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Autore: eugeal    30/04/2015    1 recensioni
Lo sceriffo è tornato e Nottingham è salva.
Durante l'assedio, Marian ha scoperto un lato di Guy di Gisborne che non conosceva.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Guy finì di sellare il cavallo e controllò scrupolosamente che ogni cinghia fosse ben salda. Non voleva lasciare spazio al minimo errore, la missione che avrebbero affrontato da lì a poche ore era troppo importante per potersi permettere sbagli.
Fece un respiro profondo per cercare di calmarsi, se voleva salvare Marian doveva mantenere i nervi saldi, ma non era facile non pensare a tutte le cose che potevano andare male.
Gisborne si era sentito così agitato e ansioso solo in altre due occasioni: in Terra Santa quando Vaisey gli aveva ordinato di uccidere il re e il giorno del suo matrimonio con Marian.
Il fatto che in entrambi i casi le cose fossero andate in modo disastroso non contribuiva di certo a tranquillizzarlo.
Lasciò cibo e acqua al cavallo e tornò dagli altri. Robin stava riassumendo il piano per l'ennesima volta.
- Allora, è tutto chiaro? Attenderemo che Marian entri in chiesa, poi Gisborne attirerà l'attenzione e farà uscire Barret dall'edificio. In quel momento noi entreremo in chiesa e sbarreremo la porta alle sue spalle. Tuck convincerà il parroco a continuare la cerimonia, mentre voi terrete sotto tiro eventuali guardie o chiunque voglia opporsi. Non appena il matrimonio sarà concluso, porteremo via Marian e fuggiremo. Io e lei prenderemo la strada per Portsmouth e da lì ci imbarcheremo per raggiungere Re Riccardo in Terra Santa.
Robin lanciò uno sguardo a Guy, temendo che avesse cambiato idea sul fatto che dovesse essere lui a sposare Marian, ma il cavaliere nero non fece obiezioni.
- Qualcuno dovrebbe assicurarsi che Sir Edward riesca a raggiungere l'abbazia di Kirkless. - Disse Guy, invece. - Mi ha detto di avere amicizie che possono aiutarlo nella fuga, ma è essenziale che raggiunga un rifugio sicuro.
- Lo farò io. - Disse Tuck. - In fondo è li che ero diretto sin dal principio. Robin annuì.
- Allan, tu invece resterai fuori, con Gisborne.
- Non ho bisogno di aiuto, Hood, né di essere controllato. Ho detto che mi occuperò io di Barret e non mi tirerò indietro. Svolgerò il mio compito a qualunque costo. - Disse Guy, contrariato, e Robin scosse la testa.
- So che lo farai, ma dobbiamo mettere in conto qualsiasi imprevisto. Tenere impegnato Barret abbastanza a lungo è essenziale. L'ho visto in azione con i contadini di Clun e so quanto possa essere pericoloso e brutale, se sarete in due a tenerlo a bada mi sentirò più tranquillo. E comunque se avessi voluto controllarti, non avrei scelto Allan.
Guy lo guardò, dubbioso, poi annuì e Robin tornò a rivolgersi agli altri. - Ora andate, cercate di mescolarvi ai contadini senza farvi notare, dovremo essere vicini alla chiesa quando arriverà Marian.
I fuorilegge obbedirono e si allontanarono dal campo uno alla volta. Guy tornò dal cavallo per completare gli ultimi preparativi. Attaccò una seconda spada alla sella e tolse dalle borse da sella ogni peso non necessario, lasciando solo le armi che avrebbero potuto servirgli: alcuni pugnali e una faretra di frecce. Si assicurò che anche l'arco saraceno fosse a portata di mano e poi accarezzò il muso del cavallo con un sospiro: lui era pronto, ora doveva solo aspettare il momento giusto per agire.
- Gisborne.
Guy si voltò nel sentirsi chiamare. Robin lo aveva raggiunto e lo fissava con un'espressione seria.
- Cosa c'è, Hood?
- Non devi combattere con Barret, ricordatelo. Devi solo attirarlo fuori dalla chiesa e tenerlo impegnato abbastanza a lungo. Non fare l'eroe.
- Perché, vuoi avere tu l'esclusiva?
- Dico sul serio, Gisborne.
- Hai visto cosa le ha fatto? Deve pagare per come l'ha trattata.
- Se lo uccidi diventerai un fuorilegge. Le guardie dello sceriffo ti darebbero la caccia ovunque.
- E allora? Lo sceriffo mi vuole comunque morto, cosa cambierebbe? Almeno non dovrò aspettarmi una pugnalata alle spalle. E comunque non mi sembra che essere un fuorilegge ti abbia mai limitato.
- Gisborne... - Iniziò Robin in tono di avvertimento e Guy lo fissò, sfidandolo con lo sguardo.
- Io ucciderò Roger di Barret, e non sarai tu a impedirmelo.
Robin si avvicinò a Guy e, con uno scatto improvviso,cercò di colpirlo con un pugno, ma l'altro lo schivò. I due uomini iniziarono a lottare e rotolarono a terra, cercando di sopraffarsi a vicenda. Robin riuscì ad afferrare Guy per le spalle e lo spinse, facendogli sbattere la schiena a terra con abbastanza forza da lasciarlo senza fiato per qualche secondo e approfittò del momento di debolezza del suo avversario per immobilizzarlo.
- Ora capisci cosa intendo? Chi ti dice che non sarà Barret a uccidere te? Ragiona, Gisborne, sei ferito, non puoi batterlo. - Disse Robin, ansimando per la lotta e Guy si arrese.
Smise di lottare e rimase immobile, gli occhi azzurri offuscati da lacrime di frustrazione. Robin lo lasciò andare e gli porse una mano per aiutarlo a rialzarsi, non aspettandosi che Gisborne la stringesse davvero, accettando il suo aiuto.
- Lo so. - Disse Guy con un sospiro, senza guardarlo. - Ma Barret ha fatto del male a Marian e non riesco a sopportarlo.
- Ed è per questo che vuoi ferirla anche tu?
Gisborne alzò la testa di scatto per fissarlo.
- Cosa intendi? Non le farei mai del male! - Gridò, poi arrossì e distolse lo sguardo, ricordando le volte in cui invece le aveva già fatto del male, anche se involontariamente.
Robin gli mise una mano sulla spalla e Guy trasalì a quel contatto.
- La tua morte la farebbe soffrire. Ammetterlo non mi fa affatto piacere, ma l'ho già vista piangere per te. E se ti facessi ammazzare a causa sua, Marian non se lo perdonerebbe mai.
Guy lo guardò per qualche attimo, incredulo nel sentire quelle parole e ancora più sorpreso di sentirle provenire dalla bocca di Robin Hood, poi chinò la testa e accettò la sconfitta.
- Va bene. Oggi non combatterò con lui. - Promise. - Ma un giorno Roger di Barret pagherà per quello che ha fatto.
Robin annuì.
- Dimmelo e quel giorno verrò a darti una mano. - Disse con ferocia. - Ma ora andiamo, non facciamo aspettare la sposa.
Guy salì a cavallo e lo guardò.
- Sai, Hood? Forse non sarebbe stato poi così terribile... - Disse, con un sorriso triste, poi spronò il cavallo e si allontanò tra gli alberi.

