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Autore: Lady Warrior    02/05/2015    1 recensioni
Eva è l'unica donna rimasta al mondo. è stata salvata dall'estinzione del genere umano da una scienziata. Si risveglia dopo circa un millennio dall'accaduto, e scopre grazie a una voce meccanica registrata che il suo compito è ricreare il genere umano, grazie a una grande quantità di sperma conservato in alcune boccette dentro il bunker nel quale era stata rinchiusa. Eva si comporterà di fronte al mondo come una bambina, quasi come un animale, essendo l'unico essere vivente sul pianeta, e prenderà sul serio il suo compito. Ben presto, però, scoprirà di non essere sola e allora inizierà a porsi delle domande, e capirà che anche per lei vi sono delle scelte. Deve veramente portare a compimento il suo compito? Qual è il vero scopo della sua vita?
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eva
 


 
 
Prologo†
 
 
 
Il cielo si era fatto nero. Una densa nube sorvolava le città, era grigio-scura, pareva di fumo. Le ciminiere ne avevano prodotto troppo, e da tempo il cielo era oscurato dai gas prodotti dalle fabbriche, ma quelle nuvole presagivano altro, presagivano morte. Per le strade affollate la gente camminava in qua e in là. La popolazione si era decimata sempre di più negli anni: le nascite erano calate perché ormai le coppie non volevano quasi più figli, e anteponevano il lavoro e il denaro a tutto, inoltre a causa dell’inquinamento globale e delle nuove scoperte scientifiche, inizialmente credute benefiche ma rivelatesi in un secondo momento totalmente negative, si erano diffuse nuove, incontrollabili e incurabili malattie che avevano seminato morte dappertutto. La gente indossava perciò sempre delle mascherine, che tuttavia lasciavano filtrare comunque molti germi, e le persone continuavano a morire. Il clima era cambiato, dalla rivoluzione tecnologica: la temperatura si era alzata di molti gradi, la desertificazione si era espansa a vista d’occhio, e gli scienziati si erano accorti troppo tardi del pericolo, spazzando via popolazioni e terreni da coltivare. I ghiacciai ormai non esistevano più, e il loro scioglimento aveva causato un innalzamento del livello del mare, che aveva allagato gran parte della terra, cancellando terre e continenti. Molti animali si erano estinti, e con loro molte forme di flora. Gli uomini avevano compreso allora come coltivare nuove e resistenti piante, e si nutrivano solo di esse, perché la fauna era ormai in estinzione, ma avevano compiuto l’errore di consumare più cibo di quanto occorresse loro, errore che sempre ha commesso l’umanità, e così anche quelle piante salvifiche avevano iniziato a scarseggiare. Intere popolazioni erano morte di fame. inoltre, come se non bastasse, guerre e conflitti avevano dilaniato il mondo, nonostante in quelle condizioni fosse più consono allearsi per sopravvivere che contribuire con la violenza all’estinzione del genere umano. Quindi ciò che rimaneva dell’umanità in quel momento erano solo delle immense città situate in Europa centrale e meridionale o America settentrionale: l’Africa si era ridotta a un unico, enorme deserto, l’Europa del nord e la Russia erano state sommerse dal mare, così come buona parte dell’Asia, e ciò che rimaneva di essa era diventata deserto, mentre l’America Meridionale non contava più forme di vita da tempo. Ciò che stava provocando l’estinzione del genere umano non era un cataclisma, né una disgrazia, né un fatto prevedibile, ma l’autodistruzione. Ancora v’era guerra tra le città, che si contendevano la supremazia e i pochi viveri.
Qualcuno credeva che la nuvola nera fosse frutto dell’inquinamento, nulla di preoccupante, ma solo in pochi, cioè i governi e alcune equipe di scienziati sapevano che la nuvola era il preludio della fine. Avevano ancora poco tempo, e poi il genere umano sarebbe stato spazzato via a causa della sua stupidità e incoscienza.
Ben presto venne lanciato l’allarme anche alla popolazione, che andò nel panico più totale. Alcuni iniziarono a correre di qua e di là, altri tentarono il suicidio per non vedere la fine, altri ancora riunivano le loro cose nella vana speranza di poterle portare con sé, altri abbracciavano i loro cari per poterli vedere un’ultima volta, prima della fine. Solo una donna correva con una neonata frignante in braccio verso quello che sembrava un bunker.
