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Autore: Delirious Rose    08/05/2015    2 recensioni
Parigi, 26 Gennaio 1920, 8 bis rue Amyot, quinto piano, poco prima delle tre del mattino. Jeanne Hébuterne scrive una lettera al suo compagno, Amedeo Modigliani, deceduto due giorni prima.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Parigi, 26 gennaio 1920
 
Mio amato Amedeo
 
sono trascorse solo poche ore da quando non ci sei più e io già mi sento d’impazzire! Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, ma coltivavamo la speranza che ti fosse concesso di vedere il nostro bambino. Che ci fosse concesso abbastanza tempo per diventare finalmente una famiglia. E ora… ora tutto è perduto, non ho più niente per cui lottare, non ho più niente a sostenermi, perché eri tu il mio sostegno, la mia vita.
 
Lo so, so che non vorresti vedermi così, che non vorresti sentirmi dire queste parole, ma è più forte di me. Mi pare di sentire la tua voce, mormorare con dolcezza “Il tuo vero dovere, è di salvare il tuo sogno”: me lo dicevi spesso, mentre nel nostro atelier dipingevano uno di fronte all’altra, ognuno preso dalla propria arte. Mi hai sempre incoraggiato a studiare, a dipingere, perché sapevi che questo era il mio sogno, così come io sapevo che il nostro amore non era fatto solo di carne, ma d’anima e colori, profumato di trementina.
 
Siamo stati felici, nonostante tutto. Sono stata felice, nonostante tutto, e a Nizza avrei potuto toccare il cielo con un dito se non fosse stato per mia madre, venuta a guastare la nostra gioia d’essere genitori: avremmo dovuto essere solo noi, e così godere appieno della tenerezza e del miracolo di una vita che nasce.
Sono stata felice, nonostante tutto. Nonostante la mia famiglia non accettasse che amassi un ebreo tisico, nonostante i tuoi tradimenti. Ma la felicità, quella vera, è così: ho saputo vederla e trovarla nelle piccole cose.
 
Ma ora, è come se i miei occhi non potessero più vedere. Non ci sono più colori per me, non c’è niente di bello ormai. E per quanto mi sforzi, io non riesco a vedere la luce, le forme. È un buio informe, quello che mi circonda. Che senso ha inseguire un sogno, se quello che desideravo con tutta me stessa è irraggiungibile? Dimmelo Amedeo! Che senso ha continuare a dipingere, continuare a vivere se il sogno per cui ho lottato con le unghie e con i denti è scivolato via dalle mie dita, nell’istante in cui sei morto?!
 
Tutto quello che avevo non c’è più, e cosa mi aspetta? Un’esistenza condotta senza viverla non ha alcun senso! Lo so, lo so che in questo momento mi diresti che dovrei farmi forza per la piccola Jeanne e per questo bambino che non hai potuto vedere, che non hai potuto stringere. Lo so che mi diresti che dovrei vivere per loro, e per il ricordo di questi due anni che abbiamo trascorso insieme.
 
Lo so che mi diresti che dovrei asciugarmi gli occhi e andare avanti, che ho tutta una vita davanti a me.
 
Spero solo che, almeno nella morte, possiamo stare insieme come ci è stato negato in vita.
 
 
Per sempre tua,
 
Jeanne.

 
 
 
 
 
Sabato 24 gennaio: Modigliani muore in ospedale per una meningite tubercolare senza aver ripreso conoscenza.
Lunedì 26 gennaio, tre del mattino: Jeanne Hébuterne, incinta di otto mesi, si getta da una finestra dell'appartamento dei suoi genitori, al quinto piano di un edificio all'8 bis rue Amyot, lasciando orfana la piccola Jeanne.
27 gennaio: Modigliani viene seppellito "come un principe" nel cimitero Père-Lachaise. Jeanne viene portata in segreto al cimitero di Bagneux. Le sue spoglie raggiungeranno quelle del compagno solo qualche anno dopo.

 
   
 
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