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Autore: B e l l e    17/04/2015    3 recensioni
SPOILER 4x11 e 4B
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"Gli aveva detto addio tante volte, lo aveva perso a causa dell'oscurità, della debolezza e, addirittura, della morte. Lui era sempre tornato da lei. Lo aveva sempre ritrovato. Questa volta era stata lei a mandarlo via togliendogli ogni possibilità di tornare indietro, per salvaguardare una città dalle malefatte di una bestia. Sì, perché aveva chiuso gli occhi, aveva smesso di guardare in profondità, di cercare l'uomo dietro la bestia."
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"Il male che le parole di Belle gli avevano fatto era ancora fresco e il solo pensiero – "Non voglio perderti" – "Ormai mi hai già persa" – squarciava la sua anima già frammentata in pezzi ancora più piccoli e logori."
"Chi avrebbe potuto restituirgli la speranza?"
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Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Crudelia De Mon, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Something's going on

 


Storybrooke non era mai stata così silenziosa, come nel momento in cui Rumplestiltskin attraversava il confine e il suo corpo riacquisiva la magia perduta. Aveva cambiato abito in un battito di ciglia, alzato e gettato il bastone con un gesto sofisticato – La classe non è acqua, era sicuro di aver letto questo pensiero negli occhi di Ursula e Cruella.
Storybrooke dormiva e non aveva assolutamente idea di quello che stava per succedere. La vendetta dei cattivi – così l'avrebbero sicuramente chiamata gli eroi, senza nemmeno fermarsi a pensare che magari anche loro, i cattivi, potessero avere un motivo per riscattarsi, una perduta felicità da riconquistare. No, il fine giustifica i mezzi solo e soltanto per i buoni: Snow White, per salvare la propria bambina, si era sbarazzata della figlia di Maleficent; Belle, per salvare la cittadina dal malvagio signor Gold, lo aveva controllato con il pugnale e spedito oltre il confine contro la sua volontà; Charming aveva mentito, per proteggere la propria famiglia. Gli eroi si costruivano il lieto fine usando gli stessi mezzi dei cattivi, ma la facevano franca, a loro era concesso tutto. Rumplestiltskin non riusciva a mandarlo giù.
L'idea che il lieto fine di Belle fosse senza di lui gli faceva male, ma non era quello il momento di pensarci. Doveva solo trovare l'Autore e farci quattro chiacchiere: doveva convincerlo – o costringerlo – a cambiare le carte in tavola, a concedere un lieto fine anche ai cattivi. Ne aveva passate tante nella sua lunga vita: aveva ricevuto cattiverie gratuite, altre se le era cercate e, probabilmente, meritate, ma non era mai stato felice, tranne per qualche breve periodo in qua e là nei secoli, ed era stufo, era davvero stufo. Le cose dovevano cambiare.
Lui, Cruella e Ursula avevano trovato il modo di resuscitare Maleficent dalle sue ceneri e adesso erano in quattro. Quattro contro tutti. Secondo Ursula non erano abbastanza: dovevano reclutare qualcun altro. Regina. Quella donna poteva essere infinitamente vulnerabile, manovrabile, come lo era stata da giovane, ma questa volta nessuno di loro aveva armi contro di lei. Regina si era schierata dalla parte dei buoni, aveva cercato e trovato la via della redenzione e, senza merce di scambio, non sarebbe mai tornata al lato oscuro. Regina non li avrebbe aiutati.
Rumplestiltskin aveva suggerito alle proprie compagne di integrarsi tra i buoni, di convincerli del proprio cambiamento. Se all'inizio sembrava aver funzionato, visto che Regina ed Emma erano state d'accordo sul farle entrare in città, adesso le cose erano cambiate: erano state incaute, il loro atteggiamento era troppo arrogante per far credere nella loro onestà, nella loro voglia di redimersi; inoltre, si erano fatte scoprire dai Charmings, nel momento in cui avevano liberato Maleficent. La copertura era saltata. L'unica nota positiva di tutto questo era che nessuno di loro, neanche Belle, sapeva della sua presenza dentro il confine. Belle era ancora convinta di aver dato il pugnale a Hook e non a lui. Per un momento, lo stesso Rumplestiltskin aveva temuto di perdere il travestimento, quando Belle gli aveva ordinato di avvicinarsi a lei, ma la potente magia dell'Oscuro aveva retto e nessun uomo con le sue sembianze era comparso davanti a sua moglie.
Nonostante i buoni non si fidassero affatto delle sue compagne, lui aveva ancora campo libero per muoversi. Di notte, camuffandosi e nascondendosi nel buio, trafficava nel proprio negozio e nella propria casa, creduti deserte dagli abituanti di quell'inutile cittadina del Maine, mentre Belle dormiva beata – così credeva lui – nell'appartamento sopra la biblioteca. A volte, di giorno, la guardava lavorare, per quanto i suoi nascondigli glielo permettessero, senza farsi scoprire. Quanto avrebbe voluto abbracciarla, dirle quanto gli dispiaceva che le cose fossero finite così, ma non poteva. Belle non era ancora pronta per vederlo, per capire. Avrebbe reagito male e la sua copertura sarebbe saltata. Così, oltre ad avere pochi membri dalla sua parte, non avrebbe più avuto un raggio d'azione così ampio e si sarebbe trovato a combattere contro l'intera città. Era stato un eroe, anche se nessuno riusciva ad ammetterlo fino in fondo, ma adesso era di nuovo la creatura più malvagia dell'intero creato. Lo sarebbe sempre stato, nessun sacrificio avrebbe cambiato del tutto l'idea che gli altri, i buoni, avevano di lui. L'unica che credeva in lui aveva perso ogni speranza, così adesso era solo. Contro tutti. D'altronde, anche odiare è un diritto, e se degli altri non glene importava assoolutamente niente, a Belle quel diritto lo avrebbe concesso, in ogni caso. Poteva odiarlo, se voleva: l'odio è il sentimento più vicino all'amore, finché non diventa indifferenza va tutto bene.
Ma Rumplestiltskin, immerso nei suoi pensieri, non stava affatto bene.

