Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Amanda FroudeBlack    15/04/2015    11 recensioni
Vi voglio raccontare una storia, e lo farò al meglio delle mie capacità. Sarà lunga, spossante, e non so dirvi se alla fine ne sarà valsa la pena.
Vi racconterò di famiglie che non pretendono di essere le migliori al mondo, ma saranno quelle che non puoi fare a meno di ammirare perché ti spiegano il mondo attraverso l'amore. Ci saranno famiglie che, al contrario, useranno l'odio per dividere, accecate dal potere e rese folli dall'odore del sangue.
Poi, vi racconterò di chi sa da che parte stare, ma non giudica chi ha dovuto attraversare il male per comprendere la via del bene.
Vi parlerò di seconde possibilità, del dolore della morte e della sconfitta. Spiegherò il sacrificio, il sudore, la frustrazione.
E forse, vi racconterò una vittoria.
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Famiglia Potter, I Malandrini, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Rodolphus/Bellatrix
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
30 agosto 1976
Seaview Terrace, Portaleen
Ulster, Irlanda
Pov: LAYLA FROUDE
 
Fu svegliata da una manata in pieno viso. Aprì un occhio, scacciando un braccio che non le apparteneva. Alzò il viso e notò la presenza di qualcuno nel suo letto. Minuta, la frangetta scura arruffata, la posa scomposta: sua sorella.
“Amanda!” sbottò, allontanandola.
“Eh?” sua sorella si girò, perse l’equilibrio e cadde dal letto “Ahia!”
Layla sbuffò.
“Mi hai dato uno schiaffo!” sbottò “E che diavolo ci fai nel mio letto?”
Amanda fece capolino, massaggiandosi la nuca. Gli occhi blu erano vispi e attivi, le labbra erano già distese nel solito sorriso entusiasta.
“Buongiorno, Lay! Volevo dormire con te … ieri sera hai detto che potevo!”
Layla aggrottò la fronte.
“Non è vero!”
“Sì, invece! Sono venuta qui ieri sera mentre dormivi e te l’ho chiesto!” spiegò, sedendosi sul letto.
Alzò gli occhi al cielo, esasperata “E cosa ti avrei risposto?”
“Niente, ma chi tace acconsente!” rispose, e le saltò addosso, iniziando a farle il solletico.
No, Amanda non aveva sedici anni e mezzo come voleva far credere. Era decisamente una sorella maggiore troppo esuberante e inopportuna.
“Mandy, basta!” rise, cercando di scrollarsela di dosso.
Lei si fermò ed iniziò a fare domande a raffica “Come fai a non essere elettrizzata per l’inizio di un nuovo anno ad Hogwarts? Per il tuo quarto anno, poi! Hai già preparato il baule? Ti va di andare in spiaggia? Chiamiamo anche mamma e papà?”
“Amanda, calmati! Che ore sono?”
“Le sette! E’ tardi! Andiamo, dai, ho bisogno di un caffè!” esclamò concitata, alzandosi e scappando verso l’uscita della camera.
“No! Non puoi prendere il caffè!” si alzò, iniziando ad inseguirla.
“Amanda! Avevi detto che avresti smesso prima di ritornare ad Hogwarts!” la rimproverò. Uscì frettolosamente dalla camera, corse verso le scale e la vide seduta su uno scalino.
 “Sei caduta?” chiese, senza riuscire a trattenere un sorriso divertito.
“Un po’…” borbottò imbronciata.
“Che risposta è ‘un po’’?” sospirò “Ti sei fatta male?”
“Come puoi vedere non posso rinunciare al caffè! Il mio corpo non risponde ai comandi, senza!”
Entrarono con più calma in cucina.
“Il tuo corpo non risponde ai comandi perché non sai darglieli, non dare la colpa alla mancanza di caffè!” esclamò Layla. Si voltò, rispondendo alla linguaccia di sua sorella.
Fece colazione, ancora mezza addormentata, sorbendosi il suo irritante entusiasmo. Sua madre non migliorò la situazione, entrando in cucina, perché non fece che caricare ulteriormente Amanda. Infatti, le due tormentarono il padre per convincerlo ad andare in spiaggia.
