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Autore: EdSheeran    29/04/2015    43 recensioni
Che poi, diciamoci la verità, come avrei fatto a non riconoscerlo? Un viso così lo riconoscerei ovunque.
Sempre che sia così. Per quanto la pensavo io, quella foto era sicuramente photoscioppata, era impossibile essere così perfetto, senza nemmeno un’imperfezione e per di più con quegli occhi! Andiamo! Ero scemo, ma non fino a quel punto.
*****
-Mi presento, sono Derek Hale. Il tuo fidanzato.-
“Magari..” pensai.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nella lista delle cose fondamentali per ottenere una bella giornata, come numero uno avrei sicuramente messo: Il risveglio.
Perché, ammettiamolo! Una bella giornata è sempre preceduta da un bel risveglio.

E quella….
Quella sarebbe stata sicuramente una bellissima giornata.


Mi svegliai con calma, aprendo lentamente gli occhi cercando di abituarmi alla luce del sole che trapelava dalle finestre illuminando l’intero abitacolo. Sorrisi nel sentire il dolce cinguettio degli uccellini accompagnato dal suono di tazzine di ceramica che entravano in contatto. Mi voltai verso destra, seguendo quel rumore ed il mio sorriso aumentò nel vedere la schiena nuda di Derek intento ad armeggiare con i fornelli.
Mi stiracchiai meglio sul materasso, occupandone tutto il perimetro e, dopo aver sbadigliato un’ultima volta, decisi di alzarmi e di palesare la mia presenza.

Fu davvero difficile alzarsi dal letto per via delle forti fitte che mi ricordavano ancora una volta cosa fosse successo, rendendomi quasi euforico, ma alla fine ci riuscii. Prima di raggiungere la mai dolce metà, mi premurai di coprirmi dato che, nonostante fosse una bella giornata, faceva leggermente freddo. Raggiunsi la sedia dove vi erano piegati i miei vestiti…o meglio, dove Derek aveva sistemato i miei vestiti…

Il mio dolce maniaco dell’ordine!

Indossai alla svelta i miei boxer ma, approfittando del fatto che Derek non indossasse la sua camicia, decisi di indossarla io, sorridendo nel constatare che mi andasse “leggermente” grande.
Beh, meglio così, non avrei dovuto indossare per forza i pantaloni.

Raggiunsi silenziosamente Derek in cucina e lo cinsi dolcemente da dietro, sentendolo sobbalzare.
-Stiles, mi hai spaventato!- rise leggermente, girandosi nell’abbraccio per potermi guardare.
-Tanto che sono brutto di prima mattina?- scherzai, poggiando il mento al centro del suo petto, guardandolo dal basso.
Lui sorrise e mi carezzò delicatamente una guancia, guardandomi in quel modo così pieno di…amore e venerazione..da riuscire a far sciogliere il mio povero cuore.
-Sei bellissimo.- sussurrò facendo passare ripetutamente lo sguardo dai miei occhi alla mia bocca.-E non solo di mattina, lo sei sempre.- finì la frase avvicinandosi per potermi baciare, prima che lo fermassi portando una mano davanti la mia bocca.
-Alito mattutino. Micidiale.- giustificai il mio gesto quando vidi il suo sguardo confuso.
-Sai cos’altro è micidiale?- domandò serio.
-Cosa?- domandai sbattendo velocemente le palpebre.
-Non baciare il proprio ragazzo di prima mattina.- rispose prima di allontanarmi la mano dalla bocca e congiungere le nostre labbra.

Repressi una risata contro la sua bocca e ricambiai il bacio portando le braccia intorno al suo collo, stringendolo maggiormente a me.
-Cos’è questo odore?- domandai sulle sue labbra, sniffando forte.-Caffè?- domandai con gli occhi che si illuminavano per la felicità.
-Ti stavo preparando la colazione, avevo pianificato tutto.- borbottò distogliendo lo sguardo dal mio.-Ma ti sei svegliato prima del previsto e-
Non gli feci finire la frase, certo che no! Come potevo non baciarlo in quel momento?! Voglio dire…Derek aveva pianificato di prepararmi la colazione e di portarmela a letto, svegliandomi sicuramente con un bacio e…no! Il mio cuore non poteva reggere ancora per molto…
-Ti amo.- sussurrai baciandolo ancora.-Dio! Neanche ti immagini quanto ti amo!-
-Credo di averne un’idea…- rise divertito riprendendo a baciarmi.-E ti amo allo stesso modo.-

Sorrisi mentre con un balzo mi sedevo al piano cottura della cucina, lasciandomi sfuggire un piccolo sibilo di dolore, ottenendo immediatamente l’attenzione di Derek che mi guardò preoccupato.
-Tutto bene?- domandò posando le mani sulle mie gambe nude, carezzandole con dolcezza.-Mi dispiace, sono consapevole di non esserci andato leggero…è solo che ho perso il controllo…mi dispiace.- mormorò con gli occhi fissi sulle mie gambe, non avendo il coraggio di guardarmi in faccia.
-Stai scherzando, vero?- domandai serio.
-In fondo era la tua prima volta.- si giustificò lui.-Avrei dovuto essere più delicato..-
-Derek.- sospirai prendendogli il viso tra le mani per costringerlo a guardarmi.-Non c’è assolutamente NIENTE che cambierei nella mia…nostra prima volta. Sei stato a dir poco eccezionale, l’hai resa perfetta ed indimenticabile e…questo dolore che sto provando adesso? Non fa altro che rendere le cose ancora più perfette.-
-Davvero?- domandò titubante.
-Ti mentirei mai?-
-No.-
-Bene. Ora però nutrimi, sto morendo di fame.- sdrammatizzai facendolo ridere.
-Ecco a te.- disse con dolcezza, passandomi un piatto con sopra un toast coperto di marmellata alla ciliegia.-Ho fatto quel che potevo, il rifornimento della cucina non era ben..fornito.-
-Va benissimo, grazie.- gli sorrisi addentando il toast.

Sorrisi nuovamente quando vidi che Derek aveva scelto di mangiare rimanendo in piedi davanti a me, così da potermi guardare. Erano proprio quei piccoli gesti a mandarmi fuori di testa.
-Cosa c’è? Mi sono sporcato?- domandai arrossendo quando vidi il modo in cui mi stava fissando.
-No…- sussurrò scuotendo leggermente la testa, mal celando un sorriso.
-Dereeek.- sbuffai dandogli un giocoso calcio sul fianco.-Cosa c’è?-
-Sei bellissimo.-
-Era davvero questo che stavi pensando?- domandai arrossendo il doppio.
-Si.- ammise intrappolandosi il labbro inferiore tra i denti.-Non so se è perché stai indossando la mia camicia, o se è perché abbiamo fatto l’amore… ma mi sembri più bello del solito.-
-Forse hai solo fame e stai delirando.- dissi a bocca piena, sorridendo al suo sbuffo.
-O forse ho solo un fidanzato troppo bello per essere vero.- sussurrò pulendomi l’angolo delle labbra con il pollice, portandoselo poi alla bocca.
-Dovresti vedere il mio..- sussurrai rapito da quel gesto, sporgendomi verso di lui per poterlo baciare come si deve.

Solo che, non appena sentii la sua lingua legarsi alla mia, qualcosa scattò dentro di me. Come se avessero appena avviato il conto alla rovescia di una bomba. Più assaporavo quelle labbra e più il mio corpo bramava di più, facendomi compiere dei gesti senza che nemmeno me ne rendessi conto.
Un esempio erano le mie gambe che si erano attorcigliate intorno alla vita di Derek e lo avevano stretto in una morsa quasi soffocante, o le mie mani che erano corse a palpargli il sedere, strizzandoglielo in modo quasi maniacale.
Se da oggi in poi toccare Derek mi avrebbe fatto questo effetto, beh, avrei dovuto prestare attenzione di non lasciarmi andare quando mi trovavo in luoghi pubblici, o mio padre sarebbe stato costretto ad arrestarci per atti osceni in luogo pubblico.

Ma come facevo a non cedere a certi istinti quando mi trovavo Derek davanti? Se era difficile non saltargli addosso prima, figuriamoci adesso che avevamo fatto l’amore e che quindi avevo scoperto cosa si provasse! Era impossibile!

-Sei sicuro di essere già pronto per il secondo round?- sussurrò Derek contro il mio orecchio una volta che ebbe intuito le mie intenzioni.
-E tu sei sicuro di voler sprecare fiato nel pormi domande del genere?- domandai ansimandogli contro il collo.

Derek sorrise maliziosamente e portò le mani sotto il mio sedere, sollevandomi dal piano cottura per potermi adagiare sul materasso, dove saremmo stati sicuramente più comodi.

-E’ un peccato che domani sia già il 26 e che quindi sia già arrivato il giorno delle nozze di Scott. Ti avrei volentieri trattenuto su questo letto per un altro giorno.- ansimai mentre Derek mi riempiva il petto di baci languidi.
-Vuoi dire il 27.- disse con le labbra ancora intorno ad un mio capezzolo.-Oggi è 26.-
-No.- dissi aggrottando le sopracciglia.-Oggi è 25. Domani è 26.-
-No,Stiles.- disse Derek sollevando la testa per potermi guardare.-Sono abbastanza sicuro che oggi sia il 26.-
-Ma no! E’ impossibile, stavo contando i giorni fino a poco fa ed il matrimonio di Scott era…era domani.- conclusi con poca convinzione, deglutendo piano.-Perché deve essere domani,Derek.- dissi con voce tremante.
-Non dirmelo…- mormorò Derek spalancando gli occhi.
-CAZZO DEREK!- urlai scendendo dal letto ad una velocità inumana.-COME HO POTUTO PERDERE IL CONTO!?! SCOTT MI UCCIDERA’!- urlai nel panico mentre gli lanciavo la camicia ed indossavo la mia, saltellando per poter entrare nei jeans.
-Calma, può succedere!- cercò di tranquillizzarmi mentre svuotava una brocca d’acqua nel camino per poter spegnere il fuoco.
-No,Derek!- esclamai raccogliendo le chiavi della mia jeep.-Non può succedere di dimenticarsi il matrimonio del proprio migliore amico! Sono una persona orribile!-
-Non l’hai dimenticato. Hai solo pensato che fosse il giorno dopo, va tutto bene, siamo ancora in tempo per sistemare le cose.-
-Dio vorrei tanto avere la tua calma.- sospirai passandomi le mani per il viso.- mentre richiudevo la porta della casa.-Cazzo! Il bouquet!!- urlai andando nel panico.-Avevo il compito di comprare il bouquet ad Allison! Dove lo prendo un cazzo di bouquet adesso?!-
-Stiles.-
-DOVE? DEREK?! DOVE?!-
-Stiles.-
-Sono fottuto! Scott non mi parlerà più, mi bloccherà su facebook ed io dovrò vedere i suoi figli su delle fottute foto di un sito web con un contatto falso!-
-STILES!-
-COSA?!- urlai esasperato.
Derek roteò gli occhi al cielo poi mi si avvicinò e mi girò di lato, indicandomi il giardino accanto alla casa di Gale.
-Si, Derek, bravo.- sbuffai secco.-Ti sei accorto del giardino di Gale, complimenti. Quanti bei fiorellini e…- mi bloccai quando vidi i fiori di mille colori di tonalità diverse spiccare nel piccolo prato.-DEREK! MA SEI UN FOTTUTO GENIO!- esclamai precipitandomi per poterli raccogliere e creare così un bouquet perfetto.
-Inizio a chiamare a tuo padre. Dovevamo andare a prendere anche lui e Melissa, vero?- domandò Derek con il telefono già in mano.
-Si, bravo!- esclamai col fiatone, mostrando il mazzo di fiori a Derek.-Che ne dici?-
-Sono bellissimi e semplici. Ad Allison piaceranno sicuramente.- cercò di rassicurarmi.-Sta tranquillo, possiamo farcela.-
-Ok, si.- sospirai incamminandomi verso la macchina.


-Prima di passare a prendere mio padre e Mel, dobbiamo andare nella casa degli Argent, dobbiamo cambiarci, quindi…reggiti forte.- lo avvisai quando fummo saliti in macchina.
Derek deglutì piano e si allacciò la cintura mormorando un “Dio proteggici tu”.


Ed io sperai davvero che Dio fosse dalla nostra parte quel giorno o avrei perso per sempre il mio migliore amico. 
 
 
 
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-Figliolo! Finalmente! Ma che fine avevate fatto?! Siamo in ritardo!-
-Grazie mille papà, tu si che sai come non mandarmi in paranoia.- dissi a denti stretti, stringendo forte il volante.
-Va tutto bene? Perché avete il fiatone? E,Stiles, perché hai una margherita tra i capelli?- domandò Melissa chiudendo la portiera della macchina.
-Sto provando lo stile hippie.- ringhiai tra me e me.
-Cosa?-
-Niente, niente.- rise nervosamente Derek, togliendomi la margherita dai capelli.
-Hai preso le fedi, vero?- domandò mio padre.
-MA PORCA PUTTANA!- urlai frenando così bruscamente da far imprecare mio padre che abbracciò Melissa per evitarle una capocciata.-C’è qualcosa che non mi sono dimenticato, oggi?! Ce l’ho le mutande?!- urlai esasperato, guardando verso il cavallo dei miei pantaloni.
-Le ho prese io.-

La voce di Derek non mi era mai sembrata così bella, così come lui. Sollevai lo sguardo su di lui, guardandolo con occhi lucidi mentre mi sorrideva rassicurante e mi mostrava la scatoletta dove erano custodite le fedi.
-Ti amo.- sussurrai sbattendo velocemente le palpebre per evitare di avere un crollo nervoso propri in quel momento.
-Ti amo anch’io. Ora andiamo, siamo ancora in tempo.-

E detto questo, premetti nuovamente il piede sull’acceleratore e lasciai andare un sospiro di sollievo quando intravidi il campanile della chiesa. Eravamo arrivati, ce l’avevamo fatta!
-Papà parcheggia tu!- esclamai lanciandogli le chiavi.-Io devo raggiungere Scott!-
-Vai, tranquillo!- esclamò mio padre afferrando le chiavi al volo.