Intanto nella costa occidentale onde alte metri si profilarono all’orizzonte: tempo di dire le ultime preghiere e le popolazioni costiere vennero spazzate via dal mare che nulla perdona. Il cielo iniziò a tuonare, caddero fulmini che attaccarono le centrali elettriche provocando numerosi black out. Tutti cessarono le loro occupazioni: tutti tranne i soldati, le guerre continuarono e quel che non portò via la natura lo portarono via loro. La terra iniziò a tremare, perché non tollerava più l’ingombro delle miniere, i sistemi petroliferi, le metropolitane e le ferrovie sotterranee e le nuove tecnologie che penetravano in profondità per estrarre ogni risorsa dalla povera terra, che venne spaccata proprio da loro. ci furono vari terremoti in molte zone. Molti animali, i pochi rimasti, iniziarono a fuggire, spaventati, entrando in città e travolgendo tutto. Venne una pioggia incessante, causata anch’essa dall’uomo, che sommerse le città, e i vulcani iniziarono a eruttare incessantemente, perché le innumerevoli trivellazioni avevano smosso i vulcani e alterato la loro stabilità.
Nel frattempo, la donna con la neonata, correva. L’aveva strappata dalle braccia della madre, che stava piangendo in piazza, ma non aveva potuto fare altro. Non c’era tempo. Quella bambina era la speranza dell’umanità. Non l’aveva scelta, l’aveva vista, aveva stordito la madre, e l’aveva rapita. La piccola piangeva, incosciente di tutto. Ironia della sorte, la donna, una scienziata di nome Emily Taik, aveva sentito la madre della piccola pronunciare il nome della piccola: si chiamava Eva. Proprio ironico. Tutto stava per finire, gli ecosistemi erano al collasso, la terra non sopportava più l’invadenza umana, e lei aveva tra le braccia una novella Eva. Corse oltre il supermarket, davanti al quale alcune persone, che non avevano ben compreso la situazione, stavano radunando cibo pensando di potersi salvare. Alcuni di loro erano malvagi. Emily storse il naso. Se si fossero vaccinati, sarebbero sani. Le persone avevano iniziato a vaccinarsi sempre meno, ritenendo che gli effetti collaterali dei vaccini superassero di gran lunga i benefici, e così avevano iniziato ad ammalarsi di malattie ritenute scomparse, trasmettendole tra loro e creando molte epidemie. Nonostante ciò una parte cospicua della popolazione ancora rifiutava i vaccini. Se così non fosse stato, almeno il problema delle malattie non ci sarebbe stato, o almeno sarebbe risultato di gran lunga inferiore. Se gli scienziati, eccitati all’idea di estrarre ogni minerale, ogni risorsa, avessero trivellato meno il suolo, quel terremoto non ci sarebbe stato, e i vulcani non starebbero eruttando; se avessero quantomeno contenuto l’emissione di gas dannosi l’ecosistema non sarebbe collassato, avrebbero avuto cibo e acqua e molte vite sarebbero state risparmiate, e quella nuvola nera, che avrebbe presto iniziato ad avvelenare tutto il mondo, non sarebbe stata sopra le loro teste. Così non era stato, avevano sbagliato, e avevano pagato per i loro errori. Loro, non Eva. Eva avrebbe ricostruito un mondo, un mondo migliore, un mondo naturale, un mondo giusto e consapevole.
Emily aprì finalmente la porta del bunker e accese dei dispositivi. Adagiò la bambina in un contenitore pieno di liquido, che si affrettò a sigillare.
-Il macchinario di stasi* è pronto. Le risorse per farlo funzionare bastano per circa mille anni. Blocco della crescita all’età di venti anni. Tecnologie di conservazione abilitate. Azionamento del conto alla rovescia completato. Fra novecento anni disconnessione delle attrezzature con conseguente risveglio del soggetto. Dispositivo audio connesso. Bene. Devo registrare. “Buongiorno. Tu ti chiami Eva, sei un essere umano. L’ultimo essere umano. Chi ti parla è Emily Taik. Quando udirai la mia voce sarò morta. Il tuo compito è riportare in vita il genere umano perché possa ripopolare il mondo. Il tuo scopo è questo: è per questo che ti abbiamo ibernato, tu devi fare ciò per cui sei stata salvata. Segui le mie istruzioni, Eva. Alla tua destra c’è un grande scaffale con delle ampolle e varie siringhe, quelle con l’ago. Il liquido all’interno delle boccette si chiama sperma, e lo devi inserire dentro la siringa. Metti l’ago nella tua pancia e premi il pistone. Il sistema tecnologico presente nel fluido, oltre allo sperma, consentirà a questo di arrivare a destinazione, nonostante tutto. La pancia ti crescerà e dopo nove mesi metterai al mondo un bambino. Quando sarà nato dovrai fare un’altra iniezione e così via fino a un numero sufficiente di bambini di ambo i sessi. Ho fatto in modo, grazie alla tecnologia dell’incubatrice, che tu possa conoscere le funzioni base dell’essere umano: saprai parlare e comprendere le parole, saprai camminare, correre e saltare. Troverai del cibo congelato alla tua sinistra. Troverai una borsa lì vicino. Non ho tempo per inviarti ulteriori informazioni. Buona fortuna”-

 
 
 
*Stasi: sono ben cosciente del fatto che il termine non sia molto adatto, tuttavia non trovavo parole che potessero esplicare il funzionamento del macchinario: stasi è da intendersi come un processo che blocca la crescita dell’individuo (a venti anni, in questo caso) fino a un tempo stabilito, in cui il processo si ferma e il soggetto diventa cosciente e ricomincia la fase di invecchiamento/sviluppo. 
   
 
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