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Autore: Dian87    28/04/2015    5 recensioni
Si dice che prima di morire ti passi tutta la vita davanti...
Genere: Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordate le mattinate passate a giocare sul prato? Con tutti i bambini che si arrampicavano sui giochi?
Beh, siete o fortunati o morti.
Non ho potuto avere ricordi di quel tipo, perché all'incirca settant'anni fa il Sole subì un'evoluzione e le radiazioni divennero mortali per chiunque avesse osato mettere il piede fuori di casa... non per tutti andò così perché una melodia proveniente dallo spazio aveva iniziato a risuonare attraverso le radio e le televisioni, modificando il genoma dei ragazzi. Essi divennero "gli Altri" e poterono vivere nella nuova Terra, mentre noi ci ritiravamo nelle viscere della nostra madre. Ma non tutti furono così fortunati da poter vivere in clandestinità...


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«Presto, stanno tornando.» 
Delle voci colpirono il mio orecchio e aprii gli occhi. La luce filtrava attraverso le sbarre della mia gabbia, ma pur da lì riuscii a vedere che la porta della stanza si stava socchiudendo. Strisciai, mentre la porta si apriva e quattro individui entrarono. Erano... strani, finora avevo visto solo gli Altri dalle loro pelli metalliche, questi avevano la pelle rosa come la mia e una cosa in testa che gliela ricopriva.
«Piazza la bomba ed andiamocene.» ordinò quello che forse era il capo, indicando con un gesto il computer dove spesso avevo visto il capo ricercatore scrivere i nostri dati.
Non avevo sentito mai nominare una cosa chiamata "bomba", ma vidi una di quelle persone avvicinarsi alle gabbie.
«Non possiamo lasciarli qui.» commentò, guardando i miei compagni distribuiti nelle varie gabbie. «O non saremo meglio di loro.»
«Fidati, Giacomo, per loro è meglio esser morti che continuare a vivere così.»
«Così... come?»
La mia voce li fece girare di scatto e mi tirai in piedi. Erano molto più alti di me, ma non era una cosa inusuale.
«Non rispondere, Giacomo, non sono altro delle cavie... almeno non soffriranno più per i loro esperimenti.» fu la dura risposta del capo e spostai lo sguardo su di lui.
«Io voglio sapere.» ribattei.
Osservai di nuovo quello davanti a me, che aveva qualcosa sulla testa di colore scuro, quasi nero, ed occhi altrettanto scuri. Lui allungò la mano attraverso le sbarre e mi ritrassi di un passo.
«Possiamo liberarne almeno qualcuno.» ribatté lui.
Il capo scosse la testa. «Hai tempo per uno solo.»
Si allontanò di scatto e andò a rovistare tra le scrivanie, ma io mi avvicinai alla serratura e allungai la mano per cercare di ripetere quel che avevo visto fare più volte agli scienziati. Ci volle qualche tentativo, ma la porta si aprì mentre l'altro si disperava per il non riuscire a trovare i codici e i suoi compagni avevano piazzato un oggetto con una lucina ad intermittenza sotto una scrivania.
«Giacomo, smettila, non c'è più tempo.» commentò rudemente il capo. «Ne troverai sicuramente altri da salvare.»
Aprii maggiormente la porta.
«Io sono pronta a venire...» dissi.

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Questo fu il mio primo incontro con gli Umani, come si facevano ancora chiamare. Presso di loro appresi alcune arti come la sconosciuta arte del vestirsi, del pettinarsi e la vita in mezzo ad altri esseri a me simili. Giacomo divenne il mio responsabile e mentore, ma ebbe la fortuna del fatto che imparavo in fretta... forse troppo avrei scoperto quasi sei mesi dopo...

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Eravamo nella palestra d'arrampicata e mi asciugai le mani sui pantaloni, spostando lo sguardo su Giacomo.
«Il tuo tempo migliore è due minuti.» mi ricordò.
«Che tempo devo battere?»
«Un minuto e mezzo.»
Studiai gli appigli e le vie migliori, quindi feci un cenno d'assenso. Iniziai a scalare la parete verticale, liberando la mente da ogni pensiero, dalla paura dell'altezza e dal fatto che non ero assicurata, anche se sotto di me si trovavano dei materassi. Sentii l'interfono suonare e l'uomo andare a rispondere, ma non feci caso a quello che stava dicendo mentre mi afferravo in una fessura e mi spingevo con le gambe.
«COME?!» l'esclamazione di Giacomo mi fece quasi perdere l'equilibrio, ma mi appiccicai alla parete, spostando lo sguardo verso di lui. «Sì, sì... ho capito... quindi andrà nella prossima missione... sì, credo sia pronta...»
Mi lanciò un'occhiata e ripresi a salire, terminando le ultime braccia che mi separavano dalla sommità. Lo guardai e fermò il timer, facendomi cenno di scendere. Presi un respiro profondo e mi voltai, lanciandomi nel nulla. Il salto non durò molto, ma non appena toccai il suolo feci una capriola per evitare di rompermi una gamba e mi rialzai in piedi.
«Come sono andata?» chiesi, avvicinandomi a lui e appoggiandomi al banco presso il quale era seduto.
«Ah, sì... bene...» che il suo tono fosse distratto era comprensibile anche ad un cretino.
«Partirò per la prossima missione?»
Semplicemente annuì come risposta e portò una mano alla fronte. Avevo visto diversi umani nel mio soggiorno in quella base per sapere cosa facevano in quei momenti e mi avvicinai a lui un po' di più. Comportarmi come loro o no? Lo baciai delicatamente sulla fronte e lui mi strinse forte.
«Vedi di non metterti in pericolo inutilmente...» mi sussurrò e ricambiò il bacio, ma puntò alle mie labbra e non alla fronte.
Sentii quella sensazione diversa e chiusi gli occhi, ricambiandomi la stretta.

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Si dice che prima di morire ti passi tutta la vita davanti... beh, allora ho avuto una vita molto breve o dei ricordi molto vividi. Osservo il cielo sopra di me, con la luna piena e le stelle che impallidiscono al confronto, mentre il sangue esce dalla ferita alla spalla... quei maledetti sono stati bravi e mi hanno centrato l'arteria...
Almeno... non ho rimpianti...


Titolo:  Tutta la vita davanti agli occhi
Nick (entrambi): Dian87
Rating: giallo
Generi: fantascienza / introspettivo
Avvertimenti: - 
Introduzione: Si dice che prima di morire ti passi tutta la vita davanti... 
Immagine: http://guidesmedia.ign.com/guides/811232/images/heavy_rain_52.jpg
Eventuali note: -
  
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