Film > Le 5 Leggende
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Autore: Neverland98    07/04/2015    5 recensioni
-Ho sentito molto parlare di te- il ragazzo assottigliò gli occhi, rendendoli due fessure del color del ghiaccio. -So che sei in grado di fare quello che faccio io- saltò giù dal cornicione e le si avvicinò, sul suo viso vedeva dipinta la stessa meraviglia, la stessa curiosità e, soprattutto, la stessa gioia che provava lei. Era come guardarsi allo specchio. -Sei reale?- le domandò infine, e nel suo tono di voce traspariva tutta la vulnerabilità e la solitudine che accomunava due esseri come loro.
Elsa annuì decisa, il ragazzo le porse la mano.-Molto piacere- disse -Mi chiamo Jack Frost-
-
Salve ^^
E' il mio primo crossover, quindi vi prego di essere buoni e di farmi sapere che ne pensate! Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa, Jack Frost, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice:
allora? Che ne pensate? Vale la pena di continuare? Vi prego, fatemelo sapere, perchè a seconda di cosa mi direte deciderò se andare avanti o meno (che senso avrebbe scrivere qualcosa di illegibile XD)
Abbiate pazienza, è il mio primo crossover e sono mooooolto ansiosa, sigh!
Beh, non vi annoio oltre!
Buona lettura ^^



I


 
~Anna era magnifica nel suo abito da sposa. I numerosi strati di tulle  candido le svolazzavano intorno come ali di una farfalla, gli occhi assomigliavano a smeraldi luminosi. Si muoveva per la sala con una naturalezza che Elsa non le aveva mai visto: Anna era sempre stata un po' impacciata, soprattutto quando si trattava di cerimonie ufficiali, ma non quella volta.
Non al suo matrimonio.
Certo, lo stesso non si poteva dire per gli invitati che si erano visti circondare da pimpanti Troll delle Rocce - "Gran Papà ci rimarrebbe molto male se non lo invitassimo", aveva implorato Anna con i suoi occhioni da cagnolino bastonato - ,  da un pupazzo di neve parlante e da una renna vestita di tutto punto. Lo stesso Kristoff appariva un po' rigido nella sua tenuta di seta pregiata, costretto a sorridere e a fingere disinvoltura mentre stringeva la mano a innumerevoli nobili di cui - Elsa ne era certa - non avrebbe mai e poi mai ricordato il nome. In effetti, con una certa dose di malizia, la regina si domandava se Kristoff avesse mai assistito ad un ricevimento che non fossero le danze tribali dei troll. Probabilmente no, considerato soprattutto che il suo migliore amico era una renna, ma Elsa non osava lamentarsi dato che, per quanti difetti avesse, questo era molto meglio del precedente fidanzato. Se non altro Kristoff non aveva mai cercato di rubarle il regno.
La musica dei violini si diffondeva per la sala del trono come una brezza leggera, un sottofondo dolce e gradevole. Elsa osservava la scena seduta sul trono, godendosi ogni attimo di quella tranquillità che mai avrebbe creduto le sarebbe appartenuta.
Mamma, papà, pensò, se solo poteste essere qui.
Anna le piombò addosso quasi senza che se ne accorgesse, disperdendo come fumo l'attimo di malinconia che l'aveva invasa.
-Elsa! Elsa!- tentava di parlare a bassa voce, ma non ci riusciva per via dell'emozione.-Ti rendi conto? Sono sposata! Sono sposata!!- cominciò a saltellare sul posto battendo le mani.
Elsa sorrise, invasa dalla tenerezza.-Sono molto felice per te-
-Ma dico, ci credi? Cioè, hai capito? Sono sposata! SPOSATA! Dammi un pizzicotto, per favore! No,no, aspetta, faccio io. Ahi! Sì, sono sveglia! Sono sveglia e sposata, guarda qui l'anello! Non è meraviglioso? Kristoff l'ha fatto con le sue mani, sai! E' di ghiaccio! E guarda come brilla...-
-Me l'hai fatto vedere centinaia di volte...- rise Elsa con la sua solita compostezza, così in contrasto con la travolgente allegria di sua sorella.
