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Autore: Fanelia    14/04/2015    9 recensioni
Questa breve OS può essere considerata una what if della mia long The third heart
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il mezzo cuore

E adesso che io sono solo penso a quello che ti avrei potuto dire…

 

Ti osservo senza avere il coraggio di avvicinarmi, nascosta dietro a un albero, mentre sei intento a perderti fra i tuoi pensieri. I capelli di un biondo quasi innaturale vengono mossi appena dal lieve vento che osa sfiorare la tua figura assorta in un mondo del quale non potrò mai fare parte.

 

E ho paura di ferirti con parole vuote e inutili

 

Sei seduto sulla riva del Lago Nero, con le mani stringi inconsapevolmente, in un gesto quasi meccanico, dei pugni di sabbia che poi lasci scappare lontano; granello dopo granello, lentamente e inesorabilmente, scivolano via come tu da me.

 

Le ore che racchiudono mille paure, pensieri che si sposano in confusione

 

Un ragazzo solo, vittima di una scelta di un ragazzino immaturo, che finge e indossa maschere da propinare al mondo, dietro le quali si difende abilmente. Per arma una lingua tagliente che ferisce e allontana chiunque cerchi di penetrare la bolla magica e incantata che forma il tuo mondo privato, quello nel quale non ha accesso nessuno. Quell’universo che si cela nel tuo vero sguardo, quello che non hai mai mostrato ad alcuno.

 

La voglia di incontrarsi di dimenticare quello che ormai non c'è

 

Un passo falso e il mio piede spezza un rametto. Un singolo e solo rumore che disturba la quiete nella quale sei venuto a isolarti e schermarti. Basta questo a interrompere la tua pace ed ecco che ti volti. Vorrei scappare ma a che servirebbe? Così rimango immobile e mi preparo a sentirti urlare improperi nei miei confronti.

 

E non ho più la voglia neanche di gridare, litigare con te

 

«È strana la magia del lago, non è vero Granger?» le tue parole mi stupiscono e mi trovo quasi a sorridere. Non c’è rabbia in esse, nemmeno fastidio. Ed è strano, lo so. Forse mi sto illudendo, non è così che andranno le cose quando fra qualche istante mi sveglierò da questo sogno a occhi aperti.

 

Che sono forte fuori e dentro fragile

Che sono sempre come non vorrebbe lei

 

«Sto parlando con te, fai finta di non sentire?» allora non sto sognando?

«Scusa io… non volevo disturbarti» mi profondo in sciocche e banali scuse, peraltro non richieste. Non potrei semplicemente limitarmi a rispondere ed evitare di rendermi più ridicola di quanto non mi senta?

«Vuoi farmi compagnia, Granger?» Ma stai parlando con me? Sei impazzito o forse ti hanno stregato? Non è possibile, non puoi essere tu a rivolgermi un tale invito. Che fine hanno fatto gli insulti e lo sdegno di cui ardono le tue iridi quando incroci per errore le mie?

 

È tutto un po diverso, tutto strano, tutto se non sei con me

 

Mi avvicino titubante e tu mi fai segno con la mano di prendere posto accanto a te. A me, la Mezzosangue per eccellenza, la ragazza che più odi in tutta Hogwarts. Che dico, in tutto l’universo magico e non.

«È bello il sole, vero?» ho quasi paura di sentirti parlare così. Non mi sembri tu o forse sei tu, sei solo un Draco che non hai mai mostrato a nessuno.

«Già. È una delle poche certezze che abbiamo nella vita. Il sole torna sempre a sorgere» ridi e mi chiedo perché io non abbia tenuto la bocca chiusa. Sarebbe stato meglio. Però, sebbene tu stia ridendo di me, sapere di averti strappato un sorriso mi riempie il cuore di gioia. Sento le farfalle volare impazzite nello stomaco, il cuore batte talmente forte che ho quasi paura tu possa sentire il frastuono che si riverbera nella mia cassa toracica.

 

Io vorrei solo star con te e con te con te con te

 

«Scusa, non avrei dovuto ridere, ma… grazie» è la tua voce a proferire tali parole e se non fossi presente e me lo raccontassero non crederei alle mie orecchie.