Ad un certo punto suo padre la guardò, compassionevole, cercando sostegno. Layla sorrise bonariamente e tentò “Papà, ho bisogno che mi aiuti a cercare dei libri nel tuo studio! Vorrei portarli ad Hogwarts!”
In ogni parola che pronunciava si rendeva conto di confermarsi esattamente per la Corvonero che era. Amava le pagine e la conoscenza, così tranquilla, spesso lineare e precisa; imparare le donava la pace dei sensi. E, fortunatamente, suo padre la capiva, così simile a lei.
“Andiamo subito, tesoro!” colse l’occasione; si rivolse poi ad Amanda “E vi conviene aspettare prima di andare in spiaggia, potrebbero arrivare dei gufi, tra poco!”
“L’ultimo che aspettavo era quello di Jade, ed è arrivato la settimana scorsa! Per me non ci sarà nulla!” rispose Amanda, facendo spallucce. Sgusciò via dalla cucina assieme a sua madre per indossare il costume.
Layla sorrise tra sé e sé. Lei sarebbe rimasta a casa anche tutta la mattina ad aspettare quel gufo che non vedeva l’ora di ricevere.
 
 
Grimmauld Place n.12, Londra
Regno Unito
31 agosto 1976
 
Pov: SIRIUS BLACK
 
Sirius Black correva trafelato per le scale della lussuosa, sebbene dall'odore stantio, abitazione al numero 12 di Grimmauld Place. Chiaramente fuggiva dalla follia omicida della madre, Walburga Black, ancora una volta indignata dall'ostentata strafottenza del primogenito, che sputava sulla nobilissima casata di appartenenza.
Si chiuse in camera e l'incanto di protezione alla porta scattò appena prima che la madre potesse irrompere.
Dal corridoio arrivarono i berci: "Tu! Sia maledetto il giorno che ti ho messo al mondo! La peggiore delusione della mia vita! Ti avrei dovuto cancellare da quell'arazzo il giorno stesso del tuo Smistamento in quella sudicia topaia Grifondoro!"
Sirius sbuffò, lasciandosi cadere indecorosamente sul letto, con le mani sul volto.
Odiava l'estate a Grimmauld Place più di ogni altra cosa. E fortunatamente quella sarebbe stata la sua ultima notte in quella casa per lungo tempo.
L'indomani, l'Espresso per Hogwarts sarebbe stato lì, al binario 9 e 3/4, per portarlo in quella che considerava la sua vera casa.
Basta discorsi inquietanti sulla razza magica, sulla purezza del sangue. Basta occhiate di sbieco, insulti alla "feccia Grifondoro", deliri sull'etichetta da tenere a casa persino quando si andava in bagno.
Sua madre era mentalmente instabile da tutta la vita. A maggior ragione, tuttavia, da quando il suo primogenito aveva interrotto un'antichissima tradizione di famiglia: quella di finire nella casa di Serpeverde.
Suo padre, invece, probabilmente era preoccupato per lui, sebbene non lo desse a vedere. Non si era mai dimostrato affettuoso nei confronti dei figli, e questo perché per la moglie era inconcepibile mostrare amore.
Provava rabbia e allo stesso tempo pena per lui; nel corso di quegli anni, gli aveva spesso lanciato sguardi di comprensione, durante i litigi con sua madre, sebbene non avesse mai preso le sue parti. Non glielo aveva mai detto, ma lo leggeva nello sguardo di disapprovazione che Kreacher gli riservava, che era proprio suo padre a mandare l'elfo in camera per portargli di nascosto la cena, ogni volta che veniva messo in punizione.
Si tirò su improvvisamente, deciso a smetterla con quei cupi pensieri. C'era un baule, seppur leggero, da preparare per il giorno dopo.
Si diresse alla scrivania, acchiappando quanti più volumi riuscisse a portare in un viaggio solo dentro al baule, posizionato nel lato opposto della camera. Preparò le pergamene e le penne necessarie, assieme alle provette, e sistemò tutto con cura all'interno.
