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Autore: TaliaAckerman    18/04/2015    4 recensioni
[Revisione in corso]
Il secondo atto della mia personale saga dedicata a Fheriea.
Dal terzo capitolo:
- "Chi hanno mandato?- mormorò Sephirt dopo essersi portata il calice di liquido rossastro alle labbra. – Chi sono i due maghi?
- Nessuno di cui preoccuparsi realmente. Probabilmente due che dovremmo avere difficoltà a riconoscere. Una ragazzo e una ragazza, lei è quasi una bambina da quanto l’infiltrato mi ha riferito. Credo che ormai l’abbiate capito: non devono riuscire a trovarle.
- E come mai avete convocato noi qui? – chiese Mal, anche se ormai entrambi avevano già intuito la risposta.
Theor rispose con voce ferma: - Ho un incarico da affidarvi"
Se volete sapere come continua il secondo ciclo di Fheriea, leggete ^^
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'II ciclo di Fheriea'
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EPILOGO








Il fatto che Sephirt continuasse a giacere inerte sul tavolo degli esperimenti di Ryeki era per Theor motivo di estremo nervosismo. La conoscenza dell’ex custode delle arti magiche era sconfinata, e per questo lui era stato sicuro che una soluzione sarebbe stata trovata alla svelta. Ma i giorni erano passati, i Ribelli avevano conquistato Hiexil e Hareis era partito per il sud, e – di fatto – Sephirt rimaneva fredda e morta.
Theor non era un esaltato: era ben conscio del fatto che l’attacco a Hiexil fosse stato un gigantesco azzardo. La manovra offensiva era riuscita, fortunatamente, ma ora le cose si sarebbero complicate. Era certo che sarebbe stato a quel punto che l’esercito delle Cinque Terre sarebbe entrato in azione. Aveva bisogno di un generale, qualcuno che guidasse le sue legioni con ferocia, con la forza della fede. Qualcuno con la fedeltà di Hareis, la ferocia di Ferlon, l’astuzia di Astapor Raek. E il proprio potere.
E Sephirt era l’unica persona che racchiudesse tutte quelle capacità.
Non aveva dimenticato le parole della strega a proposito della morte di Mal. Svanire del tutto.
Allora Theor le aveva mentito. In verità, scomparire senza l’aiuto della Disillusione non era impossibile. Era un incanto della Magia Antica, anche se solo in pochi ne avevano ancora memoria. Questo perché nessuno da più di mille anni era mai riuscito a padroneggiarlo. Nemmeno lui.
In silenzio, seduto in solitudine nella sala del Consiglio ristretto, Theor maledisse la dannata impulsività di Sephirt. Avrebbe dovuto controllarla, impedirle di intraprendere da sola la strada della vendetta. Né lui né Hareis potevano sapere esattamente cosa fosse successo a Tamithia – come due Consiglieri così giovani avessero potuto ridurre in fin di vita una combattente come lei rimaneva un mistero – ma l’uomo era sicuro che in uno stato di maggiore lucidità Sephirt non avrebbe corso alcun rischio. Le sarebbe bastato aspettare, e la morte sarebbe arrivata per tutti.
E poi c’era la faccenda della Pietra Bianca; ormai erano giorni che Astapor era partito alla volta di Città dei Re per ritirarla. Fino a pochi giorni prima Theor aveva potuto ritenersi decisamente soddisfatto dello stratagemma che aveva adottato per tenerla nascosta, eppure ora non era più così certo della sua sicurezza. Con un leggero sforzo era riuscito a camuffare il potenziale magico dell’oggetto (che così sarebbe potuto passare per una semplice pietra preziosa) e aveva ordinato a uno dei migliori armaioli di Amaria di incastonarla nell’elsa di una delle sue lame. Il destino aveva voluto che tale armaiolo fosse solito vendere le proprie spade agli organizzatori dei Giochi Bellici, e la notizia era stata ben accolta da Theor. Era perfetto. I Combattenti erano perlopiù una marmaglia di poveracci e assassini, e per tanto era improbabile che la Pietra suscitasse in loro la minima curiosità. E in genere Consiglieri o maestri non si avvicinavano all’Arena e ai combattimenti, quindi – paradossalmente – Città dei Re sarebbe stato una nascondiglio sicuro.
