Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: EmilyG66    23/04/2015    1 recensioni
Una fanfiction diversa dalle altre in cui Jack ed Elsa vivono nello stesso arco di tempo, che racconta il loro incontro e di come nel corso del tempo si siano avvicinati. (Elsa dovrebbe avere 21 anni ma mi piace pensare che ne abbia diciotto). I personaggi non appartengono a me alla Disney e alla DreamWorks.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elsa, Jack, Frost
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era inverno ed Arendelle era ricoperta di soffice, bianca e scintillante neve. Abbastanza distante dal castello, si trovava un altro villaggio immerso completamente nella natura.
La foresta che lo circondava era abbastanza grande, del tutto innocua e senza la presenza di animali feroci.
Si diceva che fosse la meta preferita dei regnanti di Arendelle.
Di fatti nel mezzo della foresta una bambina di circa sei anni stava correndo verso un laghetto ghiacciato e cautamente si guardò intorno.
Aveva una carnagione pallida, occhi azzurri, capelli biondi color della luna raccolti una treccia ed indossava un vestitino celeste.
Quella bambina era Elsa, la principessa di Arendelle.
Si fermò sulla sponda dello specchio ghiacciato impaziente.
Cercò con lo sguardo un sasso da tirare per testare se il ghiaccio fosse sicuro, come le aveva insegnato suo padre, ma si fermò.
Un ragazzino, che aveva circa due o tre anni in più di lei, stava giocando sull’altra sponda del lago con la neve fresca.
Aveva i capelli marroni, indossava un mantello dello stesso colore dei suoi pantaloncini e una camicetta bianca.
Il ragazzino si alzò prendendo un sasso, evidentemente avendo la sua stessa idea, e lo lanciò sul ghiaccio.
Questo non si ruppe e il bambino cautamente cominciò a camminarci sopra.
Scivolò qualche volta poi si girò e si accorse di Elsa.
Lei era rimasta in disparte ad osservarlo ma come fu scoperta corse a nascondersi dietro un albero.
Era molto timida.
-C…ciao? –le disse il ragazzino.
Elsa sbucò da dietro l’albero e lentamente si avvicinò al laghetto.
Una volta sopra lo specchio d’acqua, e a qualche metro dal ragazzino, fece una piccola riverenza come le aveva insegnato la mamma.
Lo salutò poi normalmente.
-C…ciao. Come ti chiami? Io sono Elsa. –disse timidamente.
Il ragazzino sorrise.
-Io Jack. Vuoi giocare con me? –le chiese.
Elsa non sapeva cosa rispondere, avrebbe dovuto chiedere il permesso ai suoi genitori prima.
-Elsa! –si sentì chiamare.
-Sono qui madre! –rispose la principessa.
Da un sentiero innevato comparvero il re e la regina a cavallo, e sul destriero della donna c’era un’altra principessina di circa quattro anni. Aveva i capelli castani e si guardava in giro rimanendo abbracciata a sua madre.
Si trattava di Anna.
-Elsa ti avevo chiesto di aspettare prima di camminare sul ghiaccio. –le ricordò il re smontando da cavallo.
-Padre è sicuro. –le rispose.
Lo sguardo del re fu comprensivo poi notò Jack.
-E quel bambino chi è, un tuo amico? –chiese alla figlia.
Elsa lo guardò nuovamente.
-Sì padre. Il suo nome è Jack. –
Il ragazzino stava per fare un inchino quando anche lui si sentì chiamare.
-Jack! –
Si voltò in tempo per vedere una giovane donna dai capelli marroni correre verso di lui e arrestarsi di colpo.
-Oh vostre maestà! –disse facendo un inchino.
Jack la imitò subito.
-Buon pomeriggio. –la salutò il re.
-Padre posso giocare un po’ con Jack? –chiese Elsa infine.
I suoi genitori si guardarono perplessi poi il re richiamò Elsa che camminò a passo spedito verso di lui.
-Potrai giocare con Jack solo se mi prometti che non userai la magia. D’accordo? –sussurrò all’orecchio della figlia.
-Sì! Grazie! –esclamò contenta Elsa.
Diede un bacio a suo padre e poi andò da Jack.
Cominciarono a giocare, prima con la neve e in seguito sul ghiaccio sempre sotto gli occhi attenti dei genitori.
-Madre, anch’io voglio scendere a giocare. –disse dopo un po’ di tempo Anna stanca di stare ferma.
-No tesoro, Jack è un amico di Elsa e tu potrai giocare con lei a casa. Va bene? –le chiese la regina.
Anna annuì ma non sembrava convinta.
Intanto Jack ed Elsa si stava divertendo e ridevano tantissimo.
-Sei simpatico. –ammise Elsa sorridendo.
-Anche tu. –le rispose Jack ricambiando il suo sorriso.
Avevano costruito due pupazzi, si erano distesi sulla neve per fare degli angioletti ed ora stavano cercando di pattinare senza cadere.
Jack era quello che se la cavava meno, infatti Elsa gli prese le mani molte volte per farlo stare in piedi finché alla fine non caddero entrambi ridendo.
-Elsa! È ora di andare! –le disse suo padre.
-Arrivo! –esclamò lei, poi si voltò verso Jack.
-Verrai a giocare qui anche domani? –gli chiese.
