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Autore: Amanda FroudeBlack    15/04/2015    5 recensioni
Vi voglio raccontare una storia, e lo farò al meglio delle mie capacità. Sarà lunga, spossante, e non so dirvi se alla fine ne sarà valsa la pena.
Vi racconterò di famiglie che non pretendono di essere le migliori al mondo, ma saranno quelle che non puoi fare a meno di ammirare perché ti spiegano il mondo attraverso l'amore. Ci saranno famiglie che, al contrario, useranno l'odio per dividere, accecate dal potere e rese folli dall'odore del sangue.
Poi, vi racconterò di chi sa da che parte stare, ma non giudica chi ha dovuto attraversare il male per comprendere la via del bene.
Vi parlerò di seconde possibilità, del dolore della morte e della sconfitta. Spiegherò il sacrificio, il sudore, la frustrazione.
E forse, vi racconterò una vittoria.
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Famiglia Potter, I Malandrini, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Rodolphus/Bellatrix
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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1 settembre 1976
Binario 9 e ¾
King’s Cross, Londra
 
Pov: JADED POTTER
 
“Assicurati che James non si faccia espellere!” si raccomandò Dorea Potter, abbracciandola affettuosamente.
Jaded alzò gli occhi al cielo “Non remarmi contro, mamma, sono cinque anni che tento  di farlo cacciare!”
“Stai ammettendo che sono più furbo di te, Jade?” domandò James, circondandole le spalle con un braccio e sorridendo sornione.
“Vacci piano con queste tue deduzioni, non vorrei sprecassi troppe energie prima dell’arrivo a Hogwarts!” commentò sarcastica.  Abbracciò suo padre, che dava le spalle ai vagoni del treno, e notò qualcuno sbracciarsi dal vetro di uno scompartimento.
“Jamie… c’è Sirius che fa gesti strani…” indicò. Sirius fece scorrere il vetro superiore e loro si avvicinarono per poterlo sentire.
“Da quanto sei lì?” chiese James.
“Salve, signori Potter!” li salutò, allegro; ignorò lei deliberatamente e si rivolse subito all’amico.
“Sono salito in fretta e ho percorso tutto il treno fin qui perché scappavo da mia madre!”
“Davvero originale, Sir!” lo sbeffeggiò Jaded, incrociando le braccia.
Il compagno le rispose con un’occhiata torva, dopodiché continuò “Ho definitivamente detto loro che non tornerò più a casa! Sono libero!”
Suo padre Charlus spalancò la bocca per lo stupore “Gran coraggio, Sirius! La nostra porta è sempre aperta, lo sai! Faremo sloggiare Jade nella camera più piccola!”
“Hey!” protestò lei, indignata.
Sirius, invece, distese le labbra in un ampio sorriso di riconoscenza “Grazie, signor Potter!”
Charlus ricambiò, raggiante “Ti aspettiamo per le vacanze di Natale, allora!” esclamò.
“Posso tornare a casa anch’io?” chiese Jaded, sarcastica.
“Smettila di fare la vittima!” la liquidò sua madre “Sirius, tesoro, sentiti libero di spedirci le tue cose!”
Lui rise “La cenere, intende? Credo che mia madre sia tornata in fretta e furia a casa solo per poter bruciare tutto!”affermò “Ho tutto quello che mi serve nel baule, comunque, grazie mille, signora Potter!”
Sua madre gongolò e si sciolse come accadeva ogni volta che l'amico di suo fratello le parlava. Sospirò, esasperata, e si chiese com’era possibile che lui avesse tutto quell’ascendente sui suoi genitori. Erano anni che frequentava la sua famiglia in veste di migliore amico di James (per un certo periodo c’era stato anche “qualcosa” tra lei e Sirius, ma non amava ripensarci) e loro ne erano stati conquistati sin dal primo giorno, tanto da prendere subito a cuore la sua situazione famigliare. Lo avevano sempre appoggiato nelle sue scelte, a volte sostituendosi ai suoi veri genitori. Dal canto suo, lui non aveva rifiutato l’aiuto e l’appoggio dei signori Potter, probabilmente incantato da loro, così diversi, aperti e disponibili.
Checché ne dicesse, comunque, a Jaded non sfuggì la piega amara che le labbra di Sirius avevano assunto dopo la sua ultima affermazione.
