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Autore: Archaix_Lemixia    12/04/2015    1 recensioni
In seguito ad un trauma riportato dalla TNT (noi tre) a causa dello scandaloso numero XI, le tre Nobody sono costrette a letto e tutti i membri dell'Organizzazione decidono (anche se non all'unanimità) di raccontare loro delle storie per riuscire a farle riaddormentare.... ma non le favole Old style, altrimenti che gusto ci sarebbe? ;)
PS: essendo un capitolo a parte si può tranquillamente leggere senza conoscere la trama della nostra precedente fic, QUINDI AMANTI DELLE BELLE FAVOLE FATEVI SOTTO E VENITE A SOGNARE CON NOI!! X'D
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Attenzione: questa storia potrebbe provocarvi dubbi esistenziali, sconvolgimenti dell’intero sistema geologico terrestre e repulsione immotivata verso le carote.
 
 
 Era ormai mattina nel modo che Non Esiste: il sole inondava la stanza di luce (e con sole intendiamo Kingdom Hearts, e con luce intendiamo un pallido raggetto che neanche le 5 di mattina), nella città abitata unicamente da baldanzollanti Nessuno dalle andature simili ad un ubriaco, nel Castello regnava ancora il più completo silenzio, e per concludere i nostri protagonisti erano ancora belli svegli e arzilli. Non si sarebbero persi l'ultima storia della "serata" per nulla ai Mondi, soprattutto Axel.
SOPRATTUTTO Axel.
“Ma non ce la faccio, davvero, non sono portato per raccontare a ruota libera, io….” ma neanche al finire la frase un ipotetico raggio laser partì dagli occhi incandescenti di 15 Nobody con le borse sotto gli occhi, le membra stanche per l’ingente bisogno di dormire e una furia omicida che non si sarebbe mai detta scaturire dal solo voler ascoltare una benedetta, sacrosanta, infantile storia della buona notte.
“Guardami negli occhi tappetto” esordì in un misto di isteria e rabbia la Ninfa Selvaggia puntandogli un indice dritto sul muso “IO ho raccontato la mia storia, contro la mia stessa volontà, e mi sono pure divertit- no sto esagerando, comunque adesso dato che la causa di tutto questo sei TU, adesso TU ti inventi un finale degno di questa serata!” ordinò con il più imperioso ed incazzoso dei toni.
“Ti prego Roxas, vorremmo tanto sentire una storia da te, ci faresti questo favoreeee?” chiesero supplicanti in coro le numero XIII, XIV e XV  unendo le mani in segno di preghiera (in realtà il 90% del loro intento era dedicato ad  Axel ). Il Nessuno dai capelli color del grano sospirò rassegnato, si sistemò pacatamente la lunga veste nera e abbassò il capo, sconfitto.
“Okey, ci proverò, ma non vi aspettate nulla cercherò di farla breve….”

 
Tredici ce n’è, nel mio Kingdom Hearts di fiabe da narrar (daaa narrar), venite con mooooii, in questo Mondo Che Non Esiste per sogaaaar (peeer sognaaaar)
Non serve la keyblade, il cappotto bello e il ghiacciolo nero-
Ohhh dai la sapete, iniziamo… >__>



….C’era una volta in una fitta e grande foresta di palme dell’ Amazzonia*…..Un boscaiolo che viveva ai con i suoi 2 bambini di 11 anni e tre undicesimi in una casetta isolata da qualunque tipo di contatto col mondo esterno che non fossero piccioni viaggiatori* e Tv via cavo. Egli aveva due figli di nome Roxel (Trollati ahahahha non è una coincidenza) e Ventel; due maschi, se ve lo state chiedendo. La mamma dei bambini, Xion –badate bene, la pronuncia corretta è: CSSion- era morta quando loro erano piccoli, e siccome nessuno si ricordava chi stra*azzo era, il padre si sposò con una perfida matrigna dai modi di fare altezzosi e frivoli, dei corti capelli a caschetto rossi, uno spirito indomito e un patrimonio speso in creme di bellezza.
 
“Aspettaaaaaaaaa >_<” Lemixia ebbe l’ardire di interrompere la narrazione, pur sapendo che nel 50% dei casi l’avrebbe pagata cara per mezzo di Noi Sappiamo Chi, ma un dubbio tormentoso era comparso nella sua mente capace di registrare qualsiasi particolare (no non è vero) e così chiese:
“Ma… io questa CSSion l’ho già sentita nominare prima… è qualcuno che conosciamo?”
Tutti, compreso Roxas: “ *Sbiancano di colpo –di nuovo-* N-NOOOO non è nessuno, davvero, è frutto della nostra fantasia, come i pinguini volanti, le principesse laser, i lupi pizzaioli, le teiere da passeggio e le rane gonfiabili ^^”
Saix: “Obiezione vostro onore!!! *dito puntato alla Phoenyx Wright* le principNesse laser esistono eccome!!”
Xibar “Si nei tuoi sogni…”
Luxord: “E vorrei precisare che anche le teiere da viaggio esistono ù_ù *stringe la sua Elisabetta X al petto* “
Tutti: “0_o”
Roxas: “Non mi interessa cosa di quello che è uscito fuori questa sera esista o meno, posso continuare? >_< ho perso il filo del discorso…”
Axel: “Nuu continua pure, stai tranquillo da adesso in poi non ti disturberemo più!! *occhiataccia mordace rivolta a tutti*”
Roxas: “Dicevo…. Già….. cosa dicevo?  Ah già:
Una volta, nel grande deserto dell’Amazzonia…

