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Autore: AlfiaH    03/05/2015    3 recensioni
Castiel è un padre single con una figlia a carico, Dean è un insegnante di educazione fisica piuttosto antipatico; Claire non è un'amante dello sport e non le piace neppure il nuovo fidanzato di papà.
[Destiel/ famiglia allargata perché si/ ispirato alla 10x20]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Castiel, Claire Novak, Dean Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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Il fidanzato di papà

Cap II


 

Quel sabato il signor Squirrle ruppe le palle meno del solito: non disse nulla circa i suoi jeans, non le confiscò il cellulare e non le fece la predica riguardo le cuffie. Era sembrato incerto persino sul chiamarla o no all'appello.
Ridicolo.
Claire non voleva nessun tipo di privilegio, specie perché era la figlia del tipo che andava a letto con l'insegnante (ben fatto: come avrebbe cancellato ora quell'immagine della mente?). Comunque, avrebbe messo in chiaro le cose appena finita la lezione.
"Novak, puoi aspettare cinque minuti quando suona la campanella? Dovrei parlarti". 
L'insegnante approfittò per parlarle mentre sistemava l'attrezzatura nella propria sacca; non la guardò e Claire fece altrettanto. "D'accordo".
"Bene".


Dean si poggiò al banco, le braccia incrociate al petto lo facevano sembrare ancora più muscoloso - si era tolto quella ridicola fascia rossa. Si schiarì la voce prima di cominciare, ma Claire lo interruppe subito.
"Senta, io non voglio nessun trattamento di riguardo solo perché lei è il fidanzato di mio padre. Non che mi siano mancate le sue paternali, oggi, ma io- voglio solo ciò che merito, okay? Non voglio essere la cocca del prof". Dean non smise di osservarla nemmeno per un attimo ed attese pazientemente che finisse, anche se la sua voce trasudò irritazione. "Beh, questo non sarà più un problema. Io e Cas abbiamo rotto". La ragazza sgranò gli occhi. "Cosa? Perchè?"
"Tuo padre sembra un po' fesso, ma certe cose le capisce. E le capisco anch'io".
"A quanto pare sono l'unica a non capire".
"Ascolta, Claire. Anch'io ho perso mia madre quando ero piccolo e nemmeno a me piacevano le fidanzate di papà; le odiavo tutte e trovavo sempre un modo per farle scappare - pensavo... Sai, pensavo che se avesse trovato la donna dei suoi sogni, si sarebbe dimenticato di me e mio fratello o qualcosa del genere.Quindi ti capisco, davvero, neanch'io mi piacerei se fossi in te, ma, hey, quell'uomo darebbe la sua vita per te. Okay, non sarà il padre dell'anno ed il suo matrimonio è fallito perché di punto in bianco ha scoperto che le donne non gli piacevano poi così tanto, magari non sarà sempre presente, ma si fa il culo per te. Perché ti ama e non amerà mai nessuno allo stesso modo. E poi non corri certo il rischio di avere un fratellino".
Claire si umettò le labbra, visibilmente a disagio e col cuore in gola, spostando il peso da un piede all'altro. Dean attese che dicesse qualcosa ma nessuna parola fu proferita, pertanto decise di prendere in mano la situazione. "Quello che sto cercando di dire è che prima o poi tu non avrai più bisogno di lui. Sarai forte, indipendente, avrai una casa ed una famiglia tutta tua, e lui rimarrà solo perché aveva paura di ferire i tuoi sentimenti. Non deve essere oggi, Claire, e non devo essere io, ma Cas merita di essere felice a modo suo".
"Lo so, mi dispiace", rispose cautamente abbassando lo sguardo. "E' che mi manca la mia famiglia. Mia madre non è morta, ci ha abbandonati perché ha paura di papà e probabilmente pensa che anch'io abbia una malattia simile, o qualcosa del genere. Se sapesse di lei e mio padre, come minimo mi farebbe cambiare scuola - io non voglio una persona così nella mia vita, capisce? Per questo sono così legata a mio padre, lui è l'unica famiglia che mi rimane e l'idea di dividerla con qualcuno a volte mi spaventa.