"Rumple!"
Una voce alle sue spalle lo fece sobbalzare.
"Abbassa la voce, vuoi farmi scoprire?" fissò Cruella negli occhi e, nonostante la sua voce fosse poco più alta di un sussurro, il tono era duro e fermo.
"Stai spiando la cameriera?" bisbigliò di rimando la donna. "Già, avevo dimenticato che siamo qui per una ragazza. Voglio proprio vedere se il tuo cuoricino spezzato fa saltare tutto" continuò con ironia.
"Il motivo per cui io sono qui non è un tuo problema. Forse sarà proprio il mio cuore spezzato che ci porterà in fondo a questa storia."
"Come dici tu, caro. Ti aspetto al capanno, abbiamo novità". Detto questo, la donna salì in macchina e se ne andò, sgommando. Belle alzò gli occhi e guardò oltre il vetro della biblioteca; Rumplestiltskin poté vedere un velo di terrore nei suoi occhi, mentre si toglieva furtivamente dalla sua visuale. Belle aveva paura di Cruella? E perché mai? Per quanto ne sapeva lui, le donne non si erano ancora incontrare a Storybrooke. Certo, Belle non poteva aver dimenticato il loro ultimo incontro, ma sapeva che era una donna forte e che non si sarebbe fatta intimorire ancora.
Perché, dunque, quello sguardo? Rumplestiltskin sospirò e sparì in una nube di fumo viola.
Una volta che tutti e quattro furono riuniti al capanno, l'uomo guardò le tre Regine dell'Oscurità in attesa. Fu Ursula a prendere la parola.
"I buoni sono un passo avanti a noi, nella ricerca dell'Autore. Non possiamo permetterci che lo trovino per primi."
"Cosa intendi?" chiese Rumplestiltskin, incrociando le braccia.
"Quello che voglio dire è che loro sorvegliano quella casa di cui ci hai parlato, quella piena di libri, da cui viene anche il libro del ragazzino. Quella deve essere la casa dell'Autore o, comunque, lui deve essere lì intorno. Forse, in uno di quei libri c'è scritto qualcosa a riguardo."
"No, no, no... quei libri sono tutti bianchi." rispose Rumplestiltskin. "Aspettano solo di essere riempiti dall'Autore, ma costui è scomparso."
"Siamo al punto di partenza, allora." decretò Maleficent, sbuffando e ritirandosi in un'altra stanza. Ursula scrollò la spalle e la seguì. Entrambe cominciavano a perdere la pazienza e per Rumplestiltskin non era una cosa buona: non poteva permettersi di perdere due alleate. Doveva trovare una soluzione o almeno un indizio da propinare loro per tenerle buone; sapeva esattamente che non sarebbe stato facile, ma le donne erano impazienti.
Cruella si avvicinò a lui e lo destò dai propri pensieri. Gli poggiò una mano sulla spalla e lo fece indietreggiare piano fino al muro, guardandolo con un'espressione poco raccomandabile; aveva qualcosa negli occhi, una luce simile alla pura eccitazione, che gli fece tenere lo sguardo incollato a quello della donna. Rumplestiltskin alzò un sopracciglio per spronarla a parlare, visto che Cruella continuava a tenerlo appoggiato alla parete e a fissarlo senza dire niente.
Le labbra della donna si curvarono in un sorriso ironico e un attimo dopo Cruella era piegata su di lui, la bocca attaccata al suo orecchio, la mano destra che scivolava sul suo petto, le dita lente che strisciavano tra i bottoni della sua camicia.
"Mi chiedo ancora come tu abbia fatto a conquistare una così bella figliola, piccoletto" sussurrò. Rumplestiltskin rimase interdetto. Cosa intendeva dire, o meglio, fare Cruella?
"Hai delle qualità nascoste, sotto questi vestiti costosi?" chiese la donna, continuando a bisbigliare nel suo orecchio e a far scorrere la mano sul suo corpo, che ormai era arrivata al bordo della sua cintura.
Rumplestiltskin la bloccò di scatto con la propria. Non aveva nessuna intenzione di cedere alle lusinghe di Cruella De Vil.
Imitando il suo modo di sussurrare e scostandole una ciocca di capelli bianchi dall'orecchio, le disse: "Credo che neanche questi siano affari tuoi, mia cara. Adesso, se vuoi scusarmi, sarei occupato a risolvere l'enigma dell'Autore."
"Sapevo che non eri all'altezza, bambolotto" rispose Cruella, scostandosi elegamentemente da lui e stringendosi nella propria pelliccia. "Anche se credo che un po' di attività fisica non guasterebbe alla tua forma fisica" aggiunse con sarcasmo, mandando un'occhiata al ventre dell'uomo.
Rumplestiltskin ghignò di rimando, si infilò il cappotto ed uscì dal capanno.
"Chissà se la cameriera è del mio stesso parere, magari dopo un bel bicchierino di gin..." aggiunse Cruella, ma Rumplestiltskin non sentì mai quelle ultime parole.