La famiglia era molto povera, talmente povera che non riuscivano neanche a pagarsi l’abbonamento a Sky, così bambini dovevano accontentarsi di Fresbee e K2 invece del ben più educativo (ahahahah si certo -__-) Disney Channel. Malgrado il boscaiolo lavorasse più che poteva, non guadagnava mai abbastanza munny ed erano sempre costretti a farseli prestare dai vicini contadini Tidius e Wakka.
La matrigna odiava Roxel e Ventel perché fondamentalmente era una gran taccagna, e non sopportava di dover spendere i SUOI soldi per quei mocciosi urlanti invece che per tinte rosse con cui doveva continuamente coprire la ricrescita; spesso suggeriva all’ingenuo maritino patatino(<3)  di abbandonare i bambini in un orfanotrofio polveroso e in avanzato stato di decomposizione,  ma siccome loro padre li amava molto egli si era sempre rifiutato.
Tuttavia, un inverno, quando una bufera investì la casa sradicando l’antenna satellitare e la famiglia perse praticamente ogni canale, una crisi isterica colpì il piccolo Ventel che si buttò a terra gridando “NOOOO mi sono perso la 35678° puntata di Adventure Timeeeee!!!” e costruendo un Finn di crema con le creme di bellezza della mamma, al ché quella perse definitivamente la sua pazienza ed esclamò:
“BASTA!! Non ne posso più di questi marmocchi, ora tu li prendi, li carichi, e li abbandoni!!!”
“Ma cara cerchiamo di ragionare, te le posso comprare di nuovo in saldo!”
Ma purtroppo i saldi erano finiti proprio il giorno prima, così il povero boscaiolo, riluttante, acconsentì. La perfida matrigna pianificò di condurli nella boscaglia e far finta di andare a cercare una nuova antenna parabolica alla Mediaword, e di abbandonarli lì. Alla Mediaword in mezzo ai televisori, ai cellulari e a tutto quel ben di Dio.
“Guarda papà quella è una televishione a 33333333 mila pollici! Possiamo guardarla papà possiamo possiamoooo??” chiese il fratellino Ventel, subito incalzato dal gemello. Perché in realtà i due fratellini erano identici, ma così identici che a volte per fare l’appello a scuola gli insegnanti dovevano chiedere loro i propri dati angrafici (si, in mezzo al bosco c’erano la MediaWord e pure una scuola ù_ù).
“Ma certo che potete” rispose il padre amorevolmente, con un triste sorriso in volto. Una volta parcheggiati entrambi i gemelli davanti allo schermo al plasma, Sora cominciò a indietreggiare lentamente, lentamente, lentamente…….. poi con un ZAAAP fece trecento chilometri in un secondo (tecnicamente è impossibile ma come tutti voi ben sapete sono iniziate le nuove entusiasmanti puntate di Molto Bene con Benedetta Parodi e la sua cara Kairi non vedeva l'ora di fargli provare le sue "deliziose" ricette >__>) e ritornò a casa, avvilito, dalla moglie.
Dopo aver guardato l’ennesima puntata di Pence Ten Omnitrix** i due gemelli riuscirono a staccare gli occhi dalla televisione ormai fusi dalla vicinanza con lo schermo e si guardarono attorno frastornati: mentre le loro viste tornavano lentamente a scorgere la luce, la consapevolezza di essere rimasti per due ore davanti al televisore –oh, e il fatto che il loro padre non c’era più…- li colpì come un pugno in pieno volto.
Fineee.

 
TNT: “No aspetta cosa? Ma come, e che fine hanno fatto la strega cattiva e il tesoro? E i sassolini? Non tornano a casa??”
Roxas: “di quale strega stai parlando? La storia è finita i bambini si sono persi e non c’è scientificamente modo per farli tornare a casa ù_ù”
Demyx: “Gno non è vero! Devi pensare lateralmente, Roxas! Immagina!! *crea un arcobaleno con le mani*
Tutti: “*guardano Demyx sbigottiti*”
Vexen: “Da quando sai farlo?”
Demyx: “Da quando ho scoperto…. Il potere dell’immaginazione!! *crea un altro arcobaleno con le mani*”
Tutti: “=_=”
Dem: “Andiamo Rox, pensa: come potrebbero tornare a casa…?”
Rox: “Uhm……. Vediamo………… *mima con le braccia il gesto di Demyx, e anche se non succede niente comincia a realizzare la soluzione al suo problema* mumble mumble….
 
 

“R-roxel? Ma dov’è nostro p-padre?” chiese Ventel facendosi piccolo piccolo ed avvicinandosi al fratello nascondendosi dietro la sua schiena “Io ho paura, come faremo a tornare a casa? Saremo costretti a rimanere qui per sempre, ci nutriremo di cereali a pranzo e cena e staremmo tutto il giorno davanti alla t….. Ehi, mica male!” pensò fra sé e sé ad alta voce, massaggiandosi il mento sovrappensiero.
“No Ventel, non diventeremo inquilini della Mediaword. Non ti preoccupare ci sono qui io, il tuo astuto intelligente premuroso gentile servizievole onesto speciale fratello super modestamente furbo pronto a trovare una soluzione! ù_ù Vediamo…”

 
Tutti: “*roteano gli occhi ridacchiando: non si erano mai accorti di quanti membri pieni di sé ci fossero in quell’Organizzazione…*”


