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Autore: Freya Crystal    26/12/2008    4 recensioni
-Perché ti piace uccidere?-sussurrò con un filo di voce. No,si era espressa male,troppo malignamente.
Seifer non rispose subito. Con incredibile sorpresa glielo rivelò poco dopo:
-Mi fa sentire forte…Forte dentro…-
Un mese dopo lo scontro finale contro Artemisia. Seifer è tornato al Garden.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Seifer Almasy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rigirava la penna tra le mani,la mente completamente assorta. La luce argentea dei lampioni era l’unica a tenerle compagnia,nel cullante buio della notte. Nella zona del coprifuoco del Centro d’Addestramento,seduta sul lucido pavimento azzurrognolo, Quistis Trepe cercava di correggere dei test. Rabbrividì per gli spifferi gelidi dell’aria notturna che le stuzzicavano i capelli e sistemò gli occhiali sul naso,nelle cui lenti si rifletteva la luce perlacea della luna,pallida e languida.


Era stanca e stufa di continuare la sua monotona vita.


Diede una sguardo veloce alla pila di fogli che aspettavano pazientemente di essere corretti. Quistis prese a scrivere frasi e a segnare errori;la biro scivolava e scorreva nella sua mano,segnando lettere affusolate e sottili;era l’unico suono presente nell’aria.


“Maestrina”.


Quel tono di voce sprezzante  le riecheggiò nelle orecchie,così,all’improvviso. Le ci volle poco per appurare il perché di quel ricordo istantaneo;una presenza in ombra era comparsa dinanzi a lei. La luce lunare non la colpiva direttamente e Quistis non riuscì subito a identificare chi fosse.
Fu un attimo. L’istinto le suggerì di afferrare la frusta che teneva sempre al suo fianco. Era pronta,in guardia.

La figura avanzò verso di lei,facendo sfregare impercettibilmente il lungo mantello bianco,maestosa e imponente.

Uno squarcio di luce colpì il suo volto dalla mascella pronunciata, arcigno e altero,illuminando dei corti e ispidi capelli dorati.

Seifer.

Tirò un sospiro di sollievo e ripose la frusta.

-Guarda,guarda. Cosa ci fai qui a quest’ora, Trepe? Non è un po’ tardi?-le domandò con la sua solita aria di padronanza e strafottenza,quando la vide rannicchiata per terra.
-Non sono affari tuoi ,Seifer-sospirò la giovane donna con aria scocciata.
-Ahia,siamo di cattivo umore?-ghignò lui,fissandola col suo sguardo penetrante;in una mano reggeva il Gunblade sporco. Quistis indugiò su di esso,e pensò che il proprietario probabilmente avesse fatto festa coi mostri incontrati lungo il percorso,sbaragliandone a centinaia. Per divertimento,ovvio. E ora le si presentava davanti tutto compiaciuto, con il suo spadone letteralmente bagnato di sangue scuro e luccicante. Davvero un bello spettacolo. Che sfrontato!
Non era mai riuscita a capirlo.
-E tu cosa ci fai qui?-domandò lei guardandolo finalmente negli occhi.
-Non sono affari tuoi- replicò lui, inarcando un sopracciglio.
“Ah ah,molto divertente”pensò Quistis. Bene,lei aveva altro da fare che stare a sentirlo. Che rimanesse. Non le importava. Tornò a concentrarsi sulle sue prove d’ammissione.
Seifer aveva preso ad aggirarsi tranquillamente,facendo scricchiolare in modo sinistro la punta del Gunblade per terra.
Che fastidio…
Non riusciva a stare concentrata.
No,basta. Non ce la faceva più.
-Scusa,ti dispiacerebbe smetterla?-fece con aria  seccata.
Seifer si fermò;le era di profilo. Voltò leggermente la testa e le lanciò un occhiata di sbieco.
-Come desideri.-
Quistis era furente. Non lo sopportava. Era pieno di se in un modo!…
L’aria si stava facendo più fredda e pesante. Quistis sentì la pelle d’oca. E pensare che era venuta lì per stare da sola e riflettere,per riposarsi…
-Ma quanto è noioso?-proruppe poi lui,spezzando il silenzio rigido che si era andato a creare.
-Cosa?-chiese lei.
-Scarabocchiare tutta quella roba.Perché non fai qualcos’altro invece di continuare a startene sui libri?-la guardava con una punta di curiosità.
-Quello che ho voglia di fare della mia vita è affar mio,che ti piaccia o no. Hai già avuto modo di dimostrare il tuo disappunto al riguardo, l’anno scorso. Non l’ho dimenticato.-dichiarò con espressione dura,posando la penna sul quaderno,e guardandolo dritto negli occhi.
Seifer aveva toccato un nervo scoperto.
-Naturalmente.Solo che,a mio parere…-mormorò lui pensieroso scrutando il cielo oscuro. Si passò una mano tra i capelli,scompigliandoseli ancor di più.
Quistis lo osservò con leggero interesse.
“Solo che…?”.
Cosa voleva dire?
Seifer si appoggiò con le braccia sul terrazzo.-Solo che è un peccato che una ragazza intelligente e giovane come te passi la sua vita in questo modo…-