Belle, negli ultimi giorni, era riuscita a pensare a Rumplestiltskin il meno possibile e anche gli incubi sembravano darle tregua. Ruby le stava vicino ogni minuto libero ed era contenta di vedere che l'amica stava superando la cosa. La cameriera del Granny's aveva anche notato che Will Scarlet girava intorno a Belle e questo la rendeva un po' meno tranquilla: quel ladruncolo da quattro soldi non era affatto l'uomo giusto per lei, dopo Rumplestiltskin. La ragazza, però, sembrava non degnarlo neanche di uno sguardo, dunque la situazione era sotto controllo.
Quella mattina Belle era serena; il sole rifletteva dalla vetrata della biblioteca e le illuminava il bel viso più che mai. Aveva un aspetto magnifico e un sorriso allegro curvava le sue labbra, mentre leggeva un vecchio libro di avventure. Il suo preferito, letto e riletto fino a consumarne le pagine. Belle non poteva farne a meno: nonostante conoscesse la storia a memoria, ogni volta che sfogliava quelle pagine il suo umore migliorava immensamente. Sul banco davanti a lei, aveva una tazza di tè fumante, che sorseggiava tra una pagina e l'altra, nell'attesa che qualcuno si presentasse o necessitasse del suo aiuto.
D'un tratto, la sua attenzione fu attirata dalla campanella sulla porta della biblioteca che la informava, trillando, della presenza di un'altra persona. Belle rimase immobile alla vista della donna dai capelli bianchi e neri che era appena entrata e la fissava con ironia.
Cruella De Vil si fece avanti, così Belle chiuse il libro e si alzò, pronta a difendersi in caso di pericolo. Aveva sognato quella donna più di una volta, ma l'incubo che le era rimasto impresso era quello riguardante la linea del confine bloccata e la morte di suo marito: non riusciva a dimenticarlo. Era sicura che quella donna fosse collegata in qualche modo a Rumplestiltskin: sapeva che lui non era a Storybrooke, ma era convinta che Cruella conoscesse la sua posizione.
Tenne gli occhi incollati ai suoi e la guardò avvicinarsi fino al bancone.
"Buongiorno cara, quanto tempo..." cominciò la donna.
Belle rispose con un 'Buongiorno' educato ed attese che Cruella continuasse.
"Vorrei quel libro lassù" disse, indicando il libro più alto e lontano dalla loro posizione. "Il prestito è gratuito, non è vero?" aggiunse.
Belle si voltò nella direzione indicata a Cruella e capì subito che sarebbe dovuta ricorrere alla scala. Era quasi certa che la donna non volesse davvero quel libro, ma fosse lì per farle perdere tempo. Comunque, non poteva mostrarsi scortese; in fin dei conti, le stava solo chiedendo un libro in prestito.
"Il prestito è gratuito ed il libro deve essere restituito entro un mese. Dovrò farle una tessera, anch'essa gratuita, nella quale verrà registrata la data di consegna e di restituzione del libro stesso" disse la bibliotecaria, in maniera tanto formale che quasi non riconobbe la propria voce.
Cruellla ghignò ironicamente e incrociò le braccia. "Sto aspettando, cara."
Belle, cercando di non mostrarsi troppo indispettita, uscì dalla propria postazione e, guardandosi le spalle di tanto in tanto, si avvicinò allo scaffale in fondo alla biblioteca; cominciò, poi, a salire i gradini della scala, tenendosi forte, fino ad arrivare in cima.
Cruella si posizionò in maniera da essere sicura che Belle non potesse vederla e versò il contenuto di un'ampolla nel tè fumante della ragazza. Il liquido trasparente non cambiò neanche di una sfumatura il colore della bevanda, così che Belle non si sarebbe accorta di nulla.
A quel punto, Cruella si allontanò leggermente dal banco, nascondendo l'ampolla nella pelliccia ed assunse di nuovo l'aria ironica e un po' spazientita di poco prima.
Belle prese il libro dallo scaffale più alto e si accorse che il volume era antico e delicato: un movimento brusco e la copertina si sarebbe frantumata. Sembrava il genere di libro che poteva interessare a suo marito, uno dei tanti che l'uomo possedeva al Castello Oscuro. Scosse la testa. Non doveva pensarci. Non poteva assolutamente giungere a conclusioni affrettate. Lei non era così, non poteva permettere agli ultimi avvenimenti riguardanti il suo matrimonio di cambiare la sua personalità. Non poteva accusare nessuno senza prove e quel libro non sembrava affatto sospetto.
Scese dalla scala e tornò alla sua postazione; compilò la tessera, la inserì nel volume e consegnò tutto a Cruella che, con un cenno elegante di saluto, girò sui tacchi e se ne andò.
Belle fece un lungo sospiro di sollievo. Non era successo niente. Andava tutto bene. Cruella De Vil era venuta solo a prendere in prestito un libro.
Si convinse di ciò e tornò ad aprire il proprio volume, sorseggiando il tè ancora caldo.
Non fece in tempo a voltare pagina, dopo aver appoggiato la tazza vuota davanti a sé, che perse i sensi e sbatté la testa sul bancone della biblioteca.

