Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: StarFighter    01/05/2015    7 recensioni
A causa della guerra che preme ai confini di Arendelle re Agdar, per salvare il suo popolo dalla minaccia nemica, è costretto a dare in moglie una delle sue figlie a uno dei tredici eredi delle Isole Meridionali. La sua scelta ricade sulla sua secondogenita Anna che, contro ogni sua più rosea aspettativa, si rassegna al destino che le è stato imposto.
Sposare uno dei Tredici vuol dire diventare la moglie di uno degli uomini più ricchi del nord e lasciare Arendelle significa allontanarsi dalle mura del castello per vivere una nuova avventura. L'unica cosa che le dispiace lasciare indietro è Elsa, sua sorella, rinchiusa dai suoi genitori a causa delle sue particolari abilità.
Ma quella che a prima vista può sembrare una possibilità per rivoluzionare la propria vita, si svela essere il peggiore dei suoi incubi e Anna non vorrà fare altro che tenere fede alla promessa fatta ad Elsa: tornare ad Arendelle, tornare da lei.
Il suo viaggio di ritorno verso casa sarà l'avventura più grande che potesse immaginare.
(Intro deludente, ma non fatevi scoraggiare, entrate a dare uno sguardo).
Il rating potrebbe aumentare!
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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                                                                  -Winter is coming- 
                                                                                              
                                                                                                                -Prologo-

«Signori, vi ho riuniti qui, per mettervi a parte della grave minaccia che grava sul nostro regno» Agdar non si scompose più di tanto, osservando uno per uno gli uomini seduti al tavolo rettangolare della sala del consiglio «Il re delle Isole Meridionali ha dichiarato guerra a qualsiasi regno osi intrattenere scambi commerciali con noi. Questo significa che Arendelle rimarrà chiusa fuori dalle rotte navali e dalle tratte mercantili, quindi priva di sostentamento per questo inverno».

Un inquieto bisbigliare si alzò dagli uomini riuniti. Parole dure, di panico, o semplicemente blasfeme.

Il re alzò una mano per zittirli e il silenzio scese di nuovo tra loro:«A meno che io non dia in moglie, una delle mie figlie, a uno dei suoi tredici eredi. Questo placherebbe la sua follia»

«Ma questo ci bloccherebbe in un’alleanza forzata con le Isole. Cosa ha da temere da noi quel folle di Heinrick, per prosciugare così tutte i nostri approvvigionamenti?»

«Una ribellione delle terre sottomesse tutt’attorno ad Arendelle. Noi siamo l’ultimo regno libero dal suo giogo. I principi di Grimstad sono stati trucidati meno di tre mesi fa, ora il regno è nelle mani del suo terzogenito. Nonostante la nostra inferiorità numerica, sa che in uno scontro, i signori delle terre conquistate, si schiererebbero con noi» disse uno dei lord, lisciandosi la barba con fare pensieroso.

«Heinrick è lungimirante, per quanto crudele possa essere. Sa che non può sconfiggerci e per avere anche noi in scacco, ha escogitato la trappola del matrimonio combinato» valutò un altro dei presenti, tenendo gli occhi puntati fuori dalla finestra.

«Miei lord, il nostro nemico sa che non mi piegherei mai ai suoi ricatti, non farei mai morire il mio popolo di fame. Heinrick ha bisogno di un semplice pretesto per attaccarci, ma noi non cadremo nella sua trappola. Ingaggerei una guerra se servisse ma, di questi tempi, sarebbe un inutile spargimento di sangue. Verrà il giorno in cui i Westergard la pagheranno, ma non è questo» continuò il re, sempre più immerso nei suoi pensieri «Ci tocca giocare secondo le loro regole».

«Cosa ha intenzione di fare? Concedergli la mano di una delle principesse?»

«Quale altra alternativa abbiamo? Combattere? Ne ho viste abbastanza di guerre. E poi mia figlia continuerà ad essere una principessa, moglie di uno dei tredici uomini più ricchi delle terre del nord» disse, cercando di convincere anche se stesso che non stava commettendo un errore.

