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Autore: eugeal    12/05/2015    1 recensioni
Lo sceriffo è tornato e Nottingham è salva.
Durante l'assedio, Marian ha scoperto un lato di Guy di Gisborne che non conosceva.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Quando le labbra di Marian toccarono le sue, Guy pensò di essere morto oppure di trovarsi all'interno di un sogno. Forse era ancora svenuto e quello era solo un inganno della sua mente.
L'altra alternativa, che quella fosse la realtà, gli sembrava impossibile. Avrebbe voluto dire che Marian aveva appena confessato di provare dei sentimenti per lui, come poteva essere vero?
Eppure il corpo della ragazza era morbido e caldo contro il suo, così concreto e reale da non poter essere un'illusione.
In fondo non importava, quel momento per lui esisteva e non contava altro.
La strinse forte a sé, quasi con disperazione, e rispose al bacio di Marian con tutto l'amore che provava per lei.
Quando il bacio finì, il mondo continuò a esistere e Guy guardò Marian, incredulo.
La ragazza era rimasta abbracciata a lui e aveva appoggiato il viso al suo petto, ascoltando il battito del suo cuore.
Possibile che fosse vero? Marian aveva lasciato Robin Hood all'altare per lui?
- Oh, Gisborne, se potessi vedere la faccia da imbecille che hai in questo momento! - La voce dello sceriffo spezzò il silenzio della cappella e Guy si voltò a guardarlo, irritato.
Per un momento si era dimenticato completamente della sua presenza e della situazione precaria in cui si trovavano, ma il commento dello sceriffo lo aveva fatto tornare di colpo alla realtà.
Vaisey alzò le mani in un finto gesto di scusa.
- Ma non volevo interrompervi, andate pure avanti. Sono intrappolato qui senza nulla da fare, tanto vale che mi goda lo spettacolo. Continuate pure, prego. Solo, cercate di rendere le cose un po' più interessanti, siete disgustosamente stucchevoli.
- Davvero sto cercando di salvarvi la vita? - Commentò Gisborne, esasperato. - Su una cosa avete ragione, devo essere un imbecille.
- Oh, Gizzy, ma come siamo suscettibili! - Commentò Vaisey. - Coraggio, Marian, dagli un altro bacetto così la smetterà di lamentarsi e magari si deciderà a fare davvero qualcosa per toglierci da questa situazione. Piazzare un paio di panche davanti alla porta e poi perdere tempo in smancerie non lo definirei proprio “cercare di salvarmi la vita”...
La ragazza ignorò le parole dello sceriffo, limitandosi a rivolgergli un'occhiata gelida, poi alzò il viso per cercare lo sguardo di Guy.
L'espressione accigliata del cavaliere nero si distese in un sorriso nell'incontrare i suoi occhi e Marian si trovò a rispondere a quel sorriso col cuore che le batteva più forte.
Un forte colpo alla porta fece trasalire tutti e tre, poi la voce di Roger di Barret risuonò, inquietante, dall'altra parte dell'anta di legno.
- Trovati.

Allan punzecchiò con la spada uno dei soldati per farlo entrare nella cella insieme agli altri due che erano stati disarmati e feriti da Robin e da Little John, poi richiuse la porta e si attaccò le chiavi alla cintura.
- Meriterebbero di morire. - Disse, guardandoli con disgusto e Robin annuì.
- Molto probabilmente saranno giustiziati, ma non sta a noi deciderlo. Si sono arresi e serviranno a testimoniare contro Barret, se fosse necessario. Ora andiamo, dobbiamo trovare lo sceriffo.
- Spero che Giz sia ancora tutto intero... - Disse Allan, tra sé, poi lanciò uno sguardo di scusa a Robin. - Ehi, lo so che probabilmente non sei della mia stessa opinione in questo momento, ma Guy è una persona migliore di quanto possa sembrare, hai visto anche tu quello che ha fatto per me, no?
- Non abbiamo tempo per le chiacchiere, Allan. - Disse Robin, irritato. Non poteva prendersela con Gisborne se Marian lo aveva preferito a lui, ma di certo non aveva voglia di sentire parlare del cavaliere nero.
Allan lo guardò, preoccupato.
- Quello che volevo dire... - Si fermò per un attimo, esitando, poi guardò Robin negli occhi. - Non fargli del male, va bene? Immagino che tu debba odiarlo ora, ma Giz non si è comportato in maniera scorretta nei tuoi confronti. Era pronto a rinunciare a lei pur di salvarla, lo avrebbe fatto davvero. Ha rischiato la vita per permetterti di sposarla, anche se perderla gli avrebbe spezzato il cuore, l'ho visto con i miei occhi. Non è colpa sua, non ucciderlo per quello che è successo.
Robin afferrò Allan per le spalle e gli diede uno scossone.
- Volete smetterla?! - Gridò e l'altro lo guardò, sconcertato.
- Di fare cosa?
- Di pensare che io sia un assassino assetato del sangue di Gisborne! Non ho alcuna intenzione di ucciderlo, ma sono stanco di sentirmi accusare in questo modo. E adesso muoviti, oppure è probabile che ci pensi Barret ad ammazzarlo mentre noi siamo qui a parlare.