“..Ho trovato! Basterà seguire le orme abnormi di nostro padre! Non esiste nessuno che porti delle scarpe uguali a parte il Bigfoot, guarda ce ne sono dappertutto!”
E così, approvata quella soluzione un po’ bizzarra, i due riuscirono a tornare a casa seguendo le tracce lasciate dalle singolari scarpe del padre (che inspiegabilmente erano così grandi da lasciare la loro impronte perfino sull’asfalto) e non appena il padre, guardando tristemente fuori dalla finestra, li intravide all’orizzonte, si precipitò  a regalare loro un caldo abbraccio commosso: mai in tutta la vita era stato così felice di vederli!! Già ma… Come avevano fatto a ritornare a casa?
“Oh è stato semplice papà, ci è bastato seguire le tue orme…” rispose Roxel ridendo sotto i baffi-che-non-aveva insieme al gemello “e poi Pence Ten era finito ^^.”
“Ah e come è finito?” chiese interessato il padre.
“Che si è mangiato i suoi nemici e poi si è andato a mangiare un gelato.” confermarono i due gemelli con un sorrisone a 358/2 gradi e un’improvvisa, ma legittima voglia di fare merenda.
All’interno della piccola casetta la matrigna stava tranquillamente sfogliando il suo Cioè settimanale (si plagio) quando udì in giardino delle voci non nuove e certamente non molto desiderate; quando andò a controllare vide esattamente quel che aveva temuto di vedere, e cioè i suoi due “adorati” figliastroletti ricongiunti alla famiglia, mentre saltavano la corda insieme al padre cantando:
Ventel: “94 scimmie saltavano sul letto!”
Sora: “Una cadde a terra e si ruppe il cervelletto!”
Roxel: “93 scimmie saltavano sul letto!
Sora: “Una cadde a terra e si ruppe Il-cervAAAAAARGH!! *cade all’indietro aggrovigliandosi con la corda e diventando un fiocco-regalo-umano* C-cara è tutto a posto? Hai uno sguardo così collerico….” (Non crediamo che Sora conosca il significato di questa parola ma nel dubbio… N.d.)
La donna stava infatti fumando dalla collera, ma non nel senso che stava fumando lei: la sua dolce cute stava sbuffando come una locomotiva a vapore.
“Carissimo, noi due dobbiamo parlare.” proferì aspra aiutandolo a sgrovigliarsi dall’intreccio cordoso e pigliandolo per un orecchio per trascinarlo meglio all’interno di casa loro. I due gemellini si scambiarono un’occhiata repentina cominciando già a temere il peggio, che purtroppo per loro si sarebbe trattato di un peggior peggio del loro “peggio”.
Nella casetta intanto, i due "allegri" sposini stavano amabilmente conversando, e con amabilmente stiamo naturalmente intendendo che la dolce matrigna stava usando Sora come bersaglio ambulante per il nuovissimo sport modestamente inventato da ella medesima: si chiamava “tiriamo l’arredamento addosso a mio marito”
“Ma tesoro non comprendo il tuo inaspettato cambiamento d’umore, non sei felice che i nostri figli abbiano trovato la stra-“ un secondo prima che una grossa poltrona gli tranciasse di netto la testa Sora si riparò dietro la credenza, la quale ebbe l’effetto degli ostacoli dei giochi RPG: il mobile  si fermò non appena ne ebbe toccata la superficie e crollò a terra con un tonfo.
M-ma come ha fatto?? Si chiese stupefatto sudando freddo: merito delle ore passate a giocare a Fruit Ninja, ginnastica per le dita ù_ù.
“No, non sono felice per niente e sai perché? Ti avevo detto esplicitamente di lasciarli da qualche parte ma era implicito che quelle piccole pesti NON dovessero tornare!!” strillò la matrigna brandendo un grosso mattarello, temibile arma delle casalinghe, pronta a far valere i suoi diritti di donna, alchè Sora decise di alzare bandiera bianca e gettare la spugna (che però era già stata gettata dalla matrigna a terra, e si da il caso che in tutto lo spazio disponibile egli pose il piede proprio su di essa facendo un volo di tremila metri imprimendo sul soffitto la sagoma cartoonesca della sua corporatura.
Per quanto senza cuore e terribilmente stizzita, la rosea moglie si mostrò straordinariamente preoccupata ed  accorse in soccorso del marito aiutandolo a rialzarsi e a stendersi sul divano, uno dei pochi elementi della mobilia che non aveva potuto lanciargli contro.
“Tutto bene caro? Perdonami, non avrei dovuto essere così severa nei tuoi confronti… ma vedi, i nostri figli devono imparare a badare a loro stessi, devono spiccare il volo…”
“*ridestatosi immediatamente* Significa che se li lascio andare i miei figli impareranno a volare??”
“0_0 ecco ehm…. Si, diciamo di si.”
Il giorno dopo Sora si alzò alle cinque di mattina prontamente munito di telecamera portatile e pronto a filmare la prima esprienza di volo dei suoi giovani pupilli.

Andò a svegliarli con un sorrisone orgoglioso, intimando loro di mangiare la loro colazione e di vestirsi alla svelta: una gita al Magggico Negozio di Dolciumi dell’Amazzonia li attendeva! 

