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Autore: Aesingr    05/05/2015    4 recensioni
Spyro e Cinerea hanno combattuto e sconfitto il perfido Malefor, drago viola dai poteri immensi. l'hanno sempre considerato un nemico vile e spietato, insensibile di fronte al dolore che stava causando.
Si sa, l'oscurità può sorgere anche dalla luce. A volte l’amicizia, l’amore ed ogni altro sentimento positivo possono mutare in artigli roventi, con cui è facile dilaniare la carne e le ossa per giungere al cuore.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PER AMICIZIA



In quel momento tutto gli parve dissolto nel nulla: il passato, il futuro e anche lo stesso presente, niente aveva più senso di essere.
Axius continuava a fissare Malefor con indecisione, con quella titubanza che persino lui aveva temuto di incontrare quando fosse arrivato il momento fatidico.  dal canto suo il drago viola non si muoveva, tutto il suo corpo supplicava di scomparire e non certo per vigliaccheria. Il crucio che lo tormentava risiedeva nel dolore che avrebbe causato ai suoi amici, a Neiry, ad Axius stesso e a tutti coloro che continuavano a sperare in un futuro di pace.
"Avanti..." Mormorò Malefor, dischiudendo la bocca da prima in un tenue sorriso, poi in un ringhio sommesso. "Avanti! Tu mi odi non è così? Allora fallo! Se davvero non è la vendetta il motivo del tuo odio, non avrai alcun rimorso, Avanti!"
Il guardiano del ghiaccio iniziò a respirare profondamente, finché il suo corpo prese ad ansimare come in preda alla paura. Cosa gli stava succedendo? Dov'era finita la convinzione di un attimo prima? Eppure non era poi così difficile; anche Malefor lo voleva, la sua ferma sicurezza non lasciava alcun dubbio.
E allora cosa stava aspettando? Sollevò la zampa sinistra bruscamente, come guidato da pesanti convulsioni, ed espirò energicamente.
"Malefor... io..."
Il drago viola si alzò, scrutando Axius negli occhi. Drizzò la coda e spalancò per metà le ali, portandosi sotto di lui.
"Devo costringerti? Almeno capiresti che non c'è altra soluzione e che dovresti sbrigarti"
Axius si ricompose, tornando nella stoica posizione fisica e mentale del gelido guardiano delle energie fredde, riportando la zampa a terra.
"No, non ce n'è bisogno. Ma lascia che ti dica solo una cosa"
"Ho già ascoltato troppo, troppe parole. Voglio che finisca qui, adesso. Altrimenti non finirà mai più"
"Si, esaudirò il tuo desiderio. Ma sappi che così facendo spezzerai il cuore di Neiry"
A quel nome Malefor per un istante vacillò, mentre come una saetta impazzita i suoi pensieri volgevano alla dragonessa sua amica. No, era qualcosa di più di un'amica. Era proprio a quello che aveva pensato in quelle ultime ore: aveva trovato una famiglia e dei fratelli.
Eppure era stato proprio il dubbio di poter cedere  a quella radiosa prospettiva che lo aveva spinto a rimuovere ogni cosa, a divenire un automa privo di sentimenti ed emozioni, così da rendere a lui e ad Axius tutto più facile; ma all'udire il nome di Neiry rischiò di precipitare ancora nel ricordo di quell'abbraccio. Così caldo, soave, troppo simile a quello di Lehr.
“Lei ti vuole bene, più che a qualunque altra creatura vivente. Tu per lei sei molto importante e sente su di sé la responsabilità del tuo futuro”
Malefor replicò senza esitare, nonostante la sua anima fosse in frantumi.
“Allora dille che se davvero mi vuole bene, non dovrà piangere per me e per le scelte che io stesso ho fatto”
La sicurezza del drago viola non lasciava spazio a nessun ripensamento, neanche un’impercettibile breccia nella sua solida corazza di convinzione.
“È quindi questa la tua scelta?”
