posto.
***
Dedalo si fa strada tra la folla a furia di spintoni. Una guardia lo respinge con lo scudo. ― Indietro ― urla minaccioso il soldato.
Al centro dello spiazzo, Teseo minaccia Asterione con la lancia alzata e lo scudo davanti al corpo.
― Avanti Teseo ― grida Piritoo dalla terrazza. ― Dimostraci che sei un vero eroe. O vuoi che venga giù io a fare il lavoro per te?
I guerrieri ridono in maniera sguaiata.
Teseo avanza di un altro passo. ― Li senti? Avanti, alzati e combatti. Così mi rendi solo le cose più difficili.
Il pubblico trattiene il fiato. La guardia si volta per guardare cosa accade al centro dell'arena improvvisata.
Dedalo si getta in avanti e lo supera, correndo verso Teseo.
Il giovane solleva la lancia. La punta luccica sotto i raggi del sole.
― No ― grida Dedalo.
Teseo volta la testa di scatto, il braccio a mezz'aria pronto a vibrare il colpo.
Dedalo si avvicina con passo lento, le mani alzate.
― Ancora tu ― dice Teseo. ― Dovevi andare via.
Piritoo smette di ridere. ― E quello che vuole?
― Ci sta rovinando la festa ― si lamenta Ceneo.
Issione sguaina la spada. ― Vuoi che me ne occupi io, capo?
Piritoo gli fa un cenno con la mano. ― Aspetta. Vediamo prima che succede.
Dedalo avanza verso Teseo, gli occhi che passano dal ragazzo ad Asterione, che inginocchiato si lamenta e guarda il palazzo del labirinto che viene divorato dalle fiamme.
― Non deve andare per forza così ― dice Dedalo avvicinandosi.
Teseo lo fissa con espressione incerta. ― Ti ho già detto...
― Guardalo. ― Dedalo indica Asterione col braccio. ― Ti sembra un mostro?
Teseo distoglie gli occhi. ― Mi ha aggredito e poi ha ferito Arianna. E avrebbe fatto lo stesso con tuo figlio e Piritoo se non l'avessi fermato.
― Si stava solo difendendo.
Il braccio di Teseo trema. ― Ha cercato di ucciderci.
― È cresciuto da solo in una prigione di pietra, al buio, senza la compagnia di un altro essere umano per anni. ― Gli occhi di Dedalo si riempiono di lacrime. ― Nella prigione che io ho costruito. Dovevo aiutarlo a uscire di lì. Potevo farlo, ma ho avuto paura. Per me e per mio figlio. Non mi perdonerò mai per quello che ho fatto.
Teseo abbassa la lancia, ma poi la rialza subito. ― Ormai è diventato un mostro. Se mai c'è stato del buono in lui...
― Ma c'è ancora del buono ― insiste Dedalo. Si ferma a un passo dalla lancia di Teseo. ― Come c'è del buono in te.
Teseo scuote la testa. ― Ho giurato a mio padre che sarei diventato un eroe. ― Si volta verso Asterione.
― Se lo uccidi ― dice Dedalo cupo. ― Diventerai tu il mostro. Pensaci bene, Teseo.
Dal palazzo in fiamme giunge un ululato soffocato che fa trasalire gli spettatori.
***
Grodyon passa il pugnale sul braciere. La fiamma arroventa la lama a forma di esse. Arianna, legata con una catena al collo della statua, osserva l'Alto Sacerdote con occhi sgranati.
L'uomo posa il pugnale in un angolo e cammina fino a un barile di legno. Solleva il coperchio e vi getta un'occhiata. All'interno c'è un liquido oleoso di colore verde scuro. ― Questo servirà per mondare questo posto da ogni maledizione ― spiega tornando sui suoi passi. ― Niente purifica meglio del fuoco greco. Ce n'è abbastanza da bruciare questa sala fino alle fondamenta e oltre. Non è una grande invenzione?
― Mostro ― grida Arianna.
Grodyon si batte il petto. ― Adesso il mostro sarei io, principessa? Davvero lo pensi?
Arianna lo fissa con odio.
