Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: cheekbones    30/03/2015    4 recensioni
Sterek!AU
-
Di Stiles Stilinski, studente di Ingegneria Meccanica, e Derek Hale, dottorando in Lingue e Culture Europee.
E l'Oceano Atlantico che li divide.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
already home, sterek
Already Home


(ispirata alla canzone Already Home dei A Great Big World. Listen here!)



C'era un particolare che ossessionava Stiles: gli occhi. Cercava gli occhi di tutti quelli che incontrava, anche gli sconosciuti, anche i compagni di corso di una vita. Stiles si soffermava sulle sfumature, i giochi di colore alla luce, al buio, quando erano umidi per emozioni negative, positive, occhi di forma diversa. Lo faceva ogni volta, ma non trovava mai un riscontro con quello che cercava.
Gli occhi di Derek non erano come tutti gli altri. Apparentemente, gli esseri umani avevano occhi normalissimi. Anche quelli affetti da miopia. Quelli di Derek erano strani; così luminosi, sembravano parlargli. Lo facevano? A modo suo, ne era incantato. Stiles si domandava spesso se stava impazzendo, a non avere il suo fidanzato vicino ogni giorno, e quella ne era la prova. Derek era la sua armatura - figa quanto quella di Tony Stark* - come poteva anche solo aver pensato che sarebbe andata bene? A volte parlava da solo. Non a voce alta, tra sè e sè, come se stesse parlando con Derek.
Non poteva parlare sempre con lui, c'era il maledettissimo fuso orario. E il wi-fi era pessimo all'Università di Bologna, dove il maledettissimo - e bellissimo e simpaticissimo e intelligentissmo - Derek Hale stava completando la sua specializzazione. Skype era il nuovo migliore amico di Stiles, probabilmente la terza componente di una threesome che comprendeva lui e il suo fidanzato.
Stiles ne aveva abbastanza. Odiava l'Italia e odiava ancora di più i suoi esami, che non gli permettevano di prendere il primo volo.
"Ce la faremo" gli diceva Derek, mentre trangugiava spaghetti come se non ci fosse un domani. "Entro l'estate tornerò in America"
Annuiva, lui, ma cominciava ad essere sfinito - sì, anche dal sesso transoceanico, davanti ad una webcam.
"Ci stiamo distruggendo dall'interno" mormorò un giorno, aggrappato al suo cellulare.
"Altri sei mesi. Dammi... dacci tempo"
E Stiles annegava sempre di più dentro gli occhi degli sconosciuti, che non brillavano abbastanza.
Il fuso orario era terribile, in ogni caso. Quando chiamava Derek, era a lezione. Quando chiamava lui, Derek dormiva.
Instagram, invece, era sulla sua lista nera: a quanto pareva, si era fatto degli amici. Italiani. Gli italiani sono carini, Stiles l'aveva sempre saputo. E Derek non era semplicemente carino, ma assolutamente fantastico. "Sto imparando l'italiano, lo sai?" gli sorrideva attraverso Skype, l'immagine sgranata, mentre lui si odiava nel pensare che avrebbe preferito un Derek Hale parlante solo francese.
- Mi manchi - era un sms tipo della sua nuova relazione. - Scusa - era l'Sms tipo. Stiles era stanco di ricevere sms del genere.
Un giorno le telefonate si diradarono, fin quasi a ridursi ad una durante il weekend.
"Non ti sei fatto sentire"
"Scusa, ero a lezione, e qui c'è stata una festa. Ti ho telefonato un paio d'ore fa"
"Dormivo, Der"
"Cazzo. E' vero, scusa. Me ne dimentico"
"Beh, io ti ho telefonato alle tre di notte, direi che siamo pari"
"Stiles, che c'è?"
"Non lo vedi? Stiamo mollando la presa"
"Cos-? Non è affatto vero"
"Non ci sentiamo più!"
"Sono state due settimane d'inferno e tu hai avuto gli esami"
"E' la scusa che ci stiamo dando, vero?"
"Stiles, ti prego. Ce la sto mettendo tutta"
"Anche io. E non ce la stiamo facendo. Stai per mollare la presa"
"Non io. Forse tu"
"Ah, certo. Adesso è colpa mia!"
"Non ho aperto io l'argomento!"
"Beh, se non l'avessi fatto, saresti sparito entro fine mese e probabilmente avrei ricevuto l'invito ad un tuo matrimonio con il caro Paolo!"
"E' solo il mio coinquilino, dannazione, ed è etero!"
"Non sei mai tornato"
"Nemmeno tu. Volevi vedere l'Italia, mi avevi promesso che avresti preso un aereo il prima possibile"
"Non ho esattamente tutto il tempo del mondo, cazzo!"
"Beh, nemmeno io!"
"..."
"Stiamo sul serio mollando la presa?"
"Buonanotte, Derek"