“Si” Mormorò Malefor, voltando lo sguardo altrove.
“Cosa stai guardando?”
“Niente” Rispose Malefor, immobile. “Ti sarebbe difficile colpirmi mentre ti guardo”
Il guardiano del ghiaccio si sentì sopraffare da qualcosa più grande di lui, da una sensazione di pura inquietudine. Non riusciva più a vedere un motivo valido per uccidere Malefor, benché sapesse cosa avrebbe comportato non farlo.
No, prima la salvaguardia del tempio, dell’equilibrio degli elementi e dell’intero regno. Non poteva anteporre una sua debolezza al suo ruolo di guardiano.
Avanzò, ormai non aveva più dubbi, era pronto. Era a pochi passi dal corpo del drago viola quando questo si voltò di scatto, osservandolo con occhi furenti.
Per un istante pensò che volesse attaccarlo, che avesse cambiato idea; si rese poi conto che non era a lui che Malefor aveva diretto quell’occhiata colma d’ira.
“Giù!” Gli gridò Malefor, gettandoglisi incontro e salvandolo dall’impatto con una saetta azzurrina che invece centrò in pieno proprio il drago viola e lo scagliò a terra frastornato.
Dalle fauci di Axius scaturì un profondo ringhio. Irritato dalla consapevolezza che non poteva esser stato nessuno se non Siil si voltò, ignorando le sue vere intenzioni ma decisamente certo delle proprie.
“Non avevamo deciso che saresti dovuto sopravvivere fino a domani?” sibilò il drago del fulmine.
Axius scrutò interrogativo Malefor che nel frattempo si stava rialzando, chiedendo silenziosamente spiegazioni, ma venendo del tutto ignorato.
“Io non ho deciso niente con te, non avrai pensato che avessi creduto alla tua storia vero?”
Siil scoppiò in una fastidiosa e stridente risata, avvicinandosi incurante della presenza di Axius.
Era come se il drago del ghiaccio non esistesse, invischiato al centro di un infernale scambio di sguardi avversi e furiosi.
“Sei un povero sciocco. Ti sei fatto abbindolare da questa massa di pezzenti invece di ascoltarmi. Ti sei lasciato domare come un cuccioletto indifeso privo di volontà”
“Taci! Eri tu a volermi abbindolare, ma il cuccioletto non è stupido come credi!”
Siil inclinò il muso e curvò le labbra in un ghigno.
“Capirai a breve che sei più stupido di quanto immagini. Ma se la metti così, farai la fine di tutti gli altri”
Malefor si drizzò sulle zampe e sollevò il muso in segno di sfida.
“Staremo a vedere”
Un’altra orrenda risata.
“Non montarti la testa cuccioletto. Sarai più forte di ogni altro drago al mondo ma non sfuggirai alla distruzione totale”
Fu Axius che, dopo essersi ripreso, interruppe la conversazione gettandosi addosso a Siil e artigliandolo alla gola con violenza. Lo scatto fu così rapido che neanche Malefor fu in grado di prevederlo.
Il drago viola provò una certa soddisfazione nel vedere quanto gli artigli fossero scesi in profondità nel collo del drago dorato. Quasi rabbrividì nel pensare che quel colpo probabilmente sarebbe stato inferto anche a lui, ma la cosa non lo turbava particolarmente. Non fu comunque in grado di restare indifferente a quel che accadde. Nessuna goccia di sangue scivolò dal collo di Siil; da gli artigli di Axius si era generata un'aura gelida che ne aveva cristallizzato il flusso. In breve il corpo del guardiano del fulmine, con le fauci ancora spalancate per lo stupore, venne ricoperto da uno strato di ghiaccio che ne fece una fredda statua trasparente.
Axius allontanò la zampa. Siil venne circondato da un bagliore azzurrino, per poi esplodere in una miriade di schegge ghiacciate le quali si depositarono al suolo come lucciole di rugiada.