-Beh, ma sicuramente ti sarà sfuggito qualcosa. Io, ad esempio, ogni volta che lo guardo mi accorgo di qualcosa di nuovo. Capisci che voglio dire? Ecco, vedi, se lo metto davanti agli occhi in questo modo, in corrispondenza con i riflessi della luna... Mmh, forse dovrei avvicinarmi un po' di più alla finestra... No, fa niente, va bene anche così. Ecco, hai visto? Sembra trasparente!-
-Anna, dimentichi che anch'io so qualcosa di ghiaccio- sorrise la regina.
-Oh, sì, hai ragione. Che sciocca! E' che sono così felice che... che...- Anna era paonazza e sembrava sul punto di esplodere di gioia, quando il conte Martinez si intromise nella conversazione. Aveva la barba sfatta, ed era visibilmente agitato:-Vostra maestà- incominciò l'uomo con un forte accento spagnolo.-La mia povera giacca! Guardi, guardi qui cosa mi ha fatto uno di quei troll!-
Elsa dovette trattenere una risata nel vedere lo strappo a forma di morso sulla giacca del conte.
-Sono davvero desolata, conte Martinez. Arrendelle vi comprerà una nuova uniforme, d'accordo?-
Il conte rimase allibito qualche attimo, di certo non si aspettava che una questione così importante fosse liquidata così rapidamente, poi abbozzò un inchino e si allontanò borbottando in spagnolo.
Elsa sospirò, divertita.
-Oh, Elsa, mi dispiace così tanto! Forse non avrei dovuto insistere per farti invitare i Troll delle Rocce...- si scusò Anna, in preda ai sensi di colpa.
-Non fa niente. In fondo sono anche loro miei sudditi, dico bene?-
Il viso di sua sorella tornò raggiante come pochi secondi prima.-Sì, immagino di sì. Oh, Elsa, come sono felice! Sei stata seduta tutta la sera, perchè non vieni a ballare un po' anche tu?- la implorò Anna, così come quando le chiedeva di giocare insieme da bambine.
-Sto bene così, Anna, grazie- le sorrise dolcemente.- Non mi trovo molto a mio agio con altre persone-
-Oh- la delusione nella voce di sua sorella era palpabile.-Certo, mamma e papà ebbero una pessima idea quando decisero di limitare i tuoi contatti con il mondo.-
-Stavano solo cercando di proteggere me e gli altri. Pensavano che fosse la cosa giusta.-
-Non lo metto in dubbio- si difese Anna - però, sai...-
-Anna...- Kristoff si intromise nella conversazione, prendendo sua moglie per un braccio.- Oh, ehm... Buonasera maestà-
-Buonasera, Kristoff-
-Anna, aiutami, ti prego. Non ce la faccio più con tutta questa gente...- si lamentò, visibilmente a disagio.
-Ecco, vedi?- commentò Anna, rivolgendosi alla sorella.-Un'altra persona che avrebbe dovuto passare più tempo in mezzo agli esseri umani- rise.
Kristoff andò con gli occhi da Elsa ad Anna, incapace di decifrare lo sguardo che si scambiavano le due donne. Roba da sorelle, si disse.
-Quanto ancora deve durare la cerimonia? Non abbiamo festeggiato abbastanza? Voglio dire, sono felicissimo di essere tuo marito e, maestà, la festa è stupenda, ma forse è durata già abbastanza, no?- farfugliò Kristoff, sempre più rosso.
Elsa sorrise.-Se ne siete convinti, allora è il momento di mandare a casa i nostri ospiti. Anna?-
-Oh, io vorrei che durasse in eterno, ma se proprio non è possibile allora d'accordo, congela... pardon, congeda gli invitati- Anna le fece l'occhiolino.