Stiles odiava gli aeroporti. Erano pieni di lacrime, ne poteva quasi sentire la puzza. Era tutta la vita che Stiles navigava tra le lacrime (la morte di sua madre, quella di Allison, il dolore di Scott, gli incidenti sul lavoro di suo padre) fino a quando non aveva incontrato Derek Hale. Il profumo di Derek distraeva quello delle lacrime e Stiles non riusciva più a sentirlo. Distraeva anche la sua visione periferica.
Lo Stiles Prima Di Derek soffriva di iperattività, pensava di continuo, aveva attacchi di panico, dormiva poco, studiava troppo.
Lo Stiles Dopo Derek soffriva di iperattività, pensava di continuo, aveva pochi attacchi di panico, dormiva meglio, studiava il giusto. Perchè Derek gli prendeva il viso tra le mani e tutto tornava apposto, anche la sua visione periferica. La sua muscolosa e intelligentissima armatura.
Se ti senti triste e solo, sappi che sono già a casa.
Aveva ricevuto questo sms circa due settimane dopo la loro "pausa di riflessione". O meglio, nella sua testa l'aveva presa in questo modo. Aveva osservato il display sull'orlo delle lacrime, mollando dal nulla il laboratorio di robotica.
Tre ore dopo, Stiles Stilinski aveva un biglietto diretto a Roma Fiumicino e uno del treno diretto a Bologna.
Sto andando a casa anche io.
Tremò nel digitare quelle cinque parole. Poi lasciò dormire il suo cellulare, perchè si stava imbarcando.

"Stiles!"
"Derek, ommioddio, mi dispiace, mi dispiace. Ti prego, perdonami, io non-"
"No, no, Stiles fermati. Sono un cretino, dovevo gestirla meglio, mi ero prepa-"
"Non ho intenzione di mollare la presa, Der, a costo di costruire un ponte sull'Atlantico, inventare il teletrasp-"
"E' colpa mia, è tutta colpa mia-"
"... verrò ogni volta che posso, fanculo gli esami, fanculo tutt-"
"Aprimi"
"Cosa?"
"Aprimi, sono fuori camera tua!"
"Che... cosa?"
"Sono tornato in America, Stiles. Non potevo-"
"Oh. Mio. Dio. Ti prego, dimmi che non sei al MIT, stanza 221"
"Sono... sì"
"Derek? Io sono a Roma"
"... cosa?"
"Sono a Roma. In Italia. Ho letto il tuo messaggio e ho... ho preso il primo aereo, te l'ho scritto, dannazione"
"Non l'avevo capito. Merda. Sei in Italia. E io in America"
"Sì... ti prego, non ridere. Smettila"
"Stai ridendo anche tu!"
"E adesso?"
"E adesso usa gli estremi della mia carta di credito, prenditi una stanza per stanotte. Sarò lì appena posso, prendo il primo volo che trovo"
"Mi farai vedere l'Italia?"
"Prima ti faccio vedere quanto mi sei mancato, poi pensiamo a fare i turisti"
"Non... facciamolo più. Non lasciamoci più. Ti prego"
"Lo sai che ho una bella presa"

Le relazioni a distanza fanno davvero, ma davvero schifo. Però Stiles tiene duro, stringe i denti, resiste tutta la giornata solo per quei due minuti, quando l'immagine sgranata di Derek Hale gli dice "ti amo" su Skype. E ne vale decisamente la pena.










































Note:

*Tony Stark, meglio conosciuto come Iron Man.

Non sto piangendo. No, impressione vostra.
Il problema principale è che questa canzone è troppo bella, veramente, e io una relazione a distanza l'ho avuta. Fa davvero ma davvero schifo (cit. me stessa) e non è finita così bene. Per farla funzionare bisogna avere le palle, gli Sterek ce l'hanno sempre avute, no?
Vi consiglio di vedere il video (di una bellezza allucinante) e leggere il testo (che non ho messo per non annoiarvi a morte lol).

E SAPPIATE CHE STO SCRIVENDO LA MIA PRIMA ROSSA SUGLI STEREK E SONO TIPO UN FASCIO DI NERVI PASSO E CHIUDO

*lancia biscotti*

A.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: cheekbones