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Autore: Quasar93    03/04/2015    1 recensioni
Questa long è una what if ambientata in vari momenti, partendo da metà dell'ottava stagione circa (poco prima di Mummy on the Orient Express) , tornando indietro con flashback in altri momenti, tra cui la Guerra del Tempo, dov'è in realtà ambientata la maggior parte della storia.
E niente, non voglio spoilerarvi altro! Buon divertimento (?) anzi, buon angst!
Genere: Angst, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - 12, Doctor - Altro, Master - Altro, Master - Simm
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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I'm coming home
I'm coming home
tell the world I'm coming home
let the rain wash away
all the pain of yesterday
I know my kingdom awaits
and they've forgiven my mistakes
I'm coming home
I'm coming home
tell the world I'm coming...
 
 
Erano passati anni, secoli perfino.
Ma finalmente ce l’aveva fatta.
Tirò l’ultima leva e la TARDIS atterrò con il suo caratteristico suono su un suolo di erba rossa.
Il Dottore esitò un attimo, poi si staccò dalla console e appoggiò le mani tremanti sulla maniglia della porta.
E se si fosse sbagliato di nuovo?
Se quelle coordinate che aveva così faticosamente calcolato non fossero quelle giuste?
Bah! Bando alle ciance pensò, mentre spalancava di colpo le porte.
Gallifrey.
Finalmente.
L’aria del suo pianeta lo investì di odori che non sentiva da anni, la luce dei due soli lo colpì in viso, mentre alzava gli occhi al cielo beandosi di una visione che non pensava gli mancasse così tanto.
Inspirò a pieni polmoni, mentre usciva piano dalla TARDIS, quasi temendo che se ci avesse creduto troppo Gallifrey sarebbe scomparsa di nuovo davanti ai suoi occhi.
Ma la beatitudine durò poco.
Improvvisamente sentì un rumore strano provenire dall’interno della cabina e si lanciò dentro, cercando di capire cosa non andasse.
Le porte si chiusero immediatamente alle sue spalle mentre la nave iniziava le procedure di controllo.
- No no no no! Cosa stai facendo? Non ora! - urlò, lanciandosi sulla console per capire cosa ci fosse che non andava. Fece partire un veloce programma di diagnostica, pigiò vari tasti e tirò una leva, ma fu tutto inutile.
- Mi hanno scavalcato! Stanno pilotando a distanza! - urlò il Dottore, tirando un pugno sulla console.
Aveva dimenticato quel simpatico lato della sua gente.
Se volevano parlare con te, avrebbero parlato con te. E la tua volontà contava molto poco.
Si rassegnò a non fare nulla e attese che la TARDIS atterrasse ovunque i Signori del Tempo avessero deciso che sarebbe dovuta atterrare.
Dopo quelli che al Dottore parvero come pochi secondi ecco di nuovo il suono tipico dell’atterraggio, seguito dal progressivo spegnimento dei comandi.
Provò a riattivarli, anche se sapeva che se avevano deciso che non sarebbe ripartito, non sarebbe ripartito. La TARDIS non dava segni di vita, se non qualche gorgoglio per rassicurare il suo Signore del Tempo.
Era ora di uscire e affrontare chiunque ci fosse dietro alla sua così cortese convocazione.
Questa volta non esitò nemmeno un secondo ad aprire le porte e a fare un passo avanti con sicurezza. Non si sarebbe certo mostrato intimorito dalla sua gente dopo che aveva passato secoli a ritenersi superiore.
Si guardò intorno, i colori erano cambiati, così come il design, ma quel lusso, quei fregi... era sicuro di trovarsi nella sala presidenziale. Davanti a lui si stagliava una lunghissima scalinata di marmo nero e lucido, in tono coi colori scuri dell’ambiente. Il pavimento era dello stesso marmo corvino e splendente come uno specchio e da esso si innalzavano altissime pareti di mattoni neri drappeggiate ovunque di paramenti dei colori Prydonian. Non si vedeva la fine della stanza, nonostante se ne intuisse la forma semicircolare al cui termine, probabilmente, si collegavano svariate altre camere. In cima alla scalinata, invece, era certo si trovassero gli appartamenti del Presidente.
- Forza! Mi hai convocato qui, ora vieni fuori! - urlò il Dottore, spazientito. Già in una situazione normale non amava perdere tempo nelle questioni dei Signori del Tempo, ora non voleva altro che godersi in pace il suo pianeta ritrovato.
- Sempre così impaziente, Dottore - disse una voce fin troppo familiare.
Il Dottore, che stava guardando in cima alle scale, fece giusto in tempo a dirigere lo sguardo al lato di queste che un raggio lo colpì in pieno petto, facendogli perdere i sensi.
L’unica cosa che riuscì a vedere fu una figura avvolta nelle vesti del presidente, ridimensionate e nere anziché bianche, ma ne era sicuro: chiunque gli avesse sparato era il Presidente in carica.
  
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