Marian lanciò uno sguardo ansioso a Guy e sobbalzò nel sentire un altro colpo violento contro la porta. Gisborne si mise davanti a lei con aria protettiva.
- Non gli permetterò di avvicinarsi a te. - Le sussurrò, cercando di sembrare rassicurante e Marian gli prese una mano e la tenne stretta nella sua.
- Guy, non permettere che mi prenda. Piuttosto uccidimi prima. - Lo supplicò la ragazza e Gisborne la guardò, sconvolto dalle sue parole.
- Non dirlo nemmeno per scherzo! Preferirei morire che fare del male a te.
- Cadere nelle mani di Barret viva sarebbe molto peggio della morte. Promettimelo, Guy: se non ci fosse alcun modo di sfuggirgli, mi toglierai la vita.
- In quel caso, moriremo insieme.
- Piantatela con questi discorsi tragici, razza di patetici imbecilli! - Intervenne lo sceriffo, allungando un braccio per colpire Gisborne su una spalla. - Invece di stare lì a blaterare su come preferite morire, pensate a trovare un modo di salvare me!
Guy lo guardò e, pur disprezzando l'egoismo delle parole di Vaisey, fu costretto ad ammettere che lo sceriffo non aveva tutti i torti.
Presto Barret sarebbe riuscito a sfondare la porta e in quel caso sarebbero morti tutti e tre. Guy sapeva di non essere nelle condizioni migliori per combattere: le ferite gli facevano male e si sentiva debole per la perdita di sangue.
Roger di Barret non era da solo, Gisborne sentiva le voci di almeno altri cinque o sei uomini provenire da dietro la porta. Anche se Guy non fosse stato ferito, i loro avversari avrebbero comunque avuto il vantaggio numerico e sarebbero riusciti a sopraffarli facilmente.
Dovevano assolutamente trovare un modo di fuggire dalla cappella prima che la porta cedesse oppure non avrebbero avuto speranze.
Guy si avvicinò a una delle vetrate e la colpì con la spada, mandandola in frantumi.
- Hai idea di quanto mi costerà farla riparare?! - Si lamentò lo sceriffo e Guy lo guardò.
- Vale di più della vostra vita?
- Non penserai di fuggire da lì, pezzo di cretino? Non sai quanto siamo in alto?
Gisborne si avvicinò alla finestra e si sporse un po' per vedere meglio.
- Lo so benissimo, ma non stavo pensando di scendere. Guardate.
Marian e lo sceriffo si avvicinarono a lui e videro che stava indicando un'altra finestra non molto lontana.
- Forse è possibile raggiungerla passando su quella sporgenza. - Guy indicò un bordo di pietra che decorava il muro del castello. - In questo modo potrei attaccare Barret alle spalle e attirarlo lontano da qui.
Marian impallidì nel vedere la distanza che li separava dal suolo.
- Ma è così in alto! Se dovessi cadere non avresti la minima speranza!
- Quando quella porta cederà non avremo comunque la minima speranza.
La ragazza lo abbracciò stretto per potergli parlare all'orecchio senza farsi sentire dallo sceriffo.
- Lascia che sia io ad andare. Lo sai che sono agile, come Guardiano Notturno mi è capitato spesso di dover scappare sui tetti...
Guy finse di baciarla sulla guancia per soffocare una risata.
- Cosa c'è di tanto divertente? - Sussurrò Marian.
- Se sopravviveremo fatti raccontare da Allan l'ultima impresa del Guardiano Notturno.
- Eh?
Guy la strinse tra le braccia e le sfiorò le labbra con un bacio, poi si tolse il cappotto di pelle, lo lasciò cadere a terra e salì sul davanzale della finestra prima che Marian potesse impedirglielo.
- Guy!
- Non cadrò, te lo prometto. In un modo o nell'altro tornerò da te. Lo faccio sempre.
   
 
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