Rumplestiltskin, quel giorno, non si era arrischiato in giro per Storybrooke: c'era troppa confusione e non era sicuro passare davanti al suo negozio o alla biblioteca.
Quando si fece buio, però, la voglia di vedere Belle era così forte che non poté resistere oltre. Posò il bicchiere di Scotch sul tavolinetto e si mise il cappotto. Sarebbe passato dalla biblioteca per vederla sistemare le ultime cose, spegnere tutte le luci e salire nel suo appartamento. Era poco, ma doveva farselo bastare. D'altronde, era meglio di niente. Prima o poi avrebbe avuto il suo lieto fine e sarebbe stato con lei.
Si inoltrò furtivamente nell'ombra, ma quando raggiunse la biblioteca si bloccò. Le luci erano già spente, Belle non c'era. Si tirò il colletto del cappotto fino alla testa e si avvicinò alla porta. Bloccata. Tornò nell'oscurità ed alzò gli occhi verso la finestra dell'appartamento. Luci spente, anche lì. Belle non era in casa, né a lavoro. E allora dov'era? Già da Granny's? Perché avrebbe dovuto chiudere prima? Le era successo qualcosa? Si sentì mancare al solo pensiero di Belle in pericolo. Ma chi avrebbe potuto rappresentare un pericolo per lei? Il cattivo era lui e soltanto lui. Nessuno degli altri le avrebbe mai fatto del male. Che Hook fosse tornato all'attacco e volesse vendicarsi del coccodrillo, facendo del male a Belle? Ci aveva provato due volte, in passato... non c'è due senza tre, giusto? Rumplestiltskin cominciò ad agitarsi sul serio, quando il suo cellulare vibrò nella tasca interna della sua giacca. Lo prese ed aprì il messaggio. Cruella gli aveva mandato una foto.
Guardò attentamente l'immagine: rappresentava una mano molto curata, le unghie ovali smaltate di nero lucido, che teneva tra le dita una sigaretta accesa. Rumplestiltskin guardò e riguardò la foto, senza capacitarsi di quello che vedeva. Quella mano non era di Cruella, non stava cercando di nuovo di sedurlo. Lui conosceva molto bene quella mano.
Era la mano della sua Belle.