― Io sto solo cercando di salvare Creta e i suoi abitanti. Prima che quello scellerato di tuo nonno proibisse ogni forma di sacrificio, noi eravamo un popolo rispettato e temuto. E cosa siamo adesso? Persino un mercenario come Piritoo osa sfidarci impunemente. In tempi più civili ci sarebbero lui e la sua volgare ciurma al tuo posto. ― Ghigna. ― Ma non temere. Quando tutto sarà finito mi occuperò anche di loro, e di Dedalo e suo figlio.
Arianna cerca di divincolarsi dalla morsa delle catene. ― Aiuto ― grida, la voce che si riverbera sulle pareti di roccia. ― Aiutatemi.
Grodyon ride. ― Urla, fai pure. Agli dèi farà ancora più piacere.
***
Icaro si ferma all'improvviso.
Dietro di lui, Minosse si tende all'ascolto. ― Hai sentito?
― Un grido ― dice il ragazzo. ― Veniva da quella parte.
I due si lanciano di corsa nel corridoio.
***
Grodyon raccoglie il pugnale. ― È giunta l'ora, principessa. ― Fa roteare la lama nell'aria. ― Vorrei che ci fosse un modo meno doloroso per fare questa cosa ma...
― Lasciala. ― La voce di Icaro risuona nella sala.
Grodyon si volta di scatto e il pugnale gli balla tra le mani.
Ai piedi della statua, Icaro e Minosse lo guardano minacciosi.
― Grodyon ― urla il re. ― Ti ordino di liberare mia figlia.
Grodyon sospira. ― Ormai è stata promessa come vittima ai nostri dèi. Vuoi che si arrabbino ancora di più con noi?
― Fatelo parlare ― dice Icaro al re. Si avvicina alla scala dietro la statua e inizia a salire i gradini di corsa.
― Mi adirerò io se le farai del male ― grida Minosse dal basso.
― Sei tu che mi hai costretto a farlo ― urla Grodyon agitando il pugnale. ― Hai offeso gli dèi. Hai distrutto tutto quello che i nostri antenati hanno costruito.
Minosse si inginocchia ai piedi della statua. ― Allora prenditela con me, Grodyon. Lascia stare mia figlia.
― Lo farei con piacere, ma non servirebbe a molto. Solo il sangue di un innocente potrà placare la collera degli dèi. Così è sempre stato per secoli.
Grodyon si volta, il pugnale stretto nella mano
― Grodyon ― urla Minosse.
Icaro è a metà salita quando l'Alto Sacerdote lo nota. ― Sei fastidioso. ― Grodyon rovescia il barile. La sostanza oleosa scivola sui gradini e cola oltre il bordo.
― Attento ― grida Arianna.
Icaro si ferma con un piede sul gradino successivo.
Grodyon rovescia il braciere sulla sostanza oleosa. Fiamme rosse e azzurre divampano all'istante e si espandono seguendo il fronte oleoso. In breve le scale prendono fuoco.
Icaro si volta e ridiscende i gradini due per volta mentre le fiamme lo incalzano. Lingue di fuoco gli lambiscono i polpacci. Scavalca la balaustra delle scale e si lancia nel vuoto. Atterra a pochi passi di distanza da Minosse, rotola su di un fianco e si ferma a pancia all'aria.
Il re lo aiuta a rialzarsi.
Il fuoco avanza nella loro direzione coprendo il pavimento della sala.
― Fuoco greco ― dice a Minosse trascinandolo via.
I due corrono verso il fondo della sala, il fronte delle fiamme che si allarga dietro di loro. Ovunque passi il fuoco lascia dietro di sé solo roccia carbonizzata.
La pietra si crepa e poi si spezza con un rumore tetro, precipitando nel vuoto. Una voragine si apre al centro della sala e si allarga fagocitando tutto ciò che incontra il fronte del fuoco.
Il rombo della pietra che si schianta al suolo copre le grida di Arianna.
La scala che corre dietro la statua si sgretola trascinandosi dietro blocchi di pietra enormi., i pezzi precipitano nel baratro.
La grande statua è scossa da un tremito profondo.