Non volevo comportarmi da egoista e non- mi pentirò di quello che sto per dire, ma non volevo che vi mollaste. Lei mi sembra un tipo a posto, dopotutto". 
Stupito dall'improvvisa confessione, l'insegnante sbatté le palpebre e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, abbandonando la posizione di difensiva. "Wow".
"Già. Non lo dica in giro".
"Certo che lo dirò in giro. La Novak mi tollera: wow". La ragazza sorrise e gli diede uno schiaffo sul braccio. "Non le crederanno. E comunque negherò tutto".
"Avrei dovuto registrarlo. Sapevo che ti avrei conquistata, prima o poi. I Novak non hanno segrei per me".
"Ma stia zitto. Mi dia uno strappo a casa, piuttosto, visto che mi ha fatto perdere l'autobus".
******
"Allora cosa, siamo amici ora?"
"Tu sarai sicuramente un cadavere se non togli subito i piedi dal cruscotto".
Dean, apprese Claire, aveva una specie di ossessione per la sua Impala del 67 - tanto da chiamarla "Baby", andiamo (come se lei non avesse mai chiamato così il suo cellulare). "Scuuusa, Dean. Posso chiamarti Dean, vero?"
"Niente da fare, ragazzina, non ti toglierò il tre a fine anno. Non attacca".
"Ma andiamo", si lamentò lei. "Che ti costa?"
"Non eri quella che non voleva favoritismi?"
"Non voglio favoritismi perché sei il fidanzato di papà (a parte il fatto che ti sei fatto scaricare), voglio un piccolo favore nel nome della nostra nuova amicizia". La biondina sbatté le lunghe ciglia, facendolo ridere; l'uomo alla guida, però, scosse la testa. "Applicati di più e vedrò quello che posso fare".
Lei sbuffò: "non è una questione personale, davvero, è che proprio non sono portata per gli sport. Non voglio fare quella che viene sempre scelta per ultima, ho una dignità. io".
"Quindi è questo il problema", fece guardandola di sottecchi; Claire non rispose, affondò il viso nel palmo di una mano e si incollò al finestrino. "Non venirmi a dire che l'importante è partecipare".
"Che stronzata", sputò il biondo attirando la sua attenzione, "questo è quello che dicono i perdenti. Ma sai cosa? Non diventerai mai una vincente se te ne stai in panchina. Tutti siamo stati perdenti prima di essere campioni, persino io".
"Davvero?"
"Certo che no", rise come se avesse appena sentito la cosa più assurda del mondo. "Ma non è questo il punto. Se vuoi essere scelta per prima devi impegnarti - sono anche disposto a darti delle lezioni private".
"Bella scusa per intrufolarti a casa mia. So io che attività fisica ti piacerebbe fare con papà". Dean rise più forte, ma abbassò la musica assordante, mormorando un "touchè".
"Cosa?" chiese lei.
"Volevo dire una cosa riguardo tua madre, sai, il discorso di prima..."
"Non pensi che sia stato già abbastanza imbarazzante? Dobbiamo scambiarci anche i codici del diario segreto?"
"L'hai detto tu, siamo amici, quindi ti dirò quello che penso. Primo: tua madre ha qualche rotella fuori posto riguardo la storia dei gay-"
"Hey! Vacci piano, è pur sempre mia madre!"
"Fammi finire! E si, ammettilo, non è totalmente a posto. Secondo: ha abbandonato tuo padre per questo motivo e per certi versi devo ringraziarla, ma io davvero non penso che volesse allontanarsi da te. Penso, piuttosto, che ti voglia bene. Insomma, l'hai detto tu, è pur sempre tua madre. Si sa che i genitori sono antichi - conflitto generazionale o roba varia. Ce l'avevano anche Sammy e papà, hanno passato una vita a litigare, ma si volevano bene".
"Può darsi", concesse Claire, "ma è uno stress continuo. Per lei contano soltanto la scuola, i voti, gli esami di metà anno. Quando ci vediamo non mi chiede altro".
"Forse non sa cosa chiederti". 
"Forse. Prima organizzavamo sempre delle gite in famiglia. Adesso riesco a vederli insieme soltanto in tribunale", sussurrò, e il cuore di Dean si strinse pericolosamente.
"Beh, perché esisterebbero gli zii altrimenti?" Claire inarcò un sopracciglio, piuttosto scettica. "Non sono in contatto con nessuno zio".
"Però hai un fighissimo ex fidanzato di papà che conosce un sacco di posti altrettanto fighissimi. Di', hai fretta di andare a casa?"

 