 

 

 

 

Note dell'autrice.
In questo capitolo arriviamo finalmente a Storybrooke. Sono finite le settimane di esilio, Rumple si è ripreso il pugnale, ma Regina non sta facendo il doppio gioco e Pinocchio non è ancora stato chiamato in causa. Questa mia storia è una What If e tratta soprattutto il rapporto tra Rumple e Belle. Lo scenario generale è solo di sottofondo e sì, ci sono dei cambiamenti nella trama, ma quello che mi interessa è la situazione Rumbelle. Ovviamente la mia storia si distacca dalla trama vera di Once Upon A Time e non si sa come finirà.
Nell'ultimo episodio si è visto che Rumple, per prima cosa, va nell'appartamento di Neal. Sono rimasta a bocca aperta perché è ciò che io ho scritto nel primo capitolo di questa storia, quando ancora non si sapeva. Era prevedibile, forse, ma mi ha sorpreso comunque.
Robin e Zelena per ora non mi servono e penso che non mi serviranno neanche in seguito, quindi non ci pensate XD.
Ho scritto questo capitolo in fretta e furia, mi ero anche dimenticata di inserire un elemento del mio pacchetto, quindi abbiate pietà.
Ringrazio tantissimo chi legge questa storia e, soprattutto, chi lascia un commento.
A presto^^
B e l l e

   
 
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