La prima volta c'è per tutti
Ed ecco a voi l'ultimo capitolo!! Spero non vi deluda!
Quanti gli
avevano offerto dei regali?
Quanti gli erano corsi dietro solo
per dire di aver parlato con lui ed esserne usciti vivi?
Quanti gli avevano lasciato lettere
nell’armadietto supplicandolo di incontrarsi in un posto
concordato?
Ragazzi… Ragazze… Una volta perfino
una professoressa.
Camminava per i corridoi e la gente
si scansava per farlo passare, entrava nella mensa e subito era libero di
scegliere a quale tavolo sedersi, alzava un dito e tutti erano pronti ad
eseguire ogni suo ordine.
Perché?
Per paura. Per rispetto. Per
semplice imitazione di chi diceva che con lui non si
scherzava.
Eppure… quanti amici aveva avuto?
Seguaci, tanti. Ma amici? Uno, forse. Quanti amori? Molti… ma quanti di essi
erano veri?
Lui non aveva mai dovuto cercare
nessuno, lui non aveva mai dovuto alzare un dito. Aveva placato solo la sete di
chi lo implorava, e si era divertito.
Ed ora eccolo lì, a sperare che lui
arrivasse, che avesse letto la lettera, che per la prima volta nella sua vita,
gli aveva lasciato nell’armadietto; aspettava sotto quell’albero addobbato da
mille luci auree, mentre la neve candida cadeva lenta sulla cenere della sua
sigaretta, che minacciava di cadere da un momento all’altro, aspettava
stringendo tra le mani il primo ed unico regalo che avesse mai fatto, serrava i
denti, reprimendo quelle che, a suo ricordo, erano le prime lacrime che
tentavano di scendergli.
Poi, come un pugnale fosse arrivato
dritto al suo petto, sentì quella voce dolce chiamarlo da
dietro
“Axel…”
Attese prima di voltarsi, tanto per
essere sicuro di non essersi illuso in un sogno, e solo dopo si voltò lentamente
verso di lui.
Era sera, le luci scintillavano
riflesse dai ghiaccioli pendenti dalle grondaie e la neve che leggera si posava
sulle spalle di Demyx sembrava danzare alla dolce melodia natalizia trasmessa al
centro; la gente correva, indaffarata nei regali dell’ultimo momento alla
vigilia,ma per loro due il mondo sembrava fermo.
Axel fissava Demyx, respirando
profondamente; si tolse la sigaretta di bocca, gettandola a terra e, accennando
un sorrisino, disse un fioco “sei venuto…”
Demyx annuì “ sono qui. Cosa volevi
dirmi?”
“mpf… cosa volevo dirti…” ripeté
Axel, incerto su come impostare quel discorso “credo tu lo
sappia”
“voglio sentirtelo dire” fece
deciso Demyx. Axel lo fissò un istante: come erano cambiate le cose. Quando si
erano incontrati, quella volta nel laboratorio, lui era così innocente, docile,
timoroso; ed ora era riuscito perfino a dargli ordini! Ma infondo, se era lui,
poteva anche stragli bene.
Il rosso si avvicinò a lui,
fermandoglisi poco distante, sospirò profondamente e cominciò quello che per lui
sembrava un discorso impossibile da pronunciare “ sono stato un idiota. Ma me ne
sono reso conto solo ora. In realtà ho sempre desiderato di uscire da questa
vita schifosa, ma la paura di un futuro che non conosco mi ha sempre bloccato.
Ho smesso di credere nella fortuna, nell’ottimismo, molto tempo fa, per me non
esisteva più niente di buono in cui credere. Tutto finché non ti ho ritrovato,
Demy”
Ritrovato… Ritrovato? L’aveva
finalmente ammesso! Ritrovato! Il cuore di Demyx rischiava di esplodere, ma
cercò di trattenerlo finché poté, per ascoltare fino infondo il discorso di
Axel
“tu mi hai fatto capire che
esisteva una speranza anche per uno come me… Non ho mai saputo cosa fosse
l’amore, perché nessuno me lo aveva mai fatto scoprire… nessuno tranne te…
Demyx, io non ho più paura del futuro, ci voglio provare, voglio chiudere
quest’ennesima porta del mio passato, ma non per seppellire tutto… per
ricominciare, con te.” E facendo spallucce alzando le braccia terminò sorridendo
con un “sembra che sta volta sia stato tu a tirarmi fuori dall’angolino del
letto, eh?”
