MI SA CHE NON HA FUNZIONATO…
 
 
 
Bilbo sbattè la porta in faccia agli ultimi curiosi, che ancora sostavano sull’ingresso di casa sua.
Sovrappensiero, s’infilò poi una mano nella tasca dei pantaloni.
“Toh, e questa?”, borbottò, estraendo un piccolo oggetto marrone, “Ma certo, la ghianda! Me n’ero completamente dimenticato!”
E fischiettando uscì in giardino, ben deciso a piantarla immediatamente nel terreno.
Perlomeno qualcosa di positivo gli era venuto da tutto quel trambusto: stando a Beorn, quel piccolo frutto doveva avere proprietà speciali!
 
“E questa dove l’hai trovata, coniglietto?!”
“Oh, nel tuo giardino mastro Pelliccia-ehm, mastro Beorn! Io non volevo fare nulla di male beninteso! La rimetto subito a post-”
Un manata ben assestata lo aveva interrotto, mozzandogli il fiato.
“Puoi tenerla coniglietto! Io ne ho a bizzeffe. Abbine cura, non sono ghiande come le altre… lo scoprirai da te, quando la pianterai…”
 
“Probabilmente intendeva dire che crescerà molto più in fretta” ragionò Bilbo fra sé e sé, “Dopotutto in quel giardino ogni cosa era molto più grande del normale”.
“Che bellezza! In un paio di settimane potrei già avere un’enorme Quercia davanti a casa! Mi serviva proprio un po’ d’ombra. E mi riparerà anche dai vicini impiccioni”.
 
Bilbo Baggins si sfregò le mani soddisfatto e rientrò gongolando in casa.
L’ingenuo.
 
 
 
Il giorno dopo…
 
-Secondo voi sta bene?
-Se non si sveglia entro trenta secondi ci penso io!
-Scassinatore, datti una mossa! Ho bisogno di essere innaffiato, io!
 
Voci.
Fastidiose, fastidiosissime voci nella sua testa.
Perché non lo lasciavano in pace? E perché somigliavano così pericolosamente a quella di… OH VALAR!
 
Bilbo aprì gli occhi, tirandosi su a sedere di scatto.
Davanti a lui, stava il motivo per cui era crollato a terra come un sacco di patate, appena messo piede fuori di casa quella mattina.
Smanioso di controllare se la sua cara ghianda si fosse già evoluta, si era ritrovato di fronte a una decina di… di… mini-Thorin!
Tutti saldamente piantati nel terreno!
 
“Ma, come, cos-chi… e voi da dove spuntate?!” Riuscì a chiedere.
“Dalla ghianda!” risposero in coro quelli, come se fosse ovvio.
 
Stessa voce, stesse fattezze, stesso tono…
È un incubo. Ditemi che è un incubo. E soprattutto svegliatemi, vi prego.
Ora.
 
-Allora, che intenzioni hai mastro Baggins? Guarda che le mie radici si stanno seccando! È l’ora della mia innaffiatina quotidiana!
-Le mie appendici necessitano un massaggio!
-Io ho bisogno di un riparo dal sole!
 
Perché, perché, perché?! La vita era ingiusta!
Era appena riuscito a sfuggire dalle grinfie dell’originale, che aveva fatto di male per meritare questo?!
 
-E alle cinque devi cantarci la canzone del riposino!
-Poi abbiamo bisogno del nostro fango di bellezza, per crescere ancora più forti e numerosi.
 
“Nu… nu… numerosi?”
 
-Sì, spuntiamo circa una decina al giorno! Non te l’hanno spiegato nelle istruzioni?
 
No, Beorn aveva omesso giusto un paio di dettagli!
 
-Noi siamo i frutti della Ghianda dei Desideri. Riportiamo alla luce ciò che di più prezioso una persona ha perso. Magnifico, no?
 
NO! Ovviamente no!
Ciò che di più prezioso aveva perso… Thorin Scudodiquercia?! Quel lunatico, dispotico, brontolone di un Nano?! Lo stesso Nano per colpa del quale aveva sfiorato la morte una decina di volte?! Ma che razza di scherzo pervers-

“Vogliate scusarmi un secondo” deglutì lo Hobbit, alzando l’indice.
 
 
“HAM!* Ho bisogno del tuo aiuto! ORA!”
“Mastro Bilbo! Ma certamente. In cosa posso esservi utile?”
“UNA POTATURA!”
 
 
 
 




 




*Hamfast Gamgee, padre di Samvise.
 
 
NOTE:
Onestamente non so davvero che cosa dire a mia discolpa ^^”
Da bagginshielder convinta avevo voglia di prendermi un po’ in giro, con un tentativo di parodia =)
Un grazie speciale a Kano_chan, lei sa perché u.u
Grazie di aver letto.