Si affrettò a salire sull’Espresso assieme a James e lo raggiunsero. Con un ultimo saluto ai suoi genitori, un familiare fischio annunciò la partenza per Hogwarts.
James sistemò il proprio baule, poi si sedette.
“Hai bisogno di una mano a tirare su il tuo?” le chiese.
Jaded fece un cenno di diniego, dirigendosi fuori dalla cabina “No, vado a cercare  Lily.”
“Potete stare qui! Lascia che venga lei, a noi non dispiace se restate, vero Sirius?” chiese, ignorando la palese occhiata obliqua dell’amico.
Jaded rise.
“Levatelo dalla testa! Io sto lontana dai tuoi amici e tu lasci stare i miei!” rispose, e uscì sbattendo la porta scorrevole.
Sentì dalla cabina arrivare un insulto poco lusinghiero, ma non se ne curò. Trascinò il suo baule per almeno due vagoni, sgomitando tra parecchi studenti, prima di trovare Lily.
Esausta, entrò nella cabina, non prima di aver insultato un paio di giovani studenti Corvonero che ostruivano il passaggio.
“Hey, Jade! Sei di buonumore?” la schernì l’amica. Si salutarono con un abbraccio, dopodiché Jaded si lasciò cadere sul sedile.
“Com’è andata l’estate?” le chiese.
Lily scrollò le spalle “Noiosissima, sono stata nello Yorkshire dai miei nonni!”
“Sei andata addirittura fin lì per evitare Piton?” chiese, sorpresa. Dall’anno scorso, all’improvviso, i rapporti tra Lily e Severus si erano interrotti (c’entrava probabilmente un insulto infelice che somigliava parecchio a ‘sporca mezzosangue’ rivolto da lui a lei) e a quanto pare l’amica era piuttosto restia a recuperarli – con somma gioia di Jaded, la cui vista del ragazzo le aveva sempre provocato spiacevoli brividi alla schiena.
Prima che la compagna potesse rispondere, la porta della cabina si aprì e una chioma scura fece capolino. Era Amanda, l’unica Serpeverde con cui avesse un senso rapportarsi.
I suoi occhi blu si allargarono appena realizzò la loro presenza, e si accompagnarono ad un ampio sorriso.
“Finalmente vi ho trovato!” esclamò. La gioia che provava era chiaramente visibile dalla sua incapacità di contenersi. Si avvicinò quasi saltellando e le abbracciò con trasporto.
“Mi siete mancate!” ammise.
“A chi lo dici! Meno male che c’erano le tue lettere a farmi compagnia!” disse Lily, improvvisamente contagiata dal buonumore della ragazza.
“M’è dispiaciuto che tu non sia potuta venire a Portaleen! Sarei stata contenta di ospitarti... C’è la spiaggia a pochi passi da casa, ci saremmo divertite tantissimo!”rispose Amanda, poi si rivolse anche a Jaded “Com’è la Francia? Ti sei divertita?”
“Senza mio fratello e Sirius tra i piedi è stata meravigliosa!” esclamò Jaded.
“E senza i francesi sarebbe stato ancora meglio!” aggiunse, ridendo. Amanda fece una smorfia disgustata come suo solito nel sentir nominare il migliore amico di suo fratello.
“Meno so di lui e meglio sto!” ripeté per l’ennesima volta.
Jaded sorrideva divertita ogni volta nel testare le reazioni dell’amica Serpeverde. Amanda era di indole pacifista, troppo entusiasta di qualsiasi cosa per farsi contagiare dal cattivo umore e dalla competitività tra case. Era questo che l’aveva più colpita e resa così piacevole ai suoi occhi: era l’unica della sua casa ad avere così tanti amici e conoscenze al di fuori dei Sotterranei. Chiunque la conoscesse la trovava divertente e di compagnia in qualsiasi occasione; oltre ad essere una buona e stimolante compagna di studio, era una persona attiva e sorridente, alcune volte un po’ esasperante, a tratti persino strana.
Quando aveva stretto amicizia con lei durante il terzo anno aveva faticato a credere che riuscisse ancora a perdersi per il castello a causa delle scale di Hogwarts, tutte identiche tra loro. Eppure era la verità: i compagni di casa ci avevano fatto il callo, tanto che Amanda girava spesso in gruppo per riuscire ad arrivare in orario alle lezioni.
Sin dai primi giorni a Hogwarts aveva avuto questa necessità, soprattutto dopo un particolare episodio che aveva segnato l’inizio di un odio smisurato nei confronti di Sirius Black.
 