All’improvviso mi butto all’indietro e mi lascio accogliere dal manto sabbioso che attutisce la mia discesa.

«Ti piacciono le stelle, Malfoy?»

«Draco...»

«Scusa?»

«Draco, perché ti ostini a chiamarmi per cognome? So che il mio nome è buffo ma...» il cuore si impegna in una sequenza irregolare di battiti e un nodo alla gola mi impedisce di risponderti, non prima di aver inspirato e ripreso il controllo delle mie facoltà mentali.

 

Le lacrime fra le parole, gli abbracci caldi e quel sapore che...

 

«Hermione… nemmeno tu mi chiami per nome… se è per questo nemmeno per cognome» dalla mia voce trapela una sfumatura di amarezza che spero non intacchi questo momento magico.

«Hermione, perché non mi chiami Draco?» il mio nome che sfugge alle tue labbra, per la prima volta, sembra una melodia armoniosa. Lo stordimento che mi investe arriva inaspettato e mi trovo a boccheggiare come se l’aria fosse diventata improvvisamente rovente.

«Ti donano le gote rosate» ridacchi. Tu! E ti sei prodigato in una specie di complimento nei miei confronti. Poi d’un tratto ti butti all’indietro e sento il calore del tuo corpo sdraiato accanto al mio. Ho persino il timore di muovermi perché se solo ti sfiorassi… chi direbbe al mio cuore che non puoi essere mio? È così irrazionale, insensato. Perché proprio tu fra tanti?

 

Le ore che racchiudono mille paure, pensieri che si sposano in confusione

 

«E dire che di solito per farti stare zitta ce ne vuole»ridi, nuovamente, e ti prendi gioco di me ma per un volta tanto non stai cercando di deridermi. Se non sapessi che è possibile, mi illuderei facilmente che mi stai trattando come faresti con una delle tue amiche. Ma sono solo io, solo una Mezzosangue per te.

 

«Non parlo sempre, sai?! E poi è la prima volta che ti rivolgi a me senza...»le parole mi muoiono in gola, ancora una volta temo di spezzare l’incantesimo che sembra essere stato lanciato su di noi, anzi, su di te.

«Lo so, Hermione. Ma tu sei una ragazza intelligente… dovresti sapere che certe persone sono… difficili» ancora, pronunci nuovamente il mio nome e io non riesco a ragionare. Non pensavo potesse suonare così bello un semplice e bizzarro nome come il mio, non credevo che sentirlo dalla tua voce potesse causarmi un tale effetto. Se qualcuno mi scagliasse addosso un Bombarda Maxima non otterrebbe lo stesso fragoroso infrangersi delle mie certezze, non in maniera così devastante, lampante e disarmante.

***

 

Le ore che racchiudono mille paure, pensieri che si sposano in confusione

 

Ti osservo mentre sbigottita ti annulli fra i tuoi pensieri. Non so nemmeno io come e dove abbia trovato il coraggio di parlarti. Sono sempre stato un vigliacco e ho continuato a esserlo fino a quando, oggi, mi hai fornito finalmente l’occasione che attendevo.

«Tu sei impossibile, Draco, non difficile» ridi e ti fermi un istante prima di pronunciare il mio nome. Lo so, fa uno strano effetto non appellarsi con inutili dispregiativi, eppure io il tuo nome l’avevo già pronunciato, nel silenzio della mia stanza buia, quando nessuno poteva udirmi.

«Touché» ti do ragione, poiché ne hai, da vendere. E perché sono troppo impegnato a lottare contro me stesso e quello stupido orgoglio che mi vieta di avvicinarmi a una come te. Non lo comprendo, cos’hai secondo lui che non va? Può essere solo dello stupidissimo sangue a tenermi lontano? Perché davvero non riesco a spiegarmi cosa sia questa forza che cerca di impedirmi di commettere quello che potrebbe essere un errore, fatale!

 

E non ho più la voglia neanche di gridare, litigare con te

 

Ridi e la tua risata mi porta a voltarmi. Perché vorrei guardarti. E allora mi giro di lato, poggio un gomito in terra e mi sostengo il capo. I miei occhi incontrano i tuoi che increduli e forse spaventati assumono la sfumatura del caramello fuso che mi indica un cambio nel tuo umore. È incredibile eh, Mezzosangue, che abbia imparato anche a distinguere i mutamenti del colore delle tue iridi, proprio io, un Malfoy…

«Perché te ne stavi tutto solo?»