Feci cenno a Derek di seguirmi ed insieme salimmo velocemente le scale della chiesa, arrivando all’interno di essa senza più fiato.
-Finalmente! Ma che fine avevate fatto?!- domandò Matt correndoci in contro.-Scott è furioso!-
-Lo so lo so..- sospirai passandomi il dorso della mano sugli occhi.-Dov’è?-
-E’ nel camerino del prete, aveva addirittura deciso di non sposarsi più perché tu non c’eri.- sospirò Matt storcendo le labbra in un sorriso triste.
-Merda.- sussurrai prima di schiaffarmi la mano sulla bocca e fare un veloce segno della croce per potermi scusare con i santi.

Sospirai piano prima di bussare un paio di volte alla porta e sentire la voce flebile del mio migliore amico dire “avanti”. Aprii la porta con una lentezza estenuante, temendo uno scatto d’ira del mio migliore amico. Scatto che però non arrivò. Scott se ne stava semplicemente lì, seduto su una sedia di legno, a fissarmi con una tristezza ed una delusione tale da farmi mancare il fiato per il dispiacere.
-Scott..- sussurrai deglutendo rumorosamente.-Mi dispiace così tanto…-
-“Siamo andati a scopare da qualche parte. Non cercateci. Sterek.”- lesse il post-it che avevo attaccato al frigorifero prima di sparire con Derek, per poi accartocciarlo e gettarmelo addosso.-Il tuo migliore amico si deve sposare e tu che fai?! Vai a scopare con il tuo ragazzo?!-
Ed eccolo lì, lo scatto d’ira tanto atteso.

-Scott quel post-it era uno scherzo! Non avevo portato Derek a scopare!- sospirai sentendomi in colpa.
-E dove lo avevi portato? Voglio sapere qual era quest’urgenza!- sbuffò scettico, incrociando le braccia al petto.
-Al cimitero..- sussurrai così piano che Scott si avvicinò ulteriormente per potermi sentire meglio.
-Al cimitero? Hai portato il tuo ragazzo al cimitero?! Davvero romantico e credibile.-
-Volevo fargli conoscere mamma..- dissi a fatica, deglutendo piano.-Non li avevo ancora presentati e quello mi era sembrato il momento giusto..-
Sentendo quelle parole, le spalle del mio migliore amico si rilassarono un po’, ma il suo viso rimase comunque duro e ferito.
-E c’era proprio bisogno di passare la notte fuori? Stamattina avevo bisogno di te, Stiles, ero terrorizzato all’idea di sposarmi e tu non c’eri!-
Mi passai le mani sul viso e cercai di non scoppiare a piangere per i sensi di colpa.
-Ho perso la cognizione del tempo,Scott.- sospirai stanco.- Stavo facendo il conto alla rovescia per il tuo matrimonio, non vedevo l’ora di poter vedere te ed Allison scambiarvi le fedi ed essere felici, ma questi giorni sono stati così pieni di emozioni, di felicità, di amore…che ho perso il conto dei giorni e..TE LO GIURO, Scott..ero convinto che oggi fosse il 25 e che domani ci sarebbe stato il tuo matrimonio.-
-Quindi è così?- domandò Scott dopo un lungo attimo di silenzio.-Eri felice e per questo hai perso il conto dei giorni?-
-Sembrerò ancora più stupido di quel che già mi sento ma…si.- ammisi sconfitto.-Tu non hai la minima idea di come mi sia sentito solo in questi due anni dove tutti voi ve ne siete andati da Beacon Hills. Vi ho visti andare avanti con le vostre vite e prendere strade separate dalle mie e…non lo so, riavervi tutti qui, rivivere i bei momenti in cui facevamo i falò sulla spiaggia o andavamo in campeggio, rivedervi organizzare piani malefici per vendicarvi contro qualcuno, sfottere Jackson ad ogni occasione…io…mi ha reso così felice che non ci ho capito più niente,Scott. Forse è stata anche colpa del mio subconscio che non voleva questo matrimonio venisse così in fretta perché, se da una parte sapevo che saresti stato felice, dall’altra significava dirvi di nuovo addio. E forse era questo il problema: forse non sono pronto a dirvi di nuovo addio…forse non lo sarò mai.- ammisi per la prima volta ciò che sentivo da anni, lasciando che delle lacrime mi rigassero il viso.

Non ebbi il coraggio di guardare Scott in faccia, avevo paura di leggervi disprezzo o rabbia…
E fu per questo che sobbalzai quando sentii le sue braccia avvolgersi intorno al mio busto e stringermi forte a sé.
-Mi dispiace così tanto.- singhiozzò contro la mia spalla.-E’ stato difficile anche per me lasciarti qui ed andarmene lontano. Non hai idea di quante volte mi sia sentito in colpa nei tuoi confronti o di quante volte mi sia sentito un vero e proprio bastardo. Ci sono state delle volte in cui ho davvero perso la testa ed avevo preparato le valigie per poter tornare da te e chiederti scusa, ma alla fine ho sempre resistito. -
-Scott..-sussurrai con voce spezzata, stringendolo ancora più forte.
-Mi sei mancato così tanto..- continuò Scott.-E quando mi hai presentato Derek io…io mi sono sentito così male nel sapere che mi ero perso gran parte della tua vita. Rimpiangerò per sempre di non essere stato al tuo fianco quando lo hai conosciuto, magari per consigliarti cosa fare o semplicemente per supportarti.-
-Va tutto bene.- cercai di tranquillizzarlo.-Non ti ho mai incolpato di niente, avevi tutto il diritto di farti una nuova vita.-
-Per farsi una nuova vita non bisogna per forza scordarsi della vecchia.- sospirò Scott guardandomi negli occhi.-Tu fai parte della mia vita da sempre,Stiles. Non potrei mai iniziare un nuovo capitolo dove non ci sei tu.-
-Sai perfettamente che non te lo permetterei. So essere parecchio invadente quando voglio.- cercai di sdrammatizzare, strappandogli una risata.-A proposito di “nuovo capitolo”..- dissi poi con tono di rimprovero.-Cos’è questa storia del non volersi sposare più? Mh?-
-Io..ero andato nel panico..- ammise arrossendo.
-E per un po’ di panico hai intenzione di mandare a puttane il matrimonio con l’amore della tua vita? Scott, una figa come Allison non la troverai mai più. Lo sai, vero?-
-Hai appena detto una parolaccia in un luogo santo.- mi fece notare Scott, facendomi imprecare e fare per la seconda volta il segno della croce.-E comunque..hai ragione. Io amo Allison, la amo da morire!- sospirò con un sorriso innamorato.
-Bene! Allora cosa stai aspettando? Vai a sposarti!- esclamai allargando le braccia, ridendo quando Scott vi ci fiondò in mezzo, riabbracciandomi forte.
-Ti voglio bene.- mi sussurrò con voce tremante per l’emozione.
-Te ne voglio anch’io.- sussurrai ricambiando l’abbraccio.-Ma sto per sverginarti a suon di calci in culo. Vatti a sposare!-
-Luogo santo,Stiles!- mi ricordò nuovamente in una mezza risata prima di correre verso l’altare.
-Cavolo!- esclamai a denti stretti.-Giuro che dopo mi vado a confessare!-




Raggiunsi il fianco del mio migliore amico, ponendomi sullo scalino più in basso, cercando Derek tra la folla di persone sedute con il fiato sospeso, pronti a vedere l’entrata della sposa.
Non lo trovavo. Ed il mio cuore iniziò a battere furioso ed agitato, non potevo perderlo di vista proprio in quel momento!

Chiusi gli occhi quando un flash me li accecò per un attimo e mi voltai per mandare a quel paese il fotografo…
Solo che non potevo mandarlo a quel pese….
Non quando il fotografo era il mio fidanzato e mi stava sorridendo dolcemente.

-Che stai facendo?- bisbigliai confuso, lasciandomi sfuggire un sospiro di sollievo per averlo trovato.
-A quanto pare il fotografo è rimasto bloccato nel traffico, così…lo sostituisco io.- disse scattandomi un’altra foto, sorridendo alle mie imprecazioni.
-Derek, non sprecare il rullino in questo modo! Non sono io la sposa!- sbuffai spingendolo giocosamente.
-Per ora.- mormorò guardando la foto che aveva appena scattato.
-Cosa hai detto?- domandai incredulo ma Derek fu salvato dall’ingresso di Allison.

Tutti si alzarono e si sporsero per vedere la sua entrata e per commentare il vestito che, a giudicare dagli urletti eccitati delle signore e dai sospiri dei signori, doveva piacere molto.
Le prime a passare furono due damigelle che camminarono eleganti e sicure di sé, lanciando petali rosa con forse troppa teatralità ma la cosa non mi stupì più di tanto, le altre due damigelle si trovavano dietro Allison intente a reggerle il velo.
Allison? Allison era semplicemente meravigliosa. Incantevole!
Il vestito le calzava a pennello ed il bianco spiccava sulla sua pelle rendendola quasi una creatura celestiale. A giudicare da come si torturava il labbro inferiore, doveva essere nervosa anche lei, ma quando posò lo sguardo su Scott, qualcosa si sciolse in lei, perché sorrise felicemente e saltellò quasi sul posto per l’emozione.

-Allison è bellissima.- sussurrai a Scott, sporgendomi verso di lui.
-Lo so..- sussurrò Scott imbambolato, gli occhi fissi su di lei.
-Sarete felicissimi insieme…ed io con voi.- sussurrai un’ultima volta prima di rimettermi al mio posto e lasciare che il matrimonio procedesse da solo.

Cercai in tutti i modi di non commuovermi dinnanzi allo scambio di promesse e di  fedi, ma quando i miei occhi si posarono sulla damigella d’onore(ovvero Lydia) e la videro singhiozzare dall’emozione, mi lasciai andare anche io, non vergognandomene nemmeno un po’.


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-Scusate, posso avere la vostra attenzione?!- urlai per farmi sentire su tutto il fracasso che stavano facendo gli invitati. Eravamo al ristorante ed era giunto il momento del discorso del testimone. Discorso che non mi ero assolutamente preparato e che quindi dovevo improvvisare, perfetto.-So che tutti voi vi aspettate un discorso strappalacrime e tutto…ma dato che sono un tipo a dir poco imprevedibile per non dire anche affascinante..- sdrammatizzai passandomi la mano per i capelli, scatenando fischi e pernacchie dai miei amici.
-Falla finita, Stilinski!-
-Taci Jackson o ti faccio di nuovo ammanettare.- lo ammonii, sorridendo all’imprecazione di Jackson quando Lydia chiese cosa significasse il mio commento.-Comunque  non farò nessun discorso del genere, anche perché io e mio fratello abbiamo pianto abbastanza per oggi.- dissi sorridendo alla risata di Scott.-Tutto ciò che posso dire è…che sono davvero fiero dell’uomo che sei diventato, sei stato da sempre la spalla su cui piangere, il cuscino su cui sfogarsi, l’amico con cui confidarsi ed il fratello sul quale poter fare sempre affidamento. Non ti ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che hai fatto per me, per tutte le volte che ci sei stato e per tutte le volte che mi hai rialzato quando sono caduto. Ti ricordi quando eravamo piccoli e soffrivi di incontinenza e mi costringevi a fare da guardia mentre pisciavi dietro ai cespugli o dietro le macchine?- domandai facendo ridere tutti ed imbarazzare a morte Scott.-Beh, ti prometto che continuerò a guardarti le spalle proprio come facevo in quei momenti. Non importa se a centinaia di migliaia di Kilometri lontani o ad un passo dall’altro, ti prometto che ogni qual volta ti volterai…io sarò lì, accanto a te. Ti voglio bene.-
-VAFFANCULO STILES!- urlò Lydia, asciugandosi le lacrime che, a causa del mascara, le stavano rigando il viso di nero.
-E che non volevi fare un discorso strappalacrime, eh?!- sbuffò Isaac, accoccolato contro il fianco di Matt, entrambi con gli occhi lucidi.
Persino Jackson si stava passando distrattamente il dorso della mano sugli occhi per nascondere le lacrime.
-Io…ho fatto piangere?- domandai a Derek seduto al mio fianco, aveva anche lui gli occhi lucidi.
-Sei stato bravissimo.- mi rassicurò sorridendo.