Pov: AMANDA FROUDE
 
Solo sentirlo nominare le faceva ribollire il sangue. A Jaded piaceva tirare fuori il nome di Sirius in qualsiasi occasione possibile solamente per potersi divertire a vederla cambiare espressione da un momento all’altro. Lo odiava con tutte le sue forze da quel giorno al primo anno. Quell’episodio in particolare, con gli anni, era diventato solo l’incipit di una serie di spiacevoli eventi che si erano affiancati al nome di quel Grifondoro borioso, presuntuoso e idiota.
 
FLASHBACK
8 settembre 1971
 
Amanda trasse un respiro di sollievo. L'insegnante di cui non aveva ancora imparato il nome era voltato verso la lavagna, indaffarato a scrivere qualcosa e non l'aveva vista entrare di soppiatto, in ritardo per l'ennesima volta. Era affaticata e sudata dopo aver girato in lungo e in largo perdendosi nella ricerca dell'aula. Non ce l'avrebbe mai fatta ad imparare a riconoscere quelle maledette scale tutte uguali! Si avvicinò al primo banco vuoto sulla sua traiettoria, notando un ragazzo dai capelli scuri, dall'aria annoiata.
"Scusa…" gli bisbigliò, facendolo voltare.
Notò allora la cravatta Grifondoro, gli occhi grigi e sottili, le labbra curvate in un perenne sorriso di sfida, e per un attimo le mancò il respiro. Iniziò a balbettare, imbarazzata.
"P-posso sedermi?" chiese, sottovoce.

Il ragazzo le riservò una lunga occhiata indagatrice, soffermandosi sulla sua cravatta scomposta, chiaramente verde-argentata. Amanda lo vide prendere la sua borsa e appoggiarla sulla sedia.
"No, è occupato." replicò, gelido. 

Abbassò lo sguardo, ferita. Non aveva fatto niente di male, era stata anche educata nel chiederlo, per quale motivo la stava trattando in quel modo?
"Non farei sedere una Serpeverde accanto a me nemmeno se fosse l'ultima ragazza sulla Terra!" lo sentì bisbigliare all'amico accanto, che ghignò nella sua direzione.
Voltò lo sguardo per non far capire che aveva sentito. Si vergognò senza motivo, sentiva il volto andare in fiamme. Si girò completamente e si guardò intorno. Un ragazzo magro e ricurvo sulla pergamena su cui stava prendendo appunti attirò la sua attenzione; apparteneva alla sua casa, e le stava facendo cenno di sedersi accanto a lui. La fretta e l'ansia di essere vista dal professore la fecero inciampare nei suoi stessi piedi. Picchiò contro la sedia che, muovendosi, produsse un forte suono stridulo.
Nel leggero chiacchiericcio diffuso quel rumore stonò e fece voltare tutti nella sua direzione. Con la coda dell'occhio notò i due ragazzi Grifondoro con le mani davanti alla bocca, intenti a soffocare una risata.

Amanda divenne viola per l’imbarazzo, anche il professore la notò.
"Signorina...?"

"F-froude" balbettò con gli occhi bassi, sedendosi.
"E' arrivata ora?" chiese, scrutandola.
Prima che Amanda potesse rispondere, il ragazzo accanto a lei parlò con voce ferma ma pacata "No, professor Murray, è arrivata con me."
Lo guardò ancora, ricordando che si chiamava Severus e che la sera dello Smistamento erano stati seduti l'una di fronte all'altro; per tutta la durata del banchetto non aveva fatto altro che allungare il collo verso il tavolo dietro di lei, probabilmente per cercare un amico finito in una casa diversa dalla sua.

"Sta mentendo, è arrivata ora!" esclamò una voce dall'altra parte della classe. Amanda chiuse gli occhi, capendo all'istante chi era stato a parlare.
Il professor Murray lo guardò "Signor Black, è sicuro di ciò che dice?"
Lui annuì convinto "Certo, perché non glielo chiede?"
"Io... è-è vero professor Murray, mi perdoni..." rispose; bisbigliò un 'grazie' a Severus e continuò "Mi spiace, mi sono persa cercando l'aula, devo ancora ambientarmi." si giustificò.
Il professore sospirò, guardando il registro "Noto che è la terza volta che arriva in ritardo alla mia lezione... Le consiglio di farsi scortare dai suoi compagni, se fa così fatica!".
Alcuni risero divertiti.
"Devo assicurarmi che il messaggio sia chiaro, quindi tolgo cinque punti a Serpeverde. Mi raccomando." terminò serio.