Demyx non si trattenne più. Si
gettò tra le braccia di Axel, stringendosi forte al suo petto “Axel!! Non voglio
mai più perderti, mai più!!”
“stupido, piangi ancora? Allora non
ti ho insegnato proprio niente eh?” ridacchiò il rosso, accarezzandogli i
capelli. Demyx riemerse con il viso dal petto di Axel e, alzatosi un poco verso
di lui, lo baciò passionalmente, stringendosi a lui; Axel lo cinse con le sue
braccia muscolose, tenendolo a sé come una reliquia troppo preziosa. Si
baciarono a lungo, incuranti del frettoloso via vai di gente: potevano correre
tutti, per loro il tempo era fermo, il mondo era fermo, bloccato in quel bacio
intenso, carico di emozioni.
Quando si staccarono, rimanendo
abbracciati sotto l’albero, Demyx si accorse del pacchetto che premeva tra
loro
“e questo cos’è?” fece
curioso
“è per te” sorrise
Axel
“per me? Axel, ma tu non hai mai
fatto regali!”
“be, la prima volta, c’è per tutti,
no?”
Demyx allargò un radioso sorriso,
sentendo tirare la pelle delle gote fredde per via delle lacrime, e scartò
impaziente il suo regalo; quando lo aprì, sentì sotto le dita la pelle morbida
del giacchetto di Axel
“Axel! Ma è il tuo giacchetto
questo!”
“sta meglio a te” sorrise lui,
baciandolo a stampo, per poi infilargli il giacchetto nero dopo avergli tolto
quello che portava di già. Demyx si guardò e stile top model
rise
“si, hai
ragione!”
“adesso fai anche l’ironico
eh?”
“ma io non sto
scherzando!”
Axel prese una manciata di neve e
la tirò a Demyx “ma smettila!”
“ah vuoi la guerra,
eh?”
E mentre loro erano ancora intenti
a tirarsi la neve come due bambini il tempo sembrò tornare indietro, a quando
ancora entrambi erano due innocenti ragazzini, in un mondo perfetto che da soli
si erano creati.
“Riku ha suonato il campanello!”
starnazzava Sora da dieci minuti, mentre giocava alla play station con
Marluxia
“perché non vai ad aprire invece di
strillare, visto che io sono in cucina!”
“perché sei tu il padrone di
casa!”
“apro io dai” Larxene, come se si
trovasse a casa sua, andò ad aprire la porta, ritrovandosi davanti Axel e Demyx
mezzi bagnati per la neve “era ora, mancavate solo voi!”
“Larxene?” fecero in coro i
due
“ma che ci fate voi qui?” chiese
Axel entrando in casa e vedendo Marluxia che giocava con la play insieme a
Sora
“oh ciao capo! Riku è stato così
gentile da invitarci!” rise lui, salutando con la mano. Dalla cucina spuntò
Luxord, accompagnato da Riku
“oh siete arrivati!” fece Riku,
passandosi una mano sui capelli “sbaglio o l’ho già visto quel
giacchetto?”
“già! Il mio Axel è stato così
carino da regalarmelo!” Demyx si strusciò al braccio di Axel stile
gattino
“il mio Axel, ma sentitelo! Adesso
non fare le fusa Demy!” rise Sora, beccandosi un pugno in testa da
Axel.
Una risata generale, poi
divertimento a non finire: per tutta la sera si divertirono in mille modi,
mangiarono il riso soffiato preparato dalla madre di Riku, e si persero nel
ricordo della loro avventura di poco tempo prima, romanzandola anche un
po’.
“ragazzi, forse non sarà per
capodanno…” proruppe poi Demyx, alzando il bicchiere “ma vi giuro che la
prossima festa la faremo nella nostra nuova casa!” e strinse il braccio di
Axel
“perché andate a vivere insieme?”
Zexion diede voce alla domanda che tutti volevano porre
“si” rispose Axel, accarezzando la
testa di Demyx “insieme”.
FINE
Salve lettori! Finalmente questa
storia epocale è finita! Ci ho messo una vita a scriverla! Spero vi sia
piaciuta! Ringrazio tutti coloro che abbiano avuto la forza di arrivare fino
alla fine e vi mando un bacione!
Un ultima cosa: il riso soffiato al caramello è un dolce che prepara sempre la madre di un mio amico, e ne siamo letteralmente drogati! Be con questo penso sia tutto! Sao sao a tutti!!! E Buon Natale!!
This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder