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Autore: Pando91    14/04/2015    6 recensioni
Chris e Camila si frequentano da un mese. Quando Chris la invita a cenare con la sua famiglia, Lauren la incontra e tutto cambia.
"Li sento ridere e quando finalmente entrano nel mio campo visivo, lo stomaco mi si chiude e le mani cominciano a sudarmi.
È bellissima.
I capelli lunghi marroni fanno da cornice ad un viso dolce e magro. Gli occhi color nocciola risplendono di luce propria ma la prima cosa che noto sono le labbra, piene e all’apparenza soffici. Si morde il labbro inferiore, probabilmente agitata. Il mio sguardo scende sul suo corpo, incantata dalla bellezza semplice della ragazza che ho di fronte."
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ally Brooke, Camila Cabello, Dinah Jane Hansen, Lauren Jauregui, Normani Kordei
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Something you can't deny - Primo capitolo



“Chris per favore, puoi smetterla di agitarti?”

La voce di mia madre echeggia per la cucina, e dev’essere alta perché riesco a sentirla dalla mia camera da letto. Rido da sola, scuotendo la testa. È il giorno, il giorno in cui Chris ha invitato la sua prima vera ragazza a cenare con noi. Fossi in lui sarei anche più spazientita: la nostra famiglia è amorevole, ma a volte crea diversi tipi di imbarazzo. Ridiamo ancora quando ci ricordiamo la volta in cui Taylor ha portato il suo primo ragazzo e nostro padre ha cominciato a raccontare di come da piccola mangiasse qualsiasi cosa si trovasse a tiro.

Taylor si era nascosta il viso tra le mani e aveva provato a cambiare discorso, fallendo. Il suo ragazzo, una relativa cotta estiva, si era messo a ridere e l’aveva confortata. Adesso che ci ripenso non era male, ma erano piccoli e lui dopo un mese aveva lasciato la città per tornare dalla sua famiglia.

Finisco di vestirmi, mentre la voce di mia madre mi raggiunge di nuovo, anche se questa vuole più dolce e confortante.

“Vedrai che andrà tutto bene, ho già detto a papà di comportarsi bene”

Indosso gli stivali, mi guardo allo specchio sistemando i capelli in una coda e scendo in sala, dove mio padre sta guardando una partita di football, lanciando insulti contro un giocatore che ha appena perso l’ultima opportunità di vincere il gioco.

“Che razza di idioti!”

Mi siedo sul bracciolo del divano, divertita, dando piccole pacche di supporto a mio padre, che sconfitto scuote la testa.
Chris entra nella stanza, uno sguardo agitato sul volto. Taylor non sarà presente alla cena, e spererei di essere io nella sua posizione. Ma mia madre mi ha chiesto di restare per poter mettere qualche toppa in caso qualcosa andasse storto, come se fosse chissà quale evento.

Non ho mai portato nessuno a casa, proprio per evitare che tutto ciò succedesse, ma a quanto pare per Chris è importante e ci ha confessato più volte che la sua ragazza aveva mostrato il desiderio di conoscere la nostra famiglia.

“Chris, ma ti vuoi calmare?”

Tuono, uno sguardo riluttante sul volto. Lui ferma il suo girovagare nella stanza, dedicandomi uno dei suoi sguardi più indignati.

“Sta zitta e vedi di non fare casini, voglio che questa serata vada bene. Ci tengo a lei”

“State insieme da un mese e già sembra che vi vogliate sposare, vuoi farle la proposta stasera?”

Lo prendo in giro, coprendomi istantaneamente il viso quando Chris mi lancia un cuscino addosso.

“E’ speciale, non voglio che si trovi male, è tanto da chiedere?”

Scuoto di nuovo la testa, anche se devo ammettere che l’agitazione di mio fratello mi fa capire quanto effettivamente sia preoccupato per la serata e per quello che starà per succedere. Mio padre intanto, prende la birra vuota e la ciotola di popcorn e si porta in sala, deluso dalla fine della partita. Posso udire mia madre posare le cose nel lavandino e avvisarlo di non mettere in imbarazzo Chris.

Un profumo del nostro cibo cubano preferito mi arriva al naso e non vedo l’ora di mettermi a tavola per gustare tutto ciò che mia madre ha preparato. La ragazza di Chris è cubana, questo quindi avrebbe giocato a suo favore.
Faccio per alzarmi dal divano per aggiustarmi la t-shirt quando sento il suono del campanello e vedo mio fratello sbiancare. Sembra paralizzato sul posto, non essendo realmente capace di muoversi.

“Dovresti aprire”

Gli dico, e lui sembra risvegliarsi dal coma, prendere coraggio e portarsi verso la porta.

Oscurata alla vista della scena del loro saluto, mi appoggio al divano aspettando questa ormai famosa ragazza. Non ricordo neanche il suo nome, se devo dirla tutta, nonostante tutte le volte che Chris l’ha tirata in ballo, anche quando non c’entrava affatto col discorso in corso.

Sento dei passi avvicinarsi alla sala, incrocio le braccia al petto, pronta ad incontrare … Carmen? Niente, non mi viene in mente, anche se sono quasi sicura inizi con la C.

Li sento ridere e quando finalmente entrano nel mio campo visivo, lo stomaco mi si chiude e le mani cominciano a sudarmi.

È bellissima.

I capelli lunghi marroni fanno da cornice ad un viso dolce e magro. Gli occhi color nocciola risplendono di luce propria ma la prima cosa che noto sono le labbra, piene e all’apparenza soffici. Si morde il labbro inferiore, probabilmente agitata. Il mio sguardo scende sul suo corpo, incantata dalla bellezza semplice della ragazza che ho di fronte.

I jeans attillati sono indossati da due gambe lunghe e affusolate, e a concludere il tutto è una maglietta corta che le lascia scoperto il ventre tonico. La squadro da capo a piedi, ma non posso farne a meno.

Posso capire l’agitazione di Chris, perché sembra così innocente e dolce che avere paura della nostra famiglia casinista potrebbe sembrare la cosa più giusta. Quando i miei occhi ritornano sul suo viso, la sua lingua traccia le sue labbra e sento la mia bocca aprirsi, senza neanche rendermene conto. Le mie braccia sotto strette al mio ventre in una morsa di resistenza: credo di non aver mai trovato nessuno così sorprendentemente attraente e scommetto che lei non sia a conoscenza dell’effetto che fa sulle persone. Il mio sguardo che vuole apparire furtivo risulta strano, tanto che i suoi occhi mi guardano sorpresa.

“Lauren…”

La voce di Chris mi raggiunge e in pochi secondi mi riprendo dallo stato di trance in cui mi ritrovo: può una persona avere tale effetto su di te senza neanche aver aperto bocca?

Lauren smettila, è la ragazza di tuo fratello, sta con tuo fratello, non puoi avere questi pensieri.

“S-si?”

Cerco di rispondere, la mia voce bassa ed incerta.

“Lei è Camila, Camila lei è Lauren, mia sorella”

Camila! Ecco qual’era il nome. E assurdamente sembra darle ancora di più un’immagine etera.

Camila.

La osservo avvicinarsi, lasciando la mano di Chris, portandola verso di me. Appena si muove il suo profumo raggiunge le mie narici e è un misto di fragola e pesca.

“Piacere”

La sua voce è sottile ma graffiata.

Tentando di non risultare un’ebete, le stringo la mano, sentendo le sue dita soffici stringere le mie. Mi sorride scoprendo i denti, bianchi e lineari. Sono dannatamente persa.

Le lascio subito la mano, paurosa di scottarmi. Il momento di imbarazzo viene interrotto dall’entrata di mia madre che si asciuga le mani in uno strofinaccio prima di salutare Camila e di mio padre, che senza pensarci la stringe in un abbraccio stritolatore.

Rido piano, osservando lo sguardo di Camila che è un misto di stralunato e sorpreso. È imbarazzata. Le guance si tingono di rosso e posso notare quanto sia contenta di essere qui e allo stesso tempo vorrebbe aprire la porta e scappare veloce.
Con nessun ripensamento l’avrei seguita volentieri.