Annuì mestamente, col capo basso. Tirò fuori il libro e la pergamena, e prima di iniziare a scrivere si voltò un'ultima volta verso il ragazzo dall'altro lato della classe.
Suo padre l’aveva avvisata. Le aveva detto che a scuola avrebbe incontrato questo tipo di persone, che le sarebbe venuta voglia di tirare un pugno a quelli come lui. Tuttavia, non avrebbe potuto e si sarebbe dovuta trattenere.
“Alcuni babbani credono in una forza che si chiama Karma” le aveva detto qualche giorno prima “E che fa tornare indietro qualsiasi azione, buona o cattiva, a chi l’ha compiuta. Noi siamo maghi, conosciamo la magia, e sappiamo che funziona davvero così. Devi solo essere paziente, Amanda.”
Ripensava proprio a quella frase mentre guardava Black. Aveva appena deciso che sarebbe stata paziente. Tuttavia, comprese anche che la pazienza non le avrebbe comunque impedito di odiare Sirius con tutte le sue forze.
***
 
Non era stato necessario che passasse molto tempo prima che il nome di Black, assieme a quello di Potter, diventasse famoso per ulteriori episodi in cui si erano fatti beffe di altri compagni Serpeverde. A loro si unirono in poco tempo anche Peter Minus, attirato dalla loro popolarità e Remus Lupin, che cercava spesso di dissuaderli.
Amanda non era ancora riuscita a capire il motivo per il quale quei due ce l’avessero in particolar modo con Severus. In tutti quegli anni non avevano fatto altro che tormentarlo, spesso solo perché annoiati. Al terzo anno per poco l’amico non ci aveva lasciato la pelle in uno scherzo stupido proprio per colpa di Black. E in quell’occasione il disgusto di Amanda per Sirius era cresciuto a dismisura. Severus ci aveva messo ore a convincerla a non denunciare l’accaduto, l’aveva sempre pregata di stare fuori da quelle questioni, di mantenere un profilo basso, di non farsi notare dai ragazzi. Aveva dovuto rinunciare a sfoderare la bacchetta parecchie volte, come se Severus non volesse il suo aiuto, o provasse vergogna a farsi difendere da una ragazza.
Amanda aveva portato pazienza per cinque lunghi anni, nonostante fosse in ottimi rapporti con la gemella di James, Jaded, che disapprovava in continuazione il loro comportamento arrogante.
Quella mattina era salita sull’Espresso per Hogwarts con la speranza che qualcosa cambiasse in quel nuovo anno scolastico. Ricordava benissimo la pessima figura che Lily aveva fatto fare a James in riva al Lago il giugno prima, dopo l’ennesima immotivata aggressione a Severus. Peccato che lui non avesse gradito e che si fosse lasciato sfuggire quella maledetta parola di troppo.
Lily non lo aveva ancora perdonato. Anche Amanda si era infuriata, non gli aveva rivolto la parola per una settimana; tuttavia, passata la rabbia, aveva fatto di tutto per cercare di ricucire il loro rapporto. Purtroppo, ancora a nulla erano valsi i suoi sforzi, e Lily pareva aver chiuso definitivamente ogni rapporto con lui.
Sentiva che quell’anno sarebbe stato complesso sotto più punti di vista: lei si sarebbe trovata in una specie di limbo tra Severus e Lily, cercando di mantenere un equilibrio in quelle due amicizie che riteneva entrambe importanti. Dall’altro lato, parecchi compagni di casa avevano iniziato a seguire molto più morbosamente le notizie provenienti dall’esterno, tramite i giornali, e alcuni addirittura essendone coinvolti in prima persona. Alcuni di loro si erano inevitabilmente schierati, e di conseguenza scontrati con le sue idee.
In tante occasioni aveva discusso con Avery e Mulciber, particolarmente indirizzati verso Arti Oscure. In alcune occasioni addirittura Avery le aveva chiesto che diavolo di facesse tra i Serpeverde, e Severus lo aveva raggelato, rispondendogli “L’unghia del suo mignolo è più Serpeverde di tutta la tua famiglia messa insieme. Un vero Serpeverde non pensa a schierarsi, ma punta a mantenere buoni rapporti con chiunque ritenga possa far comodo.”