I due biondi bimbi, però, non erano così scemi come i genitori credevano che fossero (vista la stretta parentela con Sora >__>) e capirono quasi immediatamente che la fantomatica gita era un altro pretesto per liberarsi di loro e la conferma gli giunse quando si accorsero che il padre stava camminando in punta di piedi, per rendere le sue orme almeno un po’ normali.
Dopo una lunga camminata in mezzo ai boschi di palme, i tre giunsero davanti ad un negozio dalla fluerescente insegna colorata.
Gli occhietti dei due bambini si illuminarono di immenso: avevano tanto sognato di andarci e ora finalmente avevano un intero negozio dischifezze dolci alla loro completa mercè da poter svaligiare e rivoltare come un calzino. Ma la loro felicità si spense poco dopo ricordandosi che in quel luogo paradisiaco c’erano finiti solo per essere poi scaricati ç_ç
Ventel si avvicinò al gemello prendendogli la manina e sussurrò con voce tremante: “I-Io però ho un po’ paura…”
Roxel gliela strinse forte per infondergli coraggio: “Ma no, ci sono qua io… andrà tutto bene, fratellino”
E detto questo si avventurarono con il padre tra gli scaffali del colorato edificio.
Appena misero piede dentro una celestiale visione li accolse investendoli con tutta la loro luminosa dolcezza: scaffali stracolmi dei più inimaginabili prodotti dolciari e immensi reparti si diramavano in ogni direzione emanando un inconfondibile ed invitante profumo di zucchero, panna e cacao.
Ma la loro attenzione fu completamente attirata dallo scaffale che esponeva in bella vista le nuove e richiestissime “caramelle alla cocurbitacea***”
“OHHHHHHHHH Non ho mai provato queste caramelle!!! E sarà mio scopo nella vita farlo!!! Roxel? Posso provarle?? *occhietti da cognolino bisognoso di attenzioni”
“DOBBIAMO PROVARLE!!! Papà, ci presti ventordici munn- Papà? PAPAAAAAAAAA!?!?”
I nuovamente-neo-orfani si girarono alla ricerca della figura paterna che a quanto pare era riuscito ad andarsene alla chetichella senza necessariamente distruggere il pavimento.
Sul viso di entrambi i gemelli si dipinse un sorrisetto furbetto. Il pensiero di entrambi era “Ehehe ma noi tanto adesso seguiamo le orme oblunghe di papà e ritorniamo a casa con tantisssssssssime caramelle perché siamo fuuuuuuuuuuuuurbi e golosi. Viva le caramelleeeeeee~”
Ma i piani dei due astuti bimbi vennero rovinati da una brutta sorpresa: non riuscivano più a riconoscere le orme di Sora da tante altre!
Il mucchio enorme di caramelle verdi si sparpagnò sul pavimento con uno scroscio assordante, i due gemellini si abbracciarono l’un l’altro scoppiando in un pianto disperato.
Attirato dall'assordante latrato, un commesso dai biondi capelli alla Mullet che lavorava part time nel negozio accorse in aiuto ai due poveri gemelli: "Non piangete bambini, vi aiuto io a raccogliere le vostre caramelle!" disse gentilmente credendo che il disastro zuccheroso sparso per il pavimento fosse la causa di cotante lacrime.
Nel vederlo arrivare d'improvviso i due fratelli si presero paura e si appiattirono contro lo scaffale adiacente, senza smettere di esternare il dolore dei loro piccoli cuoricini infranti. Il loro caro papà era lì un momento prima, e quello dopo era scomparso! Nonostante non fossero più così piccoli entrambi soffrivano terribilmente per la consapevolezza di essere stati abbandonati.
Il povero illuso/commesso, che in realtà era poco più di un giovane studente in stage (sempre di quella fantomatica scuola nel profondo dell'Amazzonia) fece di tutto per calmarli, sfoderando i suoi migliori sorrisi e riuscendo a poco a poco ad acquietare i loro animi affranti.
"Finalmente ci siamo calmati..." sbuffò mesto lo studente scuotendo il capo esausto, che non credeva che fare il commesso fosse un lavoro così complicato e stava già immaginando di darsi alla coltivazione di giraffe norvegesi "Ma come mai non vi trovare con i vostri genitori? Non bisogna andare in giro da soli lo sapete bene, potrebbe essere pericoloso!"

Zachete, aveva toccato l'unica nota dolente del piano. Un secondo pianto disperato invase i corridoi saturi di zuccherosità e dolciumi vari. Le orecchie del povero, povero povero commesso non potevano sopportare oltre, doveva trovare una soluzione!
Ma proprio in quel momento fece la sua apparizione un signore dall'aria sospetta che stava girovagando lì attorno da qualche minuto alla ricerca di non-so-cosa: era un vecchietto dall'aria decrepita e robusta quanto un fuscello d'erba, lo sguardo freddo come una coltre di neve racchiusa in due piccoli occhi sospettosi incorniciati da un viso scavato e sciupato dagli anni. "Mi scusi." chiese con una voce rauca e sottile, che a dirla tutta assomigliava sinsitramente al suono che producono le unghie sulla lavagna "Quanto costano quelli?" Confuso, il ragazzo squadrò il nuovo arrivato e poi i due bambini, i quali erano proprio nella direzione indicata dal dito ossuto che il vecchio signore aveva puntato loro contro. "Ma veramente non sono in vendita..." tentò di giustificarsi balbettando, intimorito dall'antica presenza. "Codesto cartello afferma il contrario." ribatté l'uomo *tradotto dal greco antico esclusivamente per voi cari lettori*
Lo studente guardò con i suoi luminosi occhi acquamarina nuovamente i due gemelli, constatando che dietro di loro c'era un cartellone delle offerte che esponeva la scritta: "Sconto dell'80%, irripetibile!"
Anche Ventel se ne accorse e, confuso più che mai, balbettò frastornato: "M-ma noi non siamo in vendita!.... Credo... Fratellone, noi siamo in vendita?" "No Ventel, papà ha detto che non lo siamo."
"Oooo beh, se non avete bisogno di aiuto allora io ritorno alla cassa.....  *il commesso se la svigna alla chetichella*
"Ma papà non è qui, che facciamo da soli?"
"Non lo so, ma la cosa più importante è-EHI!"
Ma mentre i fratelli stavano confabulando sul da farsi non sisccorsero che il vecchietto si era loro avvicinato, li aveva presi per la collottola delle camicette e gentilmente gettati dentro al carrello.
Il vecchio signore si incamminò verso la cassa "*posa le monete sul tavolo* Tenete il resto..."
Commesso: "*tenta di decifrare il linguaggio arcaico* Che?? Ma... ma queste sono rupie antiche, non potete pagare con..."
Ventus: "*sguardo glaciale che fa abbassare la temperatura di 3 gradi*
Commesso: "O-ok....."

Nessuno si fece domande sul perché i due bambini fossero nel carrello (perché si c'era dell'altra gente in quel negozio sperduto), ma soprattutto non se le ponevano i due diretti interessati. Neanche scendere. Troppa fatica, non scherziamo. E poi, facendo due più due, entrambi si immaginarono come avrebbero potuto sopravvivere a lungo senza una famiglia e una casa, un letto caldo, amore e cure paterne: qualunque intenzione avesse quel relitto umano, sarebbe sempre stata migliore del loro destino infelice.