Perché ti aspettavo… vorrei dirtelo ma qualcosa mi frena. Cerco spesso un angolo dove rintanarmi, mentre mi isolo e attendo, nel tentativo di sfuggire al mondo ma, allo stesso tempo, spero sempre che sia tu e solo tu a trovarmi.

 

Che sono forte fuori e dentro fragile

Che sono sempre come non vorrebbe lei

 

«Ho i miei segreti, Hermione, come tutti noi» arrossisci, perché pensi di aver posto un quesito invadente, inopportuno, lo so.

«Hai ragione… non so nemmeno io perché… perché te lo abbia domandato» i tuoi occhi fuggono i miei.

Aspetta, non andartene, non ancora. Rimani qui. Non ho ancora trovato la forza di dirti perché ti abbia rivolto la parola e la sto cercando, la forza, sto scavando a fondo dentro di me.

«Perché come tutte sei interessata a me, ammettilo» scherzo anche se vorrei che fosse così ma poi tu ti irrigidisci appena, invece che sorridere, e mi chiedo dove io abbia sbagliato. Perché i tuoi lineamenti si fanno tesi e i tuoi occhi… possibile? Mi sembrano luccicare, ma no, devo sbagliarmi. Non possono essersi riempiti di lacrime e perché poi dovrebbero?

 

La voglia di incontrarsi di dimenticare quello che ormai non c'è

 

«Già, tutte le ragazze interessate e affascinate da Draco Malfoy, ma lui è superiore a tutte, figurarsi a una Mezzosangue come me» la tua risata è quasi amara e se non fossi convinto di aver frainteso quel tono che mi ha fatto saltare un battito, potrei quasi illudermi che…

 

E ho paura di ferirti con parole vuote e inutili

 

«Addirittura, è questo che si vocifera di me?» cerco di spezzare la tensione che sembra essere irrimediabilmente calata fra di noi e per la quale mi maledico. Stava andando tutto così bene, troppo bene per essere vero. Serro in un pugno l’unica mano libera e mi conficco le unghie nella carne con una tale forza da sentire l’epidermide venire lacerata.

«Si dice anche che tu stia con la Greengrass se è per questo. Del resto lei è una Purosangue ed è talmente bella, a scuola tutti la corteggiano» ti mordicchi il labbro come quando sei nervosa e mi chiedo cosa sia a farti sentire così insicura e a disagio. Ok, forse questa nostra chiacchierata non rientra fra le cose che normalmente faremmo, ma non ti sto ferendo, non oso nemmeno sfiorarti per paura di sporcarti, di contaminarti, per paura di essere respinto.

«Oh, è bella sì...» non riesco a terminare la mia frase perché una lacrima sfugge al tuo controllo razionale, alla tua finta posatezza e io la seguo, allibito e confuso.

Perché piangi, Hermione?

 

Le lacrime fra le parole, gli abbracci caldi e quel sapore che…

 

Asciughi quella solitaria stilla con un gesto veloce e con uno altrettanto repentino ti alzi di scatto e fai per andartene.

«Ciao, Malfoy, buon pomeriggio, si è fatto tardi» Il mio cognome, ancora una volta, e torniamo a essere due universi distanti. La tua voce è strana e se non pensassi di essere ammattito crederei rotta dal pianto che stai cercando di celare.

E allora mi isso anche io e ti impedisco di andare via.

«Aspetta, cosa ho fatto? Perché te ne vai?» che domande sciocche, però vorrei davvero comprendere.

«Nulla ma devo andare, non posso rimanere oltre...»

Non mi guardi e accenni un altro passo ma non ti lascio allontanare, non ora.

Allungo una mano che afferra il tuo braccio e ti costringe, delicatamente, a voltarti.

Ed eccole lì, le lacrime che non volevi vedessi.

