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Autore: Natalia_Smoak    03/05/2015    3 recensioni
Quando Steve Rogers aveva aperto la porta della stanza di Natasha Romaoff si sarebbe aspettato di tutto, ma non questo.
Erano appena tornati da una missione, tutti erano malconci. Era stata una lunga e sofferta battaglia :lui aveva un labbro spappolato e qualche costola incrinata, Thor aveva seriamente rischiato che i nemici gli mozzassero il braccio con annesso martello, Banner si stava piangendo addosso per quello che il suo oltrego verde aveva provocato ai civili della città vicina e quell’ idiota di Stark stava ancora inveendo contro chi gli aveva ridotto l’armatura ad un “cumulo di chip” come la definiva lui ora. Natasha aveva ricevuto una coltellata, proprio sulla spalla, o almeno così aveva creduto finché non aveva avuto la pessima idea di mettere piede nella sua stanza per sapere come stava.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cold war parte 2'
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Spazio autrice:
Salve a tutti, metto lo spazio autrice prima per spiegare che questo è il mio primo lavoro nel fandom e con questi personaggi. Spero non risultino troppo OOC.
Poi la scelta del paring non so se è molto felice, ma capitemi, ho appena visto Age of Ultron.. e il finale mi ha lasciato con una serie di ideuzze da poter sviluppare, poi io fondamentalmente adoro sti due già separatamente, e Hulk non m sta molto simpatico… quindi..
A voi la parola lettori !


 
Sarò magnanima, Rogers
 
Quando Steve Rogers aveva aperto la porta della stanza di Natasha Romaoff si sarebbe aspettato di tutto, ma non questo.
Erano appena tornati da una missione, tutti erano malconci. Era stata una lunga e sofferta battaglia :lui aveva un labbro spappolato e qualche costola incrinata, Thor aveva seriamente rischiato che i nemici gli mozzassero il braccio con annesso martello, Banner si stava piangendo addosso per quello che il suo oltrego verde aveva provocato ai civili della città vicina e quell’idiota di Stark stava ancora inveendo contro chi gli aveva  ridotto l’armatura ad un “cumolo di chip” come la definiva lui ora.  Natasha aveva ricevuto una coltellata, proprio sulla spalla, o almeno così aveva creduto finché non aveva avuto la pessima idea di mettere piede nella sua stanza per sapere come stava.
La ragazza era di schiena e stava frugando nel cassetto della scrivania alla ricerca di qualcosa, mentre si muoveva Steve riuscì a scorgere la vera entità della ferita: andava dalla spalla fino a metà della parte superiore del braccio destro. Ovviamente lui poteva avere questa chiara visione delle cose perché Natasha era in procinto di cambiarsi le fasciature e ovviamente per rendere tutta l’operazione più agevole si era tolta la maglia. Steve poteva osservare le fasce muscolari della schiena e la vita sottile che facevano sembrare quel corpo così esile, ma lui sapeva bene che quello stesso corpo poteva uccidere senza pietà.
“Rogers, hai intenzione di stare lì a fissarmi ancora per molto ho venire dentro ?” chiese la rossa che ovviamente era stata perfettamente consapevole della presenza del ragazzo non appena aveva anche solo iniziato a respirare sull’uscio.
Con non poca titubanza e lo sguardo rigorosamente rivolto al pavimento lui entrò nella stanza
“Ero venuto per vedere come stavi” affermò il ragazzo che avrebbe tanto preferito essersi  fatto i cavoli suoi per quella volta
“Come sto lo puoi vedere da te” rispose lei mentre si sedette su una sedia e allungò il braccio ferito sul tavolo. “Devo cambiarmi le bende”  spiegò mentre con lo sguardo indicava le vecchie bende sporche di sangue buttate alla rinfusa sull’altro lato del tavolo. Bende che lui non poteva vedere dato che aveva preso ad osservare attentamente un punto imprecisato del muro vicino a lui. “Già che sei qui mi potresti dare una mano..”
Per la prima volta da quando era entrato in quella stanza Steve la guardò in faccia:
”Darti una mano?” domandò confuso
“Si, ho bisogno che tu mi tenga ferma la benda e faccia pressione sulla ferita, con la mano sinistra per me è difficile farlo. Guarda che puoi anche avvicinarti, non mordo mica” sospirò lei vedendo il ragazzo tentennare
Senza dire nulla lui le si avvicinò e si piegò alla sua altezza. Posò le dita e fece pressione sulla ferita per evitare la fuoriuscita di sangue, anche se il più ormai era già depositato e incrostato sulla vecchia garza. Natasha iniziò ad avvolgere la benda intorno alla sua mano.
Arrivata a metà del lavoro alzò gli occhi e si mise ad osservarlo: era palesemente a disagio, e anche se non lo avrebbe mai ammesso nemmeno a se stessa, la cosa la inteneriva.
Steve si accorse del sorriso malizioso e canzonatorio con cui lei lo guardava
“Che c’è ora?” domandò. Tutto quello che voleva era che quella situazione finisse al più presto
“Sei in imbarazzo ” disse Natasha mentre aveva ricominciato a fasciare braccio e spalla. Non era una domanda, lo sapevano entrambi
“Non è vero!” cercò di negare lui, aveva una dignità da eroe da salvaguardare
“Oh, e invece si, sei anche arrossito, chi lo avrebbe mai detto che per far capitolare il grande Capitan America bastassero un bel paio di t..” stava facendo la stronza, e lo sapeva, ma infondo la divertiva vederlo in difficoltà
“Romanoff!”  
“D’accordo, guarda, ho finito”  affermò lei. Appena disse queste parole Steve tolse le dita da sotto la ferita e si alzò di scatto dirigendosi all’altro capo della stanza  dandole la schiena in modo da poter fissare il muro.
Natasha sospirò mentre cercava una maglietta pulita da mettersi.
“Ai miei tempi…nel 1940…non era così. Cioè noi uomini dovevamo comportarci in un certo modo con le ragazze e…”
Allora il gatto non gli aveva mangiato la lingua.
“Fammi indovinare tu eri uno di quelli che guardava le ragazza dal ginocchio in giù, vero? Comunque, per tua fortuna questa conversazione è finita, puoi girarti, ho una maglia addosso”
Con gran sollievo Steve si girò e si diresse verso la porta:
“Forza torniamo dagli altri” le suggerì invitandola con un cenno ad uscire prima di lui che intanto le avrebbe tenuto la porta
Un vero cavaliere.
Natasha lo guardò con un sorriso sorione e mentre si incamminava fuori si fermò, esattamente davanti a lui, abbastanza vicino da metterlo in allerta, ma non così tanto da toccarlo:" Rogers, sarò magnanima, quello che è successo rimarrà tra noi, d’accordo… verginello?” sussurrò per poi uscire dalla stanza.
Steve esalò un sospiro; non lo aveva ucciso la seconda guerra mondiale, non lo aveva ucciso la S.H.I.E.L.D., ma c’erano buone probabilità che Natasha Romanoff lo facesse
 

 
  
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