 
Bexyk: "No aspetta cosa? Stai dicendo che il commesso ha lasciato che quel tizio prendesse i bambini senza fare nulla per fermarlo? Chi potrebbe essere tanto stupido da fare una cosa del genere??"
Tutti: *silenzio simbolico, sguardi indirizzati verso un'unica persona*
Demyx: *sguardo innocente e puccioso* C-Che c’è? Ho qualcosa sul naso? *si strofina il nasino con la manica del cappotto*

 
E così, cammina cammina, i tre giunsero nelle profondità della foresta, nella casa del vecchietto: una dimora fatta tutta di gelato al sale marin-

Xigbar: “Ma che palle Roxas ma tu mangi solo quel ca**o di gelato??”
Roxas: “Ok allora facciamo che era fatta di carote.”
Xaldin: “Perché carote, scusa?”
Rox: “Beh sai la sera quando ho fame, con un po’ di insalata…”
Axel: *in un angolino sta appuntando parola per parola su un quadernetto rosso*
Rox: “Axel che stai facendo??”
Axel: “N-niente. *fischietta*”

 
Quella casa dava l'apparenza di essere così vecchia, ma così vecchia che se in Amazzonia soffiasse un minimo di vento si sfascerebbe su sé stessa come un castello di carte fatto di bastoncini di gelato, e così mal costruita che nemmeno Xigbar avrebbe potuto fare di peggio...

Xig: "Ehi!!! Da quando hai il diritto di giudicare gli spiriti artistici altrui?!"
Rox: "Ti ricordo che la torre di Pisa non é quasi crollata per caso…"
Xig: "Eeeh, ma quello era un imprevisto..."

Rox: Comunque... dicevo, non era esattamente quel che si poteva definire il paradiso dei bambini, ma era meglio di niente. Una volta percorso il sentiero carotoso che conduceva attraverso l'orto di carote e giunti davanti ad un piccolo portico color arancia (tanto per cambiare), i gemelli credettero di aver capito quale fosse la verdura preferita del vecchio signore, ma prima che potessero commentare fra loro si ritrovarono all'interno della loro nuova casa, fatta interamente di oggetti dalle più svariate e cangianti colorazioni di arancio. Arancio carota.
Oh, avevo già detto da qualche parte che Roxel e Ventel odiavano le carote?  
Intanto nella sua rapida ispezione visiva il brillante ingegno di Roxel si accorse subito che una persona dai gusti tanto strambi e poco ortodossi non doveva essere poi cosi a posto. Ma ormai era troppo tardi per fuggire. E per dove poi? Chi se la ricordava più la strada di casa, figuriamoci quella per il negozio!
 
Ma una volta richiusosi la porta alle spalle, il vecchiaccio che sembrava resuscitato dalle salme di una mummia centenaria si mostrò per quel che era veramente: una malefica strega!!


Xemnas: "Ehm… Forse volevi dire Stregone..."
Rox: "No era una strega ù_ù"
Saix: "Era una strega principnessa??"
Rox:  "N-no era una normale streg..."
Zexion: "Era la strega che ad halloween infesta i campi di zucche?"
Dem: "Era la strega cambiacolore che é venuta a portarci via l'arcobaleno?"
Rox: "O_O No era una comunissima strega!! Era vecchia, molto vecchia, con un naso adunco e lunghi capelli bianchi..."
Tutti: *indicano Vexen* "Tipo questo quì??"

Rox: ...Si esatto!! E quindi... Una volta tramutatosi nel suo vero aspetto, con tanto di cappello a punta e lungo abito nero pieno di ragnatele, costrinse i due fratelli a separarsi: Ventel fu relegato a sguattero tuttofare mentre Roxel, che non aveva intenzione di sottostare ai suoi dispotici ordini e scalciava ed imprecava come uno scaricatore di porto, fu sbattuto in una lugubre cella infarcita al carotene.
Trascorsero così infelici giorni di solitudine fra pranzi e cene a base di magre verdure ed esperimenti dalla dubbia legalità, nei quali ai gemelli veniva concesso solo poco tempo per stare insieme. Quanto erano tristi... In certi momenti si chiedevano cosa avessero mai fatto di male per meritarsi questo, pensavano a quanto avrebbero voluto poter tornare a casa, perché in fondo mancava tanto loro il babbo (ma solo il babbo)... Più volte si impegnarono a trovare una via d'uscita, ma sembrava impossibile!


Bex: "...Ma scusa se la casa era fatta di carote Roxel non poteva mangiarsi le sbarre della gabbia, il muro e poi fuggire insieme a Ventel?"
Rox: Si vede che nn sei stata attenta durante la narrazione: loro ODIAVANO le carote!!
Era gia abbastanza dover mangiare quelle vere che il vecchiaccio rifilava loro a colazione, pranzo e cena per farli ingrassare! Ma purtroppo per lui le carote non fanno ingrassare bensì dimagrire, bravo scienziato pirlo, e nel frattempo i due si ingegnavano per.... no, niente avevano ereditato troppa scemenzitudine dal padre per pensarci, sarebbe inverosimile... ù_ù

Xal: "Ah ecco mi sembrava strano che le carote facessero ingrassare... Ma perché lo voleva?"
Rox: "Per mangiarli, ovvio ù_ù"
 Demyx: "Nuooooo!!! T_T Come può essere così insensibile?? Ma i gemelli lo avevano capito?"
Rox: "*sospira* Si... Più o meno tre secondi dopo essere stati sbattuti in casa…

 
Ventel: "Sentito Roxel? Ha detto che siamo teneri!! ^^"
Roxel: "*brivido* Ha anche detto che siamo appetitosi..."
Ventel: "*ci arriva solo ora* .....OH. M-ma signore, non dirà sul serio......!"
Vecchio/Strega: "Che c'è, credevate veramente che vivessi a carote? Bisogna mantenere sano il fisico! ù_ù"
 

Rox: “Beh… Oh diavolo ho perso il filo del discorso! Siete contenti ora??”
Axel: “Già, siete contenti ora??”
rox:” -____-”
Axel: “^^”


Rox: Vabbeh…. diciamo che la disperazione offuscava loro le idee. Passavano i giorni, ma siccome le carote fanno bene non solo alla linea ma anche alla vista, la strega si accorse molto presto che i suoi servetti continuavano a dimagrire. Questo spiegava anche il perchè i suoi gerbilli domestici sembravano essere morti di fame…

Xigbar: “NUUU i miei gerbilli…”
 