Si guardò intorno, facendo mente locale: aveva preso tutto, a parte l'uniforme e l'abbigliamento Grifondoro, che gentilmente custodiva James Potter a Godric's Hollow. Guai se qualcosa rosso-oro avesse varcato la soglia di casa Black. In compenso, tuttavia, l'entrata nella sua camera era severamente proibita a tutti coloro che non avessero voluto essere investiti da colori rosso-oro provenienti da ogni poster, bandiera, o foto appesa alle pareti. Era stato proprio James ad aiutarlo a decorarla in quel modo, apponendo un incantesimo di adesione permanente, quell'unica volta, risalente a tre anni prima, in cui gli era stato permesso di invitare amici a casa.
Al pensiero del suo migliore amico Sirius sentì il petto un po' più libero dal senso di costrizione che lo attanagliava. Fortuna che c'era stato James, in tutti quegli anni.
I Malandrini, si facevano chiamare a Hogwarts.
Ed erano in quattro: lui, James, Remus e Peter. E di malandrino non avevano solo il nome. Dal primo anno che avevano iniziato a frequentare Hogwarts, si erano fatti riconoscere per le vere canaglie che erano.
James era un vero e proprio trascinatore di folle, era pieno di inventiva e aveva sempre bisogno di farsi notare, soprattutto da una personcina in particolare, riconoscibile a chilometri di distanza per la fulva chioma che la contraddistingueva.
Erano almeno tre anni che James le moriva dietro, e a quanto pare a lei piaceva fare la preziosa. A Sirius, Lily Evans non andava molto a genio; sentiva un po' minacciato il suo rapporto con James, in sua presenza. Questo perché, quando Lily era nei paraggi, l'amico non aveva occhi che per lei, e Sirius era particolarmente geloso e territoriale per tutto ciò che riguardava i suoi amici.
Non si era mai sentito in famiglia come da quando era con loro, e dover dividere i suoi amici con delle eventuali petulanti ragazze, che intrattenevano, inoltre, rapporti di amicizia col nemico (perché sì, Lily Evans era amica proprio di colui che a lui e a James andava meno genio in tutta la scuola: Severus "Mocciosus" Piton), lo faceva andare su tutte le furie.
Da una parte, tuttavia, provava anche una punta di invidia per ciò che James sentiva per Lily perché, osservandolo, Sirius si rendeva conto che non aveva mai provato niente di tutto ciò.
Era famoso a scuola per le scappatelle con parecchie ragazze: d'altronde, come tutti i membri della sua famiglia, aveva una bellezza Black non di poco conto. Era effettivamente difficile passare inosservato col cognome che portava: tutta la sua famiglia era famosa per la purezza di sangue, la bellezza, l'eleganza e la spietatezza; erano una specie di marchio di fabbrica, un sigillo di garanzia, un biglietto da visita.
No, decisamente non si era mai sentito come James. Lui era veramente cotto a puntino.
"Mi sta guardando?" gli chiedeva in continuazione, quando si trovavano nelle vicinanze della ragazza.
"No, James, smettila, non ci guardo!" sbottava lui, infastidito, mettendo il broncio. Figurarsi se si voltava verso di lei, spesso e volentieri accompagnata dall'untuoso Mocciosus! Quel tizio era veramente spiacevole da guardare e sopportare. Aveva l'aria malaticcia, appariva più piccolo della sua età, l'aspetto mingherlino e gli occhi piccoli e neri, nascosti da quel naso adunco e troppo spesso arrossato a causa delle temperature proibitive di Hogwarts per la maggior parte dei mesi scolastici. E poi era davvero antipatico; seguiva Evans come un topo, gli occhi sempre bassi e schivi, un accenno di gobba per colpa di tutti quei libri che si portava continuamente dietro. Guardava loro dall'alto al basso, come se li compatisse, con l'espressione saccente di chi si crede ridicolmente migliore. Ma evidentemente non sopportava di sentirsi in debito con James, che al terzo anno gli aveva salvato la vita. Quella volta Sirius aveva tirato un po' troppo la corda, facendogli uno scherzo pesante che coinvolgeva Remus (completamente trasformato in lupo mannaro) e che avrebbe potuto avere risvolti gravi se James non fosse intervenuto in tempo per salvarlo. Cosa poteva farci lui, d'altronde, se Severus Piton era un ficcanaso seriale?