Scott corse vicino a me e mi abbracciò forte, ripetendomi mille volte quanto mi volesse bene e quanto me l’avrebbe fatta pagare al mio matrimonio per la storia della sua incontinenza.
Fortunatamente gli sposi furono chiamati ad aprire le danze e Scott dovette interrompere le sue minacce per andare a ballare insieme a sua (ancora non ci potevo credere) moglie.
In un attimo tutto il tavolo si svuotò per poter ballare attorno agli sposi.
Sospirai felice nel vedere Scott baciare dolcemente Allison, Erica poggiare la testa sul petto di Boyd, Isaac ridere mentre Matt strofinava il naso contro il suo, Danny ed Ethan sussurrarsi cose all’orecchio, Jackson scostare dolcemente i capelli dal viso di Lydia, mio Padre poggiare la fronte contro quella di Melissa e le damigelle ballare e ridere tutte abbracciate tra loro.
Sbuffai quando fui accecato da un altro flash e mi voltai verso Derek che teneva ancora l’obbiettivo della fotocamera puntato verso di me.
-Scott ti ucciderà quando scoprirà che hai fatto più foto a me che a loro.-
-Sono sicuro che si calmerà quanto vedrà quanto sei bello in queste foto.- sussurrò piegandosi per potermi baciare.-Anche se, ad essere sincero, sei molto più bello dal vivo che per foto..-
-Mh, tu fortunatamente sei bellissimo anche per foto o non ti avrei mai chiamato quel giorno, guardando il tuo profilo..- sussurrai contro le sue labbra.
-Ricordo ancora il tuo scetticismo sul fatto che esistessi davvero.- rise Derek.
-Puoi biasimarmi?- domandai ridendo a mia volta.
-Eri proprio disperato.-
-Se non fossi stato disperato non mi avresti mai scelto..-
-Ti avrei scelto in ogni caso.-
-Ti amo.- sussurrai baciandolo con dolcezza.
-Ti amo anch’io. Vieni a ballare con me.-
-Cosa?- domandai andando nel panico quando mi trascinò nella pista da ballo.-Derek io non sono capace e-

Derek non mi lasciò il tempo per finire la frase che unì le nostre bocche, trascinandomi in un bacio sempre più passionale, pieno di promesse e di speranze che sapevo…non mi avrebbero deluso mai.


Ero felice. Dopo tanto tempo ero davvero felice, sentivo che non mi mancava niente ed era una sensazione indescrivibile.
E, per una volta, non fui preso dall’ansia che le cose sarebbero potute andare storto.


Anzi, se c’era una cosa di cui ero sicuro: Era che le cose, da quel giorno in poi, sarebbero andate solo meglio.





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IO ODIAVO I LUNEDI’.

Sul serio, i lunedì dovevano essere cancellati da tutti i calendari del mondo! A chi piacevano i lunedì? A nessuno! Allora perché esistevano ancora?!
Perché il lunedì doveva essere così fisicamente e psicologicamente stancante?
Perché una persona doveva riprendere la propria faticosa routine senza poterne scappare?!

Non l’avrei mai capito. Così come non avrei mai potuto capire il mondo.  E gli studenti.

Soprattutto gli studenti.

Voglio dire…ero stato uno studente anch’io, ed ero sicuro che-se mai i professori avessero avuto una lista di studenti da usare come vittime sacrificali- io sarei stato in cima alla lista, ma comunque non ero nemmeno lontanamente paragonabile agli studenti d’oggi!
Io rispettavo i libri, li amavo! Li trattavo meglio di come avrei trattato un bambino e di sicuro non li avrei maltrattati come invece si ostinavano a fare quei rimbambiti che si recavano nella mia biblioteca!
Ogni piega fatta ad una pagina era come un pugno dritto al mio stomaco. A volte mi veniva da piangere.

-HEY!- ringhiai ad un ragazzo  che aveva commesso il gravissimo errore di puntare la punta del proprio evidenziatore verde fluo verso la pagina di un testo antichissimo.- CHE COSA PENSI DI FARE CON QUEL COSO, MH?!-
-…evidenziare?- domandò deglutendo a stento.
-Evidenziare? Ma certo! Evidenziare!- esclamai in una risata isterica avvicinandomi a lui.-BEH ALLORA EVIDENZIA QUESTO!- esclamai afferrandolo per un braccio per condurlo davanti ad un grande cartello con su scritto: “E’ ASSOLUTAMENTE VIETATO SCRIVERE O MALTRATTARE I LIBRI. CHI LI ROVINERA’ , PAGHERA’ ECONOMICAMENTE I DANNI.”
-M-mi dispiace!- balbettò il ragazzo deglutendo a stento.
-STILES!- esclamò una voce a me purtroppo familiare proprio quando stavo per riprendere  a rimproverare quel ragazzo.-Che stai facendo?-
-Io…- balbettai tornando in me, lasciando la presa sulla manica del ragazzo.-Sparisci.- gli ringhiai, ghignando alla sua fuga.
-Stare con Derek ti ha fatto prendere il vizio di ringhiare.-
-Lo so, Lydia, me lo stai ripetendo da due anni.- sbuffai prendendo il libro ormai abbandonato dal “ragazzo-evidenziatore” per poi raggiungere il suo scompartimento e riporlo.-Comunque, che ci fai qui? Non hai il tuo negozio di abbigliamento a cui pensare?-
-Allison può cavarsela benissimo senza di me.- disse agitando una mano come a scacciare una mosca.-Ero passata per vedere come stavi.-
-Perché? Sto bene!- esclamai confuso, evitando il suo sguardo.
-Ultimamente sei più irascibile del solito.-
-Sono solo stressato, tutto qui.- sbuffai mettendomi a sistemare i libri sulle mensole per potermi distrarre e per  poter continuare ad evitare lo sguardo indagatore di Lydia.
-Sai, l’altra volta stavo parlando con le Oche di te e di Derek…- iniziò il discorso fingendosi interessata al colore del suo smalto.
-Ma non mi dire..- dissi ironicamente, erano passati due anni e le Oche erano ancora ossessionate dagli Sterek.
-E mi hanno fatto notare una cosa.-
-Cosa?-
-Hai iniziato ad essere “stressato”.- disse disegnando delle virgolette con le dita all’ultima parola.-Da quando Danny ed Ethan hanno detto di essersi sposati a Las Vegas.-
-COSA? MA QUESTO E’ ASSURDO!- esclamai forse con fin troppa enfasi, ricevendo degli “Shhh!” da una ragazza con dei grossi occhiali tondi che stava leggendo.-Sono il proprietario della biblioteca, posso fare casino quanto mi pare.- le dissi in tono secco facendole la linguaccia.
-Lo vedi? Non sei più in te! Sei scontroso e nervoso…- gesticolò la rossa.-E lo sei da quando hai saputo del matrimonio dei nostri amici.-
-Ma non avrebbe senso!- esclamai indignato.-Io sono felicissimo per loro! Perché mai mi sarei dovuto innervosire a tale notizia?!-
-Forse perché un matrimonio è quello che vorresti tu..- sussurrò Lydia, afferrandomi con dolcezza una mano.-Forse stai così perché non riesci a capire quale sia il motivo per il quale Derek ancora non si sia proposto.-
-Forse..-sussurrai tristemente, fissandomi la punta delle scarpe.-E’ solo che…noi siamo così felici insieme.- sospirai passandomi una mano per i capelli.-Abbiamo fatto il passo di andare a vivere insieme e..indovina? Ci troviamo benissimo nel nostro loft! È il nostro piccolo paradiso ed è anche vicino casa di mio padre, abbiamo entrambi ottenuto un lavoro che ci piace e ci soddisfa. Voglio dire..Derek è finalmente diventato insegnante di storia! Io ho una biblioteca tutta mia! Il matrimonio dovrebbe essere un passo spontaneo, perché non lo fa?!- domandai frustrato.
-Hai provato a parlargliene? A mettere in mezzo l’argomento?- domandò Lydia con calma.
-Tutti i giorni! Ormai non faccio altro che mettere la parola “matrimonio” ovunque! La dico anche mentre facciamo l’amore!-
-Non lo voglio sapere..-mormorò disgustata.
-Il punto è che ogni volta che parlo di un nostro possibile matrimonio, lui sorride! Capisci? Non sembra contrario o spaventato!-
-Forse sta aspettando il momento giusto..- provò la rossa alzando le spalle.
-Non ci sarà mai un momento giusto..-
-O forse sta aspettando che ti proponga tu.-
-IO?!- domandai boccheggiando.-E perché dovrei farlo io?!-
-Perché no, scusa?- domandò sorridendo.-Se desideri così tanto sposarti con Derek…allora proponiti!-
-E come glielo chiedo?? Quando??? Come mi vesto?? Dove lo porto?!?- domandai andando nel panico.
-Va tutto bene, rilassati. Chiamo le oche e gli altri cosicché possano darti una mano!- esclamò elettrizzata.
-Cos-? Lydia no!- la ammonii.-Non lo deve sapere nessuno, ok? Questa cosa rimarrà tra me e te. Sono stato chiaro?-
-Cristallino.-

Tuttavia, il sorriso di Lydia non mi rassicurò.


Questo era l’inizio di un altro incubo.


**********************************************


-Amore, sono a casa!- esclamai entrando nel nostro loft, sorridendo alla vista di Derek intento a cucinarci il pranzo.
-Ti diverte proprio dirlo, eh?- sbuffò lui, sorridendo quando lo cinsi da dietro.
-Mmm..che profumino delizioso, mi viene voglia di divorare tutto.- sussurrai contro il suo orecchio.
-E’ un piatto italiano: spaghetti al sugo.- mi informò il mio cuoco.
-Non stavo parlando del piatto..- sussurrai baciandogli il collo, strusciando maliziosamente il cavallo dei pantaloni contro il suo sedere.
Derek sospirò e piegò il collo di lato, lasciandomi più porzione di pelle da assaggiare.
-Non hai fame?- domandò chiudendo gli occhi.
-Di te? Si.- sussurrai tirandogli i lembi della maglia per incitarlo a spogliarsi.
Lui si voltò verso di me e si tolse la maglia, subito imitato da me che gli saltai addosso non appena si fu liberato dall’indumento.
Feci scontrare le nostre bocche con così tanta impazienza e potenza che fu quasi doloroso, ma non m’importava. Dovevo scaricare tutta l’ansia e la frustrazione che la chiacchierata con Lydia mi aveva portato e, se c’era una cosa che avevo scoperto nel fare l’amore con Derek, era che riusciva SEMPRE a farmi sentire meglio e a farmi dimenticare di tutto.

Derek mi strinse più a sé e si avvicinò al divano, sedendovisi sopra per potermi avere a cavalcioni su di lui.
-Mi sei mancato così tanto oggi a lavoro.- ansimai reclinando la testa all’indietro mentre lui mi divorava il collo di baci.
-Mi sei mancato anche tu..- sussurrò lui, slacciandomi il jeans.
-In biblioteca è una vera tortura.- mi lamentai slacciandogli i jeans.-Se ci fossi tu sarebbe tutto più bello perché ti potrei guardare, invece vengono solo studenti rompiscatole e…coppiette sposate.-
-Coppiette sposate? In una biblioteca?- domandò inarcando un sopracciglio.
-Si, sono tipo ovunque.- sbuffai mordicchiandogli il mento.-Al giorno d’oggi si sposano tutti, non trovi?- domandai fissandolo negli occhi, sperando che afferrasse il messaggio.
-Beh quando si sta insieme da tanto tempo e si ama davvero qualcuno, direi che è normale sposarsi, no?- domandò titubante, deglutendo a  stento.
-Si, certo. A proposito di questo…- mormorai preoccupato, sobbalzando al rumore della porta di casa che veniva chiusa.

-Amori, sono a casa!-
-MA CHE CAZ-?!- urlai coprendomi con i cuscini del divano, squadrando l’intruso che aveva interrotto il mio discorso e la mia possibile proposta per Derek.
-Zio.- ringhiò Derek che intanto si era dato un contegno.-Cosa ti avevo detto riguardo all’entrare in casa nostra quando ti pare e piace?-
-Ma a New York lo facevo sempre! Ciao Stiles!- mi salutò come niente fosse.
-Peter, sempre un piacere averti tra noi..- dissi in un sorriso finto, agitando la mano in sua direzione.
-A New York c’ero solo io. Ora c’è anche Stiles ed abbiamo bisogno dei nostri spazi. Capisci?- domandò Derek come se stesse spiegando le cose ad un bambino.
-Vi ho già detto che non è un problema per me.- iniziò Peter, sedendosi comodamente in mezzo a noi, facendoci sbuffare.-Se volete scopare…scopate! Non fate caso a me!-
-Peter, non farò l’amore con Derek mentre tu ci guardi e ci inciti. Chiaro?- domandai serio.
-Potrei anche darvi dei consigli sulle posizioni e..-
-Okay basta così.- sbuffò Derek incamminandosi verso il bagno.-Abbiamo avuto questa conversazione fin troppe volte.-
-M-ma non continuiamo?- domandai triste.
-Ringrazia zio Peter.- fu ciò che mi rispose Derek dal bagno.
-GRAZIE TANTE, PETER.- dissi a denti stretti, coprendomi meglio con i cuscini quando vidi Peter avvicinarsi a me.

Il suo sguardo non prometteva niente di buono.