Come?… Aveva capito bene?
Seifer che faceva un complimento a qualcuno? A Quistis Trepe?

Rimase interdetta. Sussultò,incapace di muovere un muscolo.
Ma cosa andava a pensare!? Non doveva certo permettere a Seifer di darle lezioni di vita,proprio per come era lui. Che presuntuoso!
Eppure…
Quistis era senza parole.
Seifer la guardò direttamente:aveva uno sguardo serio,più maturo,in quella circostanza.

Era bello.


Lei si perse nel contemplare ammaliata la luce cangiante dei suoi occhi;lasciavano trasparire una profondità ignota come il mare,erano ambigui e malinconici.
-Non so se mi spiego,ma sei sprecata qui al Garden. Il tuo talento vale molto di più-sembrava che soffrisse a pronunciare quelle parole.Gli costavano  un grande sforzo. Lui non esternava mai le sue emozioni.
- Seifer,ma tu cosa vuoi da me?…-mormorò Quistis sentendosi improvvisamente infelice e dispiaciuta per qualcosa che non riusciva a spiegarsi.
Ma perché era venuto lì?
Lentamente Seifer si lasciò cadere a terra,accanto a Quistis,poggiato contro la parete,lo sguardo fisso nel nulla.
Gli sfuggì una risata sprezzante,senza gioia,di chi si fa beffa di se stesso.
-Non lo so.-
I loro respiri riempivano l’aria intorno.
-Dovrei lasciarti stare,una buona volta,invece di dirti sempre quello che devi o non devi fare,dopotutto. Me ne stavo lì,dopo la ronda d’ispezione,e mi sono detto: “Perché non andare a tritare un po’ di teste al Centro d’Addestramento?Non ho niente di meglio da fare!” E così…eccomi qui…Ma pensavo di non trovare nessuno…-ammise.
Quistis incrociò le braccia,ormai era inutile continuare il suo lavoro di correzione:-Posso farti una domanda?-spostò lievemente la testa di lato.
- Dipende- rispose lui. Ma sul suo volto da duro era comparso un ghigno,che Quistis interpretò come un mezzo sorriso d’assenso.
-Perché ti piace uccidere?-sussurrò con un filo di voce. No,si era espressa male,troppo malignamente.
Seifer non rispose subito. Con incredibile sorpresa glielo rivelò poco dopo:

-Mi fa sentire forte…Forte dentro…-

 Quistis aveva smesso di respirare. Avvertiva tutto il dolore e l’angoscia che provava Seifer. Lui non si era trovato un posto in mezzo agli altri nel percorso della sua vita, e così si era trasformato in un carnefice,nel ragazzo prepotente ed eccessivamente orgoglioso,che prendeva in giro tutti e provava disprezzo per la sua stessa esistenza.
Adesso capiva la rivalità tra lui e Squall:lo aveva sempre saputo sin da piccola,quando erano all’orfanotrofio,che lui e Squall avevano qualcosa in comune;entrambi si mostravano indipendenti e autonomi,si isolavano dal resto del mondo,perché in realtà dentro erano delicati come porcellana…Mandavano tutto e tutti a quel paese per non piangere,per non soffrire…per non aggrapparsi alle affettività.