«Sarà un ostaggio in piena regola» commentò uno dei pochi rimasti in silenzio fino a quel momento.

«Ormai la decisione è presa. Lord Tornant, l’occorrente per scrivere. Dobbiamo informare re Heinrick della mia scelta, prima che scada il tempo che ci ha concesso»

 «Quale delle due, mio signore? Quale, delle nostre principesse, sarà la nostra salvezza?»

L’espressione seria e imperscrutabile del re sembrò vacillare, sotto la stanchezza e la difficile decisione che aveva appena preso.

«Anna».

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Agdar aveva passato intere notti insonni, vagliando questa e quella scelta, cercando di arrivare a patti con il suo nemico senza dovergli concedere una delle sue figlie. Ma tutte le soluzioni che aveva trovato non avrebbero portato alla vittoria di Arendelle. Quando aveva scelto Anna, aveva giurato su dio, che qualsiasi cosa avesse dovuto subire la figlia, sarebbe dovuta ricadere su di lui con il doppio della pena. Sapeva che Anna sarebbe stata una vittima sacrificale, immolata sull’altare delle sue nozze, per la salvezza di migliaia di vite.

Quando, quella stessa sera, bussò alla porta della sua camera coniugale, la regina lo accolse con gli occhi pieni di lacrime. Qualcuna delle ancelle aveva origliato e riferito in anticipo le sue intenzioni.

«Agdar, non puoi. Ti prego, dimmi che non lo farai. Dimmi che non manderai via la mia bambina» lo implorò quando lui la prese tra le sue braccia «Sono delle bestie, la uccideranno. Lo sai, vero?»

«Idunn, non c’è altra scelta. Anna sarà la nostra salvezza e, quando il tempo sarà  giunto, andremo a riprenderla con le nostre navi. Porteremo il fuoco e le armi con noi, e i Westergard rimpiangeranno di essersi messi contro gli Snaer*»

 «La mia Anna» continuò a lamentarsi la regina, stringendosi alla giacca del marito «gettata in pasto agli squali. È una bambina, per l’amor del cielo, come puoi farlo? È tua figlia!» lo scansò da sé, preda della rabbia. Gli occhi chiari, scuritisi di colpo, e il volto livido.

«È una donna! Presto o tardi sarebbe arrivato questo giorno, lo sai meglio di me. Avevi la sua età quando ti costrinsero a sposare me» disse con amarezza, cercando gli occhi della moglie.

«Io avevo diciotto anni. Lei ne ha a malapena sedici. E non fui costretta» incrociò il suo sguardo tormentato «ti amavo, e ti amo ancora come il primo giorno» cercò di addolcirlo «ti prego, torna sui tuoi passi. Ci deve essere un altro modo per aggirare le condizione imposte da Heinrick»

«Preferisci che mandi Elsa? Perché per loro non farebbe alcuna differenza, ma noi sappiamo che non è così»

La regina tremò a quell’affermazione. Sapeva che, se la scelta del marito fosse caduta sulla loro primogenita, Elsa sarebbe morta nel giro di qualche mese, alla corte dei Westergard.

«Anna è forte e coraggiosa, saprà tener testa a suo marito» la rabbonì il re, asciugando le lacrime che continuavano a caderle dagli occhi.

«Non ci perdonerà mai per quello che stiamo per farle, Agdar» si strinse di nuovo a lui, in cerca di conforto.

«Lo so, Idunn. Lo so» riuscì solo a dire, distogliendo lo sguardo dal volto stravolto della moglie.

«Quanto tempo abbiamo?»

«Non molto, dovrà salpare per le isole Meridionali al più presto, prima della prossima luna piena».

Vide la regina sussultare: «Mancano poco più di due settimane» sottolineò, con la voce ridotta ad un sussurrò rassegnato «Quando glielo dirai?»

«Domani stesso. Deve essere pronta per quello che la attende, non le nasconderò nulla»

«Non sarà facile, riuscire a convincerla».