-Allora…matrimonio, eh?- domandò in un sorriso furbo, agitando animatamente le sopracciglia.
-Ucciderò Lydia.- ringhiai pressandomi le mani sul viso.
-E poi chi ti aiuterà con la proposta?-
-Peter.- lo supplicai.-Non voglio nessun aiuto, non mi serve, davvero!-
-Ma devi renderlo speciale! Sarà un ricordo importantissimo per mio nipote!- esclamò Peter.
-D’accordo.- sospirai assecondandolo.-Cosa mi consigli di fare?-
-Attaccati la fede sulle mutande, magari su un perizoma, poi ti avvicini sensualmente alla sua bocca e-
-Ecco perché non ti chiedo mai un consiglio.- sospirai abbottonandomi i pantaloni per poter uscire di casa.
-Ma non mi hai fatto finire!- esclamò Peter imbronciandosi.
-Ho raggiunto il limite di sopportazione alla parola “perizoma”, mi dispiace.- dissi in un sorriso prima di chiudermi la porta alle spalle.

Perché lo zio di Derek doveva essere così maledettamente perverso?!

Eppure a primo impatto non mi era sembrato per niente così malizioso….

Certo, come no!

Ricordo quel giorno come se fosse ieri, Dio che imbarazzo!
***

Il giorno dopo il matrimonio di Scott (wow, sono già passati due anni da quel giorno!) accompagnai Derek all’aeroporto insieme a tutti i miei amici. Ricordo le lacrime di tutti loro mentre uno alla volta lo abbracciavano e gli davano il proprio numero di telefono per continuare a tenersi in contatto. Ricordo di averlo salutato con tranquillità per poi corrergli dietro all’ultimo secondo e saltargli addosso, piangendo con il viso premuto contro il suo collo,  supplicandolo di tornare da me il prima possibile.

Erano stati i cinque giorni più lunghi della mia vita.

Ogni mattina mi svegliavo e sorridevo nel leggere il messaggio del buongiorno di Derek, lo chiamavo dopo mangiato e la sera facevamo le videochiamate, arrivando a sfiorare anche le prime ore mattutine. Sapevo esattamente che eravamo ridicoli, soprattutto quando giravo il pc portatile, adagiandolo sul cuscino per poi sdraiarmi accanto ad esso, osservando un Derek mezzo addormentato nello schermo, a volte sembrava quasi di averlo davvero disteso affianco a me. Ma che ci potevo fare? Mi mancava da morire.

Fortunatamente Scott mi aveva dato la meravigliosa notizia della decisione che aveva preso insieme ad Allison di tornare a vivere a Beacon Hills. Tornare e stare tutti quanti insieme per quella settimana li aveva condotti alla conclusione che nessun posto era meglio di casa propria, ed io non potevo essere più d’accordo.
Le cose andarono ancora meglio quando tutti i miei amici decisero di ristabilirsi a Beacon Hills, alla fine tutti avevano sofferto la mancanza degli altri, ed avevano deciso di voler stabilire le proprie radici in quella cittadina tanto amata/odiata che ormai faceva parte di noi.

Stare in compagnia dei miei amici aveva reso le giornate meno solitari e più allegre, anche se spesso succedeva che i miei amici mi rubavano il telefono per poter parlare con Derek, ed io arrivavo a sentirlo meno degli altri.
Avevo iniziato a stabilire un rapporto civile con le “damigelle” ormai soprannominate “oche” che cercavano di tirarmi su il morale facendomi delle vere e proprie interviste, facendomi rispondere alle domande fatte dai fan della pagina facebook che-ancora devo capire come diavolo fosse possibile- era cresciuta notevolmente. Non vi dico l’imbarazzo che provai nel dover rispondere alle domande sulla resistenza di Derek a letto o su quanto fosse ben dotato da “vado a prendere la lente di ingrandimento” a “sembra un cannone”…sul serio, i fan sterek erano dei pazzi maniaci peggio di Peter!

A proposito di Peter…dovevo parlare del nostro incontro, giusto?
Beh, il nostro incontro non fu programmato. Cioè, io non sapevo che l’avrei conosciuto quel giorno….
E questo perché Derek era tornato a Beacon Hills due giorni prima della data che avevamo stabilito per farmi una sorpresa, cogliendomi in un momento molto…particolare.
Non era proprio nei miei piani aprire la porta e farmi vedere dallo zio e dalle sorelle del mio ragazzo con addosso il costume da albero della recita organizzata dal sindaco di Beacon Hills al fine di raccogliere abbastanza fondi per aiutare i bambini orfani, costretti a vivere in un orfanatrofio che cadeva a pezzi.





 
 

Eppure fu quello che accadde.

Non appena aprii la porta fui invaso dalle risate sguaiate dei familiari di Derek che semplicemente se ne stava lì, con la testa inclinata di lato e l’espressione più confusa ed adorabile del mondo.


-Derek?!- domandai sbarrando gli occhi.
-Stiles?- domandò lui, continuando a guardarmi confuso.-Sei…un albero.-
-Che ci fai qui?!- domandai saltellando per potermi spostare ed avvicinare a lui.-E comunque, si, sono un albero.-
-Volevamo farti una sorpresa e…perché sei un albero?- domandò ancora, afferrandomi giusto un secondo prima che mi sfracellassi a terra.
-E’ per la recita di beneficenza..- mormorai fissando i tre Hale dietro Derek, stavano ancora ridacchiando tra loro.
-Ciao! Io sono Peter! Lo zio affascinante e supersimpatico di Derek!- esclamò un uomo giovane e davvero affascinante, spostando Derek malamente di lato per potermi abbracciare.
-Oh! Salve! Io sono-
-Stiles, lo so. Derek non ha fatto altro che parlare di te.- mi interruppe lo zio,  dandomi delle pacche affettuose sulle spalle.-Devo dire che la sua descrizione ti calza a pennello…a parte per le foglie...- disse toccando le foglie attaccate al di sopra dei miei rami.
-Si,ehm, forse perché quelle spuntano solo in primavera..- ironizzai, scatenando un'altra risata.
-Ha senso dell’humor! Mi piace!- esclamò una ragazzina con i capelli castani raccolti in una coda.-Sono Cora, la sorella più piccola di Derek!- mi sorrise abbracciandomi così forte che per poco non ripersi l’equilibrio.

Oh, lei doveva essere la “piccolina” e la “cucciola” di Derek!

-E’ un piacere conoscerti. Ricambierei l’abbraccio se il costume me lo permettesse…- dissi piegandomi leggermente verso di lei per poter “ricambiare” in qualche modo il suo abbraccio.
-Io sono Laura.- disse una ragazza alta quasi quanto me, lo sguardo serio ed indagatore.-E sei adorabile!- esclamò poi in un sorriso, abbracciandomi a sua volta…..facendomi cadere.
-Aiuto!- esclamai scalciando da dentro il costume, mentre gli altri se la ridevano.
-Ve l’avevo detto che cadeva sempre!- esclamò Derek sollevandomi da terra.
-Si ma non ci avevi detto che aveva un ramoscello così grande!- esclamò lo zio, dandomi delle gomitate giocose.

Dio che doppio senso assurdo!

-Eheh, che intende dire?- domandai avvampando mentre Derek si schiaffava una mano sul viso.
-Voglio dire quello che ho detto.- disse lo zio continuando a sorridere in quel modo inquietante.-Hai un ramoscello grande, per questo hai attirato l’uccello di mio nipote, eh?-
-ZIO.-
-Ommioddio..-sussurrai sentendomi il viso in fiamme.
-Aspettavi entrasse dentro di te per fare il nido, eh?-
-Zio basta così.- disse Derek a denti stretti.- Hai già dimostrato al mio ragazzo quanto può essere perversa la tua mente.-
-Non farci caso, Stiles.- disse Laura, cingendomi le spalle con un braccio.-Mio zio fa così perché si sente inferiore.-
-Hey! Se mio nipote e ben dotato è perché ha preso da suo zio, chiaro?- sbuffò l’uomo offeso.
-Ed ecco perché avevo pensato di non presentarti mai a mio zio.- mormorò Derek, abbracciandomi da dietro.
-Beh, tu hai conosciuto mio padre…quindi…- dissi io, poggiandomi di più a lui.
-Tuo padre non è strano.-
-Mio padre ha fatto un brindisi quando ha scoperto che scopavo con te.- gli ricordai facendolo ridere.
-Ahh quanto mi manca tuo padre, ci siamo sentiti ogni giorno ma vorrei vederlo. Dov’è?-
-Vi siete sentiti ogni giorno?- domandai scioccato ignorando la sua domanda.
-Si, tramite sms.- ammise in un’alzata di spalle.-Dov’è?-
-Non ci posso credere..-sussurrai a me stesso.-E’ al teatro, ha insistito per assistere allo spettacolo.- sbuffai.
-Ti serve un passaggio?- domandò Derek, baciandomi la tempia.
-Si, non penso di poter andare a piedi o di poter guidare con questo coso.-
-Bene! Allora assisteremo al tuo spettacolo!- urlò Peter entusiasta.
-Cosa?! No!- esclamai andando nel panico.-Davvero, non vi conviene…devo solo stare fermo ed agitarmi quando dicono che c’è il vento.- ammisi in imbarazzo.
-Io voglio vederti.- borbottò Derek mettendo il broncio.
-Amore, sul serio, non c’è niente da vedere. Ti annoieresti soltanto.-
-Io voglio vederti.- ripeté imbronciandosi il doppio riuscendo ad intenerirmi.
-E va bene!- sospirai sconfitto.-Andiamo a fare quest’altra figura di merda.-
-Siiiiii!!- urlarono gli Hale, saltellando felici.
-Permetti?- domandò Derek prima di prendermi in braccio senza preavviso, facendomi ridere a crepapelle.
-Te l’ha mai detto nessuno che sei un albero davvero sexy?- mi domandò prima di baciarmi(finalmente!) sulla bocca, facendomi riassaporare il gusto della sua lingua.
-Quanto mi sei mancato!- sospirai prima di ricongiungere le nostre lingue.


Alla fine lo spettacolo si rivelò un vero e proprio successo, figure di merda escluse.
Oltre a mio padre e agli Hale, era presente mezza Beacon Hills, compresi Melissa ed i miei amici. Non dimenticherò mai il momento in cui dovetti agitarmi per rappresentare l’albero scosso dal vento, venendo accompagnato dai fischi e dagli incitamenti dei miei amici. Le damigelle avevano addirittura preparato un cartellone con su scritto “YEAH! SHAKE IT BABY!”.

Un’altra esperienza che non dimenticherò presto.




Peter però si rivelò molto utile per mio padre. Cavolo, quei due andavano in perfetta armonia! Stavano sempre appiccicati, intenti a bere birra e a guardare partite su partite. Cosa che non sorprese me e Derek più di tanto. Però fu proprio grazie a Peter e ai suoi consigli che mio padre riuscì a chiedere (prima della vecchiaia) a Melissa di uscire insieme a lui e di provare ad iniziare un nuovo capitolo insieme.
Cora e Laura furono un amore nell’informare mio padre cosa volesse sentirsi dire una donna e come dovesse comportarsi con lei.
Io non potevo che essere super felice per lui, si meritava tutto l’amore ed il bene del mondo.

Ma ero anche nervoso da morire!

-E se scoprissero di non andare d’accordo come avevano pensato? E se mio padre facesse una cretinata e rovinasse tutto?!- domandai percorrendo in lungo e in largo tutto il perimetro della mia camera.
-Non succederà niente di tutto questo, quei due sono fatti per stare insieme.- mi tranquillizzò Derek afferrandomi per le spalle.-Melissa è una donna intelligente, non si lascerà scappare un uomo come tuo padre.-
-Sai, a volte sembri davvero innamorato di mio padre.- sbuffai fingendomi sospetto.
-Disse colui che ha letteralmente palpato il sedere di mio zio.- mi sfidò lui.
-Hey! Lui aveva palpato il mio ed aveva osato dire che lui, nonostante più anziano di me, lo avesse più sodo del mio!-mi giustificai.
-Ed era vero?- sussurrò avvicinandosi alle mie labbra.
-Perché non vieni a scoprirlo tu stesso?- mormorai prima di baciarlo e di guidargli le mani sul mio sedere.


ADDIO SESSO TELEFONICO O ATTRAVERSO UNA WEBCAM, NON MI MANCHERAI PER NIENTE!





*************

Dovevo dire però che mi sarebbe mancato Peter una volta tornato a New York. Era sempre così, invadeva i nostri spazi, ci prendeva in giro, ci esauriva…e poi quando se ne andava, sentivamo la sua mancanza così tanto da passare le serate a mangiare il gelato e a guardare i video e le foto che avevamo fatto in sua presenza.

Giunto davanti casa di Scott, non dovetti nemmeno bussare che il viso felice del mio migliore amico occupò il mio campo visivo.
-Amico mio!- esclamò abbracciandomi forte.-Sei venuto a chiedermi di farti da testimone?- domandò poggiandosi allo stipite della porta, sorridendo consapevole.
-GIURO CHE UCCIDERO’ LYDIA.- ringhiai prima di entrare a capo chino.
-Ciao Stiles.- mi salutò Allison, baciandomi dolcemente una guancia.-Come vanno i preparativi?-
-Allison non ti ci mettere anche tu.- sospirai esasperato, buttandomi a peso morto sul grande divano bianco del loro salone.
-Fratello, detto tra noi..- disse Scott accovacciandosi davanti a me.-Non sembri uno che si sta per sposare.-
-Perché ancora non gliel’ho chiesto!- esclamai sollevando le braccia al cielo.-Non so come fare! Non ho neanche l’anello!-
-Quello posso procurartelo io.- ammise Allison.-Sai bene che mia zia ha un negozio di argenteria. Non ci chiamiamo “Argent” per niente!-
-Lo so, è che…- sospirai passandomi con stanchezza le mani sul viso.-Avevo in mente di farci incidere una frase all’interno cosicché potesse leggerla solo lui, e volevo farci incidere una triskele all’esterno.-
-Si può fare.- mi rassicurò Allison sorridendomi dolcemente.-Anzi, possiamo andare al negozio anche adesso, se vuoi. Se ci sarò io con te, mia zia ti farà avere l’anello in un niente.-
-Visto? Tutto andrà per il meglio.- mi rincuorò Scott carezzandomi i capelli.-Per la proposta, non temere. Io e gli altri stiamo già sfilando una lista delle possibili proposte che potresti fare.-
-Non è vero…- mormorai esasperato.
-Abbiamo chiesto aiuto anche ai fan sterek, hanno un sacco di idee!-
-Ci rinuncio.- sospirai alzandomi dal divano.-Allison, andiamo a comprare questo fottuto anello.-
-Così ti voglio! Sii agguerrito!- mi incitò Scott accompagnandomi alla porta.