Lo stesso Malefor ne rimase turbato. Fu tutto dannatamente crudo e spontaneo, troppo improvviso e fluido. Neanche lui era arrivato a tanto.
“Era così necessario?”
Axius non rispose, il capo chino e il corpo di pietra che lo rendevano in tutto e per tutto simile ad una perfetta scultura. Altri secondi passarono, finché una nuvoletta d’aria fresca uscì dalle narici del gelido drago azzurro.
“Lo era. Da tempo tutti aspettavano l’occasione in cui si sarebbe rivelato per quello che già in passato era stato. Speravo che con il tempo ci saremmo ricreduti sul suo temperamento. Invece non ha fatto altro che confermare le nostre ipotesi, giorno dopo giorno. Con lui in vita non si sarebbe mai potuti stare tranquilli”
 Tranquilli; era quello quindi che cercavano. La tranquillità, non la pace. In un mondo in cui esisteva l’odio non si poteva assurgere alla vera pace
No. A Malefor non era piaciuto quel gesto. Eppure detestava Siil, per lui non aveva mai rappresentato niente se non qualcuno che gli aveva instillato false speranze durante le sue ultime ore. Ma c’era qualcosa di sbagliato, qualcosa che gli fece vorticare la testa impetuosamente.
Di nuovo. Ancora una volta la sua visione della realtà si stava distorcendo. No, Axius non doveva eliminare un suo compagno, per quanto quel termine potesse essere inappropriato, in modo tanto gelido ed impassibile.
“Quindi è così che funzionano le cose. La minaccia va estirpata”
Notò sul muso di Axius qualcosa di vagamente simile ad una vena spazientita.
“Avrei dovuto farlo tempo fa, ma non ci aveva dato motivo di prendercela con lui. Adesso ci ha attaccati e minacciati, penso sia abbastanza”
“Io non ti ho attaccato ne minacciato. Eppure… vuoi fare lo stesso con me. Lo vogliamo entrambi. Com’è strana la sorte”
Axius volse lo sguardo al cielo stellato, cercando risposta in quei puntini scintillanti che eterni scrutavano nella loro imperturbabilità quel piccolo e sciocco ammasso di lotte e conflitti. Insignificante di fronte alla loro infinita distanza, un pezzo di terra bruciato dalle follie dell’odio.
Da una parte un cucciolo dal cuore stremato a causa della sua storia, dall’altra un drago con il compito più ingrato che quell’oscuro destino avrebbe potuto assegnargli.
“Quando si crede di aver in mano qualcosa e si scopre di non avere nient’altro che cenere, viene voglia di essere sparsi al vento assieme ad essa”
Era così, Axius pensava di avere la forza sufficiente per adempiere al suo ruolo, ma non ne aveva affatto.
Un boato proruppe dal tempio. Un suono innaturale, niente che potesse venir ricondotto all’accenno di un terremoto, al crollo di una parete o ad una qualche frana. Anche gli alberi sembrarono tremare, qualcosa di tremendo e sconcertante stava per avvenire. Qualcosa che anche il più sperduto angolo del pianeta avrebbe dovuto temere.
Il suolo venne scosso da un fremito, come se l’intero universo stesse sussultando. Malefor guardò in basso, sconvolto, dove temeva si sarebbe potuta formare una voragine da un momento all’altro.
“Cosa sta succedendo?” chiese Malefor confuso.
Axius, meravigliato quanto lui, non seppe dare alcuna risposta a quell’inspiegabile evento. I suoi pensieri si gettarono subito a Neiry, a Ignitor e a tutti  i giovani draghi nel tempio.
Nessuno poteva aver scatenato qualcosa di simile, neanche lo stesso Malefor, concentrato nel decifrare quella nuova occulta fonte di potere. Era spaventato, e la cosa era decisamente insolita. Non aveva avuto paura di morire, ma in quel momento qualcosa lo turbava.