Si vedeva lontano kilometri, inoltre, che era attratto dalle Arti Oscure. Negli ultimi anni si era circondato di gente poco fidata, appartenente alla sua marcia casa. Per non parlare della sua amicizia con Lucius Malfoy, oramai da parecchi anni fuori Hogwarts ma che, per interessi del padre Abraxas e probabilmente anche suoi, talvolta si trovava a scuola, sempre alla ricerca di un colloquio con Silente. Odiava Lucius e tutta la famiglia Malfoy più di Mocciosus, soprattutto da quell'estate, in cui sua cugina Narcissa era convolata a nozze proprio con quell'idiota! Ah, com'erano lontani i tempi in cui, anni addietro, prima di Hogwarts, lei e sua sorella Andromeda facevano a gara a chi coccolava di più lui e Reg. Erano le sue cugine predilette, ma la sua preferenza era sempre stata nei confronti di Andromeda: dolce, così simile a lui nel carattere e nelle idee, l'aveva spesso messo in guardia dall'odio verso i babbani. Era lei che l'aveva preservato dalla pazzia di sentirsi così diverso in quella famiglia, con ideali totalmente opposti.
E poi c'era Bellatrix. Probabilmente la più lontana, nell'età e nei pensieri. Quando era piccolo aveva sempre incuto parecchio timore sia a lui che a Regulus; di una bellezza mozzafiato, il suo sguardo era folle, e anche il sorriso più dolce prendeva la piega di una smorfia crudele con quegli occhi.
Era tuttavia inutile girarci attorno e far finta di niente: da qualche anno a quella parte erano sull'orlo di una guerra, ed era ormai necessario schierarsi. Trovare il coraggio di farlo non era stato un problema per lui, nonostante si trovasse chiaramente nella tana del lupo.
La sua famiglia era infatti d'accordo con gli ideali che muovevano le azioni di Lord Voldemort, sebbene ancora non si fosse apertamente schierata, ma Sirius era ovviamente di tutt'altro avviso.
Era almeno da un paio di anni che progettava la fuga da casa; tuttavia, il momento in cui l'idea gli era balenata risaliva ad anni addietro, quando, sconvolto, aveva assistito all'eliminazione di Andromeda dall'arazzo della famiglia Black.
Era stato un momento concitato: sua cugina si era apertamente schierata, intraprendendo una relazione con Ted Tonks, un nato babbano Tassorosso, e la famiglia aveva reagito ripudiandola e cancellando il nome dall'arazzo magico. Lui e suo zio Alphard si erano scambiati una lunga occhiata, complici; nel trambusto generale lo aveva poi avvicinato e gli aveva mormorato “So che prima o poi troverai la stessa forza di tua cugina. Siete fatti della stessa pasta. Sappi che io sarò dalla tua parte.”
Era stato proprio in quel momento che l'idea di andarsene aveva iniziato ad allettarlo: sua cugina era stata coraggiosa, in quel momento come non mai l'aveva ammirata, ed aveva odiato letteralmente suo fratello Regulus, che in quell'occasione si era mostrato spaventato, reticente, in preda a frequenti crisi di pianto.
Non amava pensare a suo fratello, perché non riusciva a comprendere il rapporto che avevano: sembravano estranei costretti a vivere sotto lo stesso tetto. Persino a Hogwarts tendevano ad evitarsi, e veniva loro piuttosto bene, considerando che Regulus si trovava coi Serpeverde, spesso sempre in compagnia proprio di Mocciosus. Pensare a Regulus era come cercare di distinguere sfumature di colori che lui non conosceva, perché per lui le sfumature non esistevano.
Ma non era sempre stato così. Avevano passato un’infanzia piacevole, assieme, si erano coperti le spalle così tante volte, si erano divertiti. Qualcosa si era rotto proprio con l’inizio della sua avventura a Hogwarts, soprattutto dopo aver conosciuto James.
In quegli anni, inoltre, Reg non aveva mai speso una buona parola nei confronti dell’amico; non che ciò lo disturbasse più di tanto, ma aveva percepito nei suoi bronci qualcosa di molto simile alla gelosia, come se, a causa sua, fosse stato destituito dallo stato di fratello.
Dei colpi decisi alla porta lo destarono dai suoi pensieri; vi si accostò, senza tuttavia aprirla.
“Chi è?”