QUESTO SI CHE ERA UN VERO E PROPRIO INCUBO!



******************************

Erano passati tre giorni ed avevo l’anello, l’appoggio dei miei amici, di mio padre e degli Hale, ed una lista dei vari modi in cui poter fare la mia proposta.
Era tutto pronto, tutto organizzato nei minimi dettagli. Sarebbe andata bene.

Ovviamente no.





PRIMO TENTATIVO: VINO.






Idea di Matt ed Isaac, secondo loro sarebbe stato incredibilmente romantico mettere l’anello in un bicchiere di vino, magari in un ristorante elegante, con un violinista accanto al tavolo, e fare la fatidica proposta a Derek. Con un piano del genere, avrebbe sicuramente accettato di essere mio marito!

Eppure le cose non andarono esattamente come nei piani….

-Mi dici perché mi hai portato qui?- mi domandò per la millesima volta,Derek, emanando agitazione da tutti i pori.
-Non posso portare mio mari-ehm-il mio fidanzato a cena fuori??- domandai agitato il doppio.
-Certo ma non mi hai mai portato in un ristorante di lusso. Hai idea di quanto costi un bicchiere d’acqua, qui?- domandò preoccupato.
-Ho un lavoro, posso permettermi di esagerare qualche volta. Soprattutto se si tratta di te.- lo rassicurai poggiando la mano sulla sua, carezzandogli le dita…indugiando molto sull’anulare.
-Mi piaci vestito così.- ammise guardandomi innamorato.
-Come un pinguino?- ironizzai sistemandomi la giacca sulla camicia bianca.
-Beh, se mi piaci vestito da albero, non vedo perché non dovresti piacermi vestito da pinguino.-
-Ti prego, non ricordarmelo.- sbuffai in una risata, facendo ridere anche lui.
-Signori, il vino.- disse il cameriere, versandoci del vino prima di andarsene.
-Non avevamo ordinato il vino..- mormorò Derek confuso.
-Avranno sbagliato..- mentii.-Forse l’ordine è di quel tavolo lì!- esclamai indicando un tavolo a caso alle sue spalle.

Approfittai che Derek si fosse voltato per immergere la fede nel suo bicchiere e tornare in un battibaleno nella mia posizione iniziale.

-Quale tavolo?- domandò rigirandosi verso di me.
-Lascia perdere.- sospirai riprendendogli la mano.

Ora o mai più, Stiles.

-Derek…io….- iniziai il discorso….

Venendo interrotto da quel fottuto violinista!!
Perché avevo ordinato il violinista?!
Maledetti Matt ed Isaac!




Mi voltai verso il musicista e lo intimai con lo sguardo di smetterla, ma quello capì tutt’altro ed iniziò a suonare con ancora più enfasi.
-Credo che abbiano di nuovo sbagliato tavolo..- mormorò Derek, sorridendo incoraggiante al violinista.
-Derek.- cercai di attirare la sua attenzione stringendogli maggiormente le mani.
-Dimmi.- disse sorridendomi.

Ora o mai più…

-Io…-

-SI, BEN! LO VOGLIO!- urlò la ragazza nel tavolo affianco al nostro, gettandosi tra le braccia del ragazzo.- MI HA CHIESTO DI SPOSARLO!- urlò a tutti indicandosi l’anello al dito.



-Okay.- dissi dopo essermi leccato un angolo della bocca.-Perfetto.-
-Che cosa romantica, hai visto?- mi domandò Derek tenendo gli occhi fissi sui futuri sposi.-Le aveva nascosto la fede nel bicchiere di vino!-
-MA PORCA- imprecai tappandomi la bocca subito dopo.
-Va…tutto bene? Sei strano.- mi disse Derek studiandomi attentamente.
-Non è stato originale, ok?- domandai furioso.-Ormai l’anello nel bicchiere di vino è un cliché!-
-Va bene..- mormorò leggermente impaurito dalla mia reazione e…sembrava anche…dispiaciuto? Non ne ero sicuro.

Spalancai gli occhi quando vidi Derek portarsi il bicchiere di vino alle labbra, facendomi balzare il cuore in gola.
-AMORE!- urlai sporgendomi verso di lui così brutalmente da far rovesciare la bottiglia di vino direttamente sui suoi pantaloni.-Cazzo..- imprecai coprendomi gli occhi.-Scusa.-
-Non fa niente..- tentò di rassicurarmi asciugandosi alla meglio, posando quel dannatissimo bicchiere sul tavolo.

Afferrai il bicchiere cercando in tutti i modi di non farmi vedere e tolsi immediatamente l’anello da lì, guardando il bicchiere con aria così incazzata da sembrare un pazzo.
-Stiles.- disse Derek posando una mano sulla mia.-Sicuro di stare bene?-
-Si io…vado a pagare il conto ed i danni…mi dispiace.- sussurrai alzandomi dal tavolo.

CHE INCUBO.

 



SECONDO TENTATIVO: IL BISCOTTO DELLA SFORTUNA



Il secondo tentativo mi fu consigliato da Scott ed Allison. Quando erano adolescenti si scambiavano sempre i biscotti della fortuna, scambiandosi frasi dolci e qualche regalo. Entrambi mi avevano assicurato che, oltre ad essere di bell’aspetto, erano anche buoni. E, sinceramente parlando, se a propormi quella stramba idea erano proprio Scott ed Allison, allora sarebbe andata bene. In fondo…loro si erano sposati,no?

Quanto mi sbagliavo.


-Ma buongiorno!- esclamò Sara accogliendoci con il suo solito sorriso dolce una volta entrati al Chocolove.
-Buongiorno a te.- le dissi sorridendo.
-Ciao Sara.- la salutò Derek abbracciandola.
-Hey, non è carino abbracciare la propria ex davanti al tuo ragazzo.- lo prese in giro lei, ricambiando l’abbraccio.-Cosa vi posso offrire?- domandò recitando alla perfezione la parte.

Era ovvio che avevamo organizzato tutto. Questa volta le cose sarebbero andate alla grande!


E ovviamente mi sbagliavo anche quella volta.

-Due cappuccini e dei muffin al cioccolato, grazie.- le dissi con naturalezza, come se stessi davvero ordinando una colazione normale.
-D’accordo.- disse segnandosi l’ordine sul blocconote prima di assumere un’espressione entusiasta, come se si fosse appena ricordata qualcosa.-Che ne direste se al posto dei muffin al cioccolato vi offrissi dei biscotti della fortuna?!- domandò elettrizzata, saltellando sul posto.
-Biscotti della fortuna?- domandò Derek scettico, inarcando un sopracciglio.
-Oh! Sono quelli con il bigliettino dentro?!- domandai fingendomi altrettanto entusiasta e sorpreso.
-Esatto! E sono anche molto buoni!- mi diede corda Sara.-Der, dovresti provarli!-
-Non saprei..- mormorò posando lo sguardo su di me.

“Ti prego accetta i biscotti! Ti prego, ti prego, ti prego!” continuavo a pensare torturandomi il labbro inferiore con i denti.

-Tu che dici?- mi domandò indeciso.
-Scegli tu, oggi la colazione te la offro io.- gli dissi con dolcezza.
-Mmmm…- ci pensò massaggiandosi il mento.

Sia io che Sara stavamo letteralmente morendo dentro.

-Sono anche ricoperti da scaglie di cioccolato!- mi venne in contro lei con un sorriso forzato.

“Derek ti prego..” pensai mentre lo vidi adocchiare i muffin al cioccolato. “Derek scegli quei fottuti biscotti della fortuna o giuro su Dio che-“

-D’accordo, biscotti della fortuna siano.- rispose, finalmente.

Sia io che Sara tirammo un sospiro di sollievo e, non appena Derek si fu voltato per dirigersi verso un tavolino, ci demmo il cinque da bravi complici quali eravamo.

-Fammi indovinare..- sospirai sedendomi difronte a Derek.-Hai scelto questo tavolino perché è quello con il portatovaglioli più ordinato.-
-Cos-? No!- esclamò offeso.-L’ho scelto perché si trova vicino alla finestra.-
-…-
-…e perché non vi sono tovaglioli che escono dal portatovaglioli.-
-Lo sapevo! Il mio maniaco dell’ordine colpisce ancora!- esclamai sporgendomi per dargli un bacio.

In fondo mi piaceva anche per le sue strane manie dell’ordine.
E, in un certo senso, se non le avesse avute, il nostro loft sarebbe cosparso di vestiti e roba varia…eh già, non ero un tipo molto ordinato e mi domandavo ancora come facesse Derek a non impazzire nel mio disordine.
-Ecco a voi, i biscotti ve li offro io.- annunciò Sara, poggiando i biscotti della fortuna ed i cappuccini sul tavolo.
-Sara non devi.- le dissi ma lei mi bloccò agitando una mano a mezz’aria.
-Sciocchezze! Tu hai altro per cui spendere i soldi!- sbuffò non riferendosi ASSOLUTAMENTE al matrimonio…
-Tipo?- domandò Derek , non seguendo il filo del nostro discorso.
-Uh! Ho un cliente! Scusa Der!- esclamò la bionda in una risatina nervosa prima di schizzare via.
-Ultimamente siete tutti così…strani.- sbuffò Derek, afferrando uno dei biscotti della fortuna.
-Pfff! Ma che dici? Noi strani?! Questo è ridico-NO!- urlai quando vidi che Derek aveva preso il biscotto della fortuna con la lettera “S”.

Ovvero quello senza l’anello e la proposta dentro!

-Cosa c’è?- sospirò esasperato.-Stai di nuovo facendo quella faccia strana.-
-S-stai mangiando quello con la lettera “S”, cioè il mio!- esclamai con naturalezza, cercando di non dare di matto.
Lui voltò il biscotto verso di sé e sollevò le sopracciglia nel leggere la lettera.
-Da quando si mettono le lettere sui biscotti?- domandò perplesso.

“Da quando in uno di questi biscotti c’è un anello ed una proposta che probabilmente non farò mai!”

-Da sempre!- esclamai con voce acuta, porgendogli il SUO FOTTUTO biscotto.

Ok, potevo ancora recuperare. Adesso Derek avrebbe preso il suo biscotto, lo avrebbe aperto e sarebbe rimasto a bocca aperta nel vedere l’anello ed il bigliettino con su scritto “Will you marry me, Sourwolf?” e tutto sarebbe andato secondo i piani!

….se non fosse per quel maledettissimo cane che con un balzo aveva afferrato il biscotto per poi scappare fuori dal bar.

-NO! NON E’ POSSIBILE!- urlai alzandomi di scatto.
-Stiles, calma, ne prendiamo un altro.- provò a rassicurarmi Derek, ignaro di tutto.
-QUALCUNO FERMI QUEL CANE!- urlai precipitandomi all’inseguimento del cane.

Cavolo, per essere un carlino in sovrappeso correva davvero veloce, il bastardo!

Lo inseguii per non so quanto tempo, finché il cagnolino non si fermò esattamente sul ciglio della strada.







-Qui cagnolino.-  dissi con il fiatone, cercando di mandare un sorriso rassicurante al cagnolino per non farlo scappare.- Voglio solo giocare!- esclamai con voce acuta, avvicinandomi lentamente.
Ma il carlino, vedendomi avvicinarmi con le mani tremanti protese verso di lui, indietreggiò appena, scendendo quasi dal marciapiede.
-Molla quel fottuto biscotto e nessuno si farà male, ok?- provai a contrattare, ignorando i borbottii della gente sulla mia sanità mentale.
Il cagnolino fece per posare il biscotto e proprio mentre stavo per cantare “Alleluja” con tanto di balletto….il bastardo riprese il biscotto e schizzò verso la strada.
-TU! BRUTTO LADRUNCOLO!- urlai inseguendolo nuovamente, bloccandomi al suono prolungato di un clacson.
-STILES!- urlò qualcuno alle mie spalle prima che mi afferrasse per i lembi della camicia e mi tirasse indietro, salvandomi la vita.
-Derek?- domandai sbattendo velocemente le palpebre.
-SI PUO’ SAPERE CHE COS’HAI IN QUELLA TESTA?!- mi urlò contro, lo sguardo terrorizzato.-Stavi per farti investire per inseguire uno stupido carlino!-
-Io…- mormorai massaggiandomi il retro della testa.

E adesso come glielo spiegavo?

-Io davvero non ti capisco più.- sospirò lui, abbracciandomi forte.-Stavi per morirmi davanti agli occhi..ti prego, basta con le sciocchezze.- mi supplicò carezzandomi i capelli con mano tremante.
-D’accordo..-sospirai ricambiando l’abbraccio.

