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Autore: Eruanne    01/05/2015    5 recensioni
"Io ti appartengo, e tu mi appartieni."
Questa sarà la frase che formerà un filo conduttore tra le varie one-shot riguardanti le coppie di cui si è già letto ne "La Quercia e l'Iris"; saranno storie dolci, struggenti, agrodolci e spensierate che, spero, faranno breccia nei vostri cuori.
E vi chiedo di perdonarmi: la Irishield ha chiamato, io ho semplicemente risposto al suo invitante canto.
Genere: Generale, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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BELLA


Bella
La parola bella è nata insieme lei
Col suo corpo e con i piedi nudi lei


E' estate, e il boschetto vi offre un po' di frescura riparandovi sotto le fronde degli alberi. Siete bambini, tutti voi; quell'età in cui non ci sono conflitti, né gelosie a lungo termine. L'età in cui potete punzecchiarvi e giocare al sovrano più magnanimo senza inutili fraintendimenti; le amicizie sono ancora salde, capaci di grandi atti di eroismo quando vi spalleggiate a vicenda per proteggervi. Da pochi anni Dìs, l'ultima arrivata, si è aggiunta portando un'altra ventata di allegria con i suoi discorsi buffi e le finte arie da principessina viziata; lei e Karin hanno legato immediatamente abbandonando qualsiasi formalità – dopotutto non ce n'è mai stata – coalizzandosi contro quei maschietti troppo numerosi e chiassosi sempre pronti ad azzuffarsi.

Quel pomeriggio, dopo un'abbondante merenda, vi siete stesi sull'erba a riposare; Dwalin già russa piano, le braccia sotto la testa dai folti capelli castani. Thorin ha osservato le porzioni di cielo visibili finché non ha chiuso gli occhi, ma non sapresti se stia dormendo o meno poiché sei solo capace di lanciare occhiate furtive attraverso le palpebre socchiuse alla ragazzina dai capelli ribelli; è impegnata ad acconciare la chioma di tua sorella mentre ridacchiano e parlano di cose futili. Segui il movimento delle sue dita esperte, ammiri la precisione e la bravura mentre le termina e le ferma con le fibbie dorate della vostra casata. Dìs dice qualcosa facendola ridere più forte, è costretta a tapparsi la bocca con la mano per non destarvi; quando invece si accorge che sei sveglio – e la stai osservando, per di più – ti sorride in un modo tale da farti arrossire come una stupida bambina. Sposti gli occhi verso il basso ed è allora che noti i piedi scalzi e affusolati di Karin, così dissimili dai vostri più tozzi rimarcando la sottile differenza che intercorre tra lei e voi. È questo che ti attira tanto, forse: l'essere speciale, senza la peluria sulle gote e sul mento tipica delle nane, e le sue deliziose orecchie a punta.

Non hai mai dato peso alle dicerie sull'amore; sei ancora troppo giovane, classifichi il sentimento provato per Karin come un profondo affetto. Te ne rallegri, a volte, tranne quando pensi sia una cosa da deboli, da femminucce; speri, speri vivamente che un indomani sia ricambiato.

Gli occhi azzurri ricadono sui piedi. Ti chiedi quando si sia tolta le scarpe ma poi scrolli le spalle perché, in fondo, non importa. Con o senza rimane sempre bella.


Bella...

lei
Che ha messo la passione e il desiderio in me
La carne sa che paradiso è lei
C'è in me il dolore di un amore che fa male
E non m' importa se divento un criminale


Gli sguardi tra tuo fratello e la ragazza diventata tua ossessione sono più eloquenti di qualsiasi parola. Stringi convulsamente le dita attorno al manico del boccale di birra e ingolli un lungo sorso nascondendo la tua espressione disgustata. E furente.

Lei, che doveva essere tua, si sta allontanando sempre più a favore dell'erede al trono. Quale combinazione, nevvero? Tu, secondogenito, sapevi da tempo di non poter ambire alla reggenza, ma almeno speravi di farla innamorare di te.

Sciocco.

Come sopire il desiderio nascente nel petto? Come frenare le fantasie che vi coinvolgono quando sei immerso nell'oscurità della tua camera da letto? Oh, come deve essere morbida la sua pelle sotto i preziosi vestiti indossati. Chissà quale effetto nel sentirla gemere sotto le tue carezze, i tuoi baci roventi, immergere il naso tra le ciocche mentre ti venera, ti vezzeggia. La immagini timida all'inizio ma poi appassionata e travolgente. Selvaggia, quasi. Tu lo saresti con lei; non le daresti tregua, strapperesti ogni vestito che ti impedirebbe di prenderla subito e soddisfare le tue voglie morbose.