Un piccolo cratere si formò a pochi metri da lui, lasciando fuoriuscire uno schizzo di magma incandescente che per poco non lo incenerì. Indietreggiò rapidamente, mentre Axius osservava sbalordito ciò che stava accadendo: ovunque si stava scatenando l’inferno, e non era un caso che tutto quel caos si stesse concentrando attorno alle fondamenta del tempio.
Perché mai stava avvenendo? Una punizione dell’Aedo forse? Quando un’ipotesi gli balenò in testa, il guardiano per poco non svenne. Si sentì quasi mancare, mentre la sua espressione si faceva quella di un insetto di fronte ad una montagna che gli sta cadendo addosso.
“Distruzione totale… no, non può essere”
Si pietrificò, i suoi muscoli divennero così rigidi che neanche la sua solita calma potette nascondere il terrore che lo travolse. Si rese conto solo in quel momento di non aver mai sperimentato la vera angoscia.
“Cosa? Cosa succede!” domandò Malefor atterrito. “Cos’è che sta scatenando questo putiferio!” Axius sospirò. Un sospiro rassegnato, spento.
“Il cuore del mondo”
“Il cuore del mondo?"
Di nuovo avevano a che fare con l'energia di cui gli aveva parlato Neiry.
“Il punto in cui confluiscono e da cui provengono tutte le energie che compongono il nostro mondo. Si sta sovraccaricando”
Malefor ne sapeva quanto prima, ma di qualunque cosa si trattasse non gli piaceva, per niente. Spiegò le ali e senza pensarci due volte corse in avanti, gettandosi in volo verso Neiry e i suoi amici. Bruciava al pensiero che potessero essere in pericolo; anche se non capiva quale arcana potenza si celasse dietro a quella devastazione, non poteva permettere che accadesse loro qualcosa.
Sarebbe stato il suo ultimo gesto per loro, per ringraziarli. Trascorse meno di qualche istante che vide delle sagome avvicinarsi nell’ombra e udì le loro ali spingere con forza l’aria.
“Malefor!”
Vide Ignitus scendere di quota e gettarglisi incontro, impossibile capire cosa provasse. Troppe le emozioni, troppo improvviso e inaspettato quell’ultimo capriccio del male.
“Ma dov’eri finito!”
Malefor scosse la testa.
“A dopo queste cose. Cosa significa che si sta sovraccaricando il cuore del mondo?”
“Per tutti i divini, allora è davvero questo che sta succedendo! Axius era con te?” chiese Ignitus.
“Si. Mi ha appena accennato del cuore del mondo"
“Cosa stavate facendo?” domandò il giovane drago di fuoco, ancora stravolto.
Cosa avrebbe dovuto rispondere? Ma soprattutto, avrebbe dovuto rispondere? -Stavamo decidendo se uccidermi o meno-, questo doveva dire?
“Doveva parlarmi. Eravamo impegnati in una conversazione un po’ particolare, quando tutto è iniziato a scoppiare nei dintorni”
“Io cre…”
Una colonna di fuoco esplose e il terreno si squarciò. Si diresse furiosa verso i due , i quali vennero salvati in tempo dal tempestivo intervento di Glaider e Solaris, che cozzarono rispettivamente con Ignitus e il drago viola, allontanandoli.
Nessuno dei quattro riuscì a proferire parola, quello spettacolo era terrificante. Restarono quasi un intero minuto sospesi in aria a scambiarsi occhiate confuse, ad ascoltare il fremito del suolo, a sperare che tutto finisse al più presto.
Salirono di qualche metro, fin dove le loro ali lo consentivano, fin dove la notte si estendeva infinita e ormai spaventosa. Sembrava di perdersi nel buio senza confini, allontanandosi dalla fine del mondo che pareva imminente. Videro che le esplosioni si erano propagate anche nei luoghi vicini e probabilmente anche altrove, non riuscendo a capire il perché di quel disastro.
“Cosa facciamo?” Chiese Ignitus, abbassando il muso.
