Quella
sì che era una situazione pericolosa.
Benché
avesse affrontato di tutto in quel
viaggio, roba da bastare tutta una vita, Bilbo non
avrebbe mai creduto che il suo peggior nemico sarebbe stato Thorin.
Certo, il Nano
era stato riluttante a fidarsi di lui e del
suo aspetto molliccio, ma aveva constatato che sì, anche un
Hobbit si fa valere,
quando vuole.
Ma ora tutta la
fiducia che si era guadagnato con il
sudore della fronte - letteralmente! - era stata rovesciata come latte
sull’erba
e, cosa ancor più grave, stava per morire. E tutto a causa
di quella maledetta
Arkengemma!
Thorin era in
procinto di buttarlo giù dalla
fortezza, e lui doveva trovare assolutamente un modo per cavarsela. Non
poteva
sfracellarsi al suolo senza rivedere la sua amata Contea, senza aver
rimesso
piede nel suo buco Hobbit, senza trovare un modo per far rosicare
Lobelia!
Quella poi, era
la rogna più grande in cui un povero
diavolo potesse mai incappare. Se Thorin l’avesse conosciuta,
Bilbo si sarebbe
preso da lui un sacco di pacche consolatorie. Purtroppo
però, era dalla fredda
e cruda terra che stava per prendersi una botta.
“Thorin,
ti prego! Ho paura, non farmi cadere!”
“Tu mi
hai tradito, verme!”
“Thorin,
no! Non per farti un torto! Volevo soltanto
che non ci fossero morti!”
Bilbo squittiva
come un topo in trappola, ma niente
sembrava placare la spaventosa ira di Thorin. Era come impazzito!
“Non
hai scusanti, ladro! E non riuscirai mai a
farmi cambiare idea dalla tua condanna a morte!”
ribatté Thorin, emettendo un
ringhio.
“Ti
aiuterò a mandar via tutti questi eserciti senza
dar via un centesimo!”
“Già,
come?”
Già,
come? Santi Valar,
quando c’era l’oro di mezzo non più
custodito da un lucertolone lungo chissà quanti metri ma
dall’allegra banda dei
Nani di Biancaneve con sei in più era davvero un gran bel
problema far
sloggiare tutta quella gente.
“Ti
farò mangiare a casa Baggins tutte le volte che
vorrai!”
“Non
ci torno più nel tuo bel paese della favole,
Hobbit!”
Bel
paese delle favole? Ma come si
permetteva? La Contea era
verde, rigogliosa, non di certo una terra nera ed inaridita come
quella! C’era
pace, terra coltivata, animaletti che scorrazzavano liberi per il
verde...
Beh, in fondo
tutto è relativo, si disse Bilbo.
“Ti
rifarò le trecce ogni volta che si allenteranno!”
“Me le
faccio da solo: ho i capelli lunghi. Ho molta
più esperienza di te che hai quattro peli corti sulla testa,
riccioli d’oro!”
Perché
offendeva i suoi capelli? Ora che diamine c’entravano
i suoi capelli?! E non erano “d’oro”,
erano biondo
cenere ramato, come il sole che tramonta oltre il Colle.
Ci sono voluti
anni per farlo capire a quella zucca
vuota di suo cugino Adelardo!
Sempre
più stanco e accigliato - cosa quest’ultima
che non diede a vedere - si arrovellò il cervello per
trovare un espediente per
salvarsi la pelle. Caspita, trovare quelle proposte era mille volte
peggio
degli indovinelli di Gollum!
Ma certo, gli
indovinelli!
“Ti
insegnerò alcuni indovinelli divertenti! Vedrai,
ti piaceranno!”
“Perché
secondo te i Re hanno tempo da perdere con
gli indovinelli, non è così?!”
Eh,
già. Uno! No... quattro a zero per Thorin.
Le cose stavano
per precipitare, e non solo quelle.
Fu per la
disperazione che Bilbo decise di sfoderare
un'arma che non aveva mai provato in vita sua: la seduzione. Non
pretendeva
funzionasse, ma come si suol dire, provare non costa nulla. Dopotutto,
stava
già per morire.
“Oh,
Thorin...” esclamò, una voce suadente che
nemmeno lui stesso riconobbe.
“Che
c’è?”
“Non
mi sono mai reso conto che i tuoi occhi sono
così meravigliosi...”
I Nani si
guardarono l'uno con l'altro, scambiandosi
occhiate sconcertate.
“Che
diavolo gli prende?” mormorò Bofur.
“Sarà
lo shock?!” replicò Fili.
“E
com'è morbida la tua barba! Quando mi
abbracciasti, ho sentito le membra sciogliersi come neve al
sole.”
Ora, Bilbo aveva
sempre dubitato delle sue doti
poetiche, se mai ne avesse avute, ma questa non era male.
“E il
tuo sorriso, Thorin! Per Mahal, quanto è
abbagliante!”
Pure questa era
buona.
Vide il volto di
Thorin rilassarsi, e più le sue
labbra si allargavano in un sorriso e gli occhi diventavano liquidi,
più Bilbo
gioiva. Le sue adulazioni avevano incredibilmente funzionato.
Già
cominciava ad assaporare l’imminente sensazione
dei piedi poggiati naturalmente a terra - non avrebbe mai creduto che
stare
in posizione eretta
potesse essere bello
- quando si sentì trascinare dolcemente verso l'interno,
udendo dei sospiri di
sollievo levarsi dalla piccola calca di Nani.
“Un
perfetto adulatore, Mastro Baggins” disse Thorin
una volta messo lo Hobbit a terra, un sorriso a tutta dentatura
stampato oltre
la barba scura.
Lo aveva
decantato per salvarsi da una morte tutt’altro
che comoda, ma dovette riconoscere che c’era del vero in quel
che aveva detto.
Se doveva paragonarlo con gli altri Nani in termini di bellezza, Thorin
era
gradevole e rude, avvenente e aspro allo stesso tempo. Bilbo si
trovò a fissarlo
per lunghi istanti, il volto terribilmente ed inconsapevolmente
congestionato,
mentre il Nano se lo portava in disparte accarezzandogli
pericolosamente il
fondoschiena.
Sfoderò
un altro sorriso, ma non era più quello dolce
di quello presentato all’interno della Montagna. Era quasi -
per quanto ne
sapesse Bilbo - divertito, spaventosamente malizioso, ed eccitato. A
Bilbo salì
un brivido lungo la spina dorsale.
Se aveva la
certezza di aver scampato un pericolo,
ora aveva il dubbio di essersi cacciato in un altro.
“A
stanotte, Bilbo. Nelle mie stanze. Ti aspetto.”
NDA
È una vita che non
scrivevo niente di comico - mmm,
non è un'attenuante, vero? xD - ed è la prima
volta che scrivo su Thorin -
finalmente! *^* - con una spruzzata di Bagginshield. xD
Dedicata a
leila91 alias Benni, perché con le sue OS
e Flash personalmente mi sta allietando le giornate - e ispirando! :D