Perché è fondamentalmente questo che lei è diventata: un morbo da cui è difficile guarire. Anzi, forse non sai nemmeno se vuoi lasciartela alle spalle. Sei solo consapevole della profonda rabbia che ti coglie ogni qual volta li vedi insieme. I futuri sovrani dei Nani. Mahal, quanto ti disgustano.

Non è colpa di Karin, lo sai; ma di tuo fratello, quel perfetto esemplare di nano: forte, audace, autoritario, a volte impulsivo.

Chiunque ne rimarrebbe ammaliato, chiunque altro rimarrebbe schiacciato dalla sua ombra, ne sei un esempio; e per quanto tu possa cercare di distinguerti più verrai sempre sconfitto. E l'ira sale, sale a livelli incontrollati finché pensieri oscuri si formano, si materializzano e reclamano di venire concretizzati, piangono come bambini appena nati, come quei patetici figlioletti che ti chiameranno zio invece di padre.

Non puoi sopportarlo.

Per questo motivo ti decidi. Per questo motivo prometti di mettere loro i bastoni tra le ruote fino a quando lei non si accorgerà del madornale sbaglio e ti aprirà il suo cuore – e il suo corpo.

Non ti importa di tradire il tuo sangue diventando un criminale.

Lei sarà tua, e tu sarai suo. Lo giuri, lo diventerà con qualsiasi mezzo.

O tua o di nessun altro.


Chi...
È l'uomo vivo che potrebbe rinunciare
Sotto il castigo, poi, di tramutarsi in sale?


Sei nel tuo studio, le mani intrecciate sotto il mento. Nel pomeriggio hai ascoltato inavvertitamente una conversazione tra tuo padre e il suo consigliere più fedele, Kario. Discutevano su una possibile alleanza con il popolo elfico di Bosco Atro a difesa di Erebor; un drago sembra aver adocchiato la Montagna Solitaria e le sue molteplici ricchezze, e un lungo brivido di paura ti ha solcato la schiena. Non hai bussato e interrotto la conversazione proponendo una soluzione – magari alternativa. Te ne sei andato come un codardo, strisciando nell'ombra per ritornare ai tuoi alloggi e pensare ad un piano per te congeniale. D'altronde, tu non sei Thorin.

Devi fare in modo di allontanare uno dei due piccioncini; è logico scegliere Karin sia perché Kario si è offerto come intermediario – ed è certo non lascerebbe mai la figlia in un luogo a rischio di distruzione – sia perché è a lei che l'odio è diretto. Non a Thorin, che quando ha scoperto la tua ossessione ti ha minacciato, furibondo, di starle lontano; mai l'hai visto in quello stato folle, possessivo, pronto a uccidere pur di proteggere ciò che gli appartiene. E quando anche Karin ti ha respinto hai capito non saresti mai riuscito a separarli. Finora.

Sbatti un pugno sul tavolo, conscio che per attuare il piano devi rinunciare a lei. Pur con riluttanza lo accetti; se il piano ha successo, almeno, vedrai tuo fratello distruggersi. Il tutto grazie a te. Chissà, forse abbraccerà quella pazzia che tanto sta fagocitando vostro nonno.

Ti lasci scappare una risata, la devi frenare con la bocca perché non si sparga lungo le stanze; non vuoi certo farti scoprire proprio ora ad un passo dalla tua realizzazione, quando tutti i torti saranno pagati con la sofferenza. Non ti importa il prezzo da pagare.

Come hai sempre affermato: o tua o di nessun altro.



CANTUCCINO DELL'AUTRICE

Ohibò, ciao! Sì, lo so, devo smetterla di creare queste “cose” e concentrarmi su una bella Irishield; ne sento la mancanza, credetemi. Ma oggi era il turno di dare una voce a Frerin. Stavo ascoltando la canzone del musical di “Notre Dame de Paris” - “Bella”, appunto – e BUM! l'ho scritta in tipo dieci minuti. Spero di non essere stata frettolosa e che sia all'altezza delle altre; spero di aver approfondito un po' meglio lo sbocciare dell'affetto di Frerin verso Karin fino a farlo diventare una vera e propria ossessione distruttiva. E sappiamo bene cosa ha combinato pur di non lasciarla al fratello.

Un saluto gigantesco a voi, ci sentiamo :) <3

Anna

  
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