Ma Astapor Raek continuava a non tornare. Teoricamente sarebbe dovuto essere facile convincere Peterson Cambrel o chi per lui a restituire qualcosa di importante a un Consigliere.
Ma Astapor Raek continuava a non tornare, e Theor cominciava a spazientirsi.
– Mio signore…
Theor alzò lo sguardo e vide davanti a sé, fermo sulla porta, un giovane attendente. Sembrava a disagio.
– Che cosa c’è? – domandò tagliente, anche se aveva avvertito il proprio respiro farsi leggermente più affannoso.
– È per il custode Ryeki – rispose il ragazzo a capo chino. – È stato lui a mandarmi. Dice… dice che l’esperimento è andato a buon fine.
Eccellente. Dunque aveva fatto bene a fidarsi di lui.
L’attendente non si muoveva, né proferì più parola.
–Allora? – lo incalzò Theor. – Vai a chiamarlo. Digli di portare Sephirt qui da me.
– Certamente, certamente – rispose lui in fretta, per poi voltarsi e sparire. Theor tornò ad accomodarsi sul proprio piccolo scranno.
Non sarebbe stato male, una volta vinta la propria guerra, poter usufruire di uno più grande. Certo, il trono del Re sarebbe stato ubicato nella sala centrale, ma per il proprio concilio lui avrebbe potuto accontentarsi della scranno della reggia ariadoriana, o thariana.
Theor ancora non sapeva per certo se desiderasse o no proclamarsi re del proprio nuovo regno. Regno che, a seconda di come sarebbero andati i suoi piani, sarebbe potuto essere più o meno esteso. In realtà, l’idea verso la quale era più propenso era di investire di quella carica qualcun altro, rimanendo nella retrovie: qualcuno come Hareis, ad esempio, o un uomo devoto come Nax. Se si fosse sentito particolarmente generoso avrebbe anche potuto permettere al giovane Robyn di tenersi il proprio titolo di sovrano. Un simbolo, più che altro. L’incarnazione della propria vittoria. A lui, Theor, non interessavano troppo i titoli; quello che gli premeva davvero, ciò che lo attirava e lo aveva sempre, irrimediabilmente attirato era il potere. Illimitato, incondizionato potere.
Per qualunque problema, insoddisfazione, aggressività, il popolo avrebbe avuto un re cui rivolgersi, il catalizzatore di tutte le sue volontà. Tutto ciò mentre Theor – di fatto – avrebbe governato.
L’uomo fu strappato ai propri sogni di gloria solo dall’ingresso nella stanza di altre due persone: uno era l’ex custode Ryeki, l’altra altri non poteva essere che Sephirt. Immobile, il volto celato da un cappuccio di velluto grigio.
- Allora? – fece Theor, mantenendo lo sguardo fisso sulla donna.
Fu Ryeki a rispondere:- Mio signore, ho compiuto ciò che mi avevi chiesto. E’ stato necessario più tempo del previsto, ma come può vedere, eccola. Sephirt vive ancora.
– Molto bene – Theor si alzò, muovendo qualche passo verso di lei. Fece scivolarle il cappuccio via dal volto. Sephirt rispose al suo sguardo con occhi incredibilmente fermi. La guancia destra era curiosamente rigata da quello che pareva un lungo taglio ormai cicatrizzato. Non ricordava di averlo notato quando Hareis l’aveva riportata ad Amaria. Guardò Ryeki sollevando un sopracciglio per chiedere spiegazioni.