Grodyon ride. ― Il fuoco purificherà questo luogo una volta per tutte ― grida rivolto al soffitto avvolto da lingue di fiamma. Blocchi di pietra si staccano e precipitano schiantandosi al suolo con un boato fragoroso.
Minosse e Icaro si aggrappano a una colonna prima di venire risucchiati nel baratro.
Il ragazzo aiuta il re a issarsi oltre il crepaccio che li divide dalla statua.
― Arianna ― grida Minosse. ― Dobbiamo fare qualcosa.
― Provo a cercare un passaggio. ― Icaro fa un passo, la pietra su cui appoggia il piede cede e scivola oltre il bordo frastagliato. Si aggrappa a una pietra sporgente e rimane sospeso sul baratro. Rivolge un'occhiata veloce alla voragine e distoglie lo sguardo.
― Resisti. ― Minosse gli afferra i polsi, stringe i denti e lo tira su.
***
Teseo fa roteare la lancia sopra la testa. Dietro di lui, Dedalo grida e indica il palazzo del labirinto. Le fiamme sono così alte da ergersi come un ulteriore livello sopra agli altri. Il boato della pietra che si sbriciola e precipita al suolo fa trasalire i presenti. La folla inizia a innervosirsi, qualcuno preme contro i soldati che fanno fatica a respingerli.
Asterione si volta, l'espressione disperata sul viso deforme.
Teseo lo fissa per un lungo istante.
― Avanti ragazzo ― grida Piritoo. ― Vuoi diventare o no un vero eroe?
― Un vero eroe ― mormora Teseo. La lancia cala verso il basso.
Dedalo trattiene il fiato.
La punta della lancia spezza una delle catene. Teseo la risolleva, per un istante sembra danzare attorno ad Asterione. Cala di nuovo l'arma spezzando la catena che tiene legato l'altro braccio. Quindi esegue una rotazione col corpo, gira attorno alla creatura e cala per la terza volta l'arma, tagliando in due la catena che gli blocca l'addome.
Teseo gira su se stesso, lo scudo in posizione di difesa e la lancia sulla spalla. ― Un vero eroe si sacrifica ― esclama.
Asterione balza in piedi.
La folla si ritrae spaventata.
― Ha liberato il mostro ― grida una donna.
― Deve essere impazzito ― esclama un uomo atterrito.
Due soldati si staccano dal cordone che tiene a bada la folla e avanzano verso Asterione, ancora al centro dello spiazzo.
Teseo si volta verso di loro e li fronteggia con lo scudo e la lancia.
I soldati si scambiano un'occhiata e poi si gettano in avanti, le armi spiegate.
Teseo evita l'affondo del primo e lo colpisce alla testa. La punta della lancia rimbalza sull'elmo mandandolo al tappeto.
L'altro tira un fendente con la lancia. Teseo lo para con lo scudo e gli strappa vi al'arma, quindi lo colpisce al volto col piatto dello scudo stesso.
Il soldato cade svenuto al fianco dell'altro.
Teseo torna in posizione di difesa. ― Vai da lei. Svelto ― grida ad Asterione. ― Non farmi pentire di averti aiutato.
Asterione si china a quattro zampe e corre verso il palazzo del labirinto. La folla si apre per farlo passare.
Dedalo rivolge a Teseo un mezzo sorriso.
Il ragazzo agita la lancia. ― Armi meravigliose.
― Per la prima volta sono contento di averle costruite ― risponde Dedalo.
***
Asterione raggiunge il cancello sorvegliato dai soldati. Le guardie gli lanciano un'occhiata stupita vedendolo arrivare di corsa. Nessuno muove un muscolo quando balza verso il muro e lo scala senza fatica.
Mentre Asterione ricade dall'altra parte, il comandante delle guardie grida: ― Prendetelo, che aspettate?
I soldati non si muovono. Uno getta l'arma e scappa. Gli altri si scambiano occhiate perplesse.
Asterione si inoltra nei corridoi invasi dal fumo. Correndo a perdifiato imbocca due passaggi e poi svolta a sinistra. Il corridoio sembra chiudersi su di lui. Un masso si stacca dal soffitto e piove davanti a lui, ma lo evita con un balzo. Una parete esplode rivelando un muro di fiamme. Lui si getta di lato, il fuoco che gli lambisce le gambe. Rotola lungo il pavimento, emette un gemito sommesso e si rialza scattando in avanti.