“Sono io, il gufo ti ha portato la posta. L’ho presa prima che la mamma la trovasse.” La voce di suo fratello rispose senza alcun entusiasmo.
Aprì la porta quel poco da permettere alla propria testa di affacciarsi; guardò prima a destra, e poi a sinistra, per assicurarsi che sua madre non fosse nei paraggi.
Regulus sbuffò
“La mamma è di sotto, smettila! Pensavi sarebbe stata qui davanti tutto il pomeriggio ad aspettare che uscissi?” sbottò, spazientito.
“E’ il mio incubo peggiore, lo ammetto!” rispose con un sorriso sghembo.
Alzò gli occhi al cielo.
“Tieni! È di quello sbruffone di Potter!”borbottò, con una smorfia di disgusto.
Sirius prese la lettera e ghignò “Mi vorrà aggiornare sulle strategie segrete che intenderà usare per soffiarvi da sotto il naso la Coppa di Quidditch anche quest’anno!”
Regulus gli rivolse uno sguardo di sufficienza.
“Vantarsi dei meriti dei propri amici è ancora più triste di avere amici senza alcun merito … ma immagino che Potter sia soddisfatto di come fai il bravo cagnolino dietro di lui!” rispose, gelido.
Alla parola ‘cagnolino’, il suo cuore saltò un battito. Cercò di non far notare la sua reazione e finse indifferenza, occhieggiando un’altra lettera che suo fratello stringeva  fra le mani.
“E’ tua, quella?”
“Sì, sai, ho amici anche io.” rispose con un sorrisetto di scherno.
Sirius alzò gli occhi al cielo, ma poi, con qualche occhiata in più, cercò di carpire il nome del mittente, scritto in un angolo della busta con una grafia piccola, sottile e molto ordinata.
“E’ di una ragazza!”esclamò, con la bocca spalancata per la sorpresa.
Improvvisamente, tutto fu chiaro.
“Portarmi la posta era una scusa per farmi vedere che anche tu ricevi posta dalle ragazze?!” chiese, incredulo, prima di scoppiare in una fragorosa risata.
Vide Regulus arrossire violentemente e crucciarsi.
“Non è vero!” sbottò, serrando le labbra in un chiaro segno di frustrazione.
Sirius continuò a ridere sguaiatamente anche quando suo fratello girò i tacchi e tornò nella propria camera, sbattendo la porta.
 
 


Note dell’autrice:
Benvenuti! Se state leggendo queste note probabilmente avete finito di leggere il primo capitolo, quindi innanzitutto vi ringrazio! 
Questa fan fiction è nella mia testa da anni, ma che dico, sarà un decennio che l’avrò creata; tuttavia, solo nell’ultimo periodo ho avuto il coraggio di farla uscire, cercando di sviluppare una trama. Sono presenti sin da subito personaggi nuovi, vi elenco i componenti della famiglia Froude, composta da:
  • Joe Seamus Froude, padre;
  • Mary Anne Doherty in Froude, madre;
  • Amanda Froude;
  • Layla Froude
Sarà una looooong fic ed è previsto anche un sequel ambientato ai tempi di Harry&co.; per quanto riguarda questo prequel ho già messo giù un sacco di scene, ma sono sconnesse tra loro (l’ordine è tutto nella mia testa – ma siccome del mio cervello bisogna fidarsi fino ad un certo punto vi assicuro che sono stata così previdente da fare persino un documento con una precisa linea temporale!) perché sono le scene che trovano me e non il contrario (ho fatto una parentesi troppo lunga prima e scommetto che siete andate a rileggere l’inizio della frase perché avevate perso il filo, eh? :D sono una burlona, abituatevici…)! Al momento ho quasi pronto il secondo capitolo, ma non so dirvi di preciso i giorni in cui aggiornerò. Cercherò comunque di essere costante! :D
Alla prossima!
 
P.S.: E’ assolutamente necessario che vi informi, sin da subito, che all’interno di questa FanFiction sarà presente anche un personaggio creato da Krixi19 (Jaded Potter, chiamata anche “Jade”), che lei mi ha gentilmente dato in concessione! Quindi grazie, perché è soprattutto merito tuo se sono riuscita a mettere insieme tutto! <3<3<3
 
   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Amanda FroudeBlack