“Francamente capo…” Fece Glaider, accennando quello che sarebbe dovuto somigliare ad un sorriso disperato, “penso ben poco. Se qualcuno ha davvero intaccato il centro delle forze del pianeta, siamo piuttosto finiti”
Malefor lo fissò, iniziando ad assemblare qualche pezzo.
“Qualcuno? Quindi qualcuno è la causa di tutto ciò?”
“Beh eccetto che in seguito ad un evento naturale di dimensioni gigantesche, il mondo non inizia a disgregarsi in questo modo”
Poche furono le immagini che gli balenarono in mente: Cristalli viola, energia, Flarendor, quell’infame di Siil.
Era quindi quello il loro addio. Anche ora che entrambi non c’erano più volevano lasciare quel bel ricordo.
-Dovrai prestarmi un po’ di energia- Era a quello che la sua energia sarebbe servita, a distruggere tutto e tutti? E perché allora stava avvenendo comunque? Aveva compreso sin da subito che nelle parole di Siil c’era menzogna, ma non avrebbe mai pensato a un risvolto del genere.
Gli scombussolati pensieri di tutti vennero interrotti dall’arrivo di Neiry da una parte e di Axius dall’altra. I due draghi si incrociarono in volo, fermandosi uno di fronte all’altra. Si scambiarono poco più di una decina di parole, poi si diressero verso di loro. I loro amici giunsero subito dopo, capeggiati da Ignitor che aveva perso la sua feroce baldanza.
Tutti avevano risentito moralmente di quel potente colpo, stava per avverarsi un evento che avrebbe frantumato istantaneamente il flusso della vita. Fu Axius a parlare, in nome di tutti, in nome del ruolo dei guardiani di proteggere la pace.
“Tutti voi allievi, è successo qualcosa di orribile. Il guardiano del fulmine, Siil… ci ha traditi. Il maestro di alcuni di voi, un tempo alleato del più perfido drago della storia, in un ultimo atto di follia ha deciso di porre fine al mondo. È dura doverlo affermare, ma purtroppo è quello che sta succedendo. Anche se forse non è tutto perduto”
Nessuno respirava. Con il fiato sospeso attendevano che una possibile soluzione venisse enunciata, pregando nell’aiuto dell’Aedo.
“Il cuore del mondo non ha abbastanza energia per innescare la distruzione totale, ma dobbiamo fermare il processo. Altrimenti avverrà comunque. Il cristallo che sorregge il pianeta necessita di una grande energia, per portarlo al limite massimo ne serve una grande quantità, che per fortuna non è stata ancora raggiunta. Possiamo fermarlo. Vi chiedo di seguirmi, possiamo raggiungere il luogo in cui si trova da una cavità situata al disotto del tempio”
Tutti annuirono, pronti e rinfrancati se pur visibilmente scossi.
“Andiamo!” asserì fieramente Ignitus.
Fecero per planare verso la loro imponente dimora, quando un’eruzione più violenta delle precedenti colpì la facciata principale e  distrusse gran parte delle colonne, che sprofondarono nelle crepe formatesi sul terreno.
 

Quella discesa di calore e paure fu qualcosa che nessuno aveva mai provato prima. Neanche gli stessi guardiani si erano mai dovuti spingere fino a quel punto, e adesso erano lì; anche una distrazione sarebbe potuta risultare fatale. Il percorso per raggiungere il cristallo  da cui tutto aveva origine era spaventosamente simile alla discesa verso gli inferi, ed in effetti era lì che temevano di starsi dirigendo.
Il profondo gorgoglio della lava e del magma ribolliva come il ruggito di una bestia furiosa, mentre nuove e sempre più intense sferzate bollenti si scagliavano verso l’alto. Giunti a destinazione  con il timore di essere arrivati troppo tardi, si trovarono di fronte ad una scena impressionante: il grosso cristallo pulsava energia come un cuore fa con il sangue, irradiando e sprigionando luce naturale incandescente. Lo stormo di giovani draghi atterrò, disponendosi a cerchio.