Il ragazzino si girò verso sua madre che sorrideva continuamente guardandoli.
-Se non nevicherà, e se Jack si comporterà bene, verrà di sicuro qui a giocare.
Elsa annuì e salutò la donna con una riverenza che fu ricambiata da un inchino.
Fu poi il turno di Jack, ed infine Elsa ritornò dai suoi genitori.
-Padre, Jack può venire a giocare al castello qualche volta? –chiese speranzosa mentre il re la metteva sul cavallo.
-Certamente Elsa. –rispose alla figlia, lei lo abbracciò forte e salutò con la manina il suo amico che tornava a casa con la madre.
Il giorno dopo Elsa e Jack giocarono ancora insieme mentre la regina e la madre di Jack chiacchieravano e passeggiavano con Anna.
Il re invece era rimasto al castello per degli affari.
Intanto Elsa chiese a Jack quale fosse la sua stagione preferita.
-L’inverno! –rispose lui facendo un altro pupazzo di neve con la principessa.
-Anche la mia! E il tuo colore preferito? –chiese nuovamente.
-L’azzurro. –rispose ancora il ragazzino.
-Tu fai molte domande. –ammise.
-Puoi farle anche tu. –gli rispose sorridente lei.
Le giornate passarono così finché non cambiò stagione e i due ragazzini si persero un po’ di vista, poi Elsa colpì per sbaglio sua sorella e non le fu più permesso di giocare con lei.
Entrambe le principesse erano molto tristi.
Un giorno però…
-Vostre altezze reali avete una visita. –dichiarò il maggiordomo.
Dopo l’approvazione del re e della regina i visitatori si fecero avanti, erano Jack e sua madre.
-Vostre maestà. –disse la donna con un inchino mentre suo figlio faceva lo stesso.
-Jack voleva chiedere se fosse possibile per la principessa Elsa di giocare con lui. –dichiarò la donna.
Il ragazzino intanto guardava stupito il palazzo.
La regina si alzò con il miglior sorriso che riuscì a fare e disse:
-Ma certamente. Andremo subito a dirglielo, caro…- chiamò il re facendogli segno di seguirla.
Lui si scusò e la raggiunse nel corridoio.
-Cara non penserai di…-
-Tesoro, Elsa è molto giù per non poter più giocare con Anna…-
-È per il suo bene. –intervenne il re.
-Sì lo so, ma non portiamole via l’unico amico che ha. Sarebbe terribile anche per quel bambino. –affermò la regina supplichevole.
-D’accordo…-rispose suo marito sospirando.
La donna lo baciò e lo ringraziò, poi andò da Elsa mentre il re tornò nella sala del trono.
La regina bussò alla porta della camera di sua figlia.
-Elsa, cara posso entrare? –chiese dolcemente.
-Sì, entrate madre. –rispose la principessa con voce triste.
La regina varcò la porta ed osservò sua figlia.
Era seduta sul suo letto con un libro pieno di figure tra le mani.
-Tesoro c’è una visita per te. –ammise contenta sua madre.
Elsa si voltò di scatto.
-Anna? –chiese lentamente.
La regina scosse la testa.
-No. Si tratta di Jack, è venuto a trovarti per giocare con te. –affermò.
Elsa ne fu felice e sembrò illuminarsi, anche la stanza sembrava meno fredda ma poi il suo sorriso si spense e si guardò le mani coperte dai guanti.
-Ma madre io non…non posso…–cominciò a dire.
La regina la fermò.
-No Elsa, puoi giocare con Jack. Basta che tu non gli riveli dei tuoi poteri e, se non avrai paura, tutto andrà bene. Hai paura quando sei con Jack? -le chiese.
Elsa scosse la testa e sua madre sorrise.
-Allora andiamo. –la incoraggiò prendendola per mano.
La principessina annuì e scese allegramente dal letto.
Come arrivarono nella sala del trono…
-Elsa! –esclamò Jack.
Lei si fermò sorridente ma ancora un po’ insicura.
-Ciao. –rispose.
-Principessa. –la salutò la madre di Jack con un inchino ricambiato come al solito da una riverenza.
Elsa guardò sua padre per una conferma e lui annuì con la testa, allora la principessa corse da Jack afferrandolo per un braccio.
-Vieni Jack! Ti faccio vedere il castello! –esclamò tutta contenta correndo via con lui.
Gli adulti presenti ridacchiarono poi il re si rivolse alla madre di Jack.
-Ditemi, vostro figlio è sempre felice e spensierato? –le domandò.
-Oh sì. È molto attivo, sembra una piccola bufera di neve. –ammise la donna, ma guardando le facce preoccupate dei regnanti si corresse.
-Ma è giudizioso e quando fa dei pasticci trova sempre il modo di rimediare. È un bambino molto caro e attento anche se un po’ dispettoso. –continuò a dire la madre di Jack.
-Ma io mi fido ciecamente di lui. –dichiarò infine.
Il re e la regina si scambiarono un’occhiata, forse dovevano fidarsi anche loro di Elsa.
Intanto Jack venne condotto ovunque da lei: nelle stalle, nei giardini e persino sul tetto ma sempre accompagnati da un servitore.
La principessa era felicissima di rivede Jack e di giocare con lui.
Si sentiva sicura di non potergli fare del male e così fu.
  
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