Videogiochi > The Last of Us
Ricorda la storia  |      
Autore: ElementalSide    07/05/2015    14 recensioni
Era una stanza piccola e terribilmente buia la mia, l’unico spiraglio di luce poteva entrare dalla finestra[...].Tutto era vecchio compreso il mio letto a castello, il materasso superiore giaceva inutilizzato da anni [...]. Poteva andare tranquillamente peggio, nel mondo in cui ero cresciuta, nel mondo che conoscevo, tutto era possibile, ci si poteva ritrovare di fronte anche un infetto e a quel punto sarebbe stata sul serio la fine.
--------------------------
La mia prima storia su Efp, mi sento importante. Ho deciso di parlarvi di un titolo che mi ha rubato il cuore, di narrarvi il punto di vista di Ellie nella notte del ritorno della sua migliore amica, Riley.
Genere: Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ellie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Notte senza stelle

"There are a million ways we could've died today,
and a million ways we could die before tomorrow.
But we fight for every second we get to spend with each other.
Whether it's two minutes...or two days...we don't give that up."


Questa notte niente andrà per il verso giusto.
Mi ritrovai a pensare prima che me ne potessi accorgere.
Era una notte estiva e terribilmente afosa, niente poteva essere peggio che passarla di nuovo sola tra quelle quattro luride mura.
Era una stanza piccola e terribilmente buia la mia, l’unico spiraglio di luce poteva entrare dalla finestra, che era anche la mia unica possibilità per prendere una boccata d’aria. Tutto era vecchio compreso il mio letto a castello, il materasso superiore giaceva inutilizzato da anni. Avevo fatto i salti mortali per riuscire ad avere quella camera singola. Potevano essere le tre di notte ma continuavo a sentire lo scoppiettare delle pistole in lontananza e le sirene dei furgoni.
Avevano sicuramente perso qualche altro clandestino ,le ore del coprifuoco erano iniziate da tempo.
Poteva andare tranquillamente peggio, nel mondo in cui ero cresciuta, nel mondo che conoscevo, tutto era possibile, ci si poteva ritrovare di fronte anche un infetto e a quel punto sarebbe stata sul serio la fine. Mentre mi alzavo pesantemente dal letto e camminavo stanca per quella che era la mia piccola stanza ormai da anni non potei fare a meno di pensare a lei.
Mentre vedevo la pioggia infrangersi sull’ asfalto logorato, in mille schegge luccicanti non potei fare a meno di pensare a dove fosse o a cosa stesse facendo.
Riley non aveva mai brillato di intelligenza ed era sempre stata quella ragazza temeraria e testarda di cui mi ero sempre fidata ciecamente ma questa volta aveva proprio esagerato. Era stata sciocca e imprudente.
Continuavo a fissare il vetro bagnato, iniziava a offuscarmi la vista con le goccioline che si poggiavano su di esso e la cosa non mi piaceva affatto, quella finestra era l’unico ponte tra me e l’esterno.
Io, al contrario di Riley sono sempre stata troppo codarda per fare un gesto così folle, intraprendere un viaggio di punto in bianco ed essere pronta ad affrontare quei mostri, non l’avrei mai fatto, non da sola.
Sorrisi amaramente, in quel momento ero proprio sola.
Poteva solo confortarmi il cielo, sembrava fosse triste anche lui, ma mi è sempre piaciuto vedere la luce dei pochi lampioni ancora funzionanti creare giochi di luce e scomporre in brillanti macchie le gocce di pioggia. Però niente stelle. Quella notte non ce ne erano, sembrava che anche loro mi avessero voluta lasciare sola con i miei pensieri e ricordi che si avvinghiavano alle pareti della camera.
La pioggia all’ esterno scandiva il ritmo di essi. Tamburellava freneticamente sul suolo e iniziava a darmi fastidio, copriva il rumore dei passi delle guardie e gli spari delle pistole, anche sapendo che in quell’istituto ero al sicuro, mi piaceva avere sempre la situazione in pugno, per questo, per pura emergenza, tenevo sotto il mio cuscino sempre un coltello. Nel mio presente la prudenza non è mai troppa ma Riley non mi ha mai voluta ascoltare. Troppo presa dai suoi stupidi ideali che in un mondo del genere non avrebbero potuto far altro che ucciderla.
Infatti ora come ora mi ritrovavo con la nostra vecchia e unica foto, poteva essere macchiata e graffiata ma per me valeva più di ogni altra cosa che avessi, quel logoro pezzo di carta racchiudeva tutta la dolcezza di due bambine che non sapevano cosa sarebbe avvenuto in futuro.
Da qualche mese il parquet sconnesso aveva iniziato anche a scricchiolare quindi decisi in fretta che sarebbe stato meglio finirla di camminare in tondo e di cercare di fare il solco in un vano tentativo di far girare il mondo al contrario.
Mi sedetti ancora sul letto e scricchiolò anche quello, fu il suo ultimo suono prima che una delle assi che reggeva il materasso si staccasse dalla struttura e prendesse a rotolare rumorosamente per il pavimento.
Che andassero tutti al diavolo: Riley, i soldati, quella stupida nottata insonne e senza stelle, gli infetti e tutti gli sporadici superstiti dell’epidemia, compresa l’asse del letto che sarebbe restata sul pavimento ancora per molto tempo a venire.
Le coperte mi facevano schifo, tutte zuppe e terribilmente sporche ma si poteva avere di peggio. In tempi simili si deve cercare di guardare tutto per il lato migliore e trovare una via di fuga, avere una mente pronta era fondamentale e dovevo restare lucida. In quel momento vedevo proprio il bicchiere mezzo vuoto, decisi che sarebbe stato meglio andare a riempirlo.
Mi addormentai di colpo appena mi stesi, sempre la mano attorno al fidato coltello e sempre pronta a scattare. Catapultata nel mondo dei sogni non riuscii a sentire i passi di chi si stava avvicinando.
Quando urlando mi svegliai di colpo una mano bloccò il mio braccio pronto a dimenare il coltello in un patetico tentativo di ferire.
Nel buio la pioggia si era calmata e le stelle avevano ricominciato timide a luccicare. Riley era di fronte a me, sembrava sprizzare allegria da tutti i pori. Io la mia via di fuga l’avevo finalmente trovata.


HEY!

Se state leggendo questa frase significa che ho trovato il coraggio di pubblicare la mia prima storia su EFP e significa anche che avete deciso di regalarmi anche cinque minuti del vostro tempo, di questo ve ne sono molto grata. Come stavo dicendo, qui inizia tutto e spero sia solo la prima di una lunga serie di ff che pubblicherò. Detto questo, ringrazio tutte le ipotetiche lettrici che lasceranno un commento (positivo o negativo che sia) e che, perché no, metteranno la storia tra le preferite. Sappiate che vi amo, a presto :3

   
 
Leggi le 14 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > The Last of Us / Vai alla pagina dell'autore: ElementalSide