Dopo le solite chiacchiere da salotto, la cena è pronta e ci sediamo a tavola. Non parlo molto, osservando mio padre chiederle se pratica qualche sport e come va la scuola, mentre mia madre serve la prima portata.

Lei ridacchia prima di rispondere, e mi ritrovo le labbra stiracchiate in un sorriso, imitandola.

“Diciamo che lo sport non fa per me, sono più le volte in cui mi inciampo che quelle in cui sto in piedi”

Faccio fatica a crede che quelle gambe lunghe siano regnate da una ragazza goffa, ma ritrovo uno sguardo sincero sul suo viso.

“La scuola va bene, il mio unico problema è la fisica, non riesco proprio a capirla, è più forte di me”

Mio padre e mia madre ridacchiano, confermando che anche loro hanno sempre avuto problemi con la materia.

“L’unica brava della famiglia è Lauren”

La voce di Chris mi raggiunge e io faccio un sorriso di circostanza.

“In realtà anche Taylor è brava, Chris invece ha sempre avuto problemi con le materie scientifiche”

Mio fratello lancia uno sguardo furioso a mio padre.

Camila ride, e posso notare la sua mano finire sulla sua posata sul tavolo. Lo stomaco si stringe e improvvisamente i miei occhi non riescono a staccarsi dalle loro dita intrecciate. Il mio sguardo però, viene colto da Camila, che dopo poco lascia la presa, con uno sguardo indecifrabile sul volto.

Lauren trattieniti, smettila.

“Avrei realmente bisogno di una mano, infatti stavo cercando qualcuno che mi aiutasse. Chiederò a scuola, non voglio rischiare di non passare l’anno per una materia”

Continua Camila, tentando di riprendere il discorso da dov’era stato interrotto. Poi Chris si gira verso di me.

“Perché non l’aiuti?”

Stringo la mascella, la voglia di poter avere del tempo da sola con Camila, anche solo per conoscerla, è considerevolmente alta, ma non è la scelta giusta.

“Credo che Tay potrebbe avere più tempo”

Cerco di dire diplomaticamente, tentando di non sembrare brusca, ma mio fratello non molla.

“Avanti Lo, Tay non è brava come te, ed è un anno indietro rispetto a Camila, tu le cose che sta studiando ora invece le hai già fatte”

Porto lo sguardo sui miei genitori che mi spronano con lo sguardo ad accontentare mio fratello, anche solo per il bene della serata, considerando quanto Chris si possa intestardire qualche volta.

“Non importa, non ci sono problemi, chiederò a scuola”

Spero che l’ultima frase di Camila possa concludere il discorso, ma a quanto pare mio fratello non è d’accordo.

“No Mila, mia sorella ti aiuterà, altrimenti potrei menzionare quella volta in cui-”

E non lo faccio continuare oltre, perché so già dove vuole arrivare.

“Ok, ti aiuto io”

I miei genitori mi guardano straniti, consci che Chris sta per rivelare una cosa di cui sono all’oscuro. Il cuore mi batte forte e tento di ristabilire l’agitazione. Camila non sembra contenta della soluzione trovata, forse consapevole del fatto che io abbia accettato di aiutarla soltanto perché non voglio che mio fratello confessi a voce alta quello a cui sta pensando.

La serata passa tranquilla, ma io non parlo più. I miei genitori fanno di tutto per farla sentire a suo agio, e sembra che siano riusciti nel loro intento quando si spostano in sala per continuare a chiacchierare.

“Lauren tu non vieni?”

Mi chiede mia madre, ma io scuoto la testa, offrendomi di mettere a posto la cucina. Lo sguardo sorpreso di mia mamma mi fa capire quanto succeda raramente.

Dopo aver sparecchiato la tavola, riempio la lavastoviglie e comincio a lavare le pentole e i bicchieri più delicati che i miei genitori hanno deciso di usare per l’occasione.

“Hai bisogno di una mano?”

