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Autore: yoko_kage13    26/12/2008    6 recensioni
Sai è geloso di Sasuke, costante pensiero nella testa di Naruto e vorrebbe con tutto il cuore prendere il suo posto. -Sasuke… -Io lo odio. Gli baciò con dolcezza i capelli biondi, sentendolo abbandonarglisi contro. -Io odio Sasuke, Naruto. Lo prese in braccio, sollevandolo senza il minimo sforzo e premendoselo contro. -Lo odio perché ti sta portando via da me.
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 Naruto sbuffò, rigirandosi per quella che gli parve la milionesima volta.

Quella sera non riusciva proprio a dormire…soprattutto dentro quella struttura, creata da Yamato-sensei pochi istanti prima.

In realtà…aveva freddo.

Eppure cercava di non scomporsi più di tanto quando quei brividi lo attraversavano.

Sospirò, stressato…cavolo, eppure non avrebbe dovuto avere freddo!

Non solo era circondato da quattro mura che lo riparavano, ma era anche coperto e si stringeva spasmodicamente nella giacca, che si era sfilato apposta!

Sbuffò, senza preoccuparsi di dare fastidio al ragazzo assopito di fianco a lui.

Beato Sai!

Guardandolo lo vide dormire beatamente, invece quella sensazione opprimente di avere mille aghi conficcati nella pelle non voleva proprio andarsene!

Ringrazziò il fatto che Sakura e il sensei non fossero lì, altrimenti avrebbe già ricevuto un pugno in testa e uno sguardo da brivido per tutto quel rumore.

Invece il ragazzo non pareva dargli attenzione.

Gli diede le spalle e sospirò.

Forse non era freddo quello che sentiva…forse erano solo le conseguenze della trasformazione…

Ricordava che era già successo una volta di aver sentito tutto quel gelo senza un motivo apparente…quella volta in cui l’Ero-sennin era quasi finito all’ospedale.

Era già pronto a passare una notte in bianco, quando da dietro due braccia calde e sicure circondarono il suo esile corpo.

Sobbalzò, voltandosi di scatto.

-Ma sei impazzito?

Sai gli rivolse uno di quei rari, ma veri, sorrisi.

-Non riesco a dormire con tutto il chiasso che fai.

-E ti sembra un motivo sufficiente per abbracciarmi?

Il giovane divenne serio, schiudendo i suoi occhi color notte prima di riabbassare le palpebre.

-Ora dormi.

Naruto arrossì tremendamente.

“Ma che gli salta in mente?”

Poi però capì.

Con quel corpo caldo vicino al suo il freddo pareva aver avuto paura ed essersi nascosto da qualche parte lontano da lui.

Si sentì divenire color peperone.

Come diavolo aveva fatto a capire il motivo della sua insonnia?

Non lo sapeva, ma credette di doverlo ringraziare in qualche modo.

Lo osservò meglio, notando che non si era trascinato dietro il suo sacco a pelo, ma stava disteso sul pavimento freddo senza lamentarsi.

Naruto alzò uno sguardo imbarazzato.

-S-Sai?

-Mmmhm?

Il biondo non disse niente, ma si scostò in modo da creare un piccolo spazio al moro, che gli rivolse uno sguardo dolce, infilandosi sotto le coperte e attirandolo al petto.

L’altro spalancò gli occhi, sorpreso.

-Mamamamamamamamama…MA CHE DIAVOLO FAI?

-Ssssh…sei stato tu a dirmi di stare accanto a te no? Beh, non ci entriamo in due, tranne che in questo modo, quindi non lamentarti e dormi.

Naruto si bloccò di colpo, dandogli ragione.

E poi…due corpi vicini sono molto più caldi, no?

E il calore portava torpore…si sentiva così stanco quella sera che non gli passò nemmeno per la testa il continuare ad agitarsi.

Sbadigliando, si creò uno spazio confortevole contro la spalla del più grande, torcendogli la maglietta tra i pugni, addormentandosi piano, cullato dal suo respiro che gli sfiorava la pelle, dandogli uno strano senso di pace…una pace che divenne più profonda quando Sai prese a carezzargli i capelli, giocandoci amorevolmente, sfiorandogli alle volte il viso.

Avrebbe voluto sottrarsi a quel tocco, ma, stranamente, si ritrovò senza le forze per farlo.

Perché avrebbe dovuto poi?

Perché doveva sempre sottrarsi a tutto ciò che riteneva piacevole, come aveva sempre fatto in passato?

Si disse che, per una volta, poteva anche fare uno strappo alla regola…e poi dimenticare di aver ceduto.