Dean le lanciò un'occhiata fugace alla ragazza, come a dire "guarda e impara", prima di mandare la palla in buca al primo colpo.
 "Ohhh è in buca! E' in buca!" esultò, ruotando su se stesso con una gamba sola, sotto lo sguardo perplesso dell'altra; il suo sorriso si spense quando comprese che la sua citazione non era stata afferrata. "Caddyshack? Bill Murrey?" fece, come se quelle parole spiegassero tutto; la ragazza assunse un'aria ancora più incerta. "E' un classico!" spiegò lui.
"Mai visto, non sono una fan".
"Come puoi-"
"Hai finito?" chiese alla faccia oltraggiata dell'altro, arcuando un sopracciglio. Dean storse la bocca e le lasciò la postazione. "Si, ho finito. Finito con la tua intera generazione". Claire roteò gli occhi al cielo e si preparò per colpire la pallina bianca: buca perfetta. Si voltò verso l'insegnante con l'espressione più stupita del suo repertorio, la mazza da mini golf stretta al petto. "Woah, l'hai vista? E' andata in buca? Io non stavo guardando".
"Happy Gilmore. Bella giocata", fu costretto ad ammettere. La ragazzina fece un lieve inchino, sorridendo vittoriosa: "molte grazie".
Toccò nuovamente a Dean (che non si trattenne dal farle il verso appena si fu girata), ma fece cilecca; Claire evitò di farglielo pesare.
"Quindi è questo che fai nel tempo libero? Giochi a minigolf?"
"Non spesso quanto vorrei. Ci venivo sempre con mio fratello prima che si trasferisse".
"E' un bel posto", concordò. Dean si aprì in un ghigno soddisfatto: "sapevo che ti sarebbe piaciuto".
"Eh? Perché?"
"Ci ho portato tuo padre la prima volta che siamo usciti insieme- beh, era notte fonda ed aveva appena finito il turno, quindi non aveva troppa voglia di giocare, però poteva guardare le stelle. L'ho capito subito: è uno col naso sempre all'insù. Tu gli assomigli".
"Non ti facevo un tipo romantico. Comunque lui pensa che io assomigli a te, immagina".
"Non lo sono", confermò, "ma si cerca di scendere a compromessi. Beh, meglio così no? Le persone non si faranno domande se somigli ad entrambi", scherzò sbagliando un'altra palla, facendola ridere. "Adesso piantala di distrarmi, ragazzina".
"Sei troppo vecchio per questo gioco. E poi tutti nella vita siamo stati dei perdenti, devi solo migliorare".
Seriamente, come poteva Dean non farle il verso?

 
Un anno dopo...

"Hai regalato una pistola a mia figlia?!" 
Castiel sembrava per avere una crisi di nervi, mentre sbraitava contro Dean e la sua birra chiara; il biondo roteò gli occhi e fece cenno a Claire di squagliarsela. "Siamo negli Stati Uniti, Cas! Una ragazza deve pur difendersi, e fa ancora troppo schifo con le arti marziali, okay?"
"E non potevi regalarle del normale spry al peperoncino?"
Claire si tirò giù l'orlo della gonna cortissima ed inforcò silenziosamente il suo giubotto di pelle. "Volevo andare sul sicuro", si giustificò Dean. Cas si schiaffò una mano in faccia per poi portare l'attenzione sulla fuggiasca. "E tu dove pensi di andare con quella cosa nella borsa? E poi non mi hai ancora detto chi ti accompagna alla festa". Già con una mano sulla maniglia, era quasi fuori: maledizione!
"L'accompagno io con l'Impala. Prometto che non le insegnerò a sparare lungo il tragitto", scherzò guadagnandosi un'occhiataccia. "In realtà mi accompagna Jack", li informò lei, prima di schizzare fuori come una molla.
Dean rimase a bocca aperta per un istante; guardò il compagno in cerca di spiegazioni, poi ancora verso la porta aperta. "Aspetta un attimo, signorina, chi diavolo è questo Jack?! E come andate?!"
"In moto!" fu la risposta proveniente dall'esterno. I capelli gli si drizzarono sulla testa, Castiel gli poggiò una mano sulla spalla per rassicurarlo, sebbene avesse l'aria piuttosto rassegnata. "E' un bravo ragazzo, lo conosco".
"E quando pensavi di dirmelo? Quanti anni ha? Hai il suo numero?"
"Dean-"
"Cas, per favore, sto cercando di preoccuparmi per tua figlia". Il moro sorrise e gli stampò un bacio lieve sulle labbra, appendendosi alle sue spalle. "Ha la pistola con sé". Dean annuì, prendendogli il viso tra le mani. "Puoi dire quello che ti pare, Cas. Sono contento di avergliela regalata".
"D'accordo", concesse. Dean si sentiva sempre un po' stupido quando Castiel lo assecondava in questo modo, ma le sue dita gli stavano sbottonando la camicia, quindi decise di lasciar perdere. "Abbiamo la serata libera", sussurrò al suo orecchio infilando le mani sotto la stoffa. Il biondo lo strinse a sé e gli sfilò il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans: "prima fammi fare una telefonata per sapere se sono arrivati".



#Angolo della disperazione

Hello boys! 
Ecco il nuovo (ed ultimo) capitolo di questa storia.
Ho preferito pubblicarla oggi perché solo Dio sa quando riuscirò a riprendere il computer tra le mani - ho ancora tutte le interrogazioni da fare e non so praticamente niente.
Ma btw. Spero che questa fanfiction vi sia piaciuta e ringrazio tutti coloro che hanno recensito e recensiranno!
Alla prossima,
Alfiah <3


Note: traduzione di "it's in the hole" di Dean nella 10x20, tratta dal film "Palla da golf", in inglese "Caddyshack".
Traduzione di "I wasn't watching" di Claire nella 10x20, tratta dal film "Un tipo imprevedibile".
  
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