La voce di Camila mi raggiunge, e senza accorgermene stringo il bicchiere di vetro che ho in mano, sorpresa e spaventata, immersa nei miei pensieri. Malauguratamente stringo talmente tanto, con la spugna, che il bicchiere si vena e poi si rompe, e del sangue comincia ad uscire dal mio palmo.

“Cazzo!”

Esclamo, il taglio sulla mia mano che già brucia e causa una serie di insulti e di parolacce che però rimangono limitati al mio cervello. Sento Camila muoversi dietro di me.

“Oh mio dio, mi dispiace! Non volevo spaventarti!”

Il suo tono preoccupato mi fa sciogliere, ma tento di rimanere composta, chiedendomi perché un taglio così piccolo possa creare un afflusso del genere di sangue. Con coraggio, sapendo già il bruciore a cui andrò in contro, metto la mano sotto l’acqua, ora la spalla di Camila che sfiora la mia.

Nonostante il dolore dell’acqua che mi pulisce la ferita, il suo profumo mi colpisce di nuovo come se lo sentissi per la prima volta e mi fa chiudere gli occhi. Lei è accanto a me.

“Fa male? Vuoi un cerotto? Aspetta, dove posso trovarlo?”

Le indico senza guardare il cassetto in alto a destra. Lei si gira, lo apre e con facilità trova ciò che le serve. I suoi passi leggeri mi raggiungono di nuovo e mentre ho ancora gli occhi chiusi, per il bruciore e per la sua vicinanza, sento una sua mano stringere la mia e chiudere il rubinetto. Prende un fazzoletto lì vicino e comincia a tamponarmi il palmo. Ora i miei occhi sono aperti e osservano il suo sguardo timoroso che attraversa il suo viso quando con delicatezza tenta di non farmi male.

Le sue dita sono soffici, tanto quando la sua pelle. Il mio pollice le sfiora il polso, ma lei non se ne accorge, il gesto talmente inoffensivo da passare inosservato. Continuo a fissare i suoi occhi e la sua bocca che mezza aperta cerca di mettere a posto il danno che secondo lei ha combinato.

“Non è successo niente Camila”

Riesco a dirle, il mio tono basso e graffiato, decisamente non adatto alla situazione, ma non riesco a controllarlo.

Ok Lauren, smettila di flirtare o di fare quello che stai facendo, Dio santo, è la ragazza di tuo fratello.

Lei sposta lo sguardo dalla mia mano al mio viso, e non riesco a capire a cosa stia pensando realmente.

“S-sono un disastro, faccio sempre capitare queste cose, se non sono direttamente io a farle”

La conclusione della sua frase mi fa ridere. Lei si unisce alle mie risate, un po’ imbarazzata e confusa. Ma quando appoggia con troppa pressione il fazzoletto sulla ferita il mio corpo reagisce facendo un saltello e un gemito di dolore raggiunge le mie labbra.

“Appunto”

Ma io non rispondo, lasciando che con delicatezza e mani tremanti applichi il cerotto sul taglio. Poi con dolcezza ci soffia sopra, come se stesse medicando una piccola bambina che si è appena fatta la bua. Il suo alito fresco raggiunge la mia mano e il calore dato dalla ferita scompare per qualche secondo.

Profuma di buono, profuma di lucidalabbra alla fragola. Lo stomaco si contorce e quasi gli occhi mi si chiudono per il piacere provocatomi dal suo respiro.

“Meglio? Mio padre lo faceva sempre quando ero piccola, lo chiamava soffio magico

Mi chiede, tornando a guardarmi. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio. La voglia di baciarla è così forte che mi devo allontanare, sentendomi in colpa anche solo al pensiero. Un sorriso sostituisce sulle mie labbra un bacio non dato.

“Meglio, grazie. Puoi tornare di là ora, io finisco”

Ma lei scuote il capo e rifiuta che io porti a termine quello che ho iniziato. Nonostante mi sia spostata, la sua mano stringe ancora la mia. La sua presa è salda e contemporaneamente dolce e manda scosse elettriche in tutto il mio corpo.