Avevo fallito. Non ero riuscito a regalare a Derek una proposta di matrimonio speciale e per poco non mi facevo ammazzare….
Ero un completo disastro e forse era quello il motivo per il quale Derek non voleva sposarmi.

E come dargli torto…

-Dai, andiamo a casa..- mi sussurrò Derek, facendo intrecciare le nostre dita.
-Ok.- deglutii a fatica, voltandomi un’ultima volta verso il punto in cui era sparito il carlino.

La mia proposta e l’anello che avevo fatto fare apposta per il mio ragazzo, erano ormai perduti per sempre. Dispersi nell’intestino di un carlino.


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TERZO TENTATIVO: CANDELE.


 

Passarono due giorni da quel spiacevole evento, e per due giorni il mio umore sfiorò quasi il pavimento. I miei amici cercavano in tutti i modi di incoraggiarmi a continuare con i tentativi, sfilando vere e proprie liste su come potermi proporre senza creare alcun danno.

-Potresti provare con le candele!- esclamò Lydia schioccando le dita.
-Lydia, sono riuscito a creare un casino per via di un carlino.- ringhiai ancora furioso con quel maiale travestito da cane.-Cosa pensi potrei combinare con del fuoco?!-
-Magari per quel giorno mettiamo in allerta tutta Beacon Hills, consigliando ai cittadini di barricarsi in casa.- ironizzò Jackson, ricevendo una gomitata dalla fidanzata.
-Jackson ha ragione.- sospirai passandomi le mani tra i capelli.-Sono un completo disastro e potrei seriamente mettere in pericolo l’intera città!-
Lydia guardò male il “biondo” seduto accanto a lei, giudicandolo silenziosamente. La mia mascella toccò quasi terra per l’incredulità quando vidi Jackson sbuffare ed inginocchiarsi davanti a me, poggiando delicatamente le mani sulle mie ginocchia.
-In tutti questi anni non c’è stata UNA DANNATA volta che mi hai dato ragione ed ascoltato, e decidi di farlo proprio adesso?- domandò esasperato.-Puoi farcela, non è poi questa grande cosa. Devi solo adagiare le candele sul giardino sotto la vostra finestra in modo da formare la proposta, le accendi, e chiami Derek. Fine.-
-Jackson ha ragione.- provò Lydia.-Questa volta non potrà andare male. Nessun altro ti ruberà l’idea, non sporcherai Derek con del vino e non ci saranno né biscotti né carlini.-
-In più ti aiuteremo noi!- esclamò Scott dandomi delle pacche affettuose sulle spalle.-Così eviteremo di farti inciampare sulle candele e di prendere fuoco.-
-HA-HA.- finsi di ridere dandogli un pugno giocoso sul braccio.-C’è sempre un piccolo particolare che avete dimenticato: non ho più l’anello.- sospirai abbattuto.-Come faccio una proposta senza l’anello?-
-A proposito di questo…- mormorò Allison con un piccolo ghigno complice, avvicinandosi alla porta della sua camera( ci eravamo riuniti tutti lì ad insaputa di Derek).-Ieri le mie amiche erano andate a fare shopping e…-
-Le oche?- domandai inarcando un sopracciglio.
-Si, loro.- sbuffò Allison, le dava un po’ fastidio che chiamassimo le sue amiche in quel modo.-Comunque stavano per tornare a casa…quando qualcosa ha attirato la loro attenzione, sfrecciando come un razzo al loro fianco.-
-Cosa?- domandai andando in ansia.
-Lui.- rispose Allison, aprendo la porta posta proprio difronte il letto in cui ero seduto.

Strabuzzai gli occhi quando vidi le oche sghignazzare poggiate agli stipiti della porta. Summer, la ragazza al centro, aveva tra le braccia….il carlino! E gli stava facendo agitare una zampina in mia direzione come per farlo salutare. Solo allora mi accorsi che aveva qualcosa in bocca….

IL BISCOTTO DELLA FORTUNA!

Possibile che dopo due giorni ancora non l’avesse mangiato??

-TU.- ringhiai squadrando il carlino.-Porcello ladruncolo!-
-Ti daremo l’anello a patto che tu non gli faccia del male.- osò dire una delle oche, ponendosi a braccia aperte davanti all’amica che teneva il traditore tra le braccia.
-Mi ha rovinato la proposta e mi ha quasi fatto uccidere!- esclamai indignato.
-E’ solo un cucciolo spaventato ed affamato!- sbuffò l’oca.-Inoltre non ha nemmeno mangiato il biscotto, quindi il tuo anello è salvo.-
-E va bene!- sospirai.-Non farò niente al porcello, però ridatemi l’anello.-

Le damigelle esultarono contente e mi porsero il biscotto cosparso di bava, ghignando quando lo afferrai con aria disgustata.
-Allora? Candele?- domandò Lydia mentre fissavo l’anello tra le mie mani.
-…candele.-

E, OVVIAMENTE, ANCHE QUELLA VOLTA ANDO’ MALE.


-Amore, vado a gettare l’immondizia!- esclamai afferrando il sacco dell’immondizia, avviandomi verso la porta.
-Sicuro? Posso farlo io se vuoi.- si propose Derek, avvicinandosi a me per prendere il sacco dalle mie mani.
-No!- esclamai nascondendomi il sacco dietro la schiena, facendogli inarcare un sopracciglio.-So bene di non essere molto ordinato e che molto spesso sei costretto a riordinare le mie cose, quindi…almeno lascia che ti ringrazi in questo modo. Ok?- domandai fissando il pavimento, non avendo il coraggio di guardarlo in viso.
-Non devi ringraziarmi di niente.- mi sussurrò contro le labbra prima di baciarle.-Perché ti amo così come sei, disordine compreso.-
-Ti amo anch’io.- sussurrai dandogli un altro bacio prima di scendere giù.

Una volta gettata l’immondizia e raggiunto il giardino nel retro, feci segno ai miei amici di accendere le candele. Mi schiaffai una mano sulla fronte quando notai che si erano vestiti tutti di nero, cappellino incluso, come se fossero delle spie in missione segreta.
-Dai forza!- esclamai quando vidi che ci stavano mettendo un’eternità.-Derek si preoccupa sempre quando tardo a rientrare.-
-Un secondo! C’è troppo vento!- sbuffò Isaac.-Le candele si spengono subito!-
-Merda..- sospirai provando ad accendere una delle tante candele, ringhiando quando questa si spense per la terza volta.
-Ma proprio oggi ci doveva stare questo dannato vento?- grugnì Jackson.
-La mia solita fortuna. Può andare peggio di così??- domandai al cielo, allargando le braccia in segno di esasperazione.

NON LO AVESSI MAI FATTO.

Il vento soffiò ancora più forte, trascinando con sé una busta di plastica sfuggita forse dal contenitore dell’immondizia che avevo sollevato prima.
Seguii la traiettoria della busta bianca con il cuore in gola, avvertendo già i brividi corrermi lungo la schiena preannunciando che qualcosa sarebbe andata storto.
Ed ovviamente le mie previsioni erano esatte: la busta non poteva posarsi da nessun’altra parte se non sull’unica candela rimasta accesa. Prendendo fuoco.
-SPEGNETE QUELLA BUSTA!- urlai indicandola ai miei amici che si fiondarono verso di lei.

Ma fu troppo tardi.

La busta infuocata rotolò sull’erba secca, facendola incendiare al suo passaggio e in un attimo, quello che doveva essere un piccolo fuocherello, si trasformò in un vero e proprio falò.
-Cazzo!- esclamai correndo verso l’interno del loft, intimando ai miei compagni di stare alla larga.
-Stiles, che succede? Cos’è questa puzza di bruciato?- mi domandò Derek non appena rientrai in casa.
-Derek, l’estintore! Dov’è l’estintore?!- domandai iperventilando.

Fortunatamente Derek capì cosa stesse succedendo(proposta esclusa) e, una volta afferrato l’estintore, corse di sotto e spense il fuoco, rischiando quasi di ustionarsi.
-Sei ferito?- domandai con voce tremante quando l’ebbi raggiunto, tastandogli delicatamente le braccia nude per poi risalire al viso.
-No, tranquillo.- sospirò lui.-Ma cos’è successo?- mi domandò confuso.

I miei amici si erano nascosti ed io mi trovavo nuovamente a dover spiegare l’inspiegabile.

-Io…non lo so.- mentii, non avendo scelta.-Avevo appena gettato l’immondizia quando ho sentito puzza di bruciato e visto il fuoco…-
-Qualcuno avrà voluto farci qualche scherzo idiota.- disse Derek a denti stretti, stringendo i pugni.
-Non ti arrabbiare però.- mormorai poggiando la fronte sul suo petto, sentendomi in colpa.

Non volevo farlo arrabbiare, così come non volevo farlo preoccupare. Eppure riuscivo a fare solo quello.

-Forse potresti aiutarmi a smaltire la rabbia..- sussurrò improvvisamente contro il mio orecchio, tracciando dei disegni immaginari sulla mia schiena.
-Forse potrei farlo, si.- risposi a mia volta, spingendolo giocosamente verso l’interno del loft.

Forse la serata non era andata così male….



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QUARTO TENTATIVO: SPIAGGIA.





Ero del tutto ammattito. Avevo perso davvero l’uso della ragione.

E questo lo si poteva vedere anche dal fatto che avessi preso in considerazione l’idea delle oche! Oh mio Dio sarebbe andato tutto malissimo, ne ero sicuro!

-Mi domando che ci provo a fare.- sospirai a telefono con Scott.
-Perché lo ami e perché gli Sterek sono indivisibili!!- gli schiamazzi delle oche raggiunsero il mio orecchio con così tanta potenza da farmelo fischiare.
-Scott, perché hai il vivavoce?- sbuffai mentre afferravo le chiavi della jeep ed uscivo di casa.
-Perché tutti quanti volevano dirti “In bocca a lupo”.- disse Scott con la bocca piena.

Io stavo per avere un infarto tanto che ero nervoso e lui che faceva? Mangiava!

-In bocca a lupo,Stiles!- urlarono tutti, facendomi sorridere.-Vedrai che questa volta andrà bene!-
-Speriamo…- sospirai entrando in macchina.
-Vedi di non uccidere nessuno.-
-La prima persona che ucciderò sarai proprio tu, Jackson.- sbuffai mettendo in moto.-Sto andando, vi faccio sapere dopo com’è andata. Se non ricevete nessuna chiamata entro 24 ore…dateci anche come dispersi e dite a mio padre che lo amo.-
-Smetti di fare la regina dei dramma e vai a sposare quel gran fusto del tuo ragazzo!- esclamò Erica, appena rincasata dalla sua vacanza amorosa con Boyd.
-D’accordo d’accordo.- risi.-Ciao ragazzi, grazie di tutto. Vi voglio bene.-
-Anche noi! Ciao!-

Terminai la chiamata e riposi il telefono dentro la tasca del jeans, sospirai piano e strinsi maggiormente le mani sul volante per evitare che tremassero ancora.
Guardai il mio riflesso nello specchietto centrale e deglutii a fatica. Potevo farcela.

Mi ero vestito casual, con la solita camicia a righe sopra una normale t-shirt, giusto per non far venire nessun dubbio a Derek….

Derek….

Chissà come avrebbe reagito alla mia proposta, non ero nemmeno sicuro che avrebbe accettato. Voglio dire…dopo tutto quello che gli avevo fatto passare in quest’ultima settimana, mi domandavo se volesse davvero continuare a stare con me.

Il piano era semplice: lo andavo a prendere a lavoro, facendogli una sorpresa e lo portavo al mare. Dopodiché lo avrei convinto a fare una passeggiata sulla spiaggia, approfittando di un suo momento di distrazione per poter scrivere sulla sabbia la mia proposta e BAM! Sarebbe finito anche quest’incubo.

Poteva funzionare. DOVEVA funzionare. Non c’erano ostacoli per questa proposta….giusto?

-Amore? Che ci fai qui?- domandò Derek entrando in macchina, sporgendosi per darmi un bacio.
-Sorpresa!!- esclamai con enfasi.-Oggi voglio portarti in un posto speciale.-
-Altre sorprese?- domandò inarcando le sopracciglia, mal trattenendo un sorriso divertito.
-Lo sai che sono un marit-ehm- un ragazzo pieno di sorprese!- ridacchiai nervoso, rimettendo in moto.

Eravamo in viaggio già da un bel po’, chiacchierando del più e del meno, soffermandoci soprattutto sugli studenti d’oggi e su quanto fossero sfaticati, quando...

-Mi stai portando al mare?- domandò Derek.
-Cosa?! Come lo sai??- domandai con voce stridula.
Derek inarcò un sopracciglio ed indicò il proprio finestrino da dove, oltre la strada, si vedeva il mare.
-Oh..- sospirai.-Beh, si.- ammisi.

Tanto peggio di così…

Derek pose la sua mano sulla mia e mi regalò un sorriso bellissimo, uno di quei sorrisi rari che non sempre mostrava e che riusciva a farmi lievitare a mezz’aria.
-Era da tanto che volevo andare al mare.- ammise.
-Davvero? E perché non l’hai mai detto? Ti ci avrei portato.- dissi con calma, carezzandogli il dorso della mano con il pollice.
-Non pensavo fosse il momento adatto.- sussurrò a sguardo basso.- Ultimamente mi sei sembrato così…preoccupato e abbattuto..non volevo stressarti a mia volta.-
-Tu non mi stressi mai.- dissi con sguardo serio.-E lo sai che puoi chiedermi qualsiasi cosa, Der. Qualsiasi cosa.-
Lo vidi deglutire a vuoto e voltare il viso verso il finestrino, lo sguardo improvvisamente abbattuto.
-Non proprio qualsiasi cosa..- lo sentii sussurrare.