Aveva apprezzato il suo intervento, ma Amanda si chiedeva spesso la stessa domanda: a lei piaceva la sua Casa, sentiva un grande senso di appartenenza, quei compagni per lei erano come una famiglia, ma si trovava sempre così in disaccordo con i loro pensieri, e sapeva che prima o poi tutto ciò si sarebbe tradotto in un’inevitabile rottura.
Il pensiero, in questi casi, andava subito a suo padre, lì al Ministero. Il suo lavoro come membro del Wizengamot la preoccupava sempre di più nell’ultimo periodo. Con gli ultimi processi avevano spedito ad Azkaban parecchi maghi, tra questi vi erano persino padri di alcuni suoi compagni, e ciò non aveva contribuito ad alleggerire la tensione dentro e fuori le mura del Castello. L’aria fuori Hogwarts era pesante e minacciosa, negli ultimi sei mesi suo padre aveva dovuto accettare persino una scorta di Auror per proteggersi. Eppure lui aveva sempre uno sguardo sereno, sembrava soddisfatto di quello che faceva.
“Amanda?” la voce di Lily la distrasse. Si era incantata a guardare il paesaggio fuori dal finestrino.
“Sì?” chiese, tornando in sé.
“Ti ho portato una cosa!” esclamò, tirando fuori da una busta di carta qualche ramo fiorito dal color rosa tenue “Sono di un arbusto… mio nonno l’ha chiamata Calluna Vulgaris se non sbaglio… è un arbusto perenne tipico della brughiera!”
Jaded spalancò gli occhi.
“Ne ho una anch’io!” esclamò, ricordandosi “L’ho trovata ai piedi di un acero, in Normandia… quando l’ho vista mi sei venuta in mente!”
Amanda gioì.
“Davvero? Ragazze, grazie!” esclamò, emozionata.
Diede una lunga occhiata ai due rametti piccoli, i cui petali dei fiori percorrevano tutte le sfumature di rosa più delicate. La foglia d’acero, invece, aveva già assunto la tipica colorazione rosso brillante, nei bordi frastagliati schiariva addirittura in un vivace tono arancio.
“Sono meravigliose!” disse con enfasi, saltellando concitata. Prese un libro dalla sua borsa e le posizionò delicatamente tra le pagine.
“Attendo che si siano seccate ancora un po’ e poi le incollerò nell’album!” disse tra sé e sé. Sentì le amiche ridacchiare, come spesso accadeva a chiunque venisse a conoscenza di questa sua strana passione.
Era dall’inizio della sua avventura ad Hogwarts che collezionava foglie di diversi alberi e piante nel periodo autunnale, ed era nato tutto nel momento in cui aveva deciso che avrebbe portato un po’ della sua amata Irlanda con sé a Hogwarts. Una volta arrivata, si era resa conto di quanta vegetazione circondasse il Castello, ed era letteralmente impazzita di felicità nell’ammirare il paesaggio autunnale, con tutti quei colori cangianti e caldi.
“Io invece vi ho preparato qualcosa!” affermò poi, prendendo un sacchetto di tela dalla borsa.
“Biscotti!” esclamarono assieme Lily e Jaded, entusiaste. Quest’ultima si alzò e aiutò la compagna ad aprire il cartoccio.
Amanda rise.
“Sono così prevedibile?” chiese.
Jaded ne aveva già presi due, e masticava avidamente.
“No… è che fono cofì buoni!” esclamò a bocca piena.
Scoppiò a ridere insieme a Lily e passò loro altri biscotti. Passarono le due ore successive a chiacchierare e a raccontarsi tutto ciò che avevano omesso nelle lettere che si erano scambiate durante le vacanze.
Appena dopo pranzo la porta della cabina si aprì, e fu sorpresa di scorgere Regulus.
Guardò a malapena chi era in cabina con lei, pareva distratto.
“Ti sto cercando da ore!” esclamò.
Amanda lo abbracciò, contenta di rivederlo.
“Come sono state le tue vacanze?” gli chiese.
“Ehm... terribili?” disse, come se fosse ovvio.  
“Cos’è successo?” chiese, confusa.
L’amico si guardò intorno, sentendo gli sguardi di Jaded e Lily.
“Ne parliamo dopo con più calma, non ti preoccupare.” rispose, serio.
Conosceva bene quell’espressione, gliel’aveva vista addosso parecchie volte, in quegli anni, ed ogni volta la causa era la sua famiglia. E spesso c’entrava proprio suo fratello.
Aveva imparata a riconoscerla con il tempo, ma la prima volta che l’aveva vista era stata proprio durante il suo Smistamento, quattro anni prima.
 