 

È tutto un po diverso, tutto strano, tutto se non sei con me

 

Volti il viso, credo per nasconderti alla mia vista. Le mie dita osano avvicinarsi alle tue gote e con una lieve carezza cancellano quelle tracce salate. I tuoi occhi si illuminano di un bagliore che non avevo mai scorto prima. Mi pare che tu stia tremando, impercettibilmente, e forse è il mio tocco che ti ha fatta trasalire, possibile? Che ti faccia ribrezzo essere sfiorata da uno come me?

«Draco...» ma poi il mio nome si libera dalla morsa di quelle labbra del colore delle ciliegie che sembrano detenere l’accesso alla mia pace interiore.

«Perché piangi?» e mi sfugge, un quesito idiota, davvero.

«Draco… lasciami andare, per favore...»

«Ti faccio schifo perché sono stato un Mangiamorte?»

 

E sento nuvole cadere come nebbia fitta fra noi due
 

E finalmente te lo chiedo, perché devo sapere, ho bisogno di fugare questo dubbio che non mi fa dormire di notte. Puoi tu dimenticare cosa ho fatto? Potrai mai perdonare l’eccesso di alterigia di uno stolto ragazzino troppo solo?

«Io ti faccio ribrezzo perché sono solo una Mezzosangue?!» la tua mi sembra più un’affermazione che una domanda e vorrei che sapessi che ti sbagli.

Lascio la presa sul tuo braccio e tu fraintendi.

«Ora che hai realizzato che mi stavi toccando ti ritrai schifato, vedi? Posso chiamarti Draco, ma le cose fra noi non cambieranno mail»

«Non… non è quello...» ma tu non mi stai più ascoltando, ti stai allontanando a tutta velocità.

E allora con poche e lunghe falcate mi accosto nuovamente e questa volta non ci sono parole o lacrime che tengano.

«Ti proibisco di andartene e soprattutto di farlo ora, così» sento la mia voce tremare e le mie gambe vacillare appena.

«E chi sei tu per proibirmi di fare qualcosa, eh? Che diritto hai anche solo di osare rivolgerti a me così?»

 

Io vorrei solo star con te e con te con te con te

Sono un cretino che si è innamorato del nemico e non sa dirtelo, ecco chi sono io!

E poi lo faccio. La mia mano sfiora il tuo viso, lo sollevo quel tanto che mi basta per trovarmi a perdermi nei tuoi occhi. Nelle tue iridi cerco una singola ragione per bloccarmi, per fermarmi, che mi impedisca di fare ciò che il mio cuore mi sta dettando di fare. Ma i tuoi occhi rispecchiano pace e tranquillità sebbene siano agitati da un’ondata anomala di sensazioni contrastanti. Timore, paura, desiderio, rabbia, ardore, illusione…

E allora le mie labbra osano dove le mie parole sono sempre state carenti. Si impadroniscono delle tue con una lentezza e una dolcezza sconvolgente, che non mi è mai appartenuta. Un Malfoy prende ciò che vuole o almeno è a questo che sono abituato. Ma non con te, non desidero ottenere se non è ciò che anche tu voi. E quindi attendo un segnale, aspetto che la tua bocca risponda alla mia e quando, dopo un attimo durato un’eternità, le tue labbra baciano le mie, ti attiro a me, avvolgendoti in un abbraccio che vorrebbe rassicurarti.

Chiedo accesso alla tua bocca, quella che desidero ardentemente assaporare, scoprire.

Tu schiudi le labbra e io mi perdo dentro di te, in noi, in quel bacio che sa di troppe cose non dette e di lacrime, le tue, che si mischiano all’aroma di ciliegia rendendolo salato e conferendogli uno strano retrogusto.

 

Chi avrebbe mai detto che dolore e felicità hanno lo stesso sapore?













Note stonate d'autrice impazzita: Le frasi in grassetto corsivo, sono prese da una canzone, Domenica di Mario Nunziante... erano secoli che non l'ascoltavo, mi è capitata a tiro e via all'ispirazione... come si evince dal titolo mi sono lasciata trasportare via dalla mia long anche se non è così che andranno le cose :D
E nulla, spero vi piaccia e se non avete ancora letto The third heart, io e Dracuccio vi aspettiamo :D

Grazie a chiunque passerà e a chi lascerà un segnale di fumo <3
   
 
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