Stavo per rispondere quando la macchina iniziò a fare degli strani rumori, tipo come se qualcosa stesse scoppiettando al suo interno.

-Ma cosa-?!- imprecai cercando di rimetterla in moto, riuscendo solo ad accostarmi in una piazzola fuori dalla careggiata.
-Hai fatto il pieno del carburante prima di venire a prendermi, vero?- domandò Derek, ridendo al mio ringhio frustrato.
-Non è possibile…- mormorai incrociando le braccia sul volante per poi nascondervi il viso in mezzo.-Non ne faccio una giusta, sono un vero e proprio fallito…-
-Ma che stai dicendo?- sbuffò Derek poggiando una mano sul mio ginocchio.-A tutti è successo di non fare il pieno almeno una volta nella vita. Non autocommiserarti così.-
-Mi dispiace, Der.- sussurrai con voce incrinata dal pianto.-Vorrei tanto prometterti di cambiare e di non essere più così patetico ed incasinato, ma non posso farlo..-
-Hey hey hey.- sussurrò facendomi sollevare il viso dal volante per potermi guardare negli occhi.-Chi ti dice che io voglio che tu cambi?- mi domandò con tono da rimprovero, guardandomi però dolcemente.
-Oh, andiamo Der!- esclamai frustrato.-Come potresti mai stare bene con uno come me? Guardami! Sono un disastro! Non faccio altro che fare guai su guai!-
-Ti sto guardando…e non vedo nessun disastro. Vedo solo un bellissimo ragazzo che non crede in sé stesso e che si butta a terra da solo.-
-No, ti prego..- sospirai asciugandomi una lacrima con il dorso della mano.-Smettila di descrivermi come la perfezione,ok? Io non sono perfetto!-
-Lo so.-
-Continuerò a sbagliare e a fare cretinate!-
-Lo so.-
-E non riuscirò mai a farti una cazzo di proposta speciale!-
-Lo s…aspetta, cosa?- domandò confuso, ma io non lo stavo ascoltando.
-Perché una persona normale e meno incasinata ci sarebbe riuscita, ma io no. Ok? E te lo giuro che ci ho provato! Le ho provate tutte, Der.- ringhiai frustrato, lasciando scendere altre lacrime mentre Derek mi guardava sempre più basito.-Ho provato a mettere l’anello dentro il bicchiere di vino e un attimo prima che iniziassi il mio discorso, una ragazza riceve la proposta nello stesso modo. Ho provato a mettere l’anello nel biscotto della fortuna ma un maiale travestito da cane l’ha afferrato e per poco non mi faceva morire sotto una macchina. Ho provato con le candele ma ho solo bruciato il nostro giardino. Io…io non so cosa ci sia di sbagliato in me, ok? Volevo solo farti una proposta speciale perché tu SEI SPECIALE, Derek. Tu sei l’uomo più straordinario che potessi conoscere, sei così meraviglioso che ogni giorno mi lasci senza fiato e..e…io ancora non capisco cosa ci possa trovare uno come TE in uno come Me, ma l’unica cosa che capisco e che so è…che con te ne vale la pena. Hai sofferto così tanto nella tua vita, con la morte dei tuoi genitori e la bastardaggine del tuo ex, ed io vorrei solo renderti felice, vorrei vederti sorridere ogni giorno e vorrei poter essere io la causa del tuo sorriso. Vorrei poterti indicare alle persone come “mio marito” perché quello sarebbe…sarebbe probabilmente l’unico tasso mancante per rendere completa la mia vita.- finii il mio sproloquio in un sospiro affranto.-Volevo farti la proposta al mare, scrivendotela sulla sabbia ma…ormai è tutto rovinato. Non avrai mai una proposta speciale. Mi dispiace.-
-Dov’è l’anello?- domandò Derek dopo un lungo attimo di silenzio, la voce leggermente incrinata.

Sospirai ancora e cacciai la scatolina nera dalla tasca della mia camicia, non riuscendo a sollevare lo sguardo sul suo viso.

Fu solo quando sentii Derek emanare un sospiro tremante, che decisi di incontrare i suoi occhi, rimanendo scioccato.
Derek aveva gli occhi lucidi e stava sorridendo, gli occhi che passavano ripetutamente da me alla scatolina tra le mie mani ed io mi ritrovai più confuso di prima.
-Sei così scemo.- iniziò con voce seria, non smettendo neanche per un secondo di sorridere.-Che non ti sei nemmeno accorto di avermi fatto la proposta più bella che potessi desiderare.-
-Cosa?- domandai in un sussurro flebile, sbattendo velocemente le palpebre.
-Tu…questo….quello che hai detto.- provò Derek, non riuscendo a trovare le parole.-Tutti  i tentativi che hai fatto, tutto l’impegno che ci hai messo, tutte le volte che hai fallito e tutte le volte in  cui non hai rinunciato…TUTTO QUESTO insieme e tutto quello che hai detto su di me…è una proposta. Una proposta speciale.-
-No!- esclamai.-Per essere speciale, una proposta deve essere fatta in un luogo speciale! Come il mare!-
-Abbiamo il mare.- disse Derek, indicando la distesa d’acqua che si intravedeva oltre la strada.
-Doveva essere una sorpresa..-
-E’ stata una sorpresa.-
-Io…dovevo mettermi in ginocchio.- borbottai.
-Puoi ancora farlo.-
-Davvero?- domandai speranzoso, riflettendomi nei suoi occhi luminosi.
Lui alzò le spalle e sorrise quando mi vide imprecare e cercare di inginocchiarmi sul sediolino. Rise quando sbattei la testa contro il tettuccio dell’auto, sibilando dal dolore.
-Ok.- sbuffai con il fiatone una volta inginocchiato sul sedile.-Ok.- ripetei passandomi una mano sui capelli.-Derek Hale.- dissi con voce tremante, alzando lo sguardo verso il suo.-Vorresti fare la grandissima cazzata di sposare un’idiota come me?- domandai mordendomi fortemente il labbro inferiore.
-Non aspettavo altro,Stiles.- sussurrò Derek afferrandomi con forza il viso per poi baciarmi con passione.


Mugugnai contro la sua bocca e lo abbracciai forte, sentendomi improvvisamente l’uomo più felice del mondo.
-Non vuoi indossare l’anello?- sussurrai quando ci fummo separati, prendendo l’anello per mostrarglielo meglio.
-E’ bellissimo..- sussurrò guardando con meraviglia la triskele disegnata al centro dell’anello.
-C’è anche una frase all’interno.- lo informai, osservandolo mentre leggeva la frase.
-Ti amo.- sussurrò con gli occhi lucidi, infilandosi l’anello.
-Ti amo anch’io.-



*******

-Cioè, fammi capire bene.- dissi con voce incredula.-Tu volevi chiedermi di sposarti ma non l’hai fatto perché eri convinto che io non volessi?!- domandai alzando la voce, ignorando le risate di Derek.
-E’ solo che tu parlavi spesso delle coppie sposate, facendo quella faccia strana…- provò Derek, gesticolando lentamente.-E dicevi che ormai si sposavano tutti, usando quel tono quasi accusatorio.-
-Perché volevo che mi sposassi anche tu, scemo!- esclamai allibito.-Io non ho assolutamente niente contro i matrimoni!-
-Lo so…adesso.- rise lui.-E pensare che quando ti ho visto dare di matto per la proposta fatta alla ragazza al ristorante, ho creduto che fosse perché odiassi i matrimoni.-
-Questo è ridicolo.- mormorai.-Fortuna che ho trovato il coraggio di chiedertelo io, oppure non ci saremmo mai sposati.-
-In teoria non ci siamo ancora sposati.-
-Ma succederà, presto. Molto presto.- borbottai stringendo con più forza la mano contro la sua, sorridendo nel sentire il rilievo dell’anello.
-Non vedo l’ora.- sussurrò Derek, portandosi la mia mano alla bocca per potervi stampare un bacio.



****

-ALLORA?!- domandarono i miei amici non appena varcai la soglia del loft, ormai tutti avevano le chiavi della nostra casa.
-Cosa volete che vi dica…-sospirai affranto, facendoli mugugnare dal dispiacere.-…ci sposiamo!- esclamai poi contento, aprendo maggiormente la porta per mostrare la figura sorridente di Derek.
-CE L’HAI FATTA! FINALMENTE!- urlarono Allison e Lydia, correndo ad abbracciarmi.
-Complimenti!- urlarono i ragazzi, abbracciando sia me che Derek.
-Dobbiamo assolutamente avvisare i fan della pagina!!- esclamò una delle oche, correndo verso la propria borsa per prendere il telefono.
-Meno male che non è morto nessuno!- esclamò(ovviamente) Jackson.

E fu proprio stando stretto tra le braccia dei miei amici, con gli occhi fissi sulla figura felice del mio futuro marito…che potei finalmente dire: L’INCUBO ERA FINITO.
 
 

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THE WEDDING DAY




-QUESTO E’ UN INCUBO!- urlai con le mani tra i capelli, osservando il mio riflesso allo specchio.-Sono orribile! Come faccio a sposarmi conciato così?!-
-Stiles.- sbuffò Scott con delle occhiaie visibili anche a tre metri di distanza.-Mi hai tenuto sveglio per tutta la notte per via dei tuoi dubbi esistenziali, non ce la faccio più, sono esausto. Quindi, per il bene tuo, di Derek e di chi ti sta intorno, SPOSATI!-
-Io…io non ce la faccio.-dissi con voce tremante.-Sono così fottutamente agitato! E se dovessi rovinare tutto? Se dovessi inciampare o balbettare? Se facessi cadere l’anello?!-
-Non puoi dire sul serio…- mormorò Scott esasperato.
-Ci penso io.- disse Allison, ponendosi davanti a me, guardandomi con sguardo dolce.
-Ally aiutami tu.- la supplicai.-Sto letteralmente impazzendo.-
-Lo so.- sussurrò lei, carezzandomi delicatamente una guancia.-Lo ero anch’io prima di sposarmi.-
-Davvero?- domandammo io e Scott all’unisono.
-Certo! Chi non lo è al proprio matrimonio?- rise lei.-Ero così spaventata ed agitata da non riuscire nemmeno a pensare razionalmente. Ringrazio di aver avuto sotto braccio mio padre quando stavo camminando verso l’altare o le mie gambe avrebbero ceduto tanto che stavano tremando!- esclamò divertita.
-E come hai fatto  a calmarti?- le domandai deglutendo a vuoto.
-Ho visto Scott.- sospirò lei, perdendosi nei ricordi.-Ho visto che mi stava aspettando impaziente all’altare, ho visto il modo in cui mi stava guardando e…tutto è andato al proprio posto. Tutto ciò che volevo fare era sposarlo. E sono sicura che sarà lo stesso anche per te.-
-Wow..-sussurrai ripensando alle sue parole.
-Quindi, fratello.- disse Scott aprendo la porta della stanza.-Scappi o ti sposi?-
-Mi sposo.- risposi immediatamente, strappandogli un “Alleluja!”.


******

Non ebbi abbastanza tempo per ripensare alla mia decisione, sfortunatamente la casa nel bosco di Gale era vicinissima alla casa di mio padre dove mi ero recato per cambiarmi, quindi arrivammo nella riserva in pochissimo tempo.

Ebbene si, io e Derek avevamo deciso di sposarci vicino la casa nel bosco di Gale. Quel luogo era ormai il simbolo del nostro amore.

Non appena scesi dalla macchina, i primi ad accogliermi furono mio padre e Melissa, tutti e due elegantissimi ed emozionatissimi.

Forse mio padre un po’ troppo.

-Papà, perché hai gli occhi lucidi?- domandai prendendolo sotto braccio, mentre ci incamminavamo verso il luogo in cui i miei amici avevano costruito un piccolo gazebo sul quale mi sarei sposato.
-E’ che c’è tanto polline qui.- disse lui, la voce leggermente forzata.-E mi sta venendo un attacco di allergia.-
-Certo, capisco.- lo assecondai, poggiando la testa sulla sua spalla.-Lo sai che rimarrai sempre il primo uomo della mia vita, vero?-
-Lo so, lo so.- disse lui, sventolandosi il viso con l’altra mano.-Dannato polline!- esclamò facendomi ridere.

Ma le mie risate si spensero non appena vidi mezza Beacon Hills seduta su delle panchine posizionate in  file parallele, tutte con gli occhi puntati verso di me.

-Oh mamma…- sussurrai deglutendo a vuoto, sentendomi le gambe tremare.
-Stai tranquillo, andrà tutto bene.- sussurrò mio padre, avanzando con me a tempo della musica.
-Sento che mi sta per venire un attacco di panico..- sussurrai mentre i miei occhi passavano da un viso conosciuto ad un altro.
-Vuoi che ce ne andiamo?- domandò mio padre a bassa voce.-Lo sai che qualunque sarà la tua scelta, io ti appoggerò sempre.-
-Io..io…- mormorai deglutendo a fatica, fermando gli occhi in un punto preciso.

Derek.