Sai, vedendolo abbandonato contro di lui, gli occhi chiusi, i capelli che gli contornavano il viso sereno, liberi dalla stretta del copri fronte, si azzardò a dargli un piccolo bacio sulla fronte, ottenendo un miagolio represso che lo fece sorridere mentre passava le mani sulla sua schiena e stringeva più forte quel corpo gelato fra le braccia, abbandonandosi al sonno, sentendo la morbida pelle rilassarsi sotto il suo tocco.

 

 

Calore…

Calore e un senso sconosciuto di protezione e pace.

Naruto si girò verso quel tepore, affondando il viso contro qualcosa di solido, ma che al contempo sembrava così morbido.

Socchiuse gli occhi, l’istinto lo portò a farlo, anche se avrebbe voluto continuare a dormire.

Era esausto, stanco come non era mai stato in vita sua.

Non restava niente della proverbiale forza che l’aveva sempre animato, lo riempiva soltanto un vago desiderio d’oblio.

Ecco cos’era il nulla.

Ma nella sua mente, incontrollata, arrivavano immagini, suoni…suoni che formavano parole, parole che lo ferivano.

Occhi neri…occhi rossi…e un vago senso di terrore.

-Sasuke…

Sentì che qualcosa di caldo gli scivolava lungo la guancia.

Perché i ricordi facevano più male dei momenti presenti?

“I legami  confondono e indeboliscono i desideri più forti e i sentimenti più importanti.”

Come aveva potuto tradire così quello che erano?

Non aveva davvero significato niente per lui tutto ciò che avevano vissuto insieme?

-Sasu…

“Non è che non potessi spezzare il nostro legame…non volevo ottenere il potere seguendo i suoi consigli.”

Perché…perché…perché…?

-Sasu…ke…

“L’unica cosa che ti posso dire…

“Non ascoltare, non ascoltare, non ascoltare…”

è che quella volta sei sopravvissuto per un mio capriccio.”

Dunque…era stato solo questo? Solo un capriccio passeggero che non aveva contato poi nulla di particolare?

Si lasciò sfuggire un singhiozzo disperato alla sensazione soffice della pelle contro il suo viso e artigliò ciò che aveva a portata di mano e che, aprendo gli occhi, scoprì essere una maglia scura e aderente.

Sobbalzò, tentando di alzarsi e ricadendo goffamente sul petto del compagno, arrossendo vergognosamente della sua debolezza.

Subito, le braccia del compagno gli cinsero la vita e le spalle, trattenendolo.

-Stà buono…

C’era quasi una nota scocciata nella sua voce assonnata e, quando lo guardò, avvertì un brivido.

Sai somigliava davvero tanto a Sasuke…più di quanto non avesse mai ammesso, eppure al contempo erano profondamente diversi.

I due avevano lo stesso color ebano degli occhi, ma quelli del giovane che aveva davanti risplendevano di una luce viva e matura ed erano leggermente più affilati, dandogli un tocco d’eleganza che veniva ampliata dai corti capelli scuri, solo alcune ciocche gli cadevano, ribelli, sulla fronte.

Ed in quel momento l’Uzumachi realizzò di avere davanti una persona forte, una persona che doveva aver affrontato l’inferno uscendone incolume, con ancora la forza di andare avanti.

Ed inconsciamente non sapeva di essere stato lui a dargliela.

-D-dove sono Sakura ed il sensei?

-A quest’ora saranno ancora qua vicino, ci vogliono almeno due giorni perché arrivino a Konoha.

-Cosa?

-Sono partiti alcune ore prima che ti svegliassi.

-Questo significa che…

Sai gli sorrise come se pensasse qualcosa che il suo cervello non sarebbe mai riuscito a elaborare.

-…siamo soli qui io e te.

-…ma-ma-MA CHE DIAVOLO GLI E’ VENUTO IN MENTEEEEEEEEEE?

-Non arrabbiarti.

Il ragazzo si mise seduto, trascinando dietro anche Naruto, che fu costretto a sistemarsi sulle sue gambe, posando la guancia sulla sua spalla.

-Sakura ti ha visitato questa mattina e ha detto che eri troppo debole per viaggiare…che non sarebbe servito a niente che lei condividesse il suo chakra con te perché siete ad un livello completamente differente, quindi non avrebbe potuto fare molto. Così ci hanno lasciati qui, li raggiungeremo noi quando starai meglio.

-Ma io sto benissimo.

-Già…tu STARAI benissimo dopo aver dormito ancora e aver mangiato qualcosa.

-Ma…

Il sorriso benevolo sparì dal volto del più grande, lasciando il posto ad un’espressione troppo seria per i suoi gusti.

-Perché ti ostini sempre in quello che è sbagliato? Non capisci che alla fin fine diventi un peso per il gruppo?

