CAPITOLO PRIMO
L'incidente
Quella
notte Anna non aveva proprio voglia di dormire.
Il
cielo si era appena illuminato dei colori dell’aurora boreale
e la bambina non aveva resistito alla tentazione di alzarsi dal letto
per andare ad ammirare dalla finestra quell’incredibile
spettacolo di luci.
Dentro
la stanza il caldo si faceva sentire.
L’inizio
della stagione estiva era sempre molto attesa dagli abitanti di quelle
terre nordiche, ma non dalla piccola principessa che, al contrario,
adorava in modo particolare l’inverno. Durante quella
stagione, infatti, le numerose nevicate provvedevano a ricoprire tutta
la città di uno spesso strato di neve, regalando ai bambini
giornate piene di divertimento.
Durante
quei mesi dell’anno, inoltre, il desiderio di Anna di uscire
per andare a giocare in mezzo a quel bellissimo manto bianco veniva a
dir poco centuplicato, ma sfortunatamente alla bambina non era mai
permesso di uscire dal palazzo:
“Sei
ancora troppo piccola tesoro, potresti farti male; e poi ricordati che
sei una principessa e che devi comportarti da tale” le
dicevano sempre i suoi genitori, il re e la regina di Arendelle.
Al
solo pensiero di quelle parole, Anna sbuffò.
La
bambina non aveva mai accettato di buon grado le raccomandazioni dei
reali, soprattutto quelle riguardanti il suo status di principessa, ma
lei era testarda oltre che vivace e anche quella notte decise che non
avrebbe perso l’occasione di divertirsi.
Smise
di guardare fuori della finestra e si avvicinò velocemente
al letto della sorella maggiore, che dormiva beatamente
dall’altro lato della stanza, e saltò sopra le sue
coperte
“Elsaaa”
le sussurrò per svegliarla, ma vedendo che non reagiva,
cominciò a smuoverla con le mani
“Elsa,
dai svegliati svegliati svegliati!!”
“Anna,
torna a dormire” le rispose la maggiore oramai cosciente, ma
ancora con gli occhi chiusi e girata per un fianco.
“Non
c'è la faccio... il cielo si è svegliato e quindi
anch’io sono sveglia... dobbiamo giocare!”.
Elsa
ormai era abituata alle stravaganze della sorellina; non era certo la
prima volta che la svegliava nel cuore della notte e sicuramente non
sarebbe stata l’ultima, ma stavolta voleva dormire e non si
sarebbe arresa facilmente.
“Va
a giocare da sola!” le disse, e con una mano spinse la
secondogenita giù dal letto e si rigirò di nuovo
su un fianco, nella speranza di riprendere sonno.
La
minore sembrava essersi rassegnata, ma poi le venne in mente un metodo
infallibile con cui avrebbe convinto quella pigrona della sorella ad
alzarsi, quindi si avvicinò al suo orecchio e con la voce di
chi propone qualcosa di intrigante le sussurrò:
“Elsa,
ti va di fare un pupazzo di neve?”
Non
appena terminò di pronunciare la frase, gli occhi della
maggiore si schiusero e sul suo volto si dipinse un sorriso ed un
chiaro sguardo di complicità.
Accadde
tutto in un attimo...
Anna
stava saltando da una montagna di neve a un’altra che la
sorella creava con le sue stesse mani... se non che la maggiore
scivolò a causa del ghiaccio sparso nel pavimento e, senza
volere, colpì la più piccola con un raggio gelato
in piena fronte.
‘L’ho
colpita! Come ho potuto colpirla! Non si sveglia più! Che
posso fare... cosa posso fare!?’ pensò
la maggiore mentre teneva tra le braccia la sorella, stesa a terra e
priva di sensi.
Elsa
era sconvolta.
Lei
e Anna avevano giocato molte altre volte in quel salone, sin da quando
i suoi poteri si erano manifestati circa tre anni fa.
Infatti,
intorno all’età di cinque anni, la bambina aveva
sviluppato l’incredibile capacità di creare e di
controllare la neve e il ghiaccio.
Inoltre,
proprio nel giorno della comparsa di tale dono, i suoi capelli, che
fino ad allora erano biondi del colore dell’oro, subirono
un’immediata trasformazione e divennero molto più
chiari, di un colore simile al platino. Anche le iridi dei suoi occhi
cambiarono radicalmente colore, dal marroncino chiaro ad un azzurro
molto intenso. I suoi genitori, non appena videro questi incredibili
cambiamenti nella loro figlia primogenita, si preoccuparono non poco, e
riguardo a suoi nuovi poteri le raccomandarono di usarli il meno
possibile e con molta prudenza. Ma la maggiore non diede molto peso
alle parole dei sovrani e scelse comunque di utilizzare il suo dono per
giocare con la sorellina più piccola, spesso di notte e di
nascosto per non farsi scoprire... ed era andato sempre tutto
liscio... almeno fino a quella notte.
Dopo
qualche attimo di totale smarrimento, la platinata chiamò a
gran voce i genitori e sperò con tutto il cuore che non
fosse troppo tardi.
Il
re e la regina accorsero immediatamente verso il luogo in cui la loro
primogenita aveva urlato, sfondarono la porta che nel frattempo si
stava congelando ed entrarono nella sala.
“Elsa!”
disse il sovrano, mentre correva insieme alla moglie verso le figlie
“Che cosa hai fatto! Non lo domini più!”
“È
stato un incidente!” rispose disperata la bambina, che quasi
non respirava più dal terrore “Mi dispiace
Anna...” e abbracciò ancora di più la
sorella
Il
padre allora sollevò la minore ancora svenuta e la porse tra
le braccia della consorte
“È
fredda come il ghiaccio!”
“Io
so dove andare...”
Il
re allora si precipitò senza esitare in biblioteca e, dopo
qualche minuto di ricerca, trovò un antico libro al cui
interno vi era una pergamena con le indicazioni per raggiungere un
luogo abitato da strane creature che li avrebbero aiutati.
“Vi
prego, aiutateci! È...è per mia figlia!”
La
voce del re rimbombò in mezzo alla radura senza ricevere
alcuna risposta. Ben presto però, le numerose rocce intorno
a loro presero vita e rotolarono rapidamente
verso i reali, circondandoli. Con grande stupore di questi, esse si
aprirono, rivelando dei piccoli troll dalla pelle grigia e di bassa
statura.
“Ma
è il re”, “Guardate è proprio
il re, insieme alla regina e alle principesse!”,
“Ma perché sono venuti qui?”
L’inaspettata
visita della famiglia reale fece sollevare tra la folla molti mormorii
di stupore, ma essi cessarono immediatamente non appena il
più anziano tra loro, che doveva essere anche il loro capo,
rivolse la parola al sovrano:
“Vostra
Maestà, è nata con i poteri o si tratta di un
maleficio?” riferendosi chiaramente ad Elsa. Egli, infatti,
aveva percepito fin da subito l’enorme potere che la maggiore
portava dentro di sé.
“Ci
è nata.. e si stanno intensificando”
Il
re non esitò un istante a rispondere. Infatti, sebbene i
poteri di Elsa si fossero palesati solo dopo diversi anni, fin da
neonata aveva manifestato più volte quello che dopo
compresero essere un sintomo del suo potere ancora sopito: mentre era
ancora in fasce, spesso accadeva che la sua temperatura corporea
calasse drasticamente senza alcun motivo, a volte quasi sotto lo
zero.In questi casi, naturalmente, i due genitori convocavano a palazzo
i migliori medici del regno, ma la bambina, a detta di
quest’ultimi, era sempre in perfetta salute.
“Bene,
vediamo...” stavolta l’anziano troll si rivolse
alla madre, che in quel momento teneva la piccola Anna ancora priva di
sensi tra le sue braccia.
“È
una fortuna che non sia il cuore; col cuore non si ragiona
facilmente... ma con la testa si può provare”
Fate
ciò che dovete” gli rispose il re.
Il
troll non indugiò oltre e poggiò una mano sulla
fronte della bambina... ma proprio in quell’istante
sentì qualcosa di strano muoversi dentro di lei che lo fece
sussultare. Percepiva come una strana forza, che stava contrastando il
ghiaccio rinchiuso dentro il suo corpo e che incredibilmente la stava
guarendo senza che lui facesse niente.
‘Questo
è veramente molto strano... ma forse mi starò
sbagliando. Probabilmente è solo il suo corpo che sta
reagendo al ghiaccio meglio del previsto’
I
suoi pensieri però vennero interrotti dalla voce preoccupata
della Regina:
“La
prego, ci dica, come sta nostra figlia? Si riprenderà?"
Il
capo dei troll non diede più peso a quella sensazione; in
quel momento era necessario agire tempestivamente. Infatti, per quanto
fisicamente si stesse riprendendo da sola, il ricordo di
quell’incidente avrebbe provocato un grave trauma alla psiche
della piccola. Inoltre non poteva permettere che una tale disgrazia si
ripetesse, quindi, anche se a malincuore, decise di ricorrere a misure
drastiche:
“Consiglio
di rimuovere tutta la magia, perfino il ricordo della magia.. per
sicurezza; ma non vi crucciate... lascerò il
divertimento”
Mentre
pronunciava queste parole l’anziano saggio estrasse dalla
fronte della bambina i suoi ricordi, mostrandoli a tutti i presenti
sotto forma di immagini, e con rapidi gesti della mano li
modificò, eliminando dalla sua mente ogni ricordo inerente i
poteri di Elsa. In tal modo Anna avrebbe ricordato tutte le belle
giornate trascorse insieme alla sorella a giocare con la neve, ma non
avrebbe ricordato il dettaglio più importante: che a creare
la neve fosse la sorella stessa.
“Se
la caverà” disse infine mentre reinseriva i
ricordi modificati nella mente di Anna.
I
due sovrani tirarono un sospiro di sollievo, ma Elsa appariva ancora
turbata.
“Ma
non si ricorderà più dei miei
poteri...” sussurrò la platinata con molta
tristezza.
“È
per il suo bene” gli rispose il padre, ma la maggiore non
apparve ancora convinta.
“Ascoltami
Elsa...” Intervenne allora il capo dei troll “Il
tuo potere crescerà con te. C’è
bellezza in esso... ma anche un grande pericolo. Devi imparare a
controllarlo. La paura sarà tua nemica”
Come
con i ricordi di Anna, mentre parlava, il troll usò la sua
magia e creò delle immagini azzurrine che ritraevano Elsa
mentre creava un magnifico fiocco di neve davanti a una folla di
spettatori, la quale sembrava meravigliata di assistere a tale
prodigio. Ma ben presto le immagini si fecero più cupe: il
fiocco di neve mutò forma e colore, assumendo un aspetto
spaventoso. Le persone intorno a lei si spaventarono e aggredirono la
principessa per fermarla... e a quel punto le immagini svanirono.
La
piccola Elsa rimase terrorizzata da ciò che vide e si
strinse tra le braccia del padre. Ma quello che rimase più
scosso da tali rivelazioni fu proprio il sovrano:
“No,
no! Noi la proteggeremo! Riuscirà a controllarlo, ne sono
sicuro! Fino ad allora... chiuderemo le porte, diminuiremo i domestici,
limiteremo i suoi contatti con le persone, e terremo nascosti i suoi
poteri a tutti! Compresa Anna...”
Il
re pronunciò l'ultima frase con molta amarezza, ma in cuor
suo sapeva che tutto ciò era necessario per la sicurezza
delle figlie... o almeno così credeva
La
crisi era stata scongiurata.
Il
re e la regina ringraziarono di cuore il capo dei troll e con in
braccio le figlie montarono sui cavalli avviandosi verso il castello.
Tuttavia l’anziano saggio non apparve per nulla
tranquillizzato e rimase a riflettere a lungo sugli ultimi avvenimenti:
le
precauzioni che voleva adottare il re non gli piacevano. In questo modo
avrebbe solo peggiorato la situazione e la paura di Elsa verso i suoi
poteri sarebbe soltanto aumentata. Ma riguardo a questo, non
poté fare altro che dare la colpa a se stesso.
‘Dopotutto
è a causa mia se vuole agire così...
l’ho convinto io... quando gli ho mostrato quello che
potrebbe accadere’
Inoltre,
per quanto riguarda i ricordi di Anna, neanche là era tanto
sicuro di aver fatto la scelta giusta.