Fu Malefor a prendere parola, anche se pensava di conoscere la risposta alla domanda ancora prima di porla.
“E ora?”
Axius sollevò il muso, indirizzando lo sguardo  più al cielo lontano e ormai invisibile che ai suoi allievi.
“Adesso dobbiamo contenere l’esplosione. Noi…” Il guardiano del ghiaccio osservò Ignitor e Neiry al suo fianco. “Non siamo sufficenti. Purtroppo l’assenza di un guardiano compromette l’equilibrio dell’energia e noi da soli non potremmo mai farcela. Quindi…” Fece una piccola pausa,. Non serviva che aggiungesse altro, ma dovette concludere la frase. “Ci piange il cuore nel farvi questa richiesta, ma abbiamo bisogno del vostro aiuto”
Malefor  si portò fuori dal gruppo, avvicinandoglisi.
“Posso prendere io il posto del guardiano del fulmine”
“No. La tua forza unita alla nostra avrebbe l’effetto opposto, invece di contenerla la espanderemmo. La tua energia è troppo grande”
Malefor annuì. “E allora…”
Neiry sfiorò Axius con la coda.
“Infondo è ciò che volevi”
“Cosa?” proruppe Axius confuso.
Il guardiano del ghiaccio si inabissò nelle iridi splendenti della dragonessa, tristi quanto fiere.
“Lascialo provare”
“Lui? Ma…”
“Da solo”
Malefor sorrise. Si, era quello che voleva. Neiry l’aveva capito. Se la sua forza sommata a quella degli altri guardiani sarebbe stata eccessiva, la sua sola forza, in cui convergeva ogni elemento, sarebbe riuscita a convogliare un potere abbastanza stabile da evitare la catastrofe.
Axius non rispose. Quella soluzione gli era giunta alla mente fin da subito, ma addossare tutto sulle spalle di malefor significava averlo mantenuto in vita fino all’ultimo momento solo per sfruttarlo. Non sarebbe stato diverso da Flarendor o da Siil.
Axius aveva deciso di porre fine alla sua vita, ma non per crudeltà. Quel gesto gli sembrava un insulto.
“Tranquillo” Asserì Neiry, ormai serena. “Farà volentieri questo per noi. Non è così?”
Allungò il collo verso quello che per lei era ancora il cucciolo di qualche anno prima, che aveva visto crescere e migliorare giorno dopo giorno. Era suo figlio. Malefor, il drago viola, una leggenda divenuta realtà.
“Lo farò” Rispose lui, annuendo.
Axius e Ignitor si persero in una breve comunicazione paraverbale, fatta solo di espressioni di stupore e di meraviglia.
Nessuno se l’aspettava tranne Neiry. Accadde però qualcosa di totalmente inatteso persino per lei. Solaris, con quello che somigliava al ringhio più furente della storia dei draghi, avanzò contro Malefor.
Non credeva che l’avrebbe mai vista adirata in quel modo. E poi per cosa? Non pose alcun quesito, lasciò che fosse lei a parlare.
“Cos’è questa storia. Ho capito bene? Tu vuoi sacrificarti per noi?”
Malefor assentì e le sue ali scivolarono verso il basso, come se avesse esternato tutta la tensione accumulata fino a quel momento. Nel vederla così vicina, aggressiva e soprattutto viva, provò una sorta di strana felicità interiore.
Come tutti gli altri anche lei meritava di vivere serenamente un futuro radioso assieme ai suoi compagni.
“Tu non hai alcun diritto di decidere questo!”
A quelle parole Malefor spalancò le palpebre.