------

«Tornerò presto, vedrai. Non ti accorgerai nemmeno della mia assenza e in men che non si dica sarà il solstizio e tornerò da te, per festeggiare come sempre» contro ogni più rosea aspettativa del re, Anna aveva accolto l’imposizione  di quel matrimonio con più remissività di quanto si sarebbe aspettato. Si era preparato a grida e lacrime e rappresaglie, ed invece la principessa aveva accettato di buona volontà di partire presto per le Isole Meridionali, per far fronte al suo destino, segnato da forze in gioco più grandi di lei.

Non aveva detto molto.

 Agdar sapeva che le voci sulla violenza dei suoi nemici vagavano libere per la sua corte, e di certo anche Anna ne aveva sentito parlare; per questo non riusciva a spiegarsi la calma serafica con cui l’aveva vista riempire il suo baule o la stoica espressione che aveva scolpita in volto dal giorno della rivelazione, né il tono di voce lieve e monocorde con cui aveva rabbonito la sorella maggiore, asciugando le sue lacrime.

Il legame tra le due giovani donne era qualcosa di indissolubile ed insondabile: parlavano senza parole, solo con fugaci sguardi e a volte sembrava che si leggessero nel pensiero, perché l’una finiva le frasi dell’altra. Dividerle sarebbe stato come amputare un arto ad entrambe, questo il re lo sapeva.

Le due sorelle erano rimaste chiuse dietro le porte delle loro stanze per giorni interi, prima della partenza di Anna. Il re e la regina non avevano avuto il cuore di dividerle prima del tempo, rimproverandole di andare contro l’etichetta di palazzo. Le avevano sentite bisbigliare per notti intere, piangere in silenzio nel buio, strette l’una tra le braccia dell’altra, e scambiarsi parole di conforto.

«Anna» un singhiozzo strozzato «Anna, ti prego. Come farò senza te?»

«Ce la farai, Els. Sei più forte di quanto tu creda, non hai bisogno di me»

­«Il Sire tornerà quest’anno, Anna, come ogni inverno e io morirò stavolta» la giovane principessa piangeva, piegata sulle ginocchia della sorella minore, scossa da forti brividi «Ne moriranno altri e io non sarò capace di salvarli! Mamma e papà mi rinchiuderanno nella torre nord quando non ci sarai»

«Non è compito tuo salvare quelle anime, Elsa. Il Sire le reclama per un motivo: sono la feccia della nostra società e quando Wotan passa con la sua schiera ripulisce il marcio che brulica tra gli uomini» la tranquillizzò Anna, lasciandole tenere carezze tra i capelli intrecciati.

«Tu non puoi vederli. Non puoi sentire le loro urla imploranti, i loro rantoli di dolore, né le suppliche inascoltate. Wotan è sordo a tutto questo e li trascina via, con corde e catene, facendoli calpestare dai cavalli della schiera» Elsa si premette le mani sulle orecchie, come per scacciare il ricordo di quelle grida che la svegliavano di notte «È orribile» singhiozzò.

Anna continuò a consolarla, senza dire nulla, canticchiando a bocca chiusa una nenia che la madre le cantava quando erano piccole, per calmare il pianto di Elsa, per distrarla dai mostri nella sua testa. Se la sorella avesse saputo quanto si sbagliava.

«Promettimi che ti prenderai cura di te stessa, Els. Non potrei mai partire sapendo che appena salirò su quella nave tu potresti decidere di lasciarti andare» la prese per le spalle e le alzò il mento con un dito, spazzando via le lacrime che ancora le imperlavano gli occhi chiari «Sarai una grande regina un giorno, e io sarò al tuo fianco, di questo non dubitare mai: magari quando sarai tu al comando questa guerra finirà, grazie a noi» le sorrise.