Dietro di lui la galleria crolla e viene invasa dal fumo e dai detriti.
Il pavimento vibra e si apre davanti ai suoi piedi, formando una voragine che si allarga sempre di più. Asterione balza verso la sponda opposta, vi atterra con i piedi e si da un altro slancio prima che anche quella sezione precipiti nel vuoto come tutto il resto.
Dietro e sopra di lui la roccia si sgretola e precipita nel vuoto trascinandosi dietro tutto il resto.
***
Grodyon cammina verso Arianna, il pugnale stretto tra le mani. ― È il momento di dare il via al rituale, principessa.
Arianna si ritrae. Dietro di lei la colonna vibra. Una pietra si stacca dal soffitto e precipita sul braciere, spargendo pezzi di carbone in tutte le direzioni.
Grodyon solleva il pugnale.
Asterione si ferma sul bordo del precipizio e lancia una rapida occhiata a destra e sinistra. Minosse e Icaro, fermi su un lembo di pavimento che non è stato inghiottito dalla voragine, lo guardano stupiti.
Icaro indica la statua. ― È lì sopra ― grida rivolto ad Asterione. ― Arianna è lì.
Asterione balza verso una sporgenza e l'afferra al volo con le mani. Si dondola per darsi lo slancio e raggiungere con un secondo balzo un'altra sporgenza. Una mano scivola, ma lui riesce a restare sospeso con l'altra. Aiutandosi con le gambe si solleva oltre il bordo e raggiunge un lembo di pavimento che costeggia la voragine. La pietra cede al suo passaggio ma riesce a raggiungere il basamento su cui sorge la statua. Aggrappandosi a ciò che resta della scala raggiunge le braccia protese della statua.
Arianna volta la testa di scatto ed emette un gemito di terrore.
Asterione ringhia verso Grodyon, che si gira verso di lui, il pugnale sollevato sopra la testa. ― Tu ― esclama con occhi sgranati. ― La mia vittoria sarà completa, a quanto pare.
L'Alto Sacerdote si lancia verso Asterione, che evita il fendente scartando di lato e passando sotto il suo braccio proteso in avanti.
Grodyon si volta per colpirlo ma la roccia cede sotto i suoi piedi e scivola nel baratro.
Asterione si volta e afferra il coltello dalla parte della lama. La stretta è così forte da fargli sanguinare il palmo della mano.
Alla vista del sangue che cola Grodyon ride sguaiato. ― Avanti, mostro. Sono letteralmente nelle tue mani. Lasciami precipitare come facesti con tua sorella tanti anni fa. Avanti ― lo incalza l'Alto Sacerdote.
Asterione guarda Arianna, che scuote la testa.
― Tu non sei un assassino ― dice la ragazza.
Asterione si volta verso Grodyon e lo solleva all'altezza degli occhi.
L'Alto Sacerdote tenta di afferrarlo per la gola, ma perde la presa sull'elsa del pugnale e precipita nella voragine con un grido soffocato. Asterione lo segue con lo sguardo finché non scompare nel buio.
Asterione raggiunge Arianna e usa il pugnale per tagliare le corde che la legano alla colonna. La ragazza si abbandona tra le sue braccia. Lui l'afferra saldo e si gira per tornare sui suoi passi.
La base della statua vibra e si spezza, piegandosi in avanti.
Il braciere scivola oltre il bordo e precipita di sotto, schiantandosi sulla roccia e poi prosegue verso il baratro.
Asterione guarda in alto. La testa della statua si sta inclinando in avanti, le pietre che la tengono legata alla colonna si stano sgretolando una a una con uno schiocco sinistro.
― Finiremo di sotto ― esclama Arianna.
Asterione l'afferra saldo e balza verso un appiglio. Con due rapidi salti raggiunge la sommità della statua, nello spazio tra le due grandi corna dipinte di bianco che brillano nella luce sinistra dei fuochi.