“Solaris. Era già stato deciso che avrei dovuto lasciare questo mondo. Perdonami ti prego. Non posso vivere nello stesso mondo in cui vivete voi. Sono un drago viola, e il mio destino non ha niente a che vedere con quello di ogni altro essere vivente. Per questo avevo già deciso di porre fine al dolore che avrei potuto causare. Perché è così, non sono stato abbastanza forte come tutti voi avete creduto. Scoprire e riesumare cose che non sapevo o avevo scordato mi ha deteriorato più di quanto io voglia ammettere. Per ciò lasciami andare”
La giovane dragonessa dalle squame azzurre restò un attimo in silenzio, poi scattò in avanti e gli mollò una zampata sotto al mento, scagliandolo a terra.
“Non funziona così. Non puoi prenderti questa responsabilità!”
Con il muso dolorante Malefor tornò in piedi. Un filamento scarlatto gli spuntò dal labbro inferiore.
“Ho fatto la mia scelta” Sentenziò.
“Anch’io. Anche noi” rispose Solaris imperterrita.
Nel dirigersi di nuovo di fronte all’amica sentiva come se dovesse aspettarsi un altro colpo, ma avanzò ugualmente. Si fermò solo quando lei ricominciò a parlare.
“Hai sofferto molto Malefor. E se hai dimostrato a tutti noi che il male può essere sconfitto con la purezza d’animo, lo dimostrerai anche ad altri. Tu vuoi sacrificarti in nome della resa alle tenebre, io in nome dell’amicizia”
Malefor deglutì. Un groppo in gola gli impedì di restare legato alla realtà e una serie di immagini gli si pararono davanti, frastornandolo. Rivide la grotta in cui era cresciuto, al buio, circondato da pareti calcaree impenetrabili che rappresentavano la sua casa e la sua gabbia. Rivide Flarendor, i giorni trascorsi ad allenarsi, quelli trascorsi a cacciare e a riposare dopo lunghe fatiche e ore di sofferenza fisica e mentale.
Rivide il giorno in cui decise di andarsene, la volta in cui incontrò i suoi nuovi amici, assieme a cui conobbe anche la felicità. Lo scontro con il golem, la presenza al cospetto dell’Aedo. L’ultima battaglia, ciò che aveva decretato la rottura definitiva con la creatura che era stato fino a quel momento.
La gioia aveva sostituito il dolore, ora finalmente poteva affermare di conoscere le emozioni, le sensazioni di quiete, timore, allegria, tristezza, amore. Era diventato qualcuno. E poi il sogno, Neiry, i suoi genitori, Siil…
Solaris, il cuore del mondo.
La sua storia gli pareva degna di un finale come quello. Ma i valori per cui desiderava lottare gli erano avversari per la prima volta. Era l’amicizia che l’aveva legato a Ignitus, a Glaider e a tutti gli altri che adesso cercava di frenarlo.
Solaris indietreggiò e l’assenza mentale del drago viola bastò perché il segnale venisse recepito da gli altri.
Ignitus e Terrador, seguiti da Zell e da altri due giovani draghi che Malefor non riconobbe a causa della nebbia mentale che ancora non si era interamente dissolta, gli piombarono addosso e lo serrarono in una morsa ferrea e vigorosa.
I guardiani inizialmente non mossero un dito, ignorando il motivo di quella situazione e di quel gesto e restarono basiti ad osservare i loro allievi che bloccavano a terra gli arti di Malefor ed esercitavano tutta la loro forza in qualcosa che andava contro loro stessi.
Non volevano attaccare il loro compagno, ma non avevano altro modo. Tutto accadde nell’arco di pochissimi istanti. Malefor non capiva, tutto ciò per lui non aveva senso. Se non si fosse sbrigato sarebbero saltati in aria.
Tentò inutilmente di divincolarsi, ma più pressione faceva più si sentiva schiacciato. Quella era la forza della convinzione dei suoi amici, più possente della sua.
“Andate via! Lasciatemi!”
Con un ennesimo scossone riuscì a liberare la testa, trovandosi di fronte il muso di Ignitus. Il suo migliore amico, che aveva anche rischiato di uccidere per errore, adesso voleva salvarlo.