Ti prego vattene, mi ritrovo a pensare, combattuta ed elettrizzata dalla sua presenza.

“Lavo io le ultime cose, rimedio al danno”

Annuisco, mormorando un ‘ok’ che lei sembra recepire, avvicinandosi al lavabo per completare il lavoro. Resto ferma sul posto, cercando di capire se andarmene potrebbe risultare da maleducati. La sua presenza nella stanza mi soffoca e mi libera, ed è così stupido perché conosco questa ragazza da due ore e tutto ciò a cui riesco a pensare è il suo profumo, il suo corpo e la sua risata.

E a proposito di corpo, il mio sguardo finisce sul suo fondoschiena e Dio santo, non si può non notare.

Stretto nei jeans, ha una forma perfetta. È invitante e mi ritrovo a voler appoggiare il mio corpo sul suo, per poterlo sentire contro di me. Scuoto la testa, sperando di poter cacciare quei pensieri terribilmente gustosi ma colpevoli. Il mio centro pulsa e la mia mano va a finire nei miei capelli.

Contieniti, scusati e vattene, subito.

Mi sposto dal tavolo di marmo a cui sono appoggiata, ma quando faccio per salutarla, forse sentendo il mio movimento, comincia a parlami.

“Senti, volevo solo dirti che se non ce la fai non sei costretta ad aiutarmi per fisica, troverò sicuramente qualcuno”

Sento un sorriso gentile sul suo volto, anche se non posso vederla. L’acqua scorre e quando la chiude, la vedo asciugarsi
le mani in uno strofinaccio lì vicino. Posa l’ultimo bicchiere nell’apposito posto e questa volta si gira a guardarmi, aspettandosi una risposta.

“Non importa, Chris ci tiene quindi non è un problema”

Rispondo, il cervello offuscato dall’immagine di Camila appoggiata al lavabo, il ventre scoperto dalla maglia corta.

“Sei sicura? Non voglio che tu lo faccia controvoglia, non sei obbligata”

Insiste ad essere gentile e la insulto internamente perché in questo momento se fosse una stronza arrogante non riuscirei neanche ad osservarle il corpo. Invece è bellissima e dolce e come fai a dire di no ad una persona del genere?

“Sicura. Adesso vado di sopra, è stato un piacere conoscerti, buona serata”

Con fretta esco dalla stanza, udendo “E’ stato un piacere anche per me” uscire dalle sue labbra.

Quasi corro per le scale, tentando di non cadere, con la sola voglia di chiudermi nella mia stanza per respirare di nuovo.

Accendo la luce e mi butto sul letto, sconfitta.

Prendo il cellulare dalla tasca e digito il numero di una delle persone con cui so avrei potuto parlarne liberamente. Dopo due squilli la voce di Dinah mi raggiunge e già mi sento meglio.

“Yo Lauser”

Ma non la lascio continuare.

“Dinah, abbiamo un problema”




Pandangolo:

OK, mi rendo pienamente conto a cosa sto andando incontro in questo momento. Questa storia è nata così, ovviamente so dove voglio arrivare ma voglio avvisare che potrei mettere più tempo del solito ad aggiornare perché il lavoro mi sta risucchiando l'anima e quando torno a casa vorrei solo sprofondare sul divano e dormire.
So anche che ho appena finito la scorsa, ma ste due befane mi danno qualcosa di cui scrivere!

Farò il possibile comunque per darvi almeno un capitolo alla settimana.

So che è qualcosa di diverso rispetto a "Thinking out loud", ma volevo affrontare una sfida diversa, e credo si possa notare il cambiamento. Perlomeno io l'ho notato ahah! Lauren e Camila non si conoscono, quindi ci vorrà un po' per farle entrare nel profondo l'una dell'altra.

Ovviamente spero che vi possa piacere, anche essendo un AU non così seria, per ora! Le recensioni sono sempre accettate, negative o positive. Anzi, mi piacerebbe capire che ne pensate di un cambiamento del genere!

Buona serata/notte gente, 

Pando :)
  
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