La statua precipita in avanti e si sgretola sotto gli occhi atterriti di Icaro e Minosse che vedono Asterione e Arianna venire trascinati nella voragine con essa.
Asterione fa una decina di passi indietro e poi si lancia di corsa nella direzione opposta. La statua si spezza a metà con uno schiocco fragoroso. La parte inferiore precipita nel vuoto mentre quella anteriore, sopra la quale Asterione sta correndo, rimane per qualche istante sospesa tra il bordo e il baratro.
Asterione spicca un balzo in avanti un attimo prima che la pietra si sgretoli sotto i suoi piedi e vola verso il bordo opposto. Quando è a metà della parabola che disegna nell'aria, lancia Arianna verso la sponda opposta.
Minosse e Icaro afferrano la ragazza prima che precipiti di sotto.
La parabola di Asterione inizia la discesa.
Arianna, ancora stretta tra le braccia del padre, si sporge verso di lui e allunga una mano.
Asterione allunga il braccio, le dita si sfiorano per un istante, poi il suo volo prosegue nella voragine, dove scompare ingoiato dal buio.
Arianna grida e si stringe al petto di Minosse, che l'abbraccia.
***
Asterione giace tra le macerie. Una colonna larga il doppio del suo corpo gli schiaccia l'addome e le gambe.
Minosse e Arianna, aiutata da Icaro, scendono nella voragine. Sopra di loro il cielo azzurro e terso fa capolino tra ciò che rimane del soffitto del palazzo. I resti della statua dalla testa di toro giacciono disseminati nella voragine. Assieme a loro ci sono i tronchi carbonizzati del giardino del livello inferiore.
Arianna cammina barcollando tra le macerie finché non raggiunge Asterione. Non appena lo vede si getta al suo fianco, tenendogli la testa tra le mani.
Minosse si inginocchia alla sinistra del figlio e gli prende la mano.
Asterione apre gli occhi e rivolge un sorriso alla ragazza. Con la mano le accarezza una guancia.
― Grazie ― dice Arianna singhiozzando.
Teseo e Dedalo sopraggiungono in quel momento. Icaro abbraccia il padre e lancia un'occhiataccia all'altro.
― Ci ha aiutati ― spiega Dedalo al figlio.
L'espressione di Icaro si addolcisce.
Teseo fa spallucce. I due si scambiano un cenno d'intesa con la testa.
Asterione stringe nella sua la mano del padre.
― Perdonami, se puoi ― dice Minosse.
Asterione apre la bocca e lancia un guaito sommesso, poi chiude gli occhi e l'espressione si rilassa.
Arianna scoppia a piangere, il viso nascosto tra le mani.
Icaro e Dedalo chinano il capo.
Si sente il rumore di qualcosa che scorre. Dal livello superiore l'acqua si fa strada attraverso la roccia e scivola lungo i solchi lasciati dalle fondamenta, precipitando verso il basso.
Una cascata si forma dove una volta c'era il pavimento del livello inferiore.
Prima una goccia, poi un torrentello più deciso piove su Arianna, che solleva la testa al cielo. Le lacrime si mescolano all'acqua cha cade dall'alto.
Il sole fa capolino da dietro ciò che rimane dell'imponente muro di cinta, riflettendosi sull'acqua cristallina che ha cominciato a formare numerose pozze lì attorno.
***
Il blocco di pietra viene issato con delle funi. Una dozzina di operai guidano la roccia calcarea verso un canale scavato nel terreno e la posizionano sul lato. Un uomo fa un cenno d'assenso con la testa.
A monte del canale in leggera pendenza, Dedalo e altri uomini sorvegliano una cisterna colma d'acqua.
― Procedete ― ordina Dedalo.
Fulmine e Saetta, il giogo legato a delle corde, iniziano a tirare. Una chiusa viene sollevata e l'acqua della cisterna fluisce nel canale. A intervalli regolari, diramazioni più piccole intercettano il flusso d'acqua e lo dirigono verso altre zone della città, dove cisterne più piccole iniziano a riempirsi.
La gente che si è radunata lì vicino ammira affascinata l'opera, poi esplode in un applauso e grida di giubilo.