“Mi dispiace Malefor, ma non ti posso lasciare, faresti una sciocchezza. Solaris ha ragione”
Con la coda dell’occhio vide avvicinarsi Glaider, con la stessa fermezza e determinazione che aveva scorto prima in Solaris.
“Io vado con lei”
Ignitus Annuì, mentre con le zampe anteriori continuava a trattenere Malefor.
“Si. Arrivederci amico”
Glaider gli diede un colpetto di coda sulla spalla come in seguito ad una delle loro zuffe, poi trottò verso Solaris e i loro compagni; nessuno che mostrasse un minimo segno di indecisione o ripensamento.
A dividerli dalla distruzione totale non vi erano che pochi secondi. Neiry spalancò le ali e corse verso il gruppo, finalmente conscia di ciò che avevano intenzione di attuare, ma un alone di energia incoronò il cristallo attorno a cui i giovani draghi si erano disposti e proruppe in un bagliore d'energia accecante che la respinse.
“No!”
Il grido di Malefor echeggiò lungo tutto il condotto magmatico, mentre Ignitus e gli altri vennero sbalzati via dal suo impeto di rabbia. Si lanciò verso la luce, ma Neiry lo afferrò al volo e deviò traiettoria, avendo compreso che non c’era più niente da fare per loro.
Un’esplosione.
Bianco, soltanto bianco. Poi nero, soltanto nero.
Il boato deflagrò l'esistenza tutt’attorno, l’aria s’incendiò e d’improvviso, come in seguito alla più cruenta delle tempeste, fu il silenzio.
___
 
Ok. Si, si… bene. ho pubblicato. E per questa pubblicazione ringrazio tantissimo Owlfiction, perché francamente a causa di impegni e altro avevo mollato la storia, anzi avevo mollato EFP.
Son tornato con più foga che mai e voglio finire questa storia e provare ad avviare quello che dovrebbe essere il… no, niente spoiler.
Anche perché la cosa avverrà in un futuro. Prossimo, ma in un futuro XD
Dovrei chiarire però un paio di robette prima di pubblicare l’ultimo capitolo: per chi sta ancora seguendo la storia, vi sarete fatti un bel po’ di domande immagino, sul perché di tante cose. Allora diciamo che effettivamente la trama di TLOS ha molte lacune e troppi buchi neri, e colmarli tutti per me sarebbe disumano. (va beh… ma io sono un draghetto XD allora disdraghetto… *perdonatelo*)
In A New Beginning ci sono delle uova, ma i genitori di quelle uova quando mai si sono visti? Non credo i guardiani siano omosessuali. *cose furry brutte si formano nelle testoline bacate dei lettori* Malefor viene addestrato dai guardiani del suo tempo (alias Axius Neiry Ignitor e Siil) e di questi non si è mai saputo un caiser. Che ruolo hanno avuto dopo averlo rinchiuso nella convessità? Come ha organizzato eserciti e come ha corrotto Cinerea dalla convessità? Come ha appreso elementi ulteriori che nessun'altro (non si capisce perché) ha mai usato? Il vento non è elemento naturale? La geografia del mondo di TLOS è stata disegnata sulla carta igenica foxy? Kiril e Volter perché sono più giovani degli altri guardiani? Questo, e tantissimo altro, non è per nulla chiaro e di questi strane tesserine quà e là ne riparerò solo alcune, se notate qualche incoerenza lasciata al caso... anche dopo il prossimo capitolo, vi chiedo di farmelo notare in una recensione, please, perché quello che ho in mente di combinare dopo che sarà finito Un destino oscuro potrebbe aver bisogno della soluzione dei vostri dubbi.
Grazie ancora a tutti i miei fighissimi fooolllooouuuwweerrssss e al prossimo e… e… fermi: ultimo capitolo!
Ma quante volte l’avrò detta sta frase? Sono 1450 capitoli che dico che siamo infondo XD
 Sarà la volta buona? Mishtero... Sasuke
  
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