Marian cercò di guardare fuori dal carro, ma il veicolo in cui viaggiava era completamente chiuso e la ragazza riusciva a malapena a vedere schegge di paesaggio attraverso una fessura del legno.
Quel viaggio angosciante le ricordava fin troppo l'incubo che aveva fatto qualche notte prima: la carrozza che la trascinava verso una chiesa addobbata a lutto.
Non era poi così diverso dalla realtà, pensò Marian con una stretta al cuore: il carro la stava portando verso una chiesa e il matrimonio con Roger di Barret non era poi molto diverso da un funerale, dal suo funerale.
Cercò per l'ennesima volta un modo per fuggire da quella carrozza, a costo di doversi gettare nella polvere della strada e finire schiacciata dagli zoccoli dei cavalli, ma le sue mani erano incatenate e la porta del veicolo bloccata dall'esterno.
Marian chiuse gli occhi. Era debole per il digiuno e i sobbalzi del carro le davano la nausea, ma non voleva che quel viaggio finisse, non voleva essere costretta a sposare quel demonio.

Allan guardò la nuvoletta di polvere in lontananza che si muoveva lungo la strada che portava a Locksley e pensò che dovesse essere sollevata dal carro che trasportava Marian. Era lontano e c'era ancora tempo, ma Allan iniziava a preoccuparsi.
Finalmente sentì gli zoccoli di un cavallo che si avvicinavano e Gisborne lo raggiunse.
Il cavaliere nero legò il cavallo accanto a quello di Allan, tra gli alberi, e si avvicinò al giovane per avere una visuale migliore sulla strada.
Allan gli sorrise.
- Ce ne hai messo di tempo, Giz. Iniziavo a pensare che avessi cambiato idea.
- Perché avrei dovuto?
- Stai solo aiutando il tuo rivale a sposare la donna che ami, perché avresti dovuto?
- Sto evitando che la donna che amo e che non potrò mai avere finisca nelle mani di un mostro, Allan. Questo è quello che sto facendo.
Il giovane gli rivolse uno sguardo comprensivo.
- Sei pronto?
Guy si tolse il mantello grigio che aveva usato per nascondere la propria identità e lo lanciò ad Allan.
- Non proprio, ma non importa.
Allan prese il mantello al volo e lo infilò nella bisaccia legata alla sella del proprio cavallo, poi osservò Gisborne.
- Il cavaliere nero tornato dalla morte... - Disse in tono divertito. - Li terrorizzerai tutti.
Guy sogghignò.
- L'idea è quella.
- Cosa farai dopo? - Chiese Allan, tornando serio. - Quando sarà tutto finito?
Guy ci pensò. Non riusciva a immaginare il proprio futuro una volta che Marian fosse diventata la moglie di Robin Hood, ma sapeva che avrebbe dovuto prendere una decisione in fretta. Di certo non poteva pensare di restare a Nottingham una volta che avessero scoperto che era ancora vivo.
- Li scorteremo fino a Portsmouth, dobbiamo essere certi che riescano a imbarcarsi senza problemi. Poi non lo so, suppongo che potrei salire anche io su una nave, cercare una nuova vita altrove.
- Una nave per dove? Dove andrai?
- Non in Francia e nemmeno in Terra Santa. Immagino che qualsiasi altro posto possa andare bene.
- Tempo fa ho sentito dire da alcuni pellegrini che a Roma si mangia bene e il vino è buono. Che ne dici, Giz, andiamo a scoprire se è vero?
Guy lo guardò, sorpreso.
- Andiamo? Vorresti venire con me?
Allan alzò le spalle.
- Perché no?
Gisborne rimase a fissarlo per qualche secondo, incredulo, poi gli sorrise.
- Già, perché no?

   
 
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