Naruto sgranò gli occhi, trattenendo il respiro.

Un peso? 

Si rannicchiò su se stesso, rimanendo immobile nel tentare di trattenersi.

Come aveva potuto dire una cosa così orribile?

 

 

 

 

Sai aprì lentamente gli occhi.

Era stranamente…scomodo, come se mancasse qualcosa.

Stiracchiò i muscoli, sbadigliando e strofinandosi gli occhi.

Tentava di snebbiare la mente ancora mezza addormentata.

Cosa del tutto naturale a quell’ora della notte.

Si mise a sedere, tentando di sondare nel buio.

Cos’era successo quel giorno?

Dunque…aveva dato da  mangiare e aveva mangiato , aveva disegnato, aveva dormito…con chi?

“Naruto!”

Si alzò di scatto, guardando il sacco a pelo accanto al suo.

-Dove si è cacciato adesso?

Con uno strano senso d’allerta, lo stesso che lo aveva svegliato durante la notte, si mise la maglietta, allacciandosi in vita la sacca con le armi, e si precipiò fuori, ignorando la leggera pioggia che di lì a poco sarebbe diventata un vero temporale.

Tentò di calmarsi, sondando il terreno fangoso.

Ci volle un po’, ma riuscì a trovare delle impronte fresche che stavano svanendo nell’acqua.

Avanzò velocemente verso gli alberi, seguendo la debole scia del chakra del compagno.

Naruto era a terra, seduto sulle ginocchia ad osservare il lento scorrere di un ruscello, senza curarsi di niente all’infuori di esso.

Teneva le braccia mollemente abbandonate lungo i fianchi, lo sguardo perso, i capelli che gli si stavano appiccicando alla pelle.

Sai rimase a guardarlo per qualche istante prima che il suo cervello riprendesse a funzionare.

-Naruto?

Il biondo tremò, ma non diede altro segno di averlo sentito, nemmeno quando gli si inginocchiò a fianco.

-Naru?

Gli sfiorò una spalla, per poi afferrargliela con forza.

-Mi senti, baka?

Il ninja spalancò di scatto gli occhi, sottraendosi al suo tocco, tentando di rialzarsi, fallendo miseramente.

Il suo slancio era stato così improvviso che si trovò quasi disteso, poco più lontano di prima dal compagno, i vestiti imbrattati di fango, il corpo tremante.

-Non mi chiamare mai più così, non azzardarti neanche!

Sai rimase spiazzato dalla sua risposta, ma tentò nuovamente di avvicinarglisi, tendendo una mano.

-Non mi toccare!

Nel momento in cui si trovò a pochi centimetri da lui, Naruto si avvolse il corpo con le braccia, nascondendo gli occhi lucidi sotto la frangia.

-Non mi toccare…

Sai strinse a pugno la mano, ritraendola.

-Perché…perché?

Fu forse il suo tono, tra il furioso e il disperato a spingerlo ad alzare lo sguardo.

-Perché non vuoi che ti tocchi? Perché non posso chiamarti “baka”? Perché mi respingi sempre?

Naruto non riuscì a capire quando si fosse mosso ma si trovò incatenato al suo petto, il viso contro la spalla, in un abbraccio così caldo e meraviglioso nonostante la pioggia da desiderare di abbandonarvisi con un sospiro grato.

-Perché, Naru?

Senza che se ne accorgesse, dagli occhi azzurri iniziarono a cadere lacrime che andavano a mischiarsi alle gocce che gli imperlavano il viso.

-Perché deve essere solo lui?

Naruto strinse tra le mani la terra bagnata, evitando così di alzarle a ricambiarlo.

-Perché non puoi scegliere me?

La presa sul fango  si fece più forte, dalle sue labbra iniziarono a sfuggire rari singhiozzi che lo facevano sobbalzare e tremare…e poi…

-Sasu…

Sai aprì gli occhi, rimanendo immobile al suono di quella voce.

In quel momento la sicurezza che non avrebbe mai pronunciato il suo nome così gli fece mancare un battito.

-Sasuke…

-Io lo odio.

Gli baciò con dolcezza i capelli biondi, sentendolo abbandonarglisi contro.

-Io odio Sasuke, Naruto.

Lo prese in braccio, sollevandolo senza il minimo sforzo e premendoselo contro.

-Lo odio perché ti sta portando via da me.

 

 

Sai distese il ragazzo, facendo attenzione perché non sbattesse.

Era semincosciente e frastornato, completamente abbandonato ai sensi, ma almeno, si era fatto trascinare all’asciutto.

Con un sospiro, si chinò su di lui, asciugandogli i capelli per poi togliergli la felpa.