-Ma che simpatica!- Elsa si finse offesa, mentre Kristoff rideva, ancora stretto a sua moglie.
La regina si alzò dal trono e parlò con voce decisa.-Signori e signore, vi ringrazio per aver partecipato ad un evento gioioso come il matrimonio di mia sorella Anna con Kristoff, Mastro Consegnatore del ghiaccio di Arendelle-
Kristoff drizzò la schiena, fiero, e Anna ridacchiò, abbracciandolo.
-Tuttavia la cerimonia può dirsi conclusa, ancora grazie a tutti voi per i meravigliosi doni-
La folla - umana e non - applaudì e pian piano, dopo aver omaggiato la regina ed aver porto le felicitazioni agli sposi, sparì al di fuori del castello.
Elsa abbracciò sua sorella.-Buonanotte, Anna-
-Buonanotte anche a te, sorellona-
Poi si rivolse a Kristoff, con un certo sorrisetto.-E mi raccomando a te, stanotte-
Suo cognato fu colto totalmente alla sprovvista, visto che di certo non si aspettava un'allusione del genere da un tipo glaciale - letteralmente - come Elsa. Avvampò.-Ehm... Sì, beh, certo, ecco...-
Elsa ridacchiò, rivolgendosi a uno dei domestici.-Louis, per favore, accompagna Sven nelle Stalle Reali.-
-Certo, maestà-
-Beh, allora buonanotte.- fece Anna, di colpo ansiosa di andare a letto.
-'Notte- farfugliò Kristoff, trascinato, letteralmente, da sua moglie verso il piano di sopra. Elsa rimase sola con Olaf mentre i domestici ripulivano l'ampia sala.
-Sono così felice! Così felice! Così felice!- esclamò il pupazzo di neve con la sua solita voce squillante.-Anna e Kristoff sono una coppia stupenda, non trovi? Eh? Che ne pensi? Io li trovo adorabili, veramente! E poi...-
-Olaf- lo bloccò Elsa, sorridendo.-Le tua energià è ammirabile, ma purtroppo non ne possiedo una simile, perciò sono esausta.-
Olaf, preso alla sprovvista, tacque per qualche secondo, le braccine penzolanti lungo il corpo.-Ma non devi parlare se non ti va. L'importante è che ascolti.-
Elsa sospirò.-Sì, ti ringrazio, Olaf, ma vorrei tanto dormire. Che ne dici se ne parliamo domani?- un gruppetto di cameriere raggiunse Elsa, per accompagnarla nelle sue stanze, tutte un po' tremanti al cospetto di quell'esserino parlante e della nuvoletta che aveva sospesa sulla testa.
-Beh, se proprio hai sonno...- il pupazzo di neve mise il broncio.
-Non te la prendere, dai- rise Elsa - Noi esseri umani ci stanchiamo facilmente.- poi si chinò per dargli un bacio sulla fronte.-Buonanotte, piccolo.-
-'Notte...- ricambiò Olaf, trotterellando verso il posto in cui avrebbe scelto di trascorrere la notte.
Elsa raggiunse la camera da letto, congedò le cameriere e, prima di mettersi a letto, rimase qualche istante ad osservare il paesaggio fuori dalla finestra.
Era estate, ma la sera il freddo diventava pungente. Non per lei, ovviamente.
Si perse a contemplare le cime innevate delle montagne ai confini del regno, facendosi travolgere dalla malinconia.
Forse Anna aveva ragione, forse avrebbe dovuto passare più tempo in mezzo alla gente.
Scosse la testa. No, era impensabile. Se lei per prima non si era mai capita e accettata del tutto, come poteva pretendere che lo facessero gli altri? Sospirò. Sebbene ormai fosse abituata alla solitudine, nel profondo non si era ancora spenta del tutto la speranza di trovare qualcuno come lei, con gli stessi poteri.
Ma era una sciocchezza.
Rivolse un'ultima occhiata alle montagne e si infilò a letto.







 
   
 
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