– Come ho detto… - spiegò l’anziano mago a bassa voce. – Sono stati necessari più tempo e più fatica del previsto. Ci sono stati… lievi incidenti.
Theor non aveva idea di ciò che il custode avesse combinato nel suo laboratorio, e decise di non volerlo sapere. Non gli interessava.
– Puoi sentirmi, Sephirt? – chiese lentamente, tornando a squadrare la ragazza.
– Ma certo – rispose lei con l’ombra di una lieve stizza, e Theor si sentì compiaciuto nel constatare che forse, almeno parte del suo carattere era rimasta immutata. Certo, che il suo corpo avesse subito uno sconvolgente cambiamento era chiaro: più pallida che mai, la pelle diafana e il bianco degli occhi striato di rosso, pareva ancora più morta che viva.
– Sei sicuro che sarà in grado di padroneggiare la Magia come prima? – chiese Theor dubbioso guardando Ryeki di sbieco.
– Non come prima… – rispose lui con un sorriso. – … molto meglio. Ne avrà la totale consapevolezza. Potrà contare saldamente su ogni singola goccia del suo potenziale.
– Era proprio ciò che desideravo sentire – Theor sorrise compiaciuto. – Puoi andare, custode. Ti ringrazio infinitamente.
– Dovere, mio signore – Ryeki si esibì in un piccolo inchino, dopodiché si voltò e uscì a grandi passi dalla sala.
Che torni pure ai suoi veleni e ai suoi libri. Ha fatto ciò che doveva.
Rimase fermo di fronte a Sephirt, a studiarne i particolari. Non pareva essersi indebolita.
– Dunque, mia cara… - esordì con calma. – Ti è stata data una seconda possibilità. Mi hai disubbidito, lo sai?
Sephirt chinò il capo senza dire una parola.
– Tuttavia… - riprese il mago. – Tu mi servi ancora, ed è per questo che sei qui. Ho bisogno di te e del tuo sconfinato talento. – Attese una reazione; la stava valutando. Voleva capire quanto la sua personalità si fosse mantenuta, e realizzò con lieve stupore che le sue parole non avevano variato l’espressione di ghiaccio della donna. Forse, dopotutto, era meglio così. L’emotività era stato sempre uno dei punti di forza, ma anche di debolezza della strega che aveva davanti.
– Dal momento che il custode sostiene che i tuoi poteri siano intatti, credo sia venuto il momento di tornare in azione. Sì, in effetti penso proprio di aver bisogno di un generale che guidi le nostre forze come solo tu potresti fare.
- Perché? – domandò Sephirt, e Theor avvertì una stilettata di fastidio. Pensava di non dover incontrare nessuna resistenza. – Perché dovrei accettare?
La risposta giusta non impiegò più di un istante ad attraversare la mente di Theor.
Tornò a fissare Sephirt con un’ombra di vittoria nello sguardo.
– Sei ancora intenzionata a vendicare Mal Ennon?








NOTE:

Finalmente ce l'ho fatta!!!!
Quanto tempo ci ho messo, due anni (con tanto di ritardi mostruosi)? Beh, sono incredibilmente felice. Anche se non è proprio andato tutto come speravo. Anche se ho paura che in generale risulti una storia un po' lenta e a tratti noiosa. Anche se mi è mancato tantissimo scrivere di Dubhne. Anche se non sono riuscita a convincere i lettori a recensirmi :')
Ma non importa, dopotutto the show must go on, no, in realtà sono io che voglio continuare a scrivere perché la storia non si conclude qui. E come potrebbe?
Per chiunque abbia apprezzato la mia fiction, Jel, Gala, Jack, Sephirt e, stavolta, anche Dubhne torneranno fra - spero - un paio di settimane con il terzo capitolo della trilogia ^^
Vi prego, per l'ultima volta, recensite in tanti, insomma... è l'epilogo! ;)
Non so se pubblicherò ancora un capitolo di ringraziamenti, per cui per ora concludo qui. A presto!

TaliaFederer
  
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