Per un attimo si bloccò, ma si disse che doveva continuare se non voleva fargli buscare un raffreddore, cosa che, dalle guance rosse e dal respiro affannato, sarebbe stata inevitabile.

Naruto aveva una vita sottile, che non lasciava notare dai vestiti enormi che era solito indossare, e dei fianchi stretti che ricordavano più una figura femminile, delle gambe slanciate, ma muscolose, come le braccia.

Dopo averlo lasciato nudo sotto di sé, si soffermò su un particolare che non aveva notato prima.

Le mani di Naruto erano piccole.

Le prese tra le sue, sfregandole in un asciugamano per togliere la terra che lo aveva sporcato.

Piccole e affusolate, con unghia leggermente appuntite e piccoli tagli e bruciature mal curate sulla pelle abbronzata.

Non resistette e portò le labbra su uno di quei tagli, depositandovi un bacio fuggevole.

-S-Sai…?

Naruto si mosse leggermente, aprendo gli occhi.

Il moro gli sorrise, scostandogli la frangia umida dalla fronte.

-Baka…

Lo disse con estrema dolcezza, ripetendo il gesto con l’altra mano.

Naruto arrossì, abbassando lo sguardo.

-Teme.

Il più grande passò a baciargli le guance, per poi scendere in un tocco stentato sulle labbra, sul collo, sul petto…ghignando nel sentirlo ansimare e muovere nel tentativo di un contatto più profondo.

Gli fece aprire le gambe, toccandolo in modo da farlo gemere incontrollatamente, riuscendo nel suo intento quando il suo tocco si spostò sui glutei sodi e li separò con rispetto, massaggiandolo per tranquillizzarlo.

Succhiò la sua pelle sul bacino, mordendolo famelicamente, lasciando saettare la lingua sul tatuaggio, ma, sentendosi tirare i capelli, tornò col viso alla stessa altezza del suo.

E, per la prima volta, posò le labbra sulle sue, saccheggiando quella bocca, che si era dischiusa per lui.

Poteva quasi percepire il battito accellerato del biondo, che andava a tempo col suo.

-Sai?

-Mmmhm?

-…gomen…

Il moro portò via quelle lacrime salate con la lingua, stringendolo a sé per confortarlo.

Le braccia di Naruto si allacciarono intorno al suo collo.

-Gomenasai…

-Sssh, non c’è bisogno.

-Invece sì…perché io sono solo un peso…

Sai si allontanò da quel caldo contatto solo quel poco che gli permise di guardarlo negli occhi.

-Naruto…baka!

Il giovane sorrise tra le lacrime, sfiorandogli una guancia con la punta delle dita.

-Gomen… ma per adesso non farmi pensare ad altro che a te.

-Lo farò.

-Resta con me.

-Resterò.

 

 

-Saaaaaiiiiiiiiiiiii!

Il ragazzo guardò in basso dal suo confortevole rifugio sul tronco di un albero.

Naruto lo studiava con un broncio così irresistibile da farlo sorridere.

-Avevi promesso!

-Mmmhm…

Con un movimento felino, saltò giù, proprio davanti al compagno.

-Mmmhm…promesso…cosa?

Nascose una risatina, portandosi una mano sulle labbra quando l’altro si voltò.

-Teme!

Ma non lasciò che si allontanasse da lui e gli premette una mano sulla spalla.

-Questa notte dovrai ricompensarmi per questo.

Gli premette un dito sulle labbra, esercitando una leggera pressione perché le schiudesse, cosa che ottenne unita a una leccatina.

Naruto lo guardò, un misto di sorpresa e stupore.

-Hai aspettato che mi allontanassi per…

Sai gli porse la coppetta di gelato che aveva preso mentre il compagno era andato a parlare con Kakashi della missione appena svolta.

Si, glielo aveva promesso.

“Un appuntamento…

Gli aveva detto, dopo quella prima volta nel capanno, mentre era intento a somministrargli una buona dose di carezze.

…me lo concederesti?”

“Certo…però mi dovrai offrire un gelato!”

“Avrei scommesso che avresti detto ‘ramen’.”

“Voglio vedere se riesci a indovinare il mio gusto preferito.”

Naruto sorrise.

-Hai indovinato, ma come hai fatto?

Sai sbuffò.

-Ci sono andato ad intuito!

-Non c’era mai riuscito nessuno prima.

E rubò un’altra cucchiaiata, mischiando i due gusti.

-Mi piace anche la liquirizia! Il contrasto con l’arancia è perfetto.

-Mi sembra ovvio…

“In fondo è come se fossimo noi due insieme…”

Eppure si limitò ad un sorriso, tenendo per sé quel pensiero.

 

 

 

 

 

 

  
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