Rox: NON. Quei. Gerbilli. *sbuffa* Comunque, un giorno il vecchiaccio pedofilo si stufò, e decise che se li sarebbe mangiati quel giorno stesso così come erano. Così, una volta chiamato all’appello il piccolo Ventel gli ordinò di accendere il forno, ed in seguito di entrarci dentro per vedere se ci stavano “tanti ciocchi di legno”. Povero Ventel, non si aspettava di certo che quel giorno dovesse giungere la sua ora… Nel frattempo il reperto mummificato ambulante si concesse qualche minuto di pausa dal suo abitudinario maledire castelli diroccati infestati da asteroidi a forma di cuori ed inventare congegni in grado di distruggere la terra e perché no, anche Marte. Rientrato in casa poco dopo, ritrovò il piccolo Ventel chino davanti al forno con aria preoccupata.
“Beh, che stai aspettando moccioso? Ho bisogno di sapere quanta legna ci può stare in quel caminetto!"
“*non si chiede minimamente come mai non lo sappia già quanto è grande il suo caminetto, certo che no* Si, mi scusi tanto signore, ma… come si fa ad entrare in un forno? Si deve entrare prima di testa o di coda? *occhioni innocenti che intenerirebbero perfino Voldemort*”
“Stupido!! Si fa così guarda!” esclamò la strega maschio.


Xemnas: “Ehm vorrai dire Stregone.”

Roxas: Ho detto che era una strega maschio! è_é ….…..Disse così, e mimò il gesto di entrare nel forno, infilandoci la testa dento. In quel momento nessuno, nemmeno Ventel si sarebbe creduto capace di una simile azione: smollò senza neanche pensarci un calcione sul sedere del vecchio, facendolo precipitare nella fornace -che si aveva un’apertura molto grande- e ne richiuse lo sportello. In seguito si mise alla ricerca delle chiavi a forma di Carotino con le quali la strega apriva e chiudeva la gabbia dove aveva rinchiuso Roxel, per liberarlo una volta per tutte.
“Ventel sei stato bravissimo!!" esultò il fratello abbracciandolo con affetto: “Come hai fatto ad architettare un piano così ingegnoso?”
“In realtà volevo solo dargli una lezione, dopo il modo in cui ti aveva trattato: dopo la verdura niente dolce! ù_ù”

Commosso dalla gentilezza del fratello, Roxel si accorse però di un particolare non di poco conto.
“…Ma aspetta il forno è acceso?”
“Si, perché?”
“….…...........................................................…”
“…..…..oh.”


Ma c’era ancora un ultimo ostacolo fra loro e la libertà: le mura di quella maledetta casa ortaggica!
“Oh no e ora come faremo? Resteremo Bloccati qui per sempre, moriremo di fame!” protestò Roxel avvilito.
“Niente paura fratello useremo i cucchiaini da minestrone di carote della strega-maschio per scavare un buco nel pavimento ed usciremo dall’altra parte!!” e così fu. I due si misero all'opera e superato lo strato di carote in decomposizione, ne trovarono uno di barbabietole e un altro di ravanelli, per poi incappare infine in qualcosa di solido.
"Ma cos'è questo? Sembra un forziere dei pirati!”
“Hai ragione Ventel... questo è un forziere vero e proprio! Apriamolo!” ed era vero: all’interno era pieno di dobloni sonanti! Ecco che fine facevano i brevetti delle discutibili scoperte del vecchiaccio! Con un'occhiata di intesa dei gemelli pensarono bene di ciullarsi il tesoro -tié allo sfruttamento minorile- e continuare la loro ricerca, non più disperata, di una via d'uscita.
Quando il cucchiaino da minestrone di Roxel perforò l'ultimo strato di terra che li separava dal mondo esterno, i gemelli poterono finalmente tornare a respirare l'aria pulita dell'immensa foresta Amazzonica. Con il cuore colmo di gioia, un tesoro colmo di oro come ricompensa per la loro fermezza e la loro tenacia, e una vita tutta davanti, Ventel e Roxel ammirarono il tramonto delicato rischiarare con i suoi caldi raggi di speranza i volti dei due eroici sopravvissuti. Non avrebbero più rinunciato a quella bellezza, mia più.

Finalmente insieme, i due inseparabili compagni si presero per mano e si diressero verso l'ignoto, con un futuro tutto da scoprire.
 
 
Non appena il giovane Nessuno terminò la frase che pose fine alla sua storia carotosa, Axel gli glompò addosso: “E’ una storia bellissima Roxy!!!”
Sennonché il saggio n.XIII/XVI/X?? si spostò di lato senza tanti complimenti lasciando che il rosso Nessuno si spiaccicasse sul terreno.
TNT: “Ma Roxas non comportarti così!!"
Roxas: “Ma è per legittima difesa, e per una buona causa: la mia!"
Xaldin: “Yawn... Scherzi a parte, bravo funghetto.”
Roxas: “Grashie ^^ ma..."
Xigbar+Xaldin: “STAI ZITTO ROXAAAS!"
Xemnas: “Ok ragazzi, stata una piacevole esperienza dopo tutto, però ora vi vedo decisamente stanchi e provati, per cui penso di poter concedere a tutti un giorno di riposo..."
Tutti: “*Sbadigliando rumorosamente* Yeeeeeeeeee, viva il capo TwT”
“Oh santo ghiacciolo salmastro, fatemi finire!!" obiettò tutto ad un tratto Roxas, con una strana colorazione in volto: le sue guanciotte erano diventate tutte rosse (Aaaawwwww *^*- n.d. Axel) a causa di un sentimento nuovo, o meglio del suo ricordo: non aveva riso alle disavventure del povero lupetto Riku, non si era commosso nel sentir piangere la sirenetta, e proprio adesso che anche il suo turno stava finendo…
…si stava... divertendo?
Non ricordava molto di ciò, ma sentiva di non aver mai provato una sensazione così piacevole da quando era diventato Nessuno.
Si stava divertendo a raccontare. A narrare di storie inverosimili ed inventare improbabili pericoli ed assurde situazioni di pericolo che si risolvevano però sempre con un meritato lieto fine. E quel lieto fine la storia non lo aveva ancora raggiunto. Che fine avevano fatto i genitori di Roxel e Ventel, e il commesso del negozio, che finale spettava a loro? Era ingiusto privarli di un futuro, seppure ipotetico, che conducesse le loro piccole vite verso l’Happy Ending. E lui aveva il potere di donarglielo.
“Questa storia non è completa, avete per caro sentito la musichina delle  mille ed una favoline? Ho ancora una sorpresa in serbo per voi! ù_ù”
Axel+Dem+Lemi*Archa*Bex: “ shiii altre sospreseee ^^"
 