 FLASHBACK
 
1 Settembre 1972
"Black, Regulus."
Amanda notò un ragazzo basso, magro e nervoso avvicinarsi al Cappello Parlante.
“È chi penso che sia?" bisbigliò a Severus, seduto accanto a lei.

"Sì” rispose “Che hai in mente?”
Amanda non rispose, il suo interesse in quel momento era rivolto interamente al Cappello, che aveva appena urlato a gran voce.
“SERPEVERDE!”.

Il suo sguardo oltrepassò il tavolo. Non fece caso agli applausi scoppiati tra i Serpeverde. La sua attenzione fu attratta dallo sguardo che Regulus aveva lanciato al fratello, e che Amanda notò non essere stato ricambiato. Sirius teneva il capo basso, non dando alcun segno d’intesa.
Questo era davvero troppo! Si sentì avvampare da una rabbia cieca e improvvisa. Regulus avrebbe affrontato Hogwarts senza il minimo supporto da parte del suo stesso fratello, e ciò per lei era inaudito.
Si strinse nel proprio posto, ricavando dello spazio accanto a lei.
“Puoi sederti qui!” lo chiamò, sorridendogli con gentilezza.
Il ragazzo si girò verso di lei, e Amanda riconobbe immediatamente il fratello nei suoi occhi sottili; tuttavia, la curva del sorriso che le stava rivolgendo rendeva il suo viso molto più cordiale di qualsiasi espressione lei avesse mai potuto scovare sul volto di Sirius.

“Seriamente... Che intenzioni hai, Amanda?” ripeté Severus, accigliato.
“Ci prenderemo cura di lui” gli bisbigliò, infervorata “Esattamente come tu hai fatto con me. Saremo la sua famiglia. Suo fratello non l’ha nemmeno guardato.”
Si rivolse nuovamente a Regulus, ormai davanti a lei, porgendogli la mano.
“Ciao, piacere, sono Amanda! Benvenuto tra i Serpeverde!”

“Grazie...” rispose il ragazzo, spaesato “Io sono Regulus”
“E’ un nome un po’ lungo, posso chiamarti Reg?” chiese, allegra.
Il sorriso timido del ragazzo svanì per un istante.
“Mio fratello mi chiama sempre in quel modo...” borbottò, nervoso.

Amanda spalancò gli occhi, sorpresa.
“Oh. Beh, no, se ti dà fastidio ne troveremo un altro!” rispose, dopodiché si voltò verso il compagno “Lui è Severus, è al secondo anno come me!”

Si strinsero la mano, ma Regulus continuò a tenere gli occhi puntati su di lei.
“Potete chiamarmi Reg. Mi piace.” sentenziò.

Amanda distese allora il volto in uno dei suoi sorrisi migliori.
***
 
Note dell’autrice:
Saaalve! Non vi abituate a questi aggiornamenti veloci XD, è solamente un caso! Mi premeva inserire anche questo capitolo perché penso che “apra le danze” in un certo senso, ovvero avvii la fan fiction più del primo capitolo. I primi capitoli sono quelli che odio di più, perché mi sembra sempre che ci siano millemila cose da spiegare, da presentare e premettere prima dello svolgimento vero e proprio, quindi mi causa ansia perché temo di annoiare i lettori!
Allora: avete conosciuto finalmente anche Jaded Potter, sì, avete capito bene: si tratta della gemella di James, quindi si tratta di un What if grosso come una casa! Ringrazio ancora Krixy19 per la gentile concessione e spero che il capitolo sia di vostro gradimento!
Per qualsiasi domanda potete inviarmi un messaggio o chiedermi l’amicizia su FB, sono Amanda BlackFroude!
Un bacio!
-Amanda
 
   
 
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