«Ma guardati» Elsa le accarezzò la guancia con mani tremanti «pronta a sacrificarti per noi tutti, bellissima e coraggiosa, disposta a sposare uno di quei cani, e io qui a piangere per il mio destino infelice e a commiserarmi. Avrebbero dovuto mandare me al tuo posto, così Arendelle avrebbe avuto una futura sovrana degna di questo nome» le sorrise triste, sicura di ognuna di quelle parole. Anna non meritava il futuro che il padre le aveva imposto, ma lei si. Allontanarla da Arendelle avrebbe significato togliere un fardello dalle spalle dei suoi genitori, liberarli dalla costante presenza della figlia pazza, costretti a tenerla segregata tra le mura del castello per paura che il popolo venisse a saperlo. Allontanare Anna invece significava dar via il bene più prezioso che avevano, l’unica erede al trono capace di sedervi con valore e con le spalle dritte, non piegate dalla follia.

«Sarebbe stata una condanna a morte per te, lo sai questo, vero?»

«Anche per te lo è»

«Mi conosci. Terrò testa a chiunque tenterà di sottomettermi. Nemmeno mio marito potrà comandarmi» disse con tono scherzoso, per risollevare l’animo della sorella «Se meriterà la mia devozione, gli ubbidirò, altrimenti avrà un bel daffare con me»

Un silenzio carico di cose non dette scese ad alleviare il dolore di entrambe, causato dalla separazione imminente.

«Mi scriverai?»

«Ogni giorno»

«Starai bene?» si maledisse subito per quella domanda. Certo che no. Lontana da casa, senza la sua famiglia.

«Finché avrò aria nei polmoni e vita da vivere, starò bene» la confortò subito.

Il tono di rassegnazione nascosto dietro quelle parole fin troppo ottimiste, non sfuggì ad Elsa.

«Basta piangere» le disse ancora Anna, prendendola per mano ed aiutandola a rialzarsi «Voglio che tu tenga questo in mia assenza» si sfilò l’anello che portava all’anulare destro, consegnandolo nelle mani di Elsa.

La principessa lo tenne tra l’indice e il pollice, osservandone lo smeraldo lucido e l’incisione sul bordo interno “Come la neve d’inverno”, il motto della loro casata.

«Così avrai qualcosa di mio con te a ricordarti che io ci sarò sempre» Anna lo prese dalle sue mani e glielo infilò all’indice sinistro.

Poi Elsa in silenzio fece lo stesso, liberandosi del suo anello e depositandolo nel palmo aperto della mano di Anna. Era della stessa fattura e l’incisione all’interno era la stessa, solo la pietra cambiava: uno zaffiro chiaro.

«Pensa a me quando lo guarderai» le disse, abbassando lo sguardo sulle loro mani unite.

«Sempre» bisbigliò Anna, con lo sguardo fisso sulla pietra blu.

Elsa la trasse a sé, stringendola tra le sue braccia, inspirando il suo tipico profumo di mughetto: le sarebbe mancata terribilmente.

«Tornerò» le sussurrò Anna all’orecchio, stringendosi di più a lei «Te lo prometto».

 

 

*Snaer= Neve. (Il cognome che ho dato alla famiglia reale di Arendelle deriva dal nome di un mitico re della tradizione mitologica scandinava, personificazione della neve).

 

 

NdA: salve! Benvenuti nel mio nuovo sclero/esperimento, conosciuto anche con il nome di “Come complicarsi ancora di più la vita”. E già, perché avere due long e una raccolta in sospeso, non mi bastava più…volevo altra pressione sulle spalle XD

Come avrete capito dal titolo è una AU, sulla falsariga di GoT (Si, come no, ti piacerebbe! Martin si sta rivoltando nella tomba…ah no, è ancora vivo!). Purtroppo ultimamente mi ci sono fissata e quindi dovrete sopportare anche quest’altro aborto della mia mente. Di quello che succede in Frozen non ci sarà nulla, praticamente: infatti non avremo nessun regno congelato, nessuna regina ghiacciolo, né piccoli pupazzi di neve parlanti. Ripeto, è un esperimento, quindi prima di andare avanti mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate in generale, se credete che la nuova trama possa interessarvi e similia. Quindi non ho molto altro da dire, se non che spero possa piacere a qualcuno di voi. E niente, non siate timidi e ditemi tutto quello che pensate!

Ci si legge (spero) alla prossima!

   
 
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