Per non essere deboli.

Eppure Squall aveva avuto il coraggio con Rinoa,il coraggio di prendere al volo la sua strada.
Anche Seifer avrebbe trovato qualcuno in grado di liberarlo dal suo silenzioso dolore.

Ecco perché,constatò. Seifer uccideva, perché la sofferenza e la solitudine del suo cuore potevano essere placati solo col sapore del sangue versato. Sangue versato = lacrime,sfogo personale,senso di dominio e sicurezza interiore.

Quistis sentì qualcosa di tiepido solleticarle il  viso. Si ridestò dai suoi pensieri e il cuore le galoppò in gola. Seifer le stava accarezzando una guancia con la sua mano grande e calda.
La fissava incantato.
Quistis trattenne il respiro,spiazzata.
-E’ la luce della luna che ti rende così bella,o sei proprio tu?…Lo sai? Tutte le volte per attirare la tua attenzione ti ho sempre stuzzicata in qualche moda,prendendoti in giro-
Tremò,le guance in fiamme,ogni particella del suo corpo in ebollizione. Negli occhi di Seifer si rispecchiavano i suoi, profondi e blu. Li vide brillare nei suoi.

-Mi fai impazzire-un sussurro pieno di emozioni. Lo sentiva,il cuore le stava scoppiando.
Sarebbe scoppiato.
-Seifer…-un piccolo gesto,così grande. Posò la sua mano sulla sua. Chiuse gli occhi e sorrise dolcemente.
-Questi non servono…-sussurrò Seifer sfilandole gli occhiali con delicatezza e contemplando estasiato i suoi occhi simili a due lapislazzuli.
Fu un istante. Le sue labbra si posarono su quelle di lei,rosse e morbide.
Il cuore le batteva troppo forte.

Mai. Mai come nella sua vita.

Seifer l’attirò con le sue forti braccia stringendola a sé. Fu un momento indescrivibile per entrambi.Si staccarono a malincuore.
-Scusa.>>mormorò-…Lo sai? Sei l’insegnante più splendida che io abbia mai incontrato e non ho potuto resisterti.-
Quistis appoggiò la testa sulla fronte di lui e gli cinse le braccia attorno al collo:-Seifer non mi sono mai sentita così bene…-.
Questa volta fu lei a baciarlo. Lui non si oppose ma approfondì il contatto. Le loro lingue si incontrarono -sussultarono entrambi per l’emozione-giocavano a intrecciarsi in tutte le direzioni esplorando la bocca l’uno dell’altra,assaporandosi.

Un bacio salato. Buono.

 Non lasciarono che quel senso di perenne piacere finisse presto. Rimasero stretti in un abbraccio mozzafiato. Si sentivano liberi…sereni. Continuarono a cullarsi in quel bacio unico. Erano una cosa sola,completa.
Passò un eternità quando si lasciarono. Seifer avvolse il suo mantello intorno alle spalle di Quistis perché non prendesse freddo. Rimasero abbracciati su quel lucido pavimento senza parlare. Seifer le accarezzò la testa posando il mento sul suo capo,gustando il profumo di fiori dei suoi capelli.
-Non lo dirai a nessuno vero?- le sussurrò sfregando il naso sul suo piccolo e delicato.
- Mmh,cosa?-
-Che...che ti amo…-.
Gli sorrise dolcemente.
-Ti vergogni di me?-
-No,mi sento l’uomo più felice di tutta l’esistenza. Solo non voglio  che qualcuno ci veda. Questa è una cosa speciale,tra te e me. Tu sei tutta per me-
Quistis era commossa. Gli baciò il petto.
-Ti amo.-
  
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