‘Forse
sarebbe bastato rimuovere solo il ricordo dell’incidente... e
raccomandare a tutti di fare più attenzione...’
Ma
proprio mentre pensava ad Anna, si ricordò di un dettaglio
che prima gli era sfuggito.
‘I
capelli della bambina... non sono cambiati!’
Il
troll, infatti, si ricordò che, quando avvengono questo tipo
di incidenti, coloro che vengono colpiti riportano
dall’esperienza un segno indelebile nel corpo, come una sorta
di cicatrice dovuta a una ferita rimarginata.
Nel
caso di Anna, essendo stata colpita in fronte, il segno sarebbe dovuto
apparire tra i capelli, probabilmente in una ciocca che avrebbe assunto
un colore diverso. E invece nulla... come se l’incidente non
fosse mai accaduto.
‘Nel
corpo di una persona normale un segno compare sempre... e sono
più che sicuro che Anna non ne avesse. Ma allora questo
può solo significare che...’
“Gran
papà, gran papà!”
I
suoi pensieri vennero interrotti per la seconda volta in quella
giornata, ma stavolta dalla voce della consorte. Si voltò e
vide la moglie avvicinarsi in compagnia di un piccolo ragazzino biondo
e di un cucciolo di renna.
“Dimmi
gran mamma, da dove vengono questo bel bambino e la sua piccola
renna?”
“Ho
trovato questo piccolo ometto e il suo amico peloso sopra la radura
durante la visita della famiglia reale. Mi ha detto che sono giunti fin
qui dalla foresta seguendo una strana scia di ghiaccio. Inoltre... se
ho ben capito... sono soli”
Quest’ultima
frase fece rattristare gran papà, che nel frattempo aveva
ascoltando tutto il discorso con grande attenzione.
“Ma
comunque si può risolvere tutto! Possiamo essere noi la loro
famiglia, giusto?” concluse la moglie
A
quel punto sia il bambino che la renna guardarono speranzosi il capo
dei troll. Quest’ultimo, d’altro canto, non era
tanto sicuro che adottare una renna ed un bambino umano fosse una buona
idea, ma dopo aver visto il loro sguardo pieno di speranza, fece un
grande sorriso e si decise:
“Beh,
se le cose stanno così... benvenuti nella nostra
famiglia!”
Gli
occhi del bambino si illuminarono per la felicità, mentre la
renna si mise a saltellare dalla gioia. Non appena furono informati
della notizia, tutti i troll iniziarono a cantare e festeggiare; la
loro famiglia si era appena allargata e questo non poteva renderli
più felici. I due nuovi arrivati vennero coinvolti nella
festa improvvisata e si misero a ballare insieme agli altri in modo
sfrenato. Dopo qualche minuto, le acque si calmarono e gran
papà poté riavvicinarsi a loro e dirgli:
“Bene,
direi che è l’ora delle presentazioni. Come avrete
già capito, io sono il capo di questa comunità e
potete chiamarmi gran papà, mentre voi...”
“Oh
giusto, lui è il mio migliore amico, e si chiama Sven,
mentre io mi chiamo Kristoff... Kristoff Bjornman”
Coooomunque, come vi è sembrato? Gli eventi e quasi tutti i dialoghi sono presi direttamente dal film, ma come avrete notato ho inserito anche qualche “piccola modifica” di una certa rilevanza ;)
Il prossimo capitolo invece uscirà fra qualche giorno e tratterà stavolta di eventi non inseriti nel film e quindi con dialoghi quasi tutti inediti (mi spiace niente spoiler muahahahah)
Per quanto riguarda lo stile di scrittura e la sintassi in generale, vi prego di non essere troppo severi con me (mi sa che mi beccherò un sacco di brutte recensioni u.u), questa è la mia prima ff in assoluto e sono ancora in fase di “rodaggio” se così si può definire.
Detto questo Ray46 vi saluta e ringrazia preventivamente tutti quelli che decideranno di seguire la serie
Ciaoooo :)
P.S.: le frasi tra le doppie virgolette indicano i dialoghi mentre quelle tra una sola i pensieri, sicuramente l’avevate già capito ma non si sa mai ;)