Rox: Diceeevo... che una  volta riusciti con successo nell'intento di fuggire dalla casa degli orrori, col tetto fatto di ravanelli e i mobili di carciofini, si diedero subito da fare per attirare l'attenzione di un tassista (c'era molto traffico in Amazzonia) che li scortasse a casa una volta per tutte. Ora con tutto quel denaro non avrebbero più sofferto la fame, e avrebbero potuto comprare una nuova antenna!! La pace avrebbe finalmente regnato nella famiglia.
"Mi scusi signor tassista...” stava accennando Ventel, quando una bionda chioma mullet fece capolino dal finestrino del conducente: era l'impiegato del negozio!
"Mi hanno licenziato dopo aver scoperto che non avevo fatto lo scontrino a quel vecchio, ora sono in stage per diventare guidatore di taxi professionista!!" si affrettò a spiegare ai bambini confusi dall’incontro inaspettato: “Beh, lo volete un passaggio?"
“Oh si, giusto, potrebbe portarci alla casa del Bigfoot?” chiese Roxel ben sapendo per quale motivo il loro papà era conosciuto con quel nome in tutta l'Amazzonia.
“Oh mi dispiace ma il Bigfoot è scappato ieri mattina con uno stallone stalliere perché stufo della moglie."
"Oh...” sospirarono i due in coro “E saprebbe rintracciare la sua posizione ora?"
“Ma certo! Basterà seguire le sue ginormiche orme!" rispose il neo tassista allegramente aprendo la portiera del taxi per far accomodare i gemelli.
"Bene! Segua quel Bigfoot!!”

Ma proprio mentre si stavano sistemando all’interno della comoda vettura, a Roxel non sfuggì un atroce dubbio.
“Ma signore, se voi siete in stage, ce l’avete la patente?"
“No ^^”
“HO CAMBIATO IDEA VOGLIO SCENDEREEEeeeeeeeeeee.......…!!!!!!!!”
E con codeste parole iniziò l'inseguimento alla ricerca del mitico essere dalle calzature impossibili, in mezzo ai boschi. La ricerca fu lunga e faticosa, ma dopo aver superato qualunque limite di velocità consentito dalle strade americane e non, arrivati secondi nella competizione Fast and Furious e disboscato mezza Amazzonia il gruppetto riuscì a rintracciare l’ubicazione della sua nuova casa.
“Finalmente, potremo riabbracciare nostro padre!!” trillò Ventel agitato per l'emozione e mezzo stravolto per il lungo -e pericoloso- viaggio.
“Sempre che non lo investiamo prima: signore fermi la macchina!!” obiettò Roxel vedendo che stavano per andare a sbattere contro la bella casetta piccolina (che non era in Canadà) adibita a bottega nella quale il padre si era trasferito. "Ehm, vorrei ma.... credo che si siano rotti i freni.”
R+V: “Cooooosaa!?!?!? E ora che facciamo!!?”
“Non lo so, mentre spiegavano alla lezione di guida come salvarsi dall'autodistruzione della vettura, io ero in bagno!”
E così, all'unisono all' urlo di “ASHGALLAAAAAAH!!!!"  tutti e tre si buttarono fuori dal taxi giallo canarino che finì per sfondare la parete della bella casetta, ma per fortuna nessuno si fece male a parte suddetta macchina che dopo lo scontro prese fuoco e  poi esplose.
Nella coltre di nebbia che si formò a causa del fumo provocato dal fuoco si levò una voce tanto atona quanto mascolina: “Ma insomma chi fa tutto questo 'sto baccano?”
Egli era Riku lo stalliere, che di mestiere faceva il calzolaio, e a vederlo i due fratellini compresero subito il perché Sora avesse deciso di cambiare aria. E c'era bisogno di cambiarla anche adesso, perché sembrava che qualcuno ancora chiuso in casa stesse soffocando!
"Papà!!!" urlò Ventel tuffandosi nella coltre di fumo grigiastro in suo soccorso: una volta trovato fu tratto in salvo e rianimato con metodi che lasciamo all'immaginazione del lettore (non abusate di fantasia intesi?) e l’intera faccenda fu chiarita. Riku lo stallon- lo stalliere fu ben lieto di accettare le scuse da parte del giovane tassista, che venne però licenziato per aver fatto esplodere la macchina e quindi non avrebbe avuto più niente da guidare, così si risolse nel diventare suo assistente-ciabattino a tempo indeterminato. Grazie ai soldi dei brevetti Roxel e Ventel non solo ripararono il muro distrutto della casa, ma poterono vivere sempre felici e contenti assieme alla loro nuova "famiglia", e poterono comprare finalmente quella maledetta antenna con la quale avrebbero guardato le puntate di Pence Ten e Takeshi's Castle tutte le sere fino alla fine dei tempi.