Minosse sopraggiunge in quel momento, l'espressione compiaciuta.
Dedalo gli va incontro.
― Amico mio. ― Il re gli stringe le mani. ― Vedo che hai completato il tuo progetto.
― In verità, questa era solo una prova generale. ― Dedalo lo guida verso un banco di legno ingombro di rotoli di carta. Dopo aver rovistato per qualche secondo ne dispiega uno su cui si intrecciano numerose linee. ― Ecco, vedi? Sfruttando l'enorme fonte d'acqua sotto la collina, potremo portare l'acqua in tutta Creta grazie all'acquedotto che ho progettato.
Minosse annuisce solenne. ― È un'idea magnifica.
Dedalo si gratta le tempie. ― L'unico problema è la pietra. Non so se le cave possono produrne abbastanza.
― Cave? ― Minosse indica con un gesto del braccio ciò che resta del palazzo del labirinto. Mura spezzate e annerite si ergono nella spianata al centro della città. ― Puoi usare quelle del mio palazzo.
― Finalmente ho costruito qualcosa di utile.
― Hai per caso visto mia figlia, Arianna? È da stamattina che la cerco e non riesco a trovarla.
Dedalo scrolla le spalle. ― Anche io non riesco a trovare Icaro. In compenso ho visto Arianna dirigersi al porto.
― Al porto?
Dedalo annuisce. ― Sì. E sembrava avere una gran fretta.
Minosse si acciglia.
***
Teseo osserva i rematori con aria impettita, le mani sui fianchi e le gambe larghe. ― Preparatevi a salpare, ciurma di Teseo. Nuove imprese ci aspettano in mari e terre sconosciuti. Ricordatevi che ora sono io il più grande eroe vivente.
Piritoo gli scocca un'occhiataccia. ― Tu un grande eroe? Non farmi ridere. Devi ancora farne di strada, ragazzino.
Teseo si volta di scatto e lo fronteggia a muso duro. ― Ho tenuto a bada trenta soldati con la lancia e lo scudo.
Piritoo sbuffa.
― Tu dov'eri nel frattempo?
L'altro ringhia e scuote la testa.
Ceneo e Issione ridono sguaiati.
Teseo li fulmina con lo sguardo e loro si azzittiscono.
― D'accordo, d'accordo ― dice Piritoo agitando le mani per aria. ― Diciamo che sei stato bravo. Volevo metterti alla prova e l'hai superata, ma non sei ancora un eroe. Forse, e dico forse, un giorno lo diventerai davvero, ma solo grazie a me.
― A te?
Piritoo lo prende sotto braccio. ― Tu hai del potenziale, ragazzo. Non sei come gli altri eroi, tutto muscoli e poco cervello. Tu hai cuore ― gli posa l'indice in mezzo al petto. ― Proprio qui.
Teseo annuisce convinto. ― Giusto. Ho cuore.
― Non tutti ce l'hanno, credimi ― insiste Piritoo. ― Ma ti serve una guida che ti indirizzi verso le imprese giuste, mi capisci? Uno come me, insomma.
― Uno come te?
Piritoo annuisce. ― Esatto, ragazzo. Uno come me non lo trovi nell'agorà, credimi. Io so riconoscere un'impresa per cui valga la pena combattere. Niente di troppo impegnativo ma che ti dia la giusta visibilità, se così si può dire. Per esempio, mi è giunta voce che nella piccola Iolco un tizio di nome Giasone sta cercando dei volontari per un viaggetto...
Arianna sale a bordo di corsa. ― Tu ― dice puntando il dito contro Teseo. ― Dove pensavi di andartene?
Teseo fa un passo all'indietro e si guarda attorno come in cerca d'aiuto. ― Io? Da nessuna parte, credimi. Nessuna.
Arianna si avvicina con sguardo minaccioso. ― Non eravamo d'accordo che sarei partita con te?
― Sì, stavo giusto per dirtelo. Sai, Piritoo e io ne stavamo discutendo.
Piritoo scuote la testa. ― Non se ne parla nemmeno. Donne e imprese eroiche non vanno d'accordo.