Lui era lì, ed era bellissimo. Lo smoking gli stava da Dio ed i suoi occhi erano fissi nei miei, risplendendo di felicità. Riuscivo a leggere il suo nervosismo anche dal punto in cui mi trovavo e, stranamente, la cosa riuscì a calmarmi.
Lui era lì per me. Era lì per sposarmi, per legarsi per sempre a me. Ed io non potevo…non VOLEVO tirarmi indietro.
-No.- risposi a mio padre, tenendo gli occhi fissi su Derek.-Voglio sposarmi.-
-Questo è il mio ragazzo.- sussurrò mio padre baciandomi una guancia prima di raggiungere il fianco di Melissa, mentre io salivo sul gazebo e mi ponevo davanti a Derek.

-Ciao.- mi sussurrò avvicinandosi, mordendosi il labbro inferiore.
-Wow.- fu più forte di me, non potevo credere ai miei occhi.-Ma esisti davvero?- gli domandai continuando a far passare lo sguardo dalla sua testa ai suoi piedi.
-Mi hai già fatto questa domanda, ricordi?- sussurrò sorridendo.
-Certo che lo ricordo, come potrei dimenticarlo.-

E, davvero…come potevo dimenticare la nostra prima telefonata? La prima volta che sentii la sua voce sexy e roca…quella telefonata così strana e priva di senso…che però riuscì a dare un senso alla mia vita.

-Sei bellissimo.- mi disse, prendendomi le mani.
-Mai quanto te.-
-Sei pronto ad essere mio per tutta la vita?-
-Lo sono da sempre.-





Fu tutto così perfetto da sembrare un sogno. Le promesse, il momento in cui ci scambiammo gli anelli ed il bacio finale, quando camminammo in mezzo ai nostri amici mano nella mano, cercando di evitare che i chicchi di riso ci finissero negli occhi.

Il mio cuore poteva letteralmente esplodere per la felicità, così come quello di Derek e dei miei amici. TUTTI, e ripeto, TUTTI LORO si erano commossi durante il nostro matrimonio.

Si, persino Jackson.

….soprattutto Jackson.


*************

-Scusate! Posso avere la vostra attenzione?-
-Oh no, Scott.- mormorai coprendomi il viso con le mani, sapendo già cosa sarebbe successo.
-E’ il momento del discorso! Ovvero della mia vendetta.- annunciò lui in un ghigno.-Stiles Stilinski è ormai conosciuto da tutta Beacon Hills…e purtroppo non perché figlio dello sceriffo.- risata generale.-Chi conosce Stiles sa già che dove c’è lui, ci sono guai. Ed è così da sempre: a soli 4 anni riuscì ad allagare il nostro asilo, alle medie ha distrutto mezza aula magna inciampando sui suoi stessi piedi e per poco non ha fatto esplodere il nostro liceo.- più gli altri ridevano, più nascondevo il viso contro il collo di Derek che era quello che si stava divertendo di più.-Lui è l’unica persona capace di indossare i boxer di Spongebob come se fossero degli slip all’ultima moda..-
-SCOTT! TI AMMAZZO!- ringhiai scandalizzato.

ERA IL NOSTRO SEGRETO!

-Ed è l’unica persona capace di rivoltare una macchinetta delle merendine e capace di chiedere un’infinità di volte al povero Danny se lo trova attraente.-
-Vecchia storia..- mormorai al sopracciglio inarcato di Derek, schiarendomi la gola, minacciando Scott con lo sguardo.
-Ma Stiles non è solo questo.- continuò Scott, assumendo un tono più serio.-Stiles è anche amore, felicità, fratellanza, comprensione…Stiles è sempre pronto ad aiutare chi ha bisogno, lui non conosce odio. Siamo tutti d’accordo che,  se dopo tanti anni siamo ancora qui,insieme, è grazie a Stiles. Lui è la colla che tiene unito il nostro “branco” ed è parte essenziale delle nostre vite. Io lo amo come se fosse mio fratello e non potevo desiderare futuro migliore per lui. Sono così felice che abbia incontrato Derek, un uomo in grado di farlo sorridere e di amarlo nel profondo, lui che è entrato da subito nei nostri cuori, dimostrandosi amichevole, divertente e…paziente,molto paziente.- questa volta fu il mio turno di ridere, poggiando la testa sulla spalla di mio marito.-Non so dire se il fatto che tu non sia ancora scappato davanti alla nostra stranezza sia segno di grande pazienza o di grande follia…tutto ciò che posso dirti è che siamo felici di averti nelle nostre vite e al fianco del nostro più caro amico, quindi non possiamo fare altro che augurarvi tantissimi anni di felicità e di amore, perché è quello che meritate. Vi vogliamo bene!-

Il discorso di Scott finì tra applausi, acclamazioni e…lacrime, tante lacrime.

….soprattutto quelle di Jackson (quel giorno era particolarmente sensibile).


-Adesso che il discorso è stato fatto, è il momenti di iniziare le danze.- annunciò Peter.
-Da quando tuo zio è l’organizzatore della cerimonia?- domandai divertito.
-Da quando ama stare al centro dell’attenzione.- sbuffò Derek alzandosi per poi tendermi la mano.-Balli con me?-
-Se proprio insisti.- dissi in un sorriso, lasciandomi trascinare al centro della sala.
-Cos’è quel ghigno?- mi domandò assumendo la posizione per ballare il lento.
-Quale ghigno?- domandai ghignando il doppio.
-Stiles, che hai combina..- Derek si bloccò quando sentì le note del pianoforte.-Oh no…-
-OH SI!- esclamai prima di iniziare a cantare, seguito dalle oche, la canzone “Thousand Miles”
-Ci tieni proprio a farmi odiare questa canzone.- sbuffò Derek, iniziando ad oscillare lentamente a destra e a sinistra.
-Non potrai mai odiarla.-
-Perché?-
-Perché è la nostra canzone.-
-…è vero.- ammise poggiando la fronte contro la mia.-Ti amo, Mr Hale.-
-Ti amo anch’io.- sorrisi nel sentirlo chiamarmi così.
-Guardate lì! Hahahahaha!- urlò Isaac, tenendosi la pancia per le troppe risate.
-Ma cos-?- domandai spalancando gli occhi davanti alla moltitudine di foto (super imbarazzanti) che scorrevano lentamente su un megaschermo.
-E’ opera di Jackson, sicuro.- sbuffò Derek.
-JACKSON TI UCCIDO!- urlai al “biondo” che se la stava ridendo di santa ragione, iniziando ad inseguirlo per tutta la sala.
-Benvenuto in famiglia,Derek.- disse Scott dandogli delle pacche affettuose sulle spalle, mentre insieme ridevano e guardavano me scompigliare per vendetta i capelli di Jackson.
-I CAPELLI NO! SEI MORTO, STILINSKI!-


E intanto le foto si susseguivano una dopo l’altra, mostrando tutto quello che avevamo vissuto in quei due anni, mostrandoci quello che sarebbe stato solo l’inizio della nostra avventura chiamata, più comunemente, vita:



















 

*****************************************************************

-Dobbiamo proprio fare la videochiamata con mio padre, adesso? Non possiamo prima, che ne so, rilassarci su questa bellissima barca, fare l’amore…fare TANTO l’amore, tipo..fino allo sfinimento, goderci per bene questa luna di miele e DOPO, solo dopo…fare la videochiamata con mio padre?- provai a convincere mio marito per la milionesima volta, fallendo nuovamente.
-No, ho promesso a  John che ci saremmo fatti sentire almeno una volta al giorno.- disse collegando il pc e posizionandolo sul tavolo difronte a dove ci saremmo seduti.
-Non potevi odiare tuo suocero come tutti i mariti normali, no?- sbuffai sedendomi accanto a lui.
-E tu non potresti fare questo sacrificio come tutti i figli normali, no?-
-E va bene! Ma salutiamo soltanto, poi voglio fare l’amore.- borbottai incrociando le braccia.
-Tutto quello che vuoi.- disse Derek, baciandomi il labbro imbronciato.
-E sappi che ho intenzione di essere io l’attiv-HEY PA’!- esclamai quando vidi il viso di mio padre comparire nello schermo.
-CIAOOO!-
-Papà, ti sentiamo, non urlare.- dissi con espressione infastidita.
-Come fate a sentirmi se siete dall’altra parte del mondo?!-
-Sei ancora sicuro di voler continuare con le videochiamate?- domandai a Derek, indicandogli mio padre.
-Si, ciao John.- disse Derek, sorridendo a mio padre.-Ti vedo…vicino…troppo vicino.-
-Papà allontanati un po’ dalla videocamera, non vogliamo vedere quanti peli hai nel naso.- sbuffai mal trattenendo una risata.

Mio padre era più intaccato di me.
-Sono i ragazzi?- disse una voce femminile alle spalle di mio padre, prima che la figura di Melissa comparisse accanto a mio padre, poggiandogli la testa sul petto.-Ciao ragazzi! Vi state divertendo?-
-Ciao Melissa.- salutammo all’unisono.-Noi si, e voi?- domandai tranquillo, osservando attentamente il rossore colorare le loro guance.
-Oh noi..ci annoiamo a morte, qui.- provò mio padre dopo essersi schiarito la gola.
-Papà perché hai i capelli così…scompigliati?-domandai confuso.-E, Mel, perché indossi la maglia al contrario ed hai il fiatone?-
-Noi…stiamo facendo dei lavori in casa!- esclamò lei, ridendo nervosamente.
-Aspetta un attimo…- mormorai con lo sguardo perso nel vuoto.
-Okay, abbiamo appurato che stiamo tutti bene. Direi di staccare.- quel traditore di mio marito stava cercando di coprire mio padre!
-L’AVETE FATTO?!- urlai scandalizzato.
-Fatto cosa?- domandò mio padre grattandosi nervosamente il mento.
-OMMIODDIO! PAPA’!- urlai sentendo l’istinto di rimettere.-Hai una certa età! Un po’ di contegno! E Melissa…pensavo tu fossi un medico!-
-Appunto, vedi Stiles..- provò lei.-E’ scientificamente provato che fare l’amore fa bene alla salute. Ed io ci tengo molto alla salute di mio padre.-
-Questa cosa mi segnerà per il resto della mia vita…- sussurrai coprendomi gli occhi, venendo subito abbracciato da Derek.

Ed io approfittai del suo abbraccio per potermi letteralmente arpionare a lui.

-Traumi a parte, sono contento per voi.-ammisi in un sorriso.-Vi voglio bene! Salutatemi tutti!-
-Grazie, vi vogliamo bene anche noi! Ciao!- esclamarono all’unisono, stringendosi ancora più forte.



-John, noi ci sentiamo tramite sms. Ok?- disse Derek, facendomi roteare gli occhi.
-Ci puoi contare! Ciao!- esclamò mio padre di nuovo troppo vicino alla videocamera prima di terminarla.
-ADESSO.- dissi ghignando in direzione di Derek.-Ho assolutamente bisogno di qualcuno che mi cancelli le orribili immagini di mio padre e Melissa che fanno sesso. Puoi aiutarmi?-
-Sono qui per questo.- sussurrò sdraiandosi, trascinandomi giù con lui.-Ti amo tanto, lo sai?- ansimò mentre gli mordicchiavo il mento.-Mi hai reso l’uomo più felice del mondo.-
-Beh, posso dire la stessa cosa di te, e ti amo anch’io.- sussurrai risalendo a baciargli la bocca, facendo intrecciare le nostre dita per portargli le mani sopra la testa, ricalcando con il pollice il rilievo del suo anello, sorridendo nel ripensare alla frase che avevo deciso di farci scrivere all’interno, dove solo lui avrebbe potuto vedere:


“YOU WERE MY FAKE BOYFRIEND AND YOU CAN ONLY BECOME MY REAL HUSBAND. I LOVE YOU! –S”









THE END.





NON CI POSSO CREDERE….E’ FINITA! :(
MI MANCHERA’ COSI’ TANTO QUESTA STORIA, COSI’ COME MI MANCHERANNO QUESTI DUE PUCCIOSETTI ><
E’ SEMPRE COSI’: INIZI UNA FF, TI ESAURISCI, SPERI CHE FINISCA, E QUANDO FINISCE…TI SENTI VUOTA.
DITEMI CHE NON SONO L’UNICA A PENSARLA COSI’! PLEASE! T_T
HO MESSO IL MEGLIO DI ME IN QUEST’ULTIMO CAPITOLO, SPERO DAVVERO CHE VI SIA PIACIUTO!
NON VI RINGRAZIERO’ MAI ABBASTANZA PER TUTTE LE BELLE PAROLE ED I SORRISI CHE MI AVETE REGALATO NEL CORSO DI QUESTA STORIA, VI RINGRAZIO DAL PIU’ PROFONDO DEL MIO CUORE PER AVER SEMPRE CREDUTO IN ME E PER AVERMI SEMPRE SOSTENUTA ED INCITATA AD ANDARE AVANTI.
SENZA DI VOI QUESTA STORIA NON AVREBBE SIGNIFICATO NIENTE, E CON LEI ANCH’IO!

QUINDI…GRAZIE, GRAZIE E MILLE VOLTE GRAZIE!! VI VOGLIO BENE! <3

P.S. VORREI SOLO PRECISARE CHE NON HO NIENTE CONTRO I CARLINI, ANZI, LI AMO! *-*

POTERE AI CARLINI! 
 
 
 
 
 
 

 
  
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