Siamo qua, Papà Nessuuuuno,
Se lo vuoi, leggi ad ognuuuuno

Una a loro, l'altra a me
Leggi 2 storie o meglio 3eeeee…

Siamo XIII, Nobody piiiiccolini
Più noi Tre, amiche deeeei pampini (soprattutto Vexen)
Noi, Archaix, Lemixia e Bexyk
Ascolteremo teeeeee…

 
 
Non ci sarebbe stato bisogno di concludere la sua storia, ma sentiva il bisogno di farlo. Ripensando allo sviluppo della trama da egli stesso creata si sentì più che soddisfatto e si crogiolò per qualche istante nei suoi pensieri.
Ormai tutti i membri dell'Organizzazione si erano addormentati, perfino quelle instancabili delle n. XV, XIV e XIII. A guardarli, Roxas trattenne un mezzo sorriso che non gli venne poi così spontaneo, ma sapeva che se avesse avuto un cuore gli sarebbe affiorato con un misto di tenerezza e stupore sul viso. Osservare i volti addormentati dei suoi compagni, simili ad angioletti, non aveva prezzo.
Perfino il viso di Larxene, rannicchiata accanto al n.X, che nell'addormentarsi aveva fatto scivolare un braccio sopra le sue spalla, non più contratto dalla perenne smorfia diurna appariva dolce.
Zexion, che si era accucciato sulla sedia per occupare meno posto possibile, assomigliava proprio al piccolo Dormouse… Mentre Xemnas si era addormentato in posizione così rigida da sembrare una statua, coppia perfetta con Lexaeus che anche da sveglio appariva un moai vivente.   Saix.... beh, era Saix.  Xigbar e Xaldin non avevano una posizione, sembrava dovessero cascare dalla sedia da un momento all'altro. Marluxia dormiva abbracciato ad un cuscino rosa che fino ad un momento fa non c'era, e il suo viso non lasciava trasparire alcuna emozione da quanto potente doveva essere la sua stanchezza; invece Demyx si era addormentato con quell'espressione piena di meraviglia con la quale aveva raccontato la sua commovente storia, e a detta di Roxas sembrava, l'incarnazione dell’innocenza.
Vexen sembrava morto, ma forse era meglio così  >__>.
Alzatosi senza fare alcun rumore, il Nobody dai capelli color del grano si allontanò verso la porta in punta di piedi, poiché era giunto il tempo di tornare nella sua dimensione. Aprì lentamente la porta, che spalancò davanti a lui un bianco portale che collegava quel mondo al suo, quando sentì alle sue spalle un flebile gemito che tradusse come un richiamo.
“...R-Roxas...”
Era la voce di Axel.
Si voltò velocemente, notando che egli era forse l'unico rimasto ancora sveglio, o per lo meno immerso nel dormiveglia, pur di ascoltare il finale della sua storia. Nel concepire ciò Roxas ebbe da pensare che sarebbe dovuto sentirsi commosso se ne avesse avuto la capacità.
“Il finale era molto bello…” probabilmente non lo aveva neanche ascoltato veramente, ma non importava.
“Ti ringrazio Axel, sono felice che ti sia piaciuto...”
“*gli si illuminano gli occhi e rivivisce* Davvero?? Ti ringrazio Roxyyy!”
Senza attendere il biondo si spostò di lato lasciando che il numero VIII si spiaccicasse di nuovo per terra, questa volta perdendo i sensi. Lo sapeva che avrebbe reagito così...
Volse un ultimo sguardo all'interno della stanza, quanto avrebbe pagato per una machina fotografica in quel momento, ma si limitò ad imprimere nella memoria quell'istante prima di volgersi nuovamente verso il portale.
“Arrivederci, amici." li salutò con sorriso.
 
 
 
E con questo si concluse la storia, e l'intera scioccante, emozionante, paranoica quanto improbabile faccenda..
 
 
 
 
 
 
…o forse no?
 
 
Qualche settimana più tardi:

Tutta l'Organizzazione XIII/XV/XDFGYHUJIKOLP sedeva attorno ai tre lettini delle Nessuno, nella stessa, identica, situazione della settimana scorsa.
"Ok ragazzi, chi è il colpevole? Anzi, no, non ditemelo: lo scoprirò con il mio ingegno sopraffino! ù_ù" sentenziò Demyx con in bocca una pipa alla Sherlock Holmes.
“Seee come no, e come pensi di scoprirlo?" si lamentò immediatamente e come da copione Larxene, che non avrebbe sicuramente retto un'altra nottata in bianco.
"Oh, ma io so GIA’ chi è il colpevole!!"
"Tutti: "Davvero???"
Demyx:" Già.... e il colpevole sei tu, Saix!!!"
Saix: "Obiezione vostro investigatore: non avete prove a mio carico!”
Demyx: "E invece sì!! Nelle nostre pietanze qualcuno ha versato un potente lassativo all'aroma di erba gatta, e solo tu possiedi quella roba, e quindi il colpevole sei tu!!!"
Saix: "Meeerda, mi hai scoperto..."
Xemnas: "Ma Saix, perché??"
Saix: "Perché c'erano poche storie sulle principezze ù_ù”
Tutti: “ Groan...."
 
 
E così, quella sera, un'altra vicenda piena di risate, lacrime e nonsense, stava per iniziare.
Ma questa è un’altra storia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Kairi: una delle 7 principesse enchantix XD
 
*= non siamo assolutamente certe che Roxas, essendo il Nessuno di Sora, del quale l’unica conoscenza di geografia sono quei 3 metri e uno sputo di terra in croce (o meglio definito “ sputo di mare”) che sono le Destiny Island, conosca bene la flora dell’Amazzonia. Nel dubbio, facciamo appello al vostro senso di cultura.
*= e sempre per lo stesso motivo siamo scettiche sul fatto che conosca anche la fauna del luogo. Sapete, nel dubbio.
*= e SEMPRE per lo stesso motivo dubitiamo del fatto che conosca le condizioni meteorologiche della zona, o almeno il fatto che in Amazzonia NON nevica.
 
**è stata una fascetta(?) aliena a renderlo cosìììì,
ed ora ha dei poteri che terrà dentro di sé,
coi suoi superpoteri il c***o a tutti ci farà
Lui è Pence Teeeeeen XD
Haaaa un palato che sfrutterà,
peeeer mangiarsi la tavolaaa
Oooora il timballo e la sogliola(?)
E niente può fermarlo perché lui è Pence Ten!!!
PENCE TEEEEEEN XD!!!!

***= cucurbitacea: meloni scientificamente melonici XD
  
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