Teseo ridacchia imbarazzato. ― Sentito? Io vorrei proprio portarti con me, ma...
― Non vorrai piantarmi in asso, spero.
― Io? No di certo, ma...
Arianna gli butta le braccia al collo. ― Sto scherzando ― dice ridendo. ― Vieni a trovarmi se passi da queste parti, d'accordo?
Teseo annuisce, l'espressione sicura. ― La prossima volta che mi vedrai, sarò più famoso di Ercole.
― Promesso?
― Promesso.
Arianna fa di corsa la passerella e raggiunge il molo sottostante.
Teseo si volta verso Issione e Ceneo che se la ridono. ― È pazza di me ― dice camminando impettito sul ponte della nave.
***
Icaro fissa l'orizzonte dall'alto di una torre, le gambe che dondolano oltre il bordo.
Lapyx saltella in giro battendo il becco sulla roccia.
Icaro rivolge un'occhiata al mare che, dal punto in cui si trova, si estende in tutte le direzioni confondendosi col cielo.
Rivolge un'occhiata al porto, dove una nave dalle vele nere veleggia lontana dal molo. Fa una smorfia. ― Lo so, è la nave di Teseo, quella.
Lapyx batte due volte il becco.
― Che senso avrebbe correrle dietro? Lei vuole un vero eroe, non un artista come me. ― Prende Lapyx tra le mani e lo deposita con delicatezza nella borsa che porta a tracolla.
― Parli ancora con quel coso? ― domanda una voce alle sue spalle.
Icaro si volta di scatto. Arianna è in piedi a qualche passo di distanza, le mani sui fianchi e un'espressione divertita.
Icaro indica il mare. ― Credevo fossi partita.
Arianna scuote la testa e fa un passo verso di lui. ― Ci ho ripensato.
Icaro si avvicina a sua volta. ― E tutti quei discorsi sul voler viaggiare in terre sconosciute e misteriose?
Arianna si stringe nelle spalle. ― Il mio posto è qui.
I due ragazzi sono uno di fronte all'altra. ― E Teseo? Come la mettiamo con lui? È un vero eroe, adesso. E si sa, alle principesse piacciono gli eroi...
Arianna gli getta le braccia al collo e lo bacia.
Quando le loro labbra si staccano, Icaro la guarda sorpreso.
Arianna sorride. ― Anche tu sei un vero eroe.
 
FINE

 
E anche questa è fatta.
Si può dire che tutto è iniziato con Arianna. Volevo che qualcuno la leggesse, così mi iscrissi su EFP per pubblicarla. Poi sono passati i mesi e un anno dopo mi ritrovo qui a mettere la parola fine a questa storia.
E sono felice.
Sì, perché nonostante una gestazione molto travagliata (ho preso e ripreso più volte il progetto, ricominciandolo da zero), ho tenuto duro e ce l'ho fatta.
Devo dire che la soddisfazione è enorme. Era la prima volta che mi cimentavo con la materia mitologica e temevo di fare brutta figura. Insomma, i miti, specialmente quelli greci, sono così famosi che è facile cadere nella banalità.
Io volevo un storia forte per Arianna, ma volevo anche raccontarla con tono leggero e scanzonato, senza cadere nella solennità tipica del genere (o nella sua parodia). Insomma, ho cercato e trovato una via di mezzo e mi piace (so già che il finale farà storcere il naso a molti puristi, ma ho le spalle larghe e non temo le critiche :) ).
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, letto e seguito in silenzio questa avventura. Un grazie a tutti voi per il supporto e le belle parole (aiutano più di quanto possiate immaginare :D ).
Scriverò ancora qualcosa di epico. Non di Arianna, il cui arco narrativo termina qui. Però c'è spazio per Teseo, che tornerà nella prossima avventura, questo è certo.
Infatti, continuando sulla falsariga di questo romanzo, scriverò di un'altra (meno) famosa principessa: Antiope. Un’amazzone che lotta per difendere il suo popolo e diventa un'abile guerriera.
Il resto della storia la saprete tra qualche mese. Per ora, lunga vita e prosperità